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Ignazio Moncada – Attorno alla Pont Art
La Galleria Carte Scoperte di Milano, si propone oggi di mostrare il lavoro preparatorio nei fotomontaggi ed i quadri della serie Archeologie astratte che hanno immediatamente preceduto la prima Pont Art. Espone inoltre opere appartenenti a successivi cicli pittorici.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
MILANO
Galleria Carte Scoperte
Via Maroncelli 14
Martedi 26 Maggio 2015
h 18.00
IGNAZIO MONCADA
Attorno alla Pont Art
La Galleria Carte Scoperte in collaborazione con l’Archivio Ignazio Moncada inaugura la Mostra Personale di Ignazio Moncada: Attorno alla Pont Art.
Mostra a cura di Luciano Tellaroli
comunicato stampa
La Galleria Carte Scoperte inaugura in contemporanea con EXPO 2015 una mostra d’alto profilo culturale, sull’artista Ignazio Moncada, protagonista della scena artistica della seconda meta del XX secolo.
Il focus della mostra sarà sulla PONT ART, cosi come Pier Restany definì l’intervento pittorico di Ignazio Moncada, sul ponteggio dei portici meridionali di piazza del Duomo per complessivi mq. 450 (1982).
Fu un opera di grande innovazione che diede nuova dignità alle strutture edili provvisorie, conquistando nuovi spazi per la pittura, arricchendo esteticamente la città e aprendo nel contempo la via ai grandi interventi pubblicitari che seguiranno negli anni a venire.
L’alto contenuto di ricerca, la contestualizzazione dell’arte degli anni 80 milanesi, la serie di eventi culturali collegati al periodo storico e all’Artista (che si susseguiranno in galleria), i collegamenti con le università tramite il patrocinio di Culturit (http://culturit.it/) e con il Circolo Filologico Milanese (http://www.filologico.it/), nonché la collaborazione diretta con l’Archivio Ignazio Moncada, attribuiscono a questa Mostra un elevato riconoscimento culturale.
Sono passati molti anni dal 1982, anno in cui Ignazio Moncada dà inizio ad una nuova tendenza artistica denominata Pont Art (Arte del ponteggio). E’ il mese di ottobre, ed in piazza del Duomo a Milano si innalza il ponteggio per il restauro dei portici meridionali, solo che in quella occasione gli operai non montano degli anonimi teli di plastica ma un enorme dipinto astratto di Moncada, 450 metri quadrati di superficie, che sembra rievocare un lastricato arcaico, tipico dei paesi mediterranei, ma in una prospettiva dinamica e bordata di luce, in cui si determina un effetto di instabilità e di leggera corrosione delle forme, provocata, in parte, dagli strappi di luce.
Secondo Pierre Restany, che rileva l’importanza dell’evento insieme a Carlo Bertelli, la Pont Art di Moncada, non solo porta la pittura nella città, ma trasforma il cantiere in una specie di grande schermo di immagini nobilitando il lavoro con il linguaggio artistico.
L’esposizione, alla Galleria Carte Scoperte di Milano, si propone oggi di mostrare il lavoro preparatorio nei fotomontaggi ed i quadri della serie Archeologie astratte che hanno immediatamente preceduto la prima Pont Art. Espone inoltre opere appartenenti a successivi cicli pittorici che hanno trovato una trasposizione nella grande dimensione negli interventi di Pont Art di Milano (Largo Donegani 1984), di Madrid (1987) e di Augsburg (1992).
Per realizzare la prima Pont Art, Moncada ha dovuto sperimentare una nuova tecnica utilizzando colori industriali persistenti su teli da ponteggio e tali da mantenere immutate le caratteristiche della sua lirica pittura astratta. Gli riuscì di trasportare sull’insolito supporto, gli esiti della sua poetica visione pittorica. In mostra si potrà vedere un quadro del 1982, intitolato Alesa e i segni del tempo, onirica fuga di rombi con gli stessi rossi-mattone, neri smorzati, gialli-ocra, gli stessi riverberi luminosi della Pont Art di Piazza Duomo.
Anche in seguito, il confronto tra la dimensione intimista del quadro e le opere di largo respiro
all’esterno, porta a considerare come la pittura di Moncada sia dominata da procedimenti espressivi
aperti e continui che potrebbero espandersi all’infinito. Si potrà inoltre scoprire, nelle opere esposte a Milano, ad esempio, nei due quadri della serie Danze, forme brillanti e tangibili dai colori gialli, rossi, blu, verdi, che si alternano a trasparenze opache, si collegano, rimbalzano, si comprimono, si distendono, mentre le bordure nere le strutturano. In questi due dipinti e nelle Pont Art installate a Milano nel 1984 e sul Palazzo Abrantes a Madrid, quindi nei diversi materiali e dimensioni, la pittura raggiunge allo stesso modo un ritmo intenso, non ristagna in una struttura più o meno regolare, ma sviluppa quello che Moncada definisce una “sarabanda di forme” vagamente circolari e sinuose, che sembrano “fare delle piroette”. E nei due Senza titolo del 1994, appena successivi all’intervento urbano in Germania, la grande gioiosità dei rossi, alternati alle vibrazioni dei neri e degli inserimenti di sabbia dello Stromboli, si dilata in una diffusa atmosfera incandescente.
Galleria Carte Scoperte
Nasce sulle ceneri delle gallerie precedentemente aperte da Gianni Zardin, a Milano e a Miami. Un nuovo spazio dedicato alle opere su carta del ‘900 italiano. La carta come genesi dell’idea dell’artista: il guizzo della genialità, l’idea primordiale e non inquinata da altre tecniche; il parto creativo e il tratto inconfondibile sono ciò che hanno ispirato i soci di CS a decidere di concentrarsi sulle opere su carta. Le opere su carta sono l’esempio più raffinato del lavoro di un’artista, inoltre, le carte offrono la possibilità d’avvicinarsi ad artisti top a dei prezzi notevolmente inferiori alle opere su tela. Nel nuovo spazio di via Maroncelli, 14 a Milano (ex galleria Grazia Neri), s’alterneranno mostre collettive e personali, dedicate sia ai grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea che ad artisti emergenti o a quelli dimenticati o sottovalutati dal mercato.
Archivio Ignazio Moncada
L’Archivio Ignazio Moncada è stato costituito nel 2013 a Milano dall’architetto Ruggero Moncada, figlio dell’artista, che lo presiede con la finalità di preservare e far conoscere la sua collezione in Italia e nel mondo. Molte sono le opere che Ignazio Moncada aveva tenuto per sé e che, confluite nell’Archivio, permettono oggi di rappresentare la sua lunga attività artistica dal 1953 al 2012. Oltre ad olii ed acrilici su tela, l’Archivio conserva innumerevoli gouaches e pastelli su carta, collages, fotomontaggi con interventi pittorici destinati alla città, bozzetti preparatori di quadri, di scenografie, di arredi in maiolica per piazze e giardini, manufatti in ceramica e due dipinti su plastiche da ponteggio, di cui uno di mq 450, ha costituito, nel 1982, il primo intervento in assoluto di “Pont Art”, la nuova tendenza artistica ideata da Moncada e definita da Pierre Restany “Arte del Ponteggio”. Questo dipinto a scala urbana fu montato come elemento integrante del cantiere predisposto per il restauro dei portici meridionali di piazza Duomo a Milano. La plastica non era un materiale estraneo all’artista che già alla fine degli anni Sessanta aveva realizzato quadri con plastiche colorate artificialmente, di cui l’archivio dispone tutt’ora. Ma Moncada aveva soprattutto una predilezione per la carta in tutti i suoi aspetti. Commissionava ad esperti artigiani carte fatte a mano. Ordinò a Siracusa carte di papiro che dipinse ed espose allo Studio Marconi a Milano nel 1983. Utilizzava carte molto spesse e carte veline, sia come supporto che come elemento compositivo, per ottenere all’interno del quadro effetti di trasparenza. Un archivio non può che rispecchiare la personalità unica dell’autore di cui preserva l’opera, in particolar modo quando questa si presenta come un doppio dell’esistenza, destinato a rimanere nel tempo. Moncada ha vissuto senza possedere altro che non fosse la sua pittura, ed è per questo che egli ha lasciato non solo opere realizzate nelle varie fasi del suo percorso creativo, sviluppato principalmente nelle città di Palermo, Parigi, Bruxelles, Roma e Milano, ma anche sedie, tappeti, tavoli, vassoi, piatti e bicchieri in ceramica, tutti ricoperti di sue pitture che adoperava nella vita quotidiana. Questo fa si che entrando in archivio si ha come la sensazione di trovarsi in una casa sognata, attraversata da correnti di immaginazione e di bagliori colorati. Dell’attività parallela della ceramica, della quale Moncada si innamora sempre di più a partire dagli anni Novanta, l’archivio raccoglie vasi, pannelli, piatti e sculture, dal 1973 al 2012. Molti sono anche i libri, gli appunti, gli scritti autografi e dattiloscritti di poeti e critici d’arte che Moncada ha frequentato e che hanno apprezzato e scritto sulla sua opera.
Nell’intento di accrescere la documentazione sul lavoro di Moncada, promuovendo indagini storico-artistiche, collaborando con musei, fondazioni e studiosi che organizzino mostre e pubblicazioni con opere dell’artista, negli ultimi tempi l’Archivio si è arricchito anche di materiali audiovisivi attinenti alla Pont Art che sono stati riversati in supporti digitali
Galleria Carte Scoperte
Via Maroncelli 14
Martedi 26 Maggio 2015
h 18.00
IGNAZIO MONCADA
Attorno alla Pont Art
La Galleria Carte Scoperte in collaborazione con l’Archivio Ignazio Moncada inaugura la Mostra Personale di Ignazio Moncada: Attorno alla Pont Art.
Mostra a cura di Luciano Tellaroli
comunicato stampa
La Galleria Carte Scoperte inaugura in contemporanea con EXPO 2015 una mostra d’alto profilo culturale, sull’artista Ignazio Moncada, protagonista della scena artistica della seconda meta del XX secolo.
Il focus della mostra sarà sulla PONT ART, cosi come Pier Restany definì l’intervento pittorico di Ignazio Moncada, sul ponteggio dei portici meridionali di piazza del Duomo per complessivi mq. 450 (1982).
Fu un opera di grande innovazione che diede nuova dignità alle strutture edili provvisorie, conquistando nuovi spazi per la pittura, arricchendo esteticamente la città e aprendo nel contempo la via ai grandi interventi pubblicitari che seguiranno negli anni a venire.
L’alto contenuto di ricerca, la contestualizzazione dell’arte degli anni 80 milanesi, la serie di eventi culturali collegati al periodo storico e all’Artista (che si susseguiranno in galleria), i collegamenti con le università tramite il patrocinio di Culturit (http://culturit.it/) e con il Circolo Filologico Milanese (http://www.filologico.it/), nonché la collaborazione diretta con l’Archivio Ignazio Moncada, attribuiscono a questa Mostra un elevato riconoscimento culturale.
Sono passati molti anni dal 1982, anno in cui Ignazio Moncada dà inizio ad una nuova tendenza artistica denominata Pont Art (Arte del ponteggio). E’ il mese di ottobre, ed in piazza del Duomo a Milano si innalza il ponteggio per il restauro dei portici meridionali, solo che in quella occasione gli operai non montano degli anonimi teli di plastica ma un enorme dipinto astratto di Moncada, 450 metri quadrati di superficie, che sembra rievocare un lastricato arcaico, tipico dei paesi mediterranei, ma in una prospettiva dinamica e bordata di luce, in cui si determina un effetto di instabilità e di leggera corrosione delle forme, provocata, in parte, dagli strappi di luce.
Secondo Pierre Restany, che rileva l’importanza dell’evento insieme a Carlo Bertelli, la Pont Art di Moncada, non solo porta la pittura nella città, ma trasforma il cantiere in una specie di grande schermo di immagini nobilitando il lavoro con il linguaggio artistico.
L’esposizione, alla Galleria Carte Scoperte di Milano, si propone oggi di mostrare il lavoro preparatorio nei fotomontaggi ed i quadri della serie Archeologie astratte che hanno immediatamente preceduto la prima Pont Art. Espone inoltre opere appartenenti a successivi cicli pittorici che hanno trovato una trasposizione nella grande dimensione negli interventi di Pont Art di Milano (Largo Donegani 1984), di Madrid (1987) e di Augsburg (1992).
Per realizzare la prima Pont Art, Moncada ha dovuto sperimentare una nuova tecnica utilizzando colori industriali persistenti su teli da ponteggio e tali da mantenere immutate le caratteristiche della sua lirica pittura astratta. Gli riuscì di trasportare sull’insolito supporto, gli esiti della sua poetica visione pittorica. In mostra si potrà vedere un quadro del 1982, intitolato Alesa e i segni del tempo, onirica fuga di rombi con gli stessi rossi-mattone, neri smorzati, gialli-ocra, gli stessi riverberi luminosi della Pont Art di Piazza Duomo.
Anche in seguito, il confronto tra la dimensione intimista del quadro e le opere di largo respiro
all’esterno, porta a considerare come la pittura di Moncada sia dominata da procedimenti espressivi
aperti e continui che potrebbero espandersi all’infinito. Si potrà inoltre scoprire, nelle opere esposte a Milano, ad esempio, nei due quadri della serie Danze, forme brillanti e tangibili dai colori gialli, rossi, blu, verdi, che si alternano a trasparenze opache, si collegano, rimbalzano, si comprimono, si distendono, mentre le bordure nere le strutturano. In questi due dipinti e nelle Pont Art installate a Milano nel 1984 e sul Palazzo Abrantes a Madrid, quindi nei diversi materiali e dimensioni, la pittura raggiunge allo stesso modo un ritmo intenso, non ristagna in una struttura più o meno regolare, ma sviluppa quello che Moncada definisce una “sarabanda di forme” vagamente circolari e sinuose, che sembrano “fare delle piroette”. E nei due Senza titolo del 1994, appena successivi all’intervento urbano in Germania, la grande gioiosità dei rossi, alternati alle vibrazioni dei neri e degli inserimenti di sabbia dello Stromboli, si dilata in una diffusa atmosfera incandescente.
Galleria Carte Scoperte
Nasce sulle ceneri delle gallerie precedentemente aperte da Gianni Zardin, a Milano e a Miami. Un nuovo spazio dedicato alle opere su carta del ‘900 italiano. La carta come genesi dell’idea dell’artista: il guizzo della genialità, l’idea primordiale e non inquinata da altre tecniche; il parto creativo e il tratto inconfondibile sono ciò che hanno ispirato i soci di CS a decidere di concentrarsi sulle opere su carta. Le opere su carta sono l’esempio più raffinato del lavoro di un’artista, inoltre, le carte offrono la possibilità d’avvicinarsi ad artisti top a dei prezzi notevolmente inferiori alle opere su tela. Nel nuovo spazio di via Maroncelli, 14 a Milano (ex galleria Grazia Neri), s’alterneranno mostre collettive e personali, dedicate sia ai grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea che ad artisti emergenti o a quelli dimenticati o sottovalutati dal mercato.
Archivio Ignazio Moncada
L’Archivio Ignazio Moncada è stato costituito nel 2013 a Milano dall’architetto Ruggero Moncada, figlio dell’artista, che lo presiede con la finalità di preservare e far conoscere la sua collezione in Italia e nel mondo. Molte sono le opere che Ignazio Moncada aveva tenuto per sé e che, confluite nell’Archivio, permettono oggi di rappresentare la sua lunga attività artistica dal 1953 al 2012. Oltre ad olii ed acrilici su tela, l’Archivio conserva innumerevoli gouaches e pastelli su carta, collages, fotomontaggi con interventi pittorici destinati alla città, bozzetti preparatori di quadri, di scenografie, di arredi in maiolica per piazze e giardini, manufatti in ceramica e due dipinti su plastiche da ponteggio, di cui uno di mq 450, ha costituito, nel 1982, il primo intervento in assoluto di “Pont Art”, la nuova tendenza artistica ideata da Moncada e definita da Pierre Restany “Arte del Ponteggio”. Questo dipinto a scala urbana fu montato come elemento integrante del cantiere predisposto per il restauro dei portici meridionali di piazza Duomo a Milano. La plastica non era un materiale estraneo all’artista che già alla fine degli anni Sessanta aveva realizzato quadri con plastiche colorate artificialmente, di cui l’archivio dispone tutt’ora. Ma Moncada aveva soprattutto una predilezione per la carta in tutti i suoi aspetti. Commissionava ad esperti artigiani carte fatte a mano. Ordinò a Siracusa carte di papiro che dipinse ed espose allo Studio Marconi a Milano nel 1983. Utilizzava carte molto spesse e carte veline, sia come supporto che come elemento compositivo, per ottenere all’interno del quadro effetti di trasparenza. Un archivio non può che rispecchiare la personalità unica dell’autore di cui preserva l’opera, in particolar modo quando questa si presenta come un doppio dell’esistenza, destinato a rimanere nel tempo. Moncada ha vissuto senza possedere altro che non fosse la sua pittura, ed è per questo che egli ha lasciato non solo opere realizzate nelle varie fasi del suo percorso creativo, sviluppato principalmente nelle città di Palermo, Parigi, Bruxelles, Roma e Milano, ma anche sedie, tappeti, tavoli, vassoi, piatti e bicchieri in ceramica, tutti ricoperti di sue pitture che adoperava nella vita quotidiana. Questo fa si che entrando in archivio si ha come la sensazione di trovarsi in una casa sognata, attraversata da correnti di immaginazione e di bagliori colorati. Dell’attività parallela della ceramica, della quale Moncada si innamora sempre di più a partire dagli anni Novanta, l’archivio raccoglie vasi, pannelli, piatti e sculture, dal 1973 al 2012. Molti sono anche i libri, gli appunti, gli scritti autografi e dattiloscritti di poeti e critici d’arte che Moncada ha frequentato e che hanno apprezzato e scritto sulla sua opera.
Nell’intento di accrescere la documentazione sul lavoro di Moncada, promuovendo indagini storico-artistiche, collaborando con musei, fondazioni e studiosi che organizzino mostre e pubblicazioni con opere dell’artista, negli ultimi tempi l’Archivio si è arricchito anche di materiali audiovisivi attinenti alla Pont Art che sono stati riversati in supporti digitali
26
maggio 2015
Ignazio Moncada – Attorno alla Pont Art
Dal 26 maggio al 24 giugno 2015
arte contemporanea
Location
CARTE SCOPERTE
Milano, Via Pietro Maroncelli, 14, (Milano)
Milano, Via Pietro Maroncelli, 14, (Milano)
Orario di apertura
lunedì ore 14,30 - 19
da martedì a sabato ored 10,30 - 19,00
Vernissage
26 Maggio 2015, ore 18 - 22,00
Autore
Curatore