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Il canto e la legge. Luce e misura della pittura astratta
La mostra espone aspetti dell’arte astratta a Napoli e in Campania, tra le polarità di tonalità liriche e campi geometrici. Articolata da esperienze del linguaggio visivo in singolari quanto cruciali percorsi operativi, si propone una traccia espositiva che vuole aprire riflessioni e domande invece di proporre definizioni e percorsi storico-evolutivi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra, a cura di Franco Cipriano, espone aspetti dell’arte astratta a Napoli e in Campania, tra
le polarità di tonalità liriche e campi geometrici. Articolata da esperienze del linguaggio visivo
in singolari quanto cruciali percorsi operativi, si propone una traccia espositiva che vuole aprire
riflessioni e domande invece di proporre definizioni e percorsi storico-evolutivi. L'intento critico è
sottrarre la “linea astratta” alla delimitazione cronologica per sostenerne il senso di prima matrice
del gesto dell’arte. Pensare colore e forma come condizioni del visibile, nelle flessioni di segno, di
materia e di superficie eccedenti ogni rappresentazione.
In un incrocio generazionale - che si presenta con Barisani, Spinosa, De Tora, Cajati, Di Ruggiero.
Longobardo, Risi, Lanzione, Terlizzi, Iperartista, Figliolini, Frattini e Manzi - si attraversano le
differenze dei linguaggi ‘astratti’ nella prismatica dimensione della contemporaneità. Estraneo a
ordinamenti stilistici, tessuto in risonanze e renovatio della ricerca, si delinea il filo rosso della
tensione tra espressione e costruzione, in accenti ora informali ora strutturali. “La pluralità
dell'operare manifesta nelle diramazioni di ‘pensiero visivo’ percorsi che si avvicinano e si
allontanano, in un teso gioco di armonie, conflitti e dialoghi, dove astratto è anche lo sguardo
che interroga se stesso in quanto interrogato dall’alterità delle opere”, scrive Franco Cipriano
nel catalogo e indica peraltro che “in un circolo di opposizioni e consonanze, l'ambivalenza di
linguaggio, che percorre il corpo esposto delle opere, è sospesa in risonanze di canto e legge, tra
luce e misura. Pur nelle differenze di visione, si aprono varchi verso il senso possibile dell'opera,
più che delinearsi schemi concilianti di codici regolativi o l’abbandono alle retoriche consolatorie
dell’emozione. Tra moti lirici e trame analitiche, fino a concettuali spostamenti dissimulativi, in un
incontro contrastante delle opere, in oblique rivelazioni dell’origine medesima della pittura “senza
immagini”, il pensiero visivo lavora su se stesso”.
Collaborano alla mostra Carlo Mosca, Raffaella Barbato e Luisa d’Auria.
Coordinamento di Felicio Izzo
le polarità di tonalità liriche e campi geometrici. Articolata da esperienze del linguaggio visivo
in singolari quanto cruciali percorsi operativi, si propone una traccia espositiva che vuole aprire
riflessioni e domande invece di proporre definizioni e percorsi storico-evolutivi. L'intento critico è
sottrarre la “linea astratta” alla delimitazione cronologica per sostenerne il senso di prima matrice
del gesto dell’arte. Pensare colore e forma come condizioni del visibile, nelle flessioni di segno, di
materia e di superficie eccedenti ogni rappresentazione.
In un incrocio generazionale - che si presenta con Barisani, Spinosa, De Tora, Cajati, Di Ruggiero.
Longobardo, Risi, Lanzione, Terlizzi, Iperartista, Figliolini, Frattini e Manzi - si attraversano le
differenze dei linguaggi ‘astratti’ nella prismatica dimensione della contemporaneità. Estraneo a
ordinamenti stilistici, tessuto in risonanze e renovatio della ricerca, si delinea il filo rosso della
tensione tra espressione e costruzione, in accenti ora informali ora strutturali. “La pluralità
dell'operare manifesta nelle diramazioni di ‘pensiero visivo’ percorsi che si avvicinano e si
allontanano, in un teso gioco di armonie, conflitti e dialoghi, dove astratto è anche lo sguardo
che interroga se stesso in quanto interrogato dall’alterità delle opere”, scrive Franco Cipriano
nel catalogo e indica peraltro che “in un circolo di opposizioni e consonanze, l'ambivalenza di
linguaggio, che percorre il corpo esposto delle opere, è sospesa in risonanze di canto e legge, tra
luce e misura. Pur nelle differenze di visione, si aprono varchi verso il senso possibile dell'opera,
più che delinearsi schemi concilianti di codici regolativi o l’abbandono alle retoriche consolatorie
dell’emozione. Tra moti lirici e trame analitiche, fino a concettuali spostamenti dissimulativi, in un
incontro contrastante delle opere, in oblique rivelazioni dell’origine medesima della pittura “senza
immagini”, il pensiero visivo lavora su se stesso”.
Collaborano alla mostra Carlo Mosca, Raffaella Barbato e Luisa d’Auria.
Coordinamento di Felicio Izzo
03
aprile 2014
Il canto e la legge. Luce e misura della pittura astratta
Dal 03 al 26 aprile 2014
arte contemporanea
Location
SPAZIO ZERO11
Torre Annunziata, Via Vittorio Veneto, 514, (Napoli)
Torre Annunziata, Via Vittorio Veneto, 514, (Napoli)
Orario di apertura
10.30 - 15
Autore
Curatore