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Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie
Propone l’esplorazione di un mito, un viaggio attraverso i linguaggi della contemporaneità, uno sguardo emozionale, ironico, nostalgico, poetico e trasgressivo, capace di creare ponte tra arte cinematografica e storia del costume, la mostra itinerante Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie
Comunicato stampa
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Propone l’esplorazione di un mito, un viaggio attraverso i linguaggi della contemporaneità, uno sguardo emozionale, ironico, nostalgico, poetico e trasgressivo, capace di creare ponte tra arte cinematografica e storia del costume, la mostra itinerante Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie, che dal 18 gennaio al 6 marzo 2011 vedrà la sua prima tappa alla Triennale di Milano. La mostra è aperta gratuitamente al pubblico.
Dedicata al binomio centenario tra cinema e cappello, la mostra, fortemente voluta da Roberto Gallo, Amministratore Delegato di Borsalino S.p.A. e Presidente della omonima Fondazione - è stata ideata da Elisa Fulco, curatrice della Fondazione Borsalino, e curata dal critico cinematografico Gianni Canova.
All’arte cinematografica è affidato il compito di raccontare le suggestioni e di trovare le connessioni in una molteplicità di mondi diversi che hanno scandito l’immaginario collettivo nel secolo breve e nel nuovo millennio. La mostra narra non solo la storia del classico cappello maschile in feltro, che ancora oggi porta il nome del fondatore Giuseppe Borsalino, ma propone tutte le evoluzioni e deviazioni di cui il copricapo è stato ed è protagonista, nella vita come nel cinema.
Ad accogliere il pubblico all’ingresso della mostra è un grande cilindro multimediale, una sorta di macchina del tempo che, giocando con parole e immagini, diviene un generatore di storie: ponendosi al di sotto di esso, il visitatore sarà avvolto da infinite narrazioni che svelano il ruolo chiave del copricapo nella costruzione dell’identità: cosa sarebbe Indiana Jones senza il suo cappello a larghe falde? O Charlot senza la sua bombetta? Da sempre il cinema si è appropriato della capacità del cappello di raccontare efficacemente e silenziosamente, generando riconoscimento e identità, sollecitando trasformazioni (in Sabrina il cappello segna la trasformazione parigina di Audrey Hepburn in donna di classe, i cappelli di Greta Garbo in Ninotchka sono segni precursori della fine del comunismo). Al cinema il cappello crea mode e tendenze (da James Dean che negli anni ’50 lancia il grande cappello con falda rialzata al colbacco che con Il dottor Zivago entra a far parte del vestiario occidentale, al berretto di lana de Il cacciatore a quello di Rocky che diventa il copricapo popolare degli anni ’70) attraversando illeso i generi cinematografici (commedia, spy story, western, film in costume, noir), le varie classi sociali, nonché le barriere sessuali. Senza dimenticare che grandi registi hanno depositato la propria icona in un’immagine col cappello: da Federico Fellini a Sergio Leone ad Orson Welles.
Il cappello definisce ruoli, professioni, stili. Sancisce gerarchie. Innesca discorsi sociali. Implica e consente una gestualità e un rituale che nessun altro capo di abbigliamento prevede: lo si tocca, lo si calza e lo si leva in pubblico. E’ il cappello la componente dell’abbigliamento maggiormente delegata a svolgere un ruolo centrale nel cerimoniale sociale e, come tale, è uno straordinario volano di azioni e narrazioni: il cappello può scatenare lacrime e risate, travestimenti e ribellioni, malinconie e passioni. Il cappello produce ombra (le ombre degli assassini hanno sempre il cappello…). E, soprattutto, genera mode, posture, comportamenti.
La Mostra
La mostra si articola secondo cinque nuclei tematici, scanditi secondo un percorso espositivo in cui l’allestimento multimediale e visionario, fortemente emozionale, conduce il visitatore di sala in sala alla scoperta di un mondo caleidoscopico, tra memoria e rivelazione. Allestimento Studio Masoero-Tondo Architetti.
L’identità ovvero Il cinema con il cappello: il cilindro multimediale con cui si apre la mostra svela il ruolo chiave del copricapo nella costruzione identitaria. Dai grandi protagonisti della storia del cinema sino all’emblematico dialogo di Peter Falk ne Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders in cui attraverso la ricerca del cappello giusto si racconta il cambio di identità sotteso a ogni cambio di copricapo: gangster, borghese, eccessivo, comico.
Il cappello che emoziona: una sequenza di sale, ciascuna diversa dall’altra, scandisce le diverse emozioni suscitate dal copricapo, lasciandosi guidare dai suoni e dai rumori che identificano ciò che si troverà all’interno: il cappello che fa ridere, il cappello che piangere, il cappello che seduce, il cappello che fa paura.
Scappellamenti e gesti: 10, 20, 100 scappellamenti cinematografici (riverenza, rispetto, saluto, ringraziamento, esultanza) si confrontano specularmente con i molteplici significati dei gesti legati all’uso del cappello: codici comportamentali vecchi e nuovi trovano negli attori i massimi interpreti di segni che ci parlano di un decoro perduto e di più attuali costumi.
La giostra dei nomi: dal Borsalino, nome proprio divenuto sinonimo di cappello classico maschile, al basco, all’elmo, al casco, alla coppola, al turbante, alla bombetta, al colbacco, berretto, feluca, etc. Una lunga lista di nomi cui corrispondo infinite e curiose forme di cappelli, raccontate attraverso un’installazione multimediale realizzata dal gruppo N03, che funziona come una galleria del vento.
Borsalino lancia Borsalino è un’emblematica carrellata dei borsalino e Borsalino più famosi nella storia del cinema. La sezione è introdotta dai due celebri film Borsalino (1970) e Borsalino & co (1974), entrambi di Jacques Deray (film cult con Jean Paul Belmondo e Alain Delon), il cui titolo porta il logo dell’antica casa alessandrina, scelta per rappresentare il gusto degli anni Trenta. Inediti documenti raccontano il primo, insolito, caso di product placament. Completano la narrazione i disegni ancora oggi attualissimi di Jacques Fonteray, costumista parigino delle due pellicole, e i lavori appositamente realizzati in occasione della mostra dal noto illustratore Gianluigi Toccafondo. Completa la sezione un altro inedito, in prima nazionale: la versione integrale restaurata di un documentario di cinema industriale della ditta Borsalino del 1912, realizzato dal regista Luca Comerio: un esempio unico nel suo genere in cui la fabbricazione del cappello viene introdotta da una vera e propria fiction.
“Se il cinema è indissolubilmente legato al potenziale narrativo del cappello - ha detto Roberto Gallo, Amministratore Delegato di Borsalino S.p.A. e Presidente dell’omonima Fondazione - l’azienda Borsalino ha con l’arte cinematografica un’antica relazione. Oltre a creare un canone estetico che ha dato il via alla leggenda cinematografica, l’azienda è da sempre attenta al potenziale narrativo del linguaggio video, in ogni sua forma, come attestano numerosi documenti storici che l’azienda negli anni ha realizzato per comunicare la qualità unica del cappello alessandrino.”
La mostra è accompagnata da un catalogo, edizioni Corraini, in italiano e in inglese. Ospita i contributi di Francesco Alò, Stefano Bartezzaghi, Mario Boselli, Gianni Canova, Emanuele Enria, Paolo Fabbri, Giusy Ferré, Elisa Fulco, Roberto Gallo, Giorgio Gosetti, Franca Sozzani, Dario Edoardo Viganò, Sergio Toffetti. Progetto grafico di Mari Conidi.
UFFICIO STAMPA
Paola C. Manfredi Comunicazione Borsalino S.p.A.
Via Marco Polo, 4 - 20124 Milano Ilaria Barnabei
T +39 02 45485093 | F +39 02 45485094 Press & Communication
press@paolamanfredi.com Foro Bonaparte 48 - 20121 Milano
Paola C. Manfredi | paola.manfredi@paolamanfredi.com T. +39 02 86463028
Francesca Buonfrate | francesca.buonfrate@paolamanfredi.com www.borsalino.com
IL CURATORE
Gianni Canova è Professore Ordinario di Storia del cinema e Preside della Facoltà di Comunicazione dell’Università IULM di Milano. Fondatore e direttore del mensile di cinema e immagini Duel (ora Duellanti), ha collaborato come critico cinematografico con testate quali la Repubblica, Sette del Corriere della sera e la Voce di Indro Montanelli. Attualmente conduce il programma quotidiano Il Cinemaniaco su Sky Cinema. Autore delle Garzantina Cinema, ha curato le Mostre Le città invisibili (2001), Dreams. I sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva (2004) e Annisettanta. Il decennio lungo del secolo breve (2007). Nel 2010 ha pubblicato il suo primo romanzo (Palpebre, Garzanti Editore).
Il COMITATO SCIENTIFICO DELL’ESPOSIZIONE
Marco Belpoliti scrittore e critico letterario
Gianni Canova critico cinematografico
Paolo Fabbri semiologo
Elisa Fulco curatore Fondazione Borsalino
Elena Masoero consigliere Fondazione Borsalino
Marco Montemaggi vice presidente Museimpresa
Enrica Morini storica della moda e del costume
Sergio Toffetti curatore Archivio del Cinema d’Impresa, Ivrea
IL CATALOGO
Un catalogo a colori di grande formato, (25 x 31 cm), giocato su preziosi cambi di carta, sulle trasparenze che simulano l’effetto-pellicola e sull’inserimento di “flip flap” che rimandano alle immagini in movimento a scandire le diverse sezioni della mostra, accompagna l’esposizione. Edito da Corraini, in lingua italiana e inglese, ospita i contributi di Francesco Alò, Stefano Bartezzaghi, Mario Boselli, Gianni Canova, Emanuele Enria, Paolo Fabbri, Giusy Ferré, Elisa Fulco, Roberto Gallo, Giorgio Gosetti, Franca Sozzani, Dario Edoardo Viganò, Sergio Toffetti. Progetto grafico di Mari Conidi.
Il CONCORSO “Al cinema con il cappello”
In occasione della mostra la Fondazione Borsalino, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, Corso di Cinematografia d’Impresa: documentario e pubblicità di Milano, Corso di Animazione di Chieri (TO) e MYmovies, ha bandito il concorso Al cinema con il cappello. Riservato ai giovani filmaker o videomaker rigorosamente under 35, con scadenza il 12 Febbraio 2011, il concorso prevede la realizza di un cortometraggio inedito della durata massima di 5 minuti, collegato ad alcuni temi della Mostra (cappello e comicità, cappello ed erotismo, cappello e identità). La giuria, composta da Gianni Canova, critico cinematografico e curatore della mostra Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie; Bartolomeo Corsini, Direttore Centro Sperimentale di Cinematografia- Sede Lombardia; Elisa Fulco, curatore Fondazione Borsalino; Roberto Gallo, Amministratore Delegato Borsalino S.p.A. e Presidente Fondazione Borsalino; Elena Masoero, consigliere Fondazione Borsalino; Marco Montemaggi, vice presidente Museimpresa; Sergio Toffetti, conservatore Archivio Nazionale di Cinema d’Impresa, Ivrea e Giancarlo Zappoli, direttore di MYmovies selezionerà i tre migliori lavori fra quelli pervenuti a termini di bando, premiando l’originalità dei contenuti, la capacità comunicativa e la qualità estetica dei video presentati.
Per informazioni: concorso@fondazioneborsalino.com
FONDAZIONE BORSALINO
Nasce nel Febbraio del 2008 come strumento efficace in grado di dare continuità e riconoscibilità all’attività culturale intrapresa nel 2003 dalla Borsalino S.p.A. con l’obiettivo di riallacciarsi alla tradizione di mecenatismo e di ricerca degli esordi.
La Fondazione ha tra i suoi obiettivi la valorizzazione del patrimonio culturale e aziendale della “Borsalino Giuseppe & Fratello S.p.A”, sia attraverso la promozione del Museo del Cappello Borsalino della città di Alessandria che mediante lo studio dell’Archivio Storico Borsalino; l’analisi e la comunicazione degli aspetti storici, culturali e sociali della moda, con particolare attenzione al copricapo; la promozione della cultura contemporanea nei suoi diversi linguaggi (mostre, eventi, pubblicazioni, rassegne cinematografiche), nonché il sostegno della cultura dell’artigianalità e del Made in Italy.
Le iniziative sostenute dalla Fondazione spaziano, attraverso l’adozione di uno sguardo multidisciplinare, dall’arte contemporanea alla cultura d’impresa; dalla valorizzazione del patrimonio storico della Borsalino allo studio delle relazioni tra il copricapo e la società del nostro tempo; dalla ricerca di nuove tecnologie e materiali per il copricapo alla formazione nel settore sartoriale e della moda.
Fondazione Borsalino
Via Palazzo di Città, 2
14100 ASTI
tel. +39 0141 32.64.63
fax. +39 0141 53.22.56
info@fondazioneborsalino.com
www.fondazioneborsalino.com
BORSALINO E LA CULTURA
Fondata nel 1857 da Giuseppe Borsalino, l’azienda alessandrina di cappelli, con i suoi oltre 150 anni di storia, rappresenta uno dei casi più interessanti di cultura d’impresa, vantando innumerevoli primati: è stata la prima impresa ad organizzare nel 1910 un concorso di grafica in Italia (Concorso Artistico Zenit); nel 1912 ha realizzato uno dei principali filmati di quello che oggi si definisce cinema industriale; dalla fine dell’Ottocento sino agli anni ‘70 del Novecento ha collaborato con i più importanti grafici e designer del periodo, tracciando un percorso ideale dell’evoluzione del gusto e della moda attraverso la comunicazione: da Marcello Dudovich a Gino Simonetti, da Walter Resentera a Gino Boccasile, da Max Huber a Luigi Veronesi sino ad Armando Testa. Il Borsalino, mitico cappello di feltro fino, negli anni Settanta, ha infine ispirato l’omonimo film con Alain Delon e Jean Paul Belmondo.
Inoltre, la qualità e la fedeltà a un processo produttivo che, oggi come ieri, prevede cinquanta fasi di lavorazione e sette settimane di lavoro per la creazione di un vero Borsalino, rappresentano valori culturali che dal passato si tramandano al presente.
Dedicata al binomio centenario tra cinema e cappello, la mostra, fortemente voluta da Roberto Gallo, Amministratore Delegato di Borsalino S.p.A. e Presidente della omonima Fondazione - è stata ideata da Elisa Fulco, curatrice della Fondazione Borsalino, e curata dal critico cinematografico Gianni Canova.
All’arte cinematografica è affidato il compito di raccontare le suggestioni e di trovare le connessioni in una molteplicità di mondi diversi che hanno scandito l’immaginario collettivo nel secolo breve e nel nuovo millennio. La mostra narra non solo la storia del classico cappello maschile in feltro, che ancora oggi porta il nome del fondatore Giuseppe Borsalino, ma propone tutte le evoluzioni e deviazioni di cui il copricapo è stato ed è protagonista, nella vita come nel cinema.
Ad accogliere il pubblico all’ingresso della mostra è un grande cilindro multimediale, una sorta di macchina del tempo che, giocando con parole e immagini, diviene un generatore di storie: ponendosi al di sotto di esso, il visitatore sarà avvolto da infinite narrazioni che svelano il ruolo chiave del copricapo nella costruzione dell’identità: cosa sarebbe Indiana Jones senza il suo cappello a larghe falde? O Charlot senza la sua bombetta? Da sempre il cinema si è appropriato della capacità del cappello di raccontare efficacemente e silenziosamente, generando riconoscimento e identità, sollecitando trasformazioni (in Sabrina il cappello segna la trasformazione parigina di Audrey Hepburn in donna di classe, i cappelli di Greta Garbo in Ninotchka sono segni precursori della fine del comunismo). Al cinema il cappello crea mode e tendenze (da James Dean che negli anni ’50 lancia il grande cappello con falda rialzata al colbacco che con Il dottor Zivago entra a far parte del vestiario occidentale, al berretto di lana de Il cacciatore a quello di Rocky che diventa il copricapo popolare degli anni ’70) attraversando illeso i generi cinematografici (commedia, spy story, western, film in costume, noir), le varie classi sociali, nonché le barriere sessuali. Senza dimenticare che grandi registi hanno depositato la propria icona in un’immagine col cappello: da Federico Fellini a Sergio Leone ad Orson Welles.
Il cappello definisce ruoli, professioni, stili. Sancisce gerarchie. Innesca discorsi sociali. Implica e consente una gestualità e un rituale che nessun altro capo di abbigliamento prevede: lo si tocca, lo si calza e lo si leva in pubblico. E’ il cappello la componente dell’abbigliamento maggiormente delegata a svolgere un ruolo centrale nel cerimoniale sociale e, come tale, è uno straordinario volano di azioni e narrazioni: il cappello può scatenare lacrime e risate, travestimenti e ribellioni, malinconie e passioni. Il cappello produce ombra (le ombre degli assassini hanno sempre il cappello…). E, soprattutto, genera mode, posture, comportamenti.
La Mostra
La mostra si articola secondo cinque nuclei tematici, scanditi secondo un percorso espositivo in cui l’allestimento multimediale e visionario, fortemente emozionale, conduce il visitatore di sala in sala alla scoperta di un mondo caleidoscopico, tra memoria e rivelazione. Allestimento Studio Masoero-Tondo Architetti.
L’identità ovvero Il cinema con il cappello: il cilindro multimediale con cui si apre la mostra svela il ruolo chiave del copricapo nella costruzione identitaria. Dai grandi protagonisti della storia del cinema sino all’emblematico dialogo di Peter Falk ne Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders in cui attraverso la ricerca del cappello giusto si racconta il cambio di identità sotteso a ogni cambio di copricapo: gangster, borghese, eccessivo, comico.
Il cappello che emoziona: una sequenza di sale, ciascuna diversa dall’altra, scandisce le diverse emozioni suscitate dal copricapo, lasciandosi guidare dai suoni e dai rumori che identificano ciò che si troverà all’interno: il cappello che fa ridere, il cappello che piangere, il cappello che seduce, il cappello che fa paura.
Scappellamenti e gesti: 10, 20, 100 scappellamenti cinematografici (riverenza, rispetto, saluto, ringraziamento, esultanza) si confrontano specularmente con i molteplici significati dei gesti legati all’uso del cappello: codici comportamentali vecchi e nuovi trovano negli attori i massimi interpreti di segni che ci parlano di un decoro perduto e di più attuali costumi.
La giostra dei nomi: dal Borsalino, nome proprio divenuto sinonimo di cappello classico maschile, al basco, all’elmo, al casco, alla coppola, al turbante, alla bombetta, al colbacco, berretto, feluca, etc. Una lunga lista di nomi cui corrispondo infinite e curiose forme di cappelli, raccontate attraverso un’installazione multimediale realizzata dal gruppo N03, che funziona come una galleria del vento.
Borsalino lancia Borsalino è un’emblematica carrellata dei borsalino e Borsalino più famosi nella storia del cinema. La sezione è introdotta dai due celebri film Borsalino (1970) e Borsalino & co (1974), entrambi di Jacques Deray (film cult con Jean Paul Belmondo e Alain Delon), il cui titolo porta il logo dell’antica casa alessandrina, scelta per rappresentare il gusto degli anni Trenta. Inediti documenti raccontano il primo, insolito, caso di product placament. Completano la narrazione i disegni ancora oggi attualissimi di Jacques Fonteray, costumista parigino delle due pellicole, e i lavori appositamente realizzati in occasione della mostra dal noto illustratore Gianluigi Toccafondo. Completa la sezione un altro inedito, in prima nazionale: la versione integrale restaurata di un documentario di cinema industriale della ditta Borsalino del 1912, realizzato dal regista Luca Comerio: un esempio unico nel suo genere in cui la fabbricazione del cappello viene introdotta da una vera e propria fiction.
“Se il cinema è indissolubilmente legato al potenziale narrativo del cappello - ha detto Roberto Gallo, Amministratore Delegato di Borsalino S.p.A. e Presidente dell’omonima Fondazione - l’azienda Borsalino ha con l’arte cinematografica un’antica relazione. Oltre a creare un canone estetico che ha dato il via alla leggenda cinematografica, l’azienda è da sempre attenta al potenziale narrativo del linguaggio video, in ogni sua forma, come attestano numerosi documenti storici che l’azienda negli anni ha realizzato per comunicare la qualità unica del cappello alessandrino.”
La mostra è accompagnata da un catalogo, edizioni Corraini, in italiano e in inglese. Ospita i contributi di Francesco Alò, Stefano Bartezzaghi, Mario Boselli, Gianni Canova, Emanuele Enria, Paolo Fabbri, Giusy Ferré, Elisa Fulco, Roberto Gallo, Giorgio Gosetti, Franca Sozzani, Dario Edoardo Viganò, Sergio Toffetti. Progetto grafico di Mari Conidi.
UFFICIO STAMPA
Paola C. Manfredi Comunicazione Borsalino S.p.A.
Via Marco Polo, 4 - 20124 Milano Ilaria Barnabei
T +39 02 45485093 | F +39 02 45485094 Press & Communication
press@paolamanfredi.com Foro Bonaparte 48 - 20121 Milano
Paola C. Manfredi | paola.manfredi@paolamanfredi.com T. +39 02 86463028
Francesca Buonfrate | francesca.buonfrate@paolamanfredi.com www.borsalino.com
IL CURATORE
Gianni Canova è Professore Ordinario di Storia del cinema e Preside della Facoltà di Comunicazione dell’Università IULM di Milano. Fondatore e direttore del mensile di cinema e immagini Duel (ora Duellanti), ha collaborato come critico cinematografico con testate quali la Repubblica, Sette del Corriere della sera e la Voce di Indro Montanelli. Attualmente conduce il programma quotidiano Il Cinemaniaco su Sky Cinema. Autore delle Garzantina Cinema, ha curato le Mostre Le città invisibili (2001), Dreams. I sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva (2004) e Annisettanta. Il decennio lungo del secolo breve (2007). Nel 2010 ha pubblicato il suo primo romanzo (Palpebre, Garzanti Editore).
Il COMITATO SCIENTIFICO DELL’ESPOSIZIONE
Marco Belpoliti scrittore e critico letterario
Gianni Canova critico cinematografico
Paolo Fabbri semiologo
Elisa Fulco curatore Fondazione Borsalino
Elena Masoero consigliere Fondazione Borsalino
Marco Montemaggi vice presidente Museimpresa
Enrica Morini storica della moda e del costume
Sergio Toffetti curatore Archivio del Cinema d’Impresa, Ivrea
IL CATALOGO
Un catalogo a colori di grande formato, (25 x 31 cm), giocato su preziosi cambi di carta, sulle trasparenze che simulano l’effetto-pellicola e sull’inserimento di “flip flap” che rimandano alle immagini in movimento a scandire le diverse sezioni della mostra, accompagna l’esposizione. Edito da Corraini, in lingua italiana e inglese, ospita i contributi di Francesco Alò, Stefano Bartezzaghi, Mario Boselli, Gianni Canova, Emanuele Enria, Paolo Fabbri, Giusy Ferré, Elisa Fulco, Roberto Gallo, Giorgio Gosetti, Franca Sozzani, Dario Edoardo Viganò, Sergio Toffetti. Progetto grafico di Mari Conidi.
Il CONCORSO “Al cinema con il cappello”
In occasione della mostra la Fondazione Borsalino, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, Corso di Cinematografia d’Impresa: documentario e pubblicità di Milano, Corso di Animazione di Chieri (TO) e MYmovies, ha bandito il concorso Al cinema con il cappello. Riservato ai giovani filmaker o videomaker rigorosamente under 35, con scadenza il 12 Febbraio 2011, il concorso prevede la realizza di un cortometraggio inedito della durata massima di 5 minuti, collegato ad alcuni temi della Mostra (cappello e comicità, cappello ed erotismo, cappello e identità). La giuria, composta da Gianni Canova, critico cinematografico e curatore della mostra Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie; Bartolomeo Corsini, Direttore Centro Sperimentale di Cinematografia- Sede Lombardia; Elisa Fulco, curatore Fondazione Borsalino; Roberto Gallo, Amministratore Delegato Borsalino S.p.A. e Presidente Fondazione Borsalino; Elena Masoero, consigliere Fondazione Borsalino; Marco Montemaggi, vice presidente Museimpresa; Sergio Toffetti, conservatore Archivio Nazionale di Cinema d’Impresa, Ivrea e Giancarlo Zappoli, direttore di MYmovies selezionerà i tre migliori lavori fra quelli pervenuti a termini di bando, premiando l’originalità dei contenuti, la capacità comunicativa e la qualità estetica dei video presentati.
Per informazioni: concorso@fondazioneborsalino.com
FONDAZIONE BORSALINO
Nasce nel Febbraio del 2008 come strumento efficace in grado di dare continuità e riconoscibilità all’attività culturale intrapresa nel 2003 dalla Borsalino S.p.A. con l’obiettivo di riallacciarsi alla tradizione di mecenatismo e di ricerca degli esordi.
La Fondazione ha tra i suoi obiettivi la valorizzazione del patrimonio culturale e aziendale della “Borsalino Giuseppe & Fratello S.p.A”, sia attraverso la promozione del Museo del Cappello Borsalino della città di Alessandria che mediante lo studio dell’Archivio Storico Borsalino; l’analisi e la comunicazione degli aspetti storici, culturali e sociali della moda, con particolare attenzione al copricapo; la promozione della cultura contemporanea nei suoi diversi linguaggi (mostre, eventi, pubblicazioni, rassegne cinematografiche), nonché il sostegno della cultura dell’artigianalità e del Made in Italy.
Le iniziative sostenute dalla Fondazione spaziano, attraverso l’adozione di uno sguardo multidisciplinare, dall’arte contemporanea alla cultura d’impresa; dalla valorizzazione del patrimonio storico della Borsalino allo studio delle relazioni tra il copricapo e la società del nostro tempo; dalla ricerca di nuove tecnologie e materiali per il copricapo alla formazione nel settore sartoriale e della moda.
Fondazione Borsalino
Via Palazzo di Città, 2
14100 ASTI
tel. +39 0141 32.64.63
fax. +39 0141 53.22.56
info@fondazioneborsalino.com
www.fondazioneborsalino.com
BORSALINO E LA CULTURA
Fondata nel 1857 da Giuseppe Borsalino, l’azienda alessandrina di cappelli, con i suoi oltre 150 anni di storia, rappresenta uno dei casi più interessanti di cultura d’impresa, vantando innumerevoli primati: è stata la prima impresa ad organizzare nel 1910 un concorso di grafica in Italia (Concorso Artistico Zenit); nel 1912 ha realizzato uno dei principali filmati di quello che oggi si definisce cinema industriale; dalla fine dell’Ottocento sino agli anni ‘70 del Novecento ha collaborato con i più importanti grafici e designer del periodo, tracciando un percorso ideale dell’evoluzione del gusto e della moda attraverso la comunicazione: da Marcello Dudovich a Gino Simonetti, da Walter Resentera a Gino Boccasile, da Max Huber a Luigi Veronesi sino ad Armando Testa. Il Borsalino, mitico cappello di feltro fino, negli anni Settanta, ha infine ispirato l’omonimo film con Alain Delon e Jean Paul Belmondo.
Inoltre, la qualità e la fedeltà a un processo produttivo che, oggi come ieri, prevede cinquanta fasi di lavorazione e sette settimane di lavoro per la creazione di un vero Borsalino, rappresentano valori culturali che dal passato si tramandano al presente.
17
gennaio 2011
Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie
Dal 17 gennaio al 06 marzo 2011
design
Location
TRIENNALE – PALAZZO DELL’ARTE
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Orario di apertura
Martedì > domenica ore 10.30 > 20.30
Giovedì e Venerdì ore 10.00 > 23.00
Lunedì chiuso
Vernissage
17 Gennaio 2011, ore 18
Sito web
www.borsalino.com
Editore
CORRAINI
Ufficio stampa
PAOLA MANFREDI
Curatore