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Il Bosco di Venere
Si apre la rassegna di arte contemporanea “Il Bosco di Venere” (“Thunderbolts and Flowers”, alla lettera “fiori e fulmini”), con la presentazione della mostra e della videoinstallazione omonima, dall’ampio lavoro prodotto nel 1999 da Cosimo Vinci e Toni Ulivieri, in un “bosco” di immagini e narrazioni interconnesse, negli spazi e performaces dei numerosi attori coinvolti, “archetipi di se stessi”, impegnati in un viaggio visionario tra Cecina, Volterra, Rosignano Marittimo, Castagneto Carducci.
Comunicato stampa
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“Il Bosco di Venere”:
fiori e fulmini, fra Cecina e Castagneto la videoinstallazione, l’Expo e le performances, verso l’infinito restituito al quotidiano
Si apre sabato 14 marzo, la rassegna di arte contemporanea “Il Bosco di Venere” (“Thunderbolts and Flowers”, alla lettera “fiori e fulmini”), con la presentazione della mostra e della videoinstallazione omonima, dall'ampio lavoro prodotto nel 1999 da Cosimo Vinci e Toni Ulivieri, in un “bosco” di immagini e narrazioni interconnesse, negli spazi e performaces dei numerosi attori coinvolti, “archetipi di se stessi”, impegnati in un viaggio visionario tra Cecina, Volterra, Rosignano Marittimo, Castagneto Carducci, che indaga le origini del senso esistenziale, dando immagine e spazio al linguaggio stesso del “fare artistico”, descrizione di per sé del mondo, prima ancora ed oltre, la sedimentazione dei suoi contenuti e significati.
Strutturato su due sedi, ed in due tempi diversi, l’evento comprende, in un percorso itinerante e temporale dalle forti suggestioni concettuali, una mostra “Expo” nella Sala dei Molini a Castagneto Carducci (LI), che sarà inaugurata sabato 14 marzo alle ore 18, e la presentazione dell’installazione-video, nella sede del Centro Espositivo a Cecina (LI), con il vernissage di sabato 21 marzo, ore 18, che prevede anche la performance diretta da Giusi Bisantino, con gli interpreti Laura Cattelan, Claudio Del Colombo, Leonardo Giusti, Luca Maffei, Sara Maludrottu, Giovanna Placido, Paola Poli, Elisa Salvadori, sulle note di Giusi Bisantino.
Un “progetto aperto”, esordito dieci anni fa, quando Cosimo Vinci, artista , regista e videomaker, attore e scenografo, insieme ad un gruppo di amici, inseguendo il sogno ingenuo di un film, inizia un percorso aperto, un vero e proprio “happening cinematografico”, che diviene esso stesso espressione dei contenuti ai limiti del “senso” che si vanno ad indagare. Una concatenazione dinamica di riprese e performances, “25 ore di girato, frutto di un lavoro durato nove mesi, rimaste praticamente inutilizzate fino ad oggi”, racconta l'autore, realizzate secondo emergenze contestuali, seguendo le circostanze fino a quando il “caso” cessa di essere tale e svela i suoi arcani determinismi. Un gioco metafisico, dove le persone, gli oggetti e gli ambienti divengono rappresentazione delle loro stesse infinite possibilità attraverso un percorso all’inverso, dal significato al senso, dall’identità esistenziale al Sé potenziale, in un ambiente elegante e anonimo, fatto di attribuzioni successive, dal movimento del corpo, da storie in cui concreto e possibile aspirano a completarsi l’un l’altro, come "amanti che non si stancano di cercarsi", sulla scia delle melodie incalzanti di Giusi Bisantino.
Il materiale auto-sedimentatosi nel tempo, dopo dieci anni, confluisce nella video-installazione “Il Bosco di Venere”, in presentazione a Cecina, nelle sale del il Centro Espositivo, ed in parte nell’Expo di Castagneto Carducci, che precede la mostra di Cecina, dal 14 al 20 marzo, e successivamente ricontestualizzata in questa.
Cinque capitoli di un corpus unico, nel gioco degli archetipi del “dormiente”, del “camminatore”, del “testimone”, della “scrittrice”, della “ragazza con il walkman” e di “bofonchio”, l’uomo con la barba gialla, ironico e ottimista, nell’ambiente post-industrial del video, nell’insieme di riprese connesse sincronicamente “proprio come in una foresta”.
Nella mostra Expo presso la Sala dei Molini di Castagneto Carducci, una scenografia di evocazione surrealista tridimensionale, nella logica archetipica dell’inconscio collettivo, si apre ad un linguaggio non umano, estraniato ma cogente. Sulla parete di fondo, la proiezione di una tastiera di piano che precipita sulla terza dimensione, dove il suono emesso è volutamente rallentato e disturbato e la mano dell’esecutore, in un gioco di rispecchiamento prende le sembianze di una forma vivente indipendente non-conosciuta e non-familiare.
Una lampada-sacerdotessa, vestita da Monica Bacciardi è posta in primo piano su di un tavolo improbabile, senza una gamba. Sullo sfondo un quadro di Lilli Capriotti ispirato alla “Battaglia di San Romano” di Paolo Uccello. In alto, nella parte destra del ballatoio, un “uomo tagliato”: per metà seduto, per metà dissolto in luminescenza . Accanto a lui, a suggerire gli antecedenti di tale trasformazione, su una piccola televisione passa un video di Toni Ulivieri.
Dal lavoro di dieci anni fa, si susseguono gli archetipi nel flusso quasi impersonale di una ironia che intravede il senso prima dell’ipostatizzazione delle categorie del significato e introduce un’aura di mito attorno alle cose, il mundus imaginalis dal quale proviene la nostra capacità di percepirle.
Sotto il ballatoio i quadri di Gianni Krinner, volutamente accatastati, come a suggerire la possibilità di un custode che si interessa di arte; in un angolo, da un monitor, una sorta di trailer della videoinstallazione di Cecina.
Nella mostra “Expo”, che comprende anche opere di Cosimo Vinci, la coreografia dei linguaggi della pittura, della scultura e delle videoproiezioni, presenta opere che si sganciano dagli autori, li trascendono e li determinano ricorsivamente: sono gli “antecedenti metafisici” degli autori-attori delle performance del video. Sorta di Tarocchi in attesa di incarnarsi in persone suggeriscono che noi comunque vediamo e viviamo la realtà filtrata dalle nostre fantasie: è attraverso la nostra immaginazione che siamo ciò che siamo.
Il tentativo “di rintracciare, nella rassicurante ovvietà della materia, la vertiginosa profondità dell'infinito”, i miti, gli archetipi, il sacro nel quotidiano, è sottolineato anche nella testimonianza dell’artista Massimo Bartolini che, dopo l’incontro con Cosimo, lascia fluire una carrellata libera di memorie: le “Variazioni Goldberg eseguite da Glenn Gould, il tradimento, Heidegger, Il disegno, Cioran, Jodoroskj, La grafica, Bach - L'offerta musicale e la Passione di San Matteo, Lo stile in scrittura, Paul Valery ( quaderni n. 1), La dialettica, la costruzione in legno, la procrastinazione come rifugio filosofico, il tacere...”.
Un uomo artefice del proprio destino, ma anche in armonia con l’inevitabile complessità del Tutto, in una “restituzione di dignità mitica” che investe il paesaggio, le architetture, l’ambiente naturale e urbano, emerge dai lavori dell’evento, nel “libro” fatto di immagini in scorrimento che parla dell’uomo, alla luce del contemporaneo, in spazi ridotti all’essenza, in apertura alla forza lirica di una poesia riscoperta nella “fiaba dark”, ottimistica ed ironica, quando il presente domestico e territoriale, riscopre gli scenari atemporali dell’infinito, attraverso la rappresentazione di un linguaggio che si apre a ciò che lo precede, nella restituzione ultima della ricchezza al quotidiano.
Il progetto-video “Il Bosco di Venere” (Thunderbolts and Flowers – 2009) è scritto e interpretato da: Toni Ulivieri, Giusi Bisantino, Monica Bacciardi, Fabio Simpatia, Lilli Capriotti, Giovanni Krinner e Cosimo Vinci. Operatori: Toni Ulivieri, Cosimo Vinci, Massimo Bartolini, Fabio
Simpatia. Costumi di Monica Bacciardi, musiche di Giusi Bisantino, Sergio Vinci, Cosimo Vinci
e con il montaggio di Cosimo Vinci.
Gli eventi della rassegna sono ideati a cura di Cosimo Vinci, con l’organizzazione di Francesco Bozolo, ed i patrocini della Provincia di Livorno, del Comune di Cecina, del Comune di Castagneto Carducci, dell'Associazione “Teatro dell'Anima”.
L’Expo sarà aperta ai visitatori, ad ingresso libero, nella sede della Sala dei Molini, in via dei Molini a Castagneto Carducci (LI), dal 14 al 20 marzo 2009, nell’orario: 16.30 - 19.30, con inaugurazione sabato 14 marzo alle ore 18.
La Videoinstallazione sarà in mostra dal 21 marzo al 6 aprile 2009, presso il Centro Espositivo “Il Palazzetto”, in Piazza Guerrazzi a Cecina (LI), tutti i giorni nell’orario 16.30 - 19.30 (ingresso libero). Inaugurazione: sabato 21 marzo, ore 18, con la performance di apertura ideata da Giusi Bisantino e gli allestimenti di Cosimo Vinci e Francesca Chiellini.
fiori e fulmini, fra Cecina e Castagneto la videoinstallazione, l’Expo e le performances, verso l’infinito restituito al quotidiano
Si apre sabato 14 marzo, la rassegna di arte contemporanea “Il Bosco di Venere” (“Thunderbolts and Flowers”, alla lettera “fiori e fulmini”), con la presentazione della mostra e della videoinstallazione omonima, dall'ampio lavoro prodotto nel 1999 da Cosimo Vinci e Toni Ulivieri, in un “bosco” di immagini e narrazioni interconnesse, negli spazi e performaces dei numerosi attori coinvolti, “archetipi di se stessi”, impegnati in un viaggio visionario tra Cecina, Volterra, Rosignano Marittimo, Castagneto Carducci, che indaga le origini del senso esistenziale, dando immagine e spazio al linguaggio stesso del “fare artistico”, descrizione di per sé del mondo, prima ancora ed oltre, la sedimentazione dei suoi contenuti e significati.
Strutturato su due sedi, ed in due tempi diversi, l’evento comprende, in un percorso itinerante e temporale dalle forti suggestioni concettuali, una mostra “Expo” nella Sala dei Molini a Castagneto Carducci (LI), che sarà inaugurata sabato 14 marzo alle ore 18, e la presentazione dell’installazione-video, nella sede del Centro Espositivo a Cecina (LI), con il vernissage di sabato 21 marzo, ore 18, che prevede anche la performance diretta da Giusi Bisantino, con gli interpreti Laura Cattelan, Claudio Del Colombo, Leonardo Giusti, Luca Maffei, Sara Maludrottu, Giovanna Placido, Paola Poli, Elisa Salvadori, sulle note di Giusi Bisantino.
Un “progetto aperto”, esordito dieci anni fa, quando Cosimo Vinci, artista , regista e videomaker, attore e scenografo, insieme ad un gruppo di amici, inseguendo il sogno ingenuo di un film, inizia un percorso aperto, un vero e proprio “happening cinematografico”, che diviene esso stesso espressione dei contenuti ai limiti del “senso” che si vanno ad indagare. Una concatenazione dinamica di riprese e performances, “25 ore di girato, frutto di un lavoro durato nove mesi, rimaste praticamente inutilizzate fino ad oggi”, racconta l'autore, realizzate secondo emergenze contestuali, seguendo le circostanze fino a quando il “caso” cessa di essere tale e svela i suoi arcani determinismi. Un gioco metafisico, dove le persone, gli oggetti e gli ambienti divengono rappresentazione delle loro stesse infinite possibilità attraverso un percorso all’inverso, dal significato al senso, dall’identità esistenziale al Sé potenziale, in un ambiente elegante e anonimo, fatto di attribuzioni successive, dal movimento del corpo, da storie in cui concreto e possibile aspirano a completarsi l’un l’altro, come "amanti che non si stancano di cercarsi", sulla scia delle melodie incalzanti di Giusi Bisantino.
Il materiale auto-sedimentatosi nel tempo, dopo dieci anni, confluisce nella video-installazione “Il Bosco di Venere”, in presentazione a Cecina, nelle sale del il Centro Espositivo, ed in parte nell’Expo di Castagneto Carducci, che precede la mostra di Cecina, dal 14 al 20 marzo, e successivamente ricontestualizzata in questa.
Cinque capitoli di un corpus unico, nel gioco degli archetipi del “dormiente”, del “camminatore”, del “testimone”, della “scrittrice”, della “ragazza con il walkman” e di “bofonchio”, l’uomo con la barba gialla, ironico e ottimista, nell’ambiente post-industrial del video, nell’insieme di riprese connesse sincronicamente “proprio come in una foresta”.
Nella mostra Expo presso la Sala dei Molini di Castagneto Carducci, una scenografia di evocazione surrealista tridimensionale, nella logica archetipica dell’inconscio collettivo, si apre ad un linguaggio non umano, estraniato ma cogente. Sulla parete di fondo, la proiezione di una tastiera di piano che precipita sulla terza dimensione, dove il suono emesso è volutamente rallentato e disturbato e la mano dell’esecutore, in un gioco di rispecchiamento prende le sembianze di una forma vivente indipendente non-conosciuta e non-familiare.
Una lampada-sacerdotessa, vestita da Monica Bacciardi è posta in primo piano su di un tavolo improbabile, senza una gamba. Sullo sfondo un quadro di Lilli Capriotti ispirato alla “Battaglia di San Romano” di Paolo Uccello. In alto, nella parte destra del ballatoio, un “uomo tagliato”: per metà seduto, per metà dissolto in luminescenza . Accanto a lui, a suggerire gli antecedenti di tale trasformazione, su una piccola televisione passa un video di Toni Ulivieri.
Dal lavoro di dieci anni fa, si susseguono gli archetipi nel flusso quasi impersonale di una ironia che intravede il senso prima dell’ipostatizzazione delle categorie del significato e introduce un’aura di mito attorno alle cose, il mundus imaginalis dal quale proviene la nostra capacità di percepirle.
Sotto il ballatoio i quadri di Gianni Krinner, volutamente accatastati, come a suggerire la possibilità di un custode che si interessa di arte; in un angolo, da un monitor, una sorta di trailer della videoinstallazione di Cecina.
Nella mostra “Expo”, che comprende anche opere di Cosimo Vinci, la coreografia dei linguaggi della pittura, della scultura e delle videoproiezioni, presenta opere che si sganciano dagli autori, li trascendono e li determinano ricorsivamente: sono gli “antecedenti metafisici” degli autori-attori delle performance del video. Sorta di Tarocchi in attesa di incarnarsi in persone suggeriscono che noi comunque vediamo e viviamo la realtà filtrata dalle nostre fantasie: è attraverso la nostra immaginazione che siamo ciò che siamo.
Il tentativo “di rintracciare, nella rassicurante ovvietà della materia, la vertiginosa profondità dell'infinito”, i miti, gli archetipi, il sacro nel quotidiano, è sottolineato anche nella testimonianza dell’artista Massimo Bartolini che, dopo l’incontro con Cosimo, lascia fluire una carrellata libera di memorie: le “Variazioni Goldberg eseguite da Glenn Gould, il tradimento, Heidegger, Il disegno, Cioran, Jodoroskj, La grafica, Bach - L'offerta musicale e la Passione di San Matteo, Lo stile in scrittura, Paul Valery ( quaderni n. 1), La dialettica, la costruzione in legno, la procrastinazione come rifugio filosofico, il tacere...”.
Un uomo artefice del proprio destino, ma anche in armonia con l’inevitabile complessità del Tutto, in una “restituzione di dignità mitica” che investe il paesaggio, le architetture, l’ambiente naturale e urbano, emerge dai lavori dell’evento, nel “libro” fatto di immagini in scorrimento che parla dell’uomo, alla luce del contemporaneo, in spazi ridotti all’essenza, in apertura alla forza lirica di una poesia riscoperta nella “fiaba dark”, ottimistica ed ironica, quando il presente domestico e territoriale, riscopre gli scenari atemporali dell’infinito, attraverso la rappresentazione di un linguaggio che si apre a ciò che lo precede, nella restituzione ultima della ricchezza al quotidiano.
Il progetto-video “Il Bosco di Venere” (Thunderbolts and Flowers – 2009) è scritto e interpretato da: Toni Ulivieri, Giusi Bisantino, Monica Bacciardi, Fabio Simpatia, Lilli Capriotti, Giovanni Krinner e Cosimo Vinci. Operatori: Toni Ulivieri, Cosimo Vinci, Massimo Bartolini, Fabio
Simpatia. Costumi di Monica Bacciardi, musiche di Giusi Bisantino, Sergio Vinci, Cosimo Vinci
e con il montaggio di Cosimo Vinci.
Gli eventi della rassegna sono ideati a cura di Cosimo Vinci, con l’organizzazione di Francesco Bozolo, ed i patrocini della Provincia di Livorno, del Comune di Cecina, del Comune di Castagneto Carducci, dell'Associazione “Teatro dell'Anima”.
L’Expo sarà aperta ai visitatori, ad ingresso libero, nella sede della Sala dei Molini, in via dei Molini a Castagneto Carducci (LI), dal 14 al 20 marzo 2009, nell’orario: 16.30 - 19.30, con inaugurazione sabato 14 marzo alle ore 18.
La Videoinstallazione sarà in mostra dal 21 marzo al 6 aprile 2009, presso il Centro Espositivo “Il Palazzetto”, in Piazza Guerrazzi a Cecina (LI), tutti i giorni nell’orario 16.30 - 19.30 (ingresso libero). Inaugurazione: sabato 21 marzo, ore 18, con la performance di apertura ideata da Giusi Bisantino e gli allestimenti di Cosimo Vinci e Francesca Chiellini.
21
marzo 2009
Il Bosco di Venere
Dal 21 marzo al 06 aprile 2009
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
performance - happening
serata - evento
Location
CENTRO ESPOSITIVO COMUNALE IL PALAZZETTO
Cecina, Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, (Livorno)
Cecina, Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, (Livorno)
Orario di apertura
tutti i giorni nell’orario 16.30 - 19.30
Vernissage
21 Marzo 2009, ore 18 con la performance di apertura ideata da Giusi Bisantino e gli allestimenti di Cosimo Vinci e Francesca Chiellini
Autore
Curatore