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Il brusio della lingua
“La parola è irreversibile, questa è la sua fatalità. Ciò che è stato detto non può più essere modificato, se non aumentandolo: correggere vuol dire qui, stranamente, aggiungere.” (Roland Barthes)
Comunicato stampa
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La parola è irreversibile, questa è la sua fatalità. Ciò che è stato detto non può più essere modificato, se non
aumentandolo: correggere vuol dire qui, stranamente, aggiungere. (Roland Barthes)
La saturazione è la cifra caratteristica della comunicazione contemporanea. La parola non può che procedere
per addizione, voci diverse si sovrappongono ininterrottamente, annullando la possibilità del silenzio in favore
di un perpetuo brusio, una polifonia dal senso impenetrabile.
Le opere esposte meditano più o meno direttamente sul tema della comunicazione, enfatizzando di volta in
volta aspetti come la mediazione metalinguistica, il rapporto tra parola e oggetto, la plurivocità e la perdita (o la
ricerca) di significato.
La giustapposizione stessa dei lavori genera un brusio, una ‘musica del senso’ in cui l’onomatopea, la parola e
la frase, il gesto, il suono e il silenzio convivono e si intrecciano attraverso mezzi espressivi che vanno dal
disegno al pezzo sonoro, dalla fotografia alla videoinstallazione.
La parola allora può essere al centro della figurazione o solo evocata, allusa da gesti o da oggetti familiari,
desemantizzata o nascosta dietro a rumori indistinti. La scrittura si fa disegno e il linguaggio diventa suono, la
fotografia risuona di voci e il dipinto emette rumori, in un impasto sinestetico che non lascia spazio al silenzio
aumentandolo: correggere vuol dire qui, stranamente, aggiungere. (Roland Barthes)
La saturazione è la cifra caratteristica della comunicazione contemporanea. La parola non può che procedere
per addizione, voci diverse si sovrappongono ininterrottamente, annullando la possibilità del silenzio in favore
di un perpetuo brusio, una polifonia dal senso impenetrabile.
Le opere esposte meditano più o meno direttamente sul tema della comunicazione, enfatizzando di volta in
volta aspetti come la mediazione metalinguistica, il rapporto tra parola e oggetto, la plurivocità e la perdita (o la
ricerca) di significato.
La giustapposizione stessa dei lavori genera un brusio, una ‘musica del senso’ in cui l’onomatopea, la parola e
la frase, il gesto, il suono e il silenzio convivono e si intrecciano attraverso mezzi espressivi che vanno dal
disegno al pezzo sonoro, dalla fotografia alla videoinstallazione.
La parola allora può essere al centro della figurazione o solo evocata, allusa da gesti o da oggetti familiari,
desemantizzata o nascosta dietro a rumori indistinti. La scrittura si fa disegno e il linguaggio diventa suono, la
fotografia risuona di voci e il dipinto emette rumori, in un impasto sinestetico che non lascia spazio al silenzio
19
novembre 2009
Il brusio della lingua
Dal 19 novembre 2009 al 31 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
KAUFMANN REPETTO
Milano, Via Di Porta Tenaglia, 7, (Milano)
Milano, Via Di Porta Tenaglia, 7, (Milano)
Orario di apertura
Da martedì a venerdì: 11 - 19:30 sabato: 14 – 19:30
Vernissage
19 Novembre 2009, ore 18
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