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Il Bestiario. Sculture patinate e disegni preparatori
Esposizione di sculture realizzate in ferro battuto dal mastro fabbro G. Candeago su disegni preparatori dell’artista G. Masciarelli.
Comunicato stampa
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I vulcanologi conoscono bene quella forza struttiva della materia viva e pulsante che dalle viscere della terra sorge alla superficie e si solidifica in forme immediatamente riconoscibili, archetipi di un inconscio collettivo antico quanto il pianeta. Quando quell’energia primitiva non riesce a liberarsi nel camino di un vulcano, si dimena e cerca le altre vie che le sono concesse nel mondo, che a volte è la fucina di un mastro fabbro. Lì un’altra forza uguale e contraria la domina, l’Arte, e insieme danno nuovamente vita a quelle forme arcaiche, primarie, provenienti da un lontano passato, comune a ogni uomo.
Forme che trovano una prima espressione ideativa in alcuni disegni, essenziali, “preparatori”, perché espressione di una volontà che si precisa nel ricercare l’elemento archetipico di ogni specie, in un percorso che tenta di far uscire dal pieno l’essenza della natura primigenia. È allora che il segno grafico viene investito di una vocazione, ed ecco apparire il Bestiario , con tutta quella carica fideistica nel dominio della volontà divina sulla creazione, che apparteneva all’uomo dall’antichità più remota, fino all’evo di mezzo. Dopodiché l’uomo si è piegato al suo maggior peccato di ùbris, e mentre nascevano le perle del Rinascimento – non va dimenticato che la perla è la malattia della conchiglia – ha creduto fosse suo, il dominio del mondo e della natura. Ma l’arte può anche essere salvifica: lo sapevano bene Caravaggio e Van Gogh, lo sa Masciarelli. Ecco allora che l’astrazione del disegno è riportata a una dimensione di natura grazie a un segno che torna nella natura del metallo. Poi il segno prende forma fisica, attraverso una chiara conquista della terza dimensione: una fascia modellata e saldata “a filo continuo” seguendo il profilo delle sagome animali, diventa pelle cucita addosso, abito nel mondo. La saldatura è poi rifinita e pulita fino a rendere l’elemento luministico della patinatura, trattata a fuoco con un particolare processo a zolfo, e ultimata in ruggine, così da riportare il materiale al suo stato vitale, che implica l’invecchiamento e l’impermanenza. Ecco ora emergere alla vita le venticinque sculture del Bestiario , archetipi primari di un immaginario intuito dal talento creativo
di Gino Masciarelli, e reso presente nel laboratorio del mastro fabbro Candeago. Così, mentre la rinomata bottega di Cortina torna ancora una volta a essere l’antica fucina di un immaginario arcaico e comune, una lavorazione di carattere espressamente tattile abbraccia con queste sculture il percorso poetico di un’intera esistenza. Masciarelli si forma nella bottega del padre, maestro forgiatore, che gli trasferisce per via di sangue l’amore per il metallo. Nella natura l’artista ha sempre ritrovato l’energia vitale: “di fronte a una cascata avverto il senso di sfida, dal vento attendo un messaggio, nei tronchi inclinati scopro la vertigine dell’animo”. Il Bestiario diventa in questo modo componente magica, sacrale, del valore della vita in ogni essere, sogno panteista, sfida e unione insieme. Echeggiano sempre più sonore le parole “primitivo, primario, primordiale, ancestrale”. Ma risuona anche un monito, un richiamo al rispetto della vita in tutte le sue forme, chiaramente ravvisabile in quelle opere come Genesi e L’origine della vita , emerse in tutta la loro potenza evocativa già negli anni Settanta. Masciarelli si scopre in questo modo, come
già Marc Bloch, “animale predatore” sulle tracce dell’uomo, ed è per questo che si è deciso di presentare questa mostra in un museo che parlasse proprio delle origini, delle tracce che l’uomo lascia nella storia. Una esposizione che intende però assumere anche il mandato educativo che l’arte pretende, come doveroso tributo al talento concesso in cambio, e si propone come rassegna di carattere conoscitivo del valore dell’essere e dell’abitare la Terra. Si è scelto poi l’abbraccio delle Dolomiti, insieme culla accogliente in cui far crescere il messaggio sotteso a questo ciclo artistico, e natura materna, conosciuta e amata negli anni grazie a una lunga attività di appassionato alpinista, ciclista e conoscitore di questi luoghi.
Forme che trovano una prima espressione ideativa in alcuni disegni, essenziali, “preparatori”, perché espressione di una volontà che si precisa nel ricercare l’elemento archetipico di ogni specie, in un percorso che tenta di far uscire dal pieno l’essenza della natura primigenia. È allora che il segno grafico viene investito di una vocazione, ed ecco apparire il Bestiario , con tutta quella carica fideistica nel dominio della volontà divina sulla creazione, che apparteneva all’uomo dall’antichità più remota, fino all’evo di mezzo. Dopodiché l’uomo si è piegato al suo maggior peccato di ùbris, e mentre nascevano le perle del Rinascimento – non va dimenticato che la perla è la malattia della conchiglia – ha creduto fosse suo, il dominio del mondo e della natura. Ma l’arte può anche essere salvifica: lo sapevano bene Caravaggio e Van Gogh, lo sa Masciarelli. Ecco allora che l’astrazione del disegno è riportata a una dimensione di natura grazie a un segno che torna nella natura del metallo. Poi il segno prende forma fisica, attraverso una chiara conquista della terza dimensione: una fascia modellata e saldata “a filo continuo” seguendo il profilo delle sagome animali, diventa pelle cucita addosso, abito nel mondo. La saldatura è poi rifinita e pulita fino a rendere l’elemento luministico della patinatura, trattata a fuoco con un particolare processo a zolfo, e ultimata in ruggine, così da riportare il materiale al suo stato vitale, che implica l’invecchiamento e l’impermanenza. Ecco ora emergere alla vita le venticinque sculture del Bestiario , archetipi primari di un immaginario intuito dal talento creativo
di Gino Masciarelli, e reso presente nel laboratorio del mastro fabbro Candeago. Così, mentre la rinomata bottega di Cortina torna ancora una volta a essere l’antica fucina di un immaginario arcaico e comune, una lavorazione di carattere espressamente tattile abbraccia con queste sculture il percorso poetico di un’intera esistenza. Masciarelli si forma nella bottega del padre, maestro forgiatore, che gli trasferisce per via di sangue l’amore per il metallo. Nella natura l’artista ha sempre ritrovato l’energia vitale: “di fronte a una cascata avverto il senso di sfida, dal vento attendo un messaggio, nei tronchi inclinati scopro la vertigine dell’animo”. Il Bestiario diventa in questo modo componente magica, sacrale, del valore della vita in ogni essere, sogno panteista, sfida e unione insieme. Echeggiano sempre più sonore le parole “primitivo, primario, primordiale, ancestrale”. Ma risuona anche un monito, un richiamo al rispetto della vita in tutte le sue forme, chiaramente ravvisabile in quelle opere come Genesi e L’origine della vita , emerse in tutta la loro potenza evocativa già negli anni Settanta. Masciarelli si scopre in questo modo, come
già Marc Bloch, “animale predatore” sulle tracce dell’uomo, ed è per questo che si è deciso di presentare questa mostra in un museo che parlasse proprio delle origini, delle tracce che l’uomo lascia nella storia. Una esposizione che intende però assumere anche il mandato educativo che l’arte pretende, come doveroso tributo al talento concesso in cambio, e si propone come rassegna di carattere conoscitivo del valore dell’essere e dell’abitare la Terra. Si è scelto poi l’abbraccio delle Dolomiti, insieme culla accogliente in cui far crescere il messaggio sotteso a questo ciclo artistico, e natura materna, conosciuta e amata negli anni grazie a una lunga attività di appassionato alpinista, ciclista e conoscitore di questi luoghi.
06
dicembre 2014
Il Bestiario. Sculture patinate e disegni preparatori
Dal 06 dicembre 2014 al 06 aprile 2015
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO ETNOGRAFICO REGOLE D’AMPEZZO
Cortina D'ampezzo, Via Dei Marangoni, 1, (Belluno)
Cortina D'ampezzo, Via Dei Marangoni, 1, (Belluno)
Biglietti
intero cumulativo per i tre musei delle Regole d'Ampezzo €8; ridotto cumulativo per i tre musei delle Regole d'Ampezzo €5; famiglia cumulativo per i tre musei delle Regole d'Ampezzo €15
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-12.30 e 16-19.30. chiuso il lunedì. dal 24 febbraio apertura 16-19.30
Vernissage
6 Dicembre 2014, 17.30
Autore
Curatore