Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Iki
Kuki Shuzo nel 1930 pubblica la “Struttura dell’Iki” sul fenomeno Iki a cui si ispira la collettiva proposta dalla Galleria Paraventi Giapponesi, Galleria Nobili, che inaugura il prossimo 4 ottobre 2012 presso lo spazio di via Marsala.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Che struttura ha l'Iki ? Con che metodo si può chiarirlo e cogliere la sua essenza? E' forse una parola universale rintracciabile in tutte le lingue? O esiste solo in Giappone e il suo significato ha una specifica natura etnica?"
Così Kuki Shuzo inizia il suo studio sul fenomeno Iki a cui si ispira la collettiva proposta dalla Galleria Paraventi Giapponesi, Galleria Nobili, che inaugura il prossimo 4 ottobre 2012 presso lo spazio di via Marsala.
Kuki Shuzo pubblica la Struttura dell'Iki nel 1930 con l'intenzione di spiegare agli occidentali un' atteggiamento rintracciabile in un'area specifica del Giappone e cioè a Tokyo nel periodo Bunka-Bunsei (1804-1830).
Cosa è dunque Iki? Innanzi tutto è un fenomeno che nasce all'interno del quartiere dei piaceri dell'antica capitale Edo, l'attuale Tokyo. Esso si esperisce nella vita quotidiana e ruota attorno a tre punti solo apparentemente in contraddizione tra loro: la seduzione, l 'energia spirituale e la rinuncia.
In specifico la seduzione viene intesa come tensione duale tra i sessi che sceglie di non perseguire l'unione perfetta per mantenere la possibilità seduttiva attiva; per fare ciò si avvale dell’ energia spirituale che idealizza la seduzione mediante la forza d 'animo. Con la rinuncia, la noncuranza, la sprezzatura l 'anima dichiara il suo distacco consapevole dal mondo fluttuante l'Ukiyo, noto per essere stato ampiamente descritto nelle stampe ottocentesche.
A Yoshiwara, il quartiere dei piaceri di Edo si poteva osservare la geisha attempata esercitare le sue arti seduttive sapientemente con piglio aspro ma accattivante; riluttante, inflessibile e rigorosa , “ella poteva rifiutare la corte di clienti facoltosissimi ma yabo ovvero goffi adducendo che rappresentavano una vergogna per il quartiere” ( Cit.).
Il tema scelto, pur essendo relativo a un momento tramontato ma di particolare interesse per la cultura giapponese continua a essere generatore di fascinazione su chi lo sa recepire e costituisce allo stesso tempo uno spunto di riflessione esistenziale e sull' estetica, capace di intrigare anche l'osservatore occidentale a cui viene offerta una via alternativa alla lettura del quotidiano contemporaneo. Per la sua complessità la Galleria Nobili si riserva un suo sviuppo ulteriore in occasioni future.
Iki storicamente sviluppa una sua estetica formale che si riscontra in svariati aspetti della cultura giapponese; nell’ architettura e nelle arti decorative si adottano colori quali il blu, il marrone e il grigio e decorazioni come i moduli di parallele verticali, esemplificazioni visive della seduzione che evita di raggiungere il suo scopo . Il colore grigio in quanto espressione della rinuncia è stato proposto dalla Galleria Nobili come filo conduttore per legare tra loro opere eterogenee di artisti giapponesi e italiani. Per la prima volta e in via eccezionale oltre agli storici che lavorano con la Galleria da tempo si è estesa la partecipazione al progetto ad alcuni artisti italiani i quali per sensibilità nel lavoro dimostrano inconsapevolmente una vicinanza a Iki soprattutto ma non solo negli aspetti formali. È interesse e obiettivo della Galleria Nobili, quando possibile, mettere a confronto due culture differenti che si misurano su temi complessi col fine di trovare nuovi territori di riflessione utili a un pubblico attento.
Artisti presenti: Mauro Bellucci, Sonia Costantini, Flavio Gallozzi, Cesare Galluzzo, Asako Hishiki, Yamamoto Masao, Mitsuo Miyahara, Hiroyuki Nakajima, Ayako Nakamiya, Izumi Oki, Mara Pepe, Tetsuro Shimizu.
Così Kuki Shuzo inizia il suo studio sul fenomeno Iki a cui si ispira la collettiva proposta dalla Galleria Paraventi Giapponesi, Galleria Nobili, che inaugura il prossimo 4 ottobre 2012 presso lo spazio di via Marsala.
Kuki Shuzo pubblica la Struttura dell'Iki nel 1930 con l'intenzione di spiegare agli occidentali un' atteggiamento rintracciabile in un'area specifica del Giappone e cioè a Tokyo nel periodo Bunka-Bunsei (1804-1830).
Cosa è dunque Iki? Innanzi tutto è un fenomeno che nasce all'interno del quartiere dei piaceri dell'antica capitale Edo, l'attuale Tokyo. Esso si esperisce nella vita quotidiana e ruota attorno a tre punti solo apparentemente in contraddizione tra loro: la seduzione, l 'energia spirituale e la rinuncia.
In specifico la seduzione viene intesa come tensione duale tra i sessi che sceglie di non perseguire l'unione perfetta per mantenere la possibilità seduttiva attiva; per fare ciò si avvale dell’ energia spirituale che idealizza la seduzione mediante la forza d 'animo. Con la rinuncia, la noncuranza, la sprezzatura l 'anima dichiara il suo distacco consapevole dal mondo fluttuante l'Ukiyo, noto per essere stato ampiamente descritto nelle stampe ottocentesche.
A Yoshiwara, il quartiere dei piaceri di Edo si poteva osservare la geisha attempata esercitare le sue arti seduttive sapientemente con piglio aspro ma accattivante; riluttante, inflessibile e rigorosa , “ella poteva rifiutare la corte di clienti facoltosissimi ma yabo ovvero goffi adducendo che rappresentavano una vergogna per il quartiere” ( Cit.).
Il tema scelto, pur essendo relativo a un momento tramontato ma di particolare interesse per la cultura giapponese continua a essere generatore di fascinazione su chi lo sa recepire e costituisce allo stesso tempo uno spunto di riflessione esistenziale e sull' estetica, capace di intrigare anche l'osservatore occidentale a cui viene offerta una via alternativa alla lettura del quotidiano contemporaneo. Per la sua complessità la Galleria Nobili si riserva un suo sviuppo ulteriore in occasioni future.
Iki storicamente sviluppa una sua estetica formale che si riscontra in svariati aspetti della cultura giapponese; nell’ architettura e nelle arti decorative si adottano colori quali il blu, il marrone e il grigio e decorazioni come i moduli di parallele verticali, esemplificazioni visive della seduzione che evita di raggiungere il suo scopo . Il colore grigio in quanto espressione della rinuncia è stato proposto dalla Galleria Nobili come filo conduttore per legare tra loro opere eterogenee di artisti giapponesi e italiani. Per la prima volta e in via eccezionale oltre agli storici che lavorano con la Galleria da tempo si è estesa la partecipazione al progetto ad alcuni artisti italiani i quali per sensibilità nel lavoro dimostrano inconsapevolmente una vicinanza a Iki soprattutto ma non solo negli aspetti formali. È interesse e obiettivo della Galleria Nobili, quando possibile, mettere a confronto due culture differenti che si misurano su temi complessi col fine di trovare nuovi territori di riflessione utili a un pubblico attento.
Artisti presenti: Mauro Bellucci, Sonia Costantini, Flavio Gallozzi, Cesare Galluzzo, Asako Hishiki, Yamamoto Masao, Mitsuo Miyahara, Hiroyuki Nakajima, Ayako Nakamiya, Izumi Oki, Mara Pepe, Tetsuro Shimizu.
04
ottobre 2012
Iki
Dal 04 ottobre al 03 novembre 2012
arte contemporanea
Location
JAPANESE SCREENS
Milano, Via Marsala, 4, (Milano)
Milano, Via Marsala, 4, (Milano)
Orario di apertura
Lunedì 15-19
Martedì-Sabato 11-19
Vernissage
4 Ottobre 2012, h 18.30
Curatore