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Il buono, il brutto e il cattivo
La mostra conduce il visitatore attraverso un percorso che alterna presente, passato e futuro, ma soprattutto cerca di distinguere tra buono, brutto e cattivo design. Il progetto espositivo propone pannelli fotografici e testuali, interviste e installazioni video, postazioni di computer per una visita interattiva, ma soprattutto mostra pezzi emblematici che hanno rivoluzionato il mondo del design.
Comunicato stampa
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Design, forma e funzione, lusso e semplicità, durata e effimero, moda e classicità. In questo anno di crisi, si cerca l'essenzialità e si elimina il superfluo o si sceglie l'eccesso per allontanare le paure? Come risponde il design? Con quali scelte creative e produttive?
Ultrafragola propone una mostra sul buon design, anzi sul Good Design (l'espressione è nata in America negli anni '50) e si interroga sulla ”importanza del good design oggi come forza economica, morale e sociale nata dalla consapevolezza di ciò, a tutti i livelli della produzione industriale.”
La mostra conduce il visitatore attraverso un percorso che alterna presente, passato e futuro, ma soprattutto cerca di distinguere tra buono, brutto e cattivo design.
Ma come si può distinguere oggi tra buon design e cattivo design? E in base a cosa un oggetto si definisce brutto? È solo una questione di... gusto?
LA RICERCA
Gli architetti e i designer
Abbiamo invitato alcuni noti designer e architetti a rispondere alla domanda qui a fianco. →
In mostra saranno esposti i risultati di queste scelte, dando la possibilità ai visitatori di esprimere, attraverso bollini adesivi, consenso e contrarietà alla selezione degli esperti.
La domanda
INDICHI 3 OGGETTI CHE CORRISPONDONO ALLA SUA IDEA DI BUONO, BRUTTO E CATTIVO DESIGN E CI DIA UNA BREVE DEFINIZIONE DEI TRE CONCETTI.
L'ORIGINE DEL GOOD DESIGN
La mostra realizza un percorso didattico che ricostruisce le tappe della nascita del Good Design. Quando il concetto di Good Design non era ancora nato troviamo il movimento inglese Arts & Crafts e quello tedesco del Deutscher Werkbund nei primi anni del '900. Passando dalla Scuola del Bauhaus alle sperimentazioni di Charles e Ray Eames negli Stati Uniti, da Bruno Munari a Dieter Rams si arriva a coniare l'espressione “Good Design” dopo le omonime mostre promosse tra il 1950 e il 1955 dal MOMA di New York e dal Merchandise Mart di Chicago. Ma Good Design è anche il titolo di un libro di Bruno Munari, pubblicato da Scheiwiller nel 1963.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo propone pannelli fotografici e testuali, interviste e installazioni video, postazioni di computer per una visita interattiva, ma soprattutto mostra pezzi emblematici che hanno rivoluzionato il mondo del design.
BRUNO MUNARI
A Bruno Munari è dedicato un video che gioca 'alla maniera di Munari' con un oggetto, l'arancia, “dove si riscontra l'assoluta coerenza tra forma, funzione, consumo. Persino il colore è esatto, in blu sarebbe sbagliato.”
IL MANIFESTO DI DIETER RAMS
LE DIECI REGOLE
Una sezione della mostra è dedicata a Dieter Rams. Il capo progetto del Dipartimento di Design della Braun, tra il 1955 e la fine degli anni '90 aveva fissato dieci comandamenti del buon design, ovvero le qualità che un oggetto di buon design deve possedere.
1.innovativo
2.utile
3.estetico
4.auto-esplicativo
5.discreto
6.onesto
7.durevole
8.resistente
9.eco-compatibile
10.meno disegnato possibile
BRAUN e APPLE: OGGETTI IN MOSTRA
DIETER RAMS 1958 JONATHAN IVE 2008
Una collezione dei prodotti storici della Braun e della Apple (esempi di good design) sono presentati in una sezione della mostra allestita tra gli scaffali della 606, la famosa libreria disegnata da Rams negli anni '60.
La Braun, così come l'Olivetti, fu tra le prime aziende a creare negli anni '50 un dipartimento di design interno. I prodotti disegnati da Rams (e anche da altri designers) negli anni ‘50 e ‘60, se confrontati con quelli di Jonathan Ive, designer della Apple, contengono tutte le tracce estetiche dei prodotti Apple del passato, presente e forse anche del futuro.
LA DURATA DEL GOOD DESIGN
Un'azienda italiana che, fin dalla fondazione, ha scelto sempre di investire nel Good Design è Brionvega. Prodotti affidabili, facili, in cui bellezza e tecnologia hanno sempre trovato la sintesi perfetta, ma soprattutto il design oltre le mode, attuale ma durevole, tanto da creare diversi prodotti icone, oggi rivisitati e attualizzati solo nelle parti tecnologiche.
Parliamo dell’Algol, della Ts522, di Cuboglass, di Doney, della rr226, della rr227. E parliamo di designer come Mario Bellini, Richard Sapper, Marco Zanuso, i fratelli Achille e Piergiacomo Castiglioni, Hannes Wettstein, Ettore Sottsass.
Anche l’ultima nata, la tv Alpha, è già un’icona.
BRIONVEGA, GOOD DESIGN TRA MEMORIA E FUTURO
MARCO ZANUSO
(1916-2001)architetto - designer
Quando il design è… good, dura nel tempo. E' il caso di alcuni oggetti che Brionvega ha riproposto al mercato mezzo secolo dopo la loro creazione. La mostra presenta, affiancati, il pezzo originale e il nuovo apparecchio, affinché se ne possano ricercare le differenze, come in un gioco della settimana enigmistica. E se il segreto dell’immortalità delle icone fosse il Good Design?
Una sezione della mostra dedica un piccolo omaggio a Marco Zanuso, tra i primi designer della Brionvega, uno dei maestri italiani del good design.
Ogni biografia dedicata a Marco Zanuso inizia più o meno in questo modo: “fu impegnato nella sperimentazione dell'idea di Good Design. La sua partecipazione fu alla base del processo di sviluppo dei principi del movimento.”
IL BRUTTO DESIGN
Rimane aperta la domanda sul brutto design. Dice Umberto Eco: «C'è il brutto naturale e il brutto artistico dove il brutto viene redento dalla sua rappresentazione, il brutto bellamente descritto. Dunque sono tre i fenomeni: il brutto in sé, il brutto formale e la rappresentazione artistica di entrambi». E nel design degli oggetti?
Ultrafragola non crede alla bruttezza. O meglio, crede, con un po' di ironia, che anche alla bruttezza finisci per affezionarti, forse più che alla bellezza. Per dirla con Guido Gozzano nella sua “Signorina Felicita” : Sei quasi brutta, priva di lusinga nelle tue vesti quasi campagnole, ma la tua faccia buona e casalinga, ma i bei capelli di color di sole, attorti in minutissime trecciuole, ti fanno un tipo di beltà fiamminga.
L'ultima sezione della mostra vuole giocare ad accostare per analogia, in una installazione multimediale, “le buone cose di pessimo gusto” (da L'amica di Nonna Speranza, poesia di Guido Gozzano del 1850) agli oggetti del design contemporaneo.
L'AMICA DI NONNA SPERANZA
1850
2008
Loreto impagliato ed il busto d'Alfieri, di Napoleonei fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto),
il caminetto un po' tetro, le scatole senza confetti,i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,
un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve,gli oggetti col monito, salve, ricordo, le noci di cocco,
Venezia ritratta a musaici, gli acquarelli un po' scialbi,le stampe, i cofani, gli albi dipinti d'anemoni arcaici,
le tele di Massimo d'Azeglio, le miniature,i dagherottìpi: figure sognanti in perplessità,
il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salonee immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto,
il cùcu dell'ore che canta, le sedie parate a damascochèrmisi... rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta!Guido Gozzano, 28 giugno 1850: “alla sua Speranza la sua Carlotta” (dall'album: dedica d'una fotografia)
...........................................................................................................
Informazioni3D Produzioni T +39 02 89690432Comune di Giussano Ufficio Cultura T +39 00362 358250
Guido Gozzano
Ultrafragola propone una mostra sul buon design, anzi sul Good Design (l'espressione è nata in America negli anni '50) e si interroga sulla ”importanza del good design oggi come forza economica, morale e sociale nata dalla consapevolezza di ciò, a tutti i livelli della produzione industriale.”
La mostra conduce il visitatore attraverso un percorso che alterna presente, passato e futuro, ma soprattutto cerca di distinguere tra buono, brutto e cattivo design.
Ma come si può distinguere oggi tra buon design e cattivo design? E in base a cosa un oggetto si definisce brutto? È solo una questione di... gusto?
LA RICERCA
Gli architetti e i designer
Abbiamo invitato alcuni noti designer e architetti a rispondere alla domanda qui a fianco. →
In mostra saranno esposti i risultati di queste scelte, dando la possibilità ai visitatori di esprimere, attraverso bollini adesivi, consenso e contrarietà alla selezione degli esperti.
La domanda
INDICHI 3 OGGETTI CHE CORRISPONDONO ALLA SUA IDEA DI BUONO, BRUTTO E CATTIVO DESIGN E CI DIA UNA BREVE DEFINIZIONE DEI TRE CONCETTI.
L'ORIGINE DEL GOOD DESIGN
La mostra realizza un percorso didattico che ricostruisce le tappe della nascita del Good Design. Quando il concetto di Good Design non era ancora nato troviamo il movimento inglese Arts & Crafts e quello tedesco del Deutscher Werkbund nei primi anni del '900. Passando dalla Scuola del Bauhaus alle sperimentazioni di Charles e Ray Eames negli Stati Uniti, da Bruno Munari a Dieter Rams si arriva a coniare l'espressione “Good Design” dopo le omonime mostre promosse tra il 1950 e il 1955 dal MOMA di New York e dal Merchandise Mart di Chicago. Ma Good Design è anche il titolo di un libro di Bruno Munari, pubblicato da Scheiwiller nel 1963.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo propone pannelli fotografici e testuali, interviste e installazioni video, postazioni di computer per una visita interattiva, ma soprattutto mostra pezzi emblematici che hanno rivoluzionato il mondo del design.
BRUNO MUNARI
A Bruno Munari è dedicato un video che gioca 'alla maniera di Munari' con un oggetto, l'arancia, “dove si riscontra l'assoluta coerenza tra forma, funzione, consumo. Persino il colore è esatto, in blu sarebbe sbagliato.”
IL MANIFESTO DI DIETER RAMS
LE DIECI REGOLE
Una sezione della mostra è dedicata a Dieter Rams. Il capo progetto del Dipartimento di Design della Braun, tra il 1955 e la fine degli anni '90 aveva fissato dieci comandamenti del buon design, ovvero le qualità che un oggetto di buon design deve possedere.
1.innovativo
2.utile
3.estetico
4.auto-esplicativo
5.discreto
6.onesto
7.durevole
8.resistente
9.eco-compatibile
10.meno disegnato possibile
BRAUN e APPLE: OGGETTI IN MOSTRA
DIETER RAMS 1958 JONATHAN IVE 2008
Una collezione dei prodotti storici della Braun e della Apple (esempi di good design) sono presentati in una sezione della mostra allestita tra gli scaffali della 606, la famosa libreria disegnata da Rams negli anni '60.
La Braun, così come l'Olivetti, fu tra le prime aziende a creare negli anni '50 un dipartimento di design interno. I prodotti disegnati da Rams (e anche da altri designers) negli anni ‘50 e ‘60, se confrontati con quelli di Jonathan Ive, designer della Apple, contengono tutte le tracce estetiche dei prodotti Apple del passato, presente e forse anche del futuro.
LA DURATA DEL GOOD DESIGN
Un'azienda italiana che, fin dalla fondazione, ha scelto sempre di investire nel Good Design è Brionvega. Prodotti affidabili, facili, in cui bellezza e tecnologia hanno sempre trovato la sintesi perfetta, ma soprattutto il design oltre le mode, attuale ma durevole, tanto da creare diversi prodotti icone, oggi rivisitati e attualizzati solo nelle parti tecnologiche.
Parliamo dell’Algol, della Ts522, di Cuboglass, di Doney, della rr226, della rr227. E parliamo di designer come Mario Bellini, Richard Sapper, Marco Zanuso, i fratelli Achille e Piergiacomo Castiglioni, Hannes Wettstein, Ettore Sottsass.
Anche l’ultima nata, la tv Alpha, è già un’icona.
BRIONVEGA, GOOD DESIGN TRA MEMORIA E FUTURO
MARCO ZANUSO
(1916-2001)architetto - designer
Quando il design è… good, dura nel tempo. E' il caso di alcuni oggetti che Brionvega ha riproposto al mercato mezzo secolo dopo la loro creazione. La mostra presenta, affiancati, il pezzo originale e il nuovo apparecchio, affinché se ne possano ricercare le differenze, come in un gioco della settimana enigmistica. E se il segreto dell’immortalità delle icone fosse il Good Design?
Una sezione della mostra dedica un piccolo omaggio a Marco Zanuso, tra i primi designer della Brionvega, uno dei maestri italiani del good design.
Ogni biografia dedicata a Marco Zanuso inizia più o meno in questo modo: “fu impegnato nella sperimentazione dell'idea di Good Design. La sua partecipazione fu alla base del processo di sviluppo dei principi del movimento.”
IL BRUTTO DESIGN
Rimane aperta la domanda sul brutto design. Dice Umberto Eco: «C'è il brutto naturale e il brutto artistico dove il brutto viene redento dalla sua rappresentazione, il brutto bellamente descritto. Dunque sono tre i fenomeni: il brutto in sé, il brutto formale e la rappresentazione artistica di entrambi». E nel design degli oggetti?
Ultrafragola non crede alla bruttezza. O meglio, crede, con un po' di ironia, che anche alla bruttezza finisci per affezionarti, forse più che alla bellezza. Per dirla con Guido Gozzano nella sua “Signorina Felicita” : Sei quasi brutta, priva di lusinga nelle tue vesti quasi campagnole, ma la tua faccia buona e casalinga, ma i bei capelli di color di sole, attorti in minutissime trecciuole, ti fanno un tipo di beltà fiamminga.
L'ultima sezione della mostra vuole giocare ad accostare per analogia, in una installazione multimediale, “le buone cose di pessimo gusto” (da L'amica di Nonna Speranza, poesia di Guido Gozzano del 1850) agli oggetti del design contemporaneo.
L'AMICA DI NONNA SPERANZA
1850
2008
Loreto impagliato ed il busto d'Alfieri, di Napoleonei fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto),
il caminetto un po' tetro, le scatole senza confetti,i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,
un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve,gli oggetti col monito, salve, ricordo, le noci di cocco,
Venezia ritratta a musaici, gli acquarelli un po' scialbi,le stampe, i cofani, gli albi dipinti d'anemoni arcaici,
le tele di Massimo d'Azeglio, le miniature,i dagherottìpi: figure sognanti in perplessità,
il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salonee immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto,
il cùcu dell'ore che canta, le sedie parate a damascochèrmisi... rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta!Guido Gozzano, 28 giugno 1850: “alla sua Speranza la sua Carlotta” (dall'album: dedica d'una fotografia)
...........................................................................................................
Informazioni3D Produzioni T +39 02 89690432Comune di Giussano Ufficio Cultura T +39 00362 358250
Guido Gozzano
19
febbraio 2009
Il buono, il brutto e il cattivo
Dal 19 febbraio al 29 marzo 2009
design
Location
VILLA SARTIRANA
Giussano, Via Carroccio, 2, (Monza E Brianza)
Giussano, Via Carroccio, 2, (Monza E Brianza)
Vernissage
19 Febbraio 2009, ore 21
Curatore