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Il corpo nudo. 70 maestri da una collezione privata
Comunicato stampa
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Il ritratto è il primissimo impiego commerciale ed erotismo e pornografia si sovrappongono in termini cronologici. come dire che inventando lo strumento per fissare le sembianze, di conseguenza nasce la necessità di appagare lo sguardo sull’intimità.
sapere e conoscere.
guardare e conoscere.
il proibito del costume di un’epoca, in un certo senso, diviene lecito attraverso l’immagine democratica, la fotografia.
bassi costi e, subito dopo, riproducibilità che abbatte ancora di più il prezzo da pagare.
ed è del tutto naturale che dal volto si sia passati al corpo, quasi senza stadi temporali: il volto nudo e il corpo vestito conversano tra di loro e si pongono in contrapposizione dialettica nei confronti di chi li guarda.
bisogna scoprire cosa c’è sotto e diviene di insignificante attrazione ciò che si rivela a tutti, almeno nelle società occidentali.
ed all’inizio, la fotografia, per aver osato svelare l’inviolabile cerca delle giustificazioni strumentali: nudo per artisti, studio anatomico, indagine scientifica… e la pornografia che non ha bisogno di scuse per esistere, risponde ad un’esigenza primordiale (sesso); componente dell’essere e della sopravvivenza.
ed una volta ancora si scopre che la fotografia non ha inventato niente sotto il profilo dell’oggetto della rappresentazione: nudi e raffigurazioni erotiche sono antiche quanto la storia del mondo ed attuali quanto lo sono le immagini che ogni secondo ci bombardano da pagine stampate, video, cinema.
semmai, la fotografia ha reso tutto più semplice, immediato, popular-fruibile, pregnante, indagato, diffuso a quanti altri aggettivi si possono adattare ad un sistema che comunque è rivoluzionario (…) grandi artisti della fotografia si sono dedicati al nudo maschile: Minor White, Holland Day, George Platt Lynes, ed altri che hanno utilizzato il corpo dell’uomo per indagini diverse, come Duane Michals e Arthur Tress.
in realtà, però, il nudo ormai accettato e diffuso fino alla nausea estetica, concettuale è quello femminile che da sempre trionfa, in fotografia e non. e prima con l’astuto espediente dell’allegoria e, poi, in fotografia con la scusa della “forma”.
avete mai letto che Edward Weston fotografava le donne nude – nella maggioranza diventate sue amanti – perché gli piacevano da impazzire? non è malizia supporre che la fotografia, per lui, era l’equivalente della “collezione di farfalle”. lusingate dall’attenzione del maestro cadevano facili prede.
leggerete, invece, sempre ed ovunque che la sua era una ricerca formale, sublimando una naturale verità in un gesto intellettuale.
più limpido Stieglitz che non nascose la tensione passionale nel riprendere in centinaia di immagini Georgia O’Keefe e moltissime di quelle fotografie sono ancora tenute segrete, troppo intime.
e si ripropone ancora il confine labilissimo fra nudo estetico ed estetizzante, erotismo e pornografia che alla fine e nella maggioranza dei casi è soggettivo.
l’erotismo degli Sunga (le stampe giapponesi pre-invenzione della fotografia) per noi entra nella categoria “pornografia”, eppure all’epoca erano parte dell’arredo domestico.
come i bassorilievi e le sculture di certi templi indiani che non sono nemmeno destinate ad un ambito privato, sotto gli occhi di chiunque è nella strada, illustrando gli amori e i piaceri sessuali degli dei e con inequivocabile risultanza di realistica precisione.
allora è forse più corretto spostare l’accento sulla rappresentazione delle aree geo-culturali, piuttosto che innestare l’irrisolvibile questione del lecito e dei limiti del nudo, e dei suoi annessi e connessi (…) non vi è da meravigliarsi se l’era del nudo quale pura forma sta per concludersi, il corpo nudo è ormai visione quotidiana dai giornali, alla tv, al cinema, dai cartelloni stradali alle locandine sui tram.
semmai è l’uomo che non è stato ancora sufficientemente sfruttato, avrà un futuro quale oggetto da esplorare in superficie.
Giuliana Scimé
dal catalogo “100 fotografi 100 nudi” edizioni del museo ken damy 1994
sapere e conoscere.
guardare e conoscere.
il proibito del costume di un’epoca, in un certo senso, diviene lecito attraverso l’immagine democratica, la fotografia.
bassi costi e, subito dopo, riproducibilità che abbatte ancora di più il prezzo da pagare.
ed è del tutto naturale che dal volto si sia passati al corpo, quasi senza stadi temporali: il volto nudo e il corpo vestito conversano tra di loro e si pongono in contrapposizione dialettica nei confronti di chi li guarda.
bisogna scoprire cosa c’è sotto e diviene di insignificante attrazione ciò che si rivela a tutti, almeno nelle società occidentali.
ed all’inizio, la fotografia, per aver osato svelare l’inviolabile cerca delle giustificazioni strumentali: nudo per artisti, studio anatomico, indagine scientifica… e la pornografia che non ha bisogno di scuse per esistere, risponde ad un’esigenza primordiale (sesso); componente dell’essere e della sopravvivenza.
ed una volta ancora si scopre che la fotografia non ha inventato niente sotto il profilo dell’oggetto della rappresentazione: nudi e raffigurazioni erotiche sono antiche quanto la storia del mondo ed attuali quanto lo sono le immagini che ogni secondo ci bombardano da pagine stampate, video, cinema.
semmai, la fotografia ha reso tutto più semplice, immediato, popular-fruibile, pregnante, indagato, diffuso a quanti altri aggettivi si possono adattare ad un sistema che comunque è rivoluzionario (…) grandi artisti della fotografia si sono dedicati al nudo maschile: Minor White, Holland Day, George Platt Lynes, ed altri che hanno utilizzato il corpo dell’uomo per indagini diverse, come Duane Michals e Arthur Tress.
in realtà, però, il nudo ormai accettato e diffuso fino alla nausea estetica, concettuale è quello femminile che da sempre trionfa, in fotografia e non. e prima con l’astuto espediente dell’allegoria e, poi, in fotografia con la scusa della “forma”.
avete mai letto che Edward Weston fotografava le donne nude – nella maggioranza diventate sue amanti – perché gli piacevano da impazzire? non è malizia supporre che la fotografia, per lui, era l’equivalente della “collezione di farfalle”. lusingate dall’attenzione del maestro cadevano facili prede.
leggerete, invece, sempre ed ovunque che la sua era una ricerca formale, sublimando una naturale verità in un gesto intellettuale.
più limpido Stieglitz che non nascose la tensione passionale nel riprendere in centinaia di immagini Georgia O’Keefe e moltissime di quelle fotografie sono ancora tenute segrete, troppo intime.
e si ripropone ancora il confine labilissimo fra nudo estetico ed estetizzante, erotismo e pornografia che alla fine e nella maggioranza dei casi è soggettivo.
l’erotismo degli Sunga (le stampe giapponesi pre-invenzione della fotografia) per noi entra nella categoria “pornografia”, eppure all’epoca erano parte dell’arredo domestico.
come i bassorilievi e le sculture di certi templi indiani che non sono nemmeno destinate ad un ambito privato, sotto gli occhi di chiunque è nella strada, illustrando gli amori e i piaceri sessuali degli dei e con inequivocabile risultanza di realistica precisione.
allora è forse più corretto spostare l’accento sulla rappresentazione delle aree geo-culturali, piuttosto che innestare l’irrisolvibile questione del lecito e dei limiti del nudo, e dei suoi annessi e connessi (…) non vi è da meravigliarsi se l’era del nudo quale pura forma sta per concludersi, il corpo nudo è ormai visione quotidiana dai giornali, alla tv, al cinema, dai cartelloni stradali alle locandine sui tram.
semmai è l’uomo che non è stato ancora sufficientemente sfruttato, avrà un futuro quale oggetto da esplorare in superficie.
Giuliana Scimé
dal catalogo “100 fotografi 100 nudi” edizioni del museo ken damy 1994
17
novembre 2007
Il corpo nudo. 70 maestri da una collezione privata
Dal 17 novembre al 20 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
MUSEO KEN DAMY
Brescia, Corsetto Santa Agata, 22, (Brescia)
Brescia, Corsetto Santa Agata, 22, (Brescia)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30. Chiuso dal 21 dicembre al 7 gennaio
Vernissage
17 Novembre 2007, ore 19
Autore
Curatore