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Il Corpo Sottratto
Due giornate dedicate alla riflessione sul tema della morte attraverso poesia, arte, cinema, letture: è il programma di “Il Corpo Sottratto”, evento ideato dall’associazione culturale Vox 2000 oggi alla sua sesta edizione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Parole, visioni, canti intorno alla morte per la sesta edizione de “Il Corpo
Sottratto”
Due giornate dedicate alla riflessione sul tema della morte attraverso
poesia, arte, cinema, letture: è il programma di “Il Corpo Sottratto”, evento
ideato dall'associazione culturale Vox 2000 oggi alla sua sesta edizione.
Il primo appuntamento è venerdì 26 novembre, dalle 17.30 nella sala Lepori
della scuola media “Eleonora d'Arborea”, per un convegno dal titolo “I
linguaggi dell'arte nei rituali funebri e nelle visioni simboliche: discorsi,
canti e immagini intorno al tema della morte”. Interverranno l'etnomusicologo
Ignazio Macchiarella, l'artista Josephine Sassu, l'attrice e cantante Clara
Murtas a raccontare parole, musica, arti visive nelle tradizioni funerarie
della Sardegna. Verrà proiettato inoltre “Deu ci sia”, cortometraggio
realizzato da Ophir Production che ha ricevuto il riconoscimento dal Ministero
dei Beni Culturali ed è stato proclamato vincitore nell'ultima edizione del
Capalbio Film Festival. Il corto, proiettato di recente in diversi festival
internazionali di cinema, racconta di una Sardegna di fine Ottocento dove
emerge oscura e silenziosa la femina aggabadora, figura leggendaria della
tradizione che abbreviava le sofferenze ai moribondi. Alla proiezione sarà
presente il regista, Gianluigi Tarditi.
Il secondo appuntamento vedrà come suggestivo palcoscenico il Cimitero
Monumentale di Iglesias, per un evento che coinvolgerà artisti, cantanti,
musicisti, giovani studenti: “All'ombra di un cipresso” è il titolo della
performance che mira a riscoprire gli spazi della morte, che nella tradizione
cristiana sono simbolo di sofferenza e lacrime, e riviverli invece come luoghi
vitali di silenzio e serenità. L'evento, per la regia di Maurizio Saiu, guiderà
il pubblico alla visita del cimitero monumentale, ricco di storie e memoria
cittadina, attraverso il canto, la musica e la danza.
IL CORPO SOTTRATTO 2010
L’Associazione Culturale Vox 2000 nell’ambito della sua ricerca volta all’approfondimento delle arti performative nel più ampio contesto contemporaneo, propone un incontro dal titolo
“I linguaggi dell’arte nei rituali funebri e nelle visioni simboliche”, discorsi, canti e immagini intorno ai riti sulla morte, e l’evento all’interno del cimitero monumentale di Iglesias “All’ombra di un cipresso”: una via dei canti ritrovata, una riconquista del grande patrimonio culturale trasportato verso una dimensione più contemporanea, l’arte espressa in tutte le sue possibilità creative, una babilonia di voci che canteranno al mondo della nostra presenza e partecipazione alla vita civile.
Laboratori, performances, installazioni, momenti di riflessione, saranno le attività che si svolgeranno il 26 e il 28 di novembre ad Iglesias durante la breve rassegna “Il corpo sottratto”quest’anno semplificata a due giorni dovuto ai tagli economici alla cultura e allo spettacolo, ci vediamo costretti a dover sottrarre alcuni segmenti della rassegna che l’associazione organizza ormai da 5 anni, come la vetrina sulla danza contemporanea e gli interventi in urbano.
Argomenti tabù, come quello sulla morte, saranno indagati attraverso i linguaggi dell’arte, della filosofia, della musica e della poesia da artisti, filosofi, musicisti, ricercatori e studenti, nel tentativo di far luce su ciò che maggiormente inquieta gli uomini.
Questa operazione artistica è concepita per il coinvolgimento di tutte le persone, anche di coloro che non hanno una normale frequentazione con l’arte, Il cimitero è il luogo di tutti e vari sono i linguaggi che si alterneranno nel percorso che vedrà partecipi gli artisti invitati. Non è un caso aver scelto di realizzare questo progetto in questo periodo dell'anno, questo è dovuto alla forte connotazione che questi giorni hanno in relazione alla morte. La settimana dedicata ai morti è forse il momento più dimenticato fra le varie festività dell'anno. Và in cimitero chi è particolarmente religioso o ha avuto un lutto recente. Raramente si vedono persone, tanto meno giovani, passeggiare in mezzo alle tombe o parlare con i loro morti seduti davanti ad una lapide, quasi sempre sono donne di una certa età. Che cosa ci faccio in cimitero se non credo veramente in un aldilà? Non è necessario essere credenti per poter percepirne il senso di pace profonda che vi regna. Una forte malinconia sospesa fuori dal tempo. Dentro i cimiteri ritorniamo a collegarci con ciò che sembra la nostra unica grande impresa, morire. La morte continua a rimanere un tabù, qualcosa di cui aver paura e di cui è difficile parlare, se non nella forzatura dettata dalla tristezza e dai clichè che la vede come qualcosa di spaventoso e terribile, ancora oggi. Nel medioevo la morte veniva rappresentata con scheletri con la falce pronti a decapitarti, oppure uomini neri incappucciati a cavallo terrorizzanti. Oggi continuiamo ad avere impresse quelle stesse iconografie ma possiamo anche affascinarci al sorriso di un Budda che ci suggerisce di non aver paura di nulla, in quel processo di illuminazione che vede gli uomini morire e reincarnarsi. Religiosi o non è qualcosa con cui alla fine dobbiamo avere a che fare e allora l'arte può essere quel veicolo che ci può aiutare ad entrare nella visione, in quel sentire laico privo di contaminazioni avanzi di storia del terrore a cui ci hanno da sempre abituati.
Come gli uomini occupano uno spazio da vivi , così da morti trovano uno spazio "ideale", il cimitero, luogo di memoria e di silenzio.
Luogo e metafora di riposo eterno e di rincontro. Dove la voce non è mai detta ma bisbigliata, come in tutti i luoghi sacri.
Il tempio dell'ignoto, dell'indicibile, che ci spaventa e ammutolisce, ma anche colmo di profonda serenità. Esiste una irreale sospensione temporale e fisica che ci proietta verso il concetto del nulla. Una città di croci edificata per il ricordo e la consolazione. Un vuoto che si popola di fantasmi. E' forse il luogo dove possiamo sentirci più vivi.
La Filosofia , la musica con l'arte e la poesia possono essere i linguaggi a cui aggrapparsi per trovare finalmente quel legame parente da sempre che ci aiuti a riscoprire serenamente la trasparenza e la lievità di quest'ultimo evento. Un atto romantico nel tentativo forse di mettere in luce ciò che più ci inquieta.
All'ombra di un cipresso, come in un'arcadia persa o ritrovata nel tempo, come Dante e Orfeo, canteremo ancora un'ultima volta del non ritorno.
Questo sarà il tema che si distenderà nelle azioni, parole cantate, dette, bisbigliate, al riparo da quella vita che non vuole accettare l'inesorabilità della nostra precarietà.
Regia a cura di Maurizio Saiu.
Interventi di: Clara Murtas, Gianluca Belfiori Doro, Silvia Corda, Fatima Darik, Sabrina Carta, Alessandra Giura Longo, Josephine Sassu, Enrica Spada e i giovani danzatori della compagnia menosedicidanza, Enrico Zara, Luisa Deledda, Carlo Antonio Borghi, gli artisti della GiuseppeFrau Gallery, gli studenti del liceo artistico di Iglesias.
Josephine Sassu
Nasce in Germania nel 1970 vive e lavora in Sardegna (Banari).
Dopo gli studi persegue la carriera artistica e si dedica alla didattica dell'arte collaborando con vari enti tra cui comuni e scuole, proponendo percorsi creativi e artistici che coniugano l'arte contemporanea con la tradizione. Dal 1993 ad oggi espone in importanti musei come il MAN di Nuoro e il Pecci di Prato e partecipa a numerose mostre personali e collettive. Tra le sue attività alcune collaborazioni, in qualità di critica d’arte, con la rivista d’arte FLASH ART e come scenografa e costumista nel campo del teatro.
CLARA MURTAS
cantante, attrice, autrice. Nel 1970 dalla città di Cagliari dove è nata, si trasferisce a Roma dove lavora con Giovanna Marini. Ha studiato canto con diversi insegnanti italiani e stranieri tra cui Giovanna Marini e Michiko Hirayama affermata interprete di musica contemporanea. Collabora a numerose trasmissione radiotelevisive della RAI come cantante attrice e come programmista-regista.
Dal 1977 al 1980 è la voce solista del Canzoniere del Lazio e collabora in seguito con il Maestro Ennio Morricone, Eugenio Bennato e con Mario Schiano e Tommaso Vittorini in dischi, concerti e trasmissioni radiofoniche (Rai).
Rientrata in Sardegna ha continuato e approfondito il suo studio sulle matrici della musica tradizionale sarda, collaborando tra gli altri con Enzo Favata, Battista Giordano, Irma Toudjian.
Tra le sue pubblicazioni il cd "De sa terra a su xelu" e” il suo libro-cd “Sante & Sciamane” edito da Condaghes e ha collaborato alla realizzazione del cd "De passione" che vince i premi Diapason d'Or e Choc de la musique. Le viene assegnato il Premio Maria Carta e partecipa ai "Concerti del Quirinale" con il suo progetto “Boghes&Coros” – il canto sacro-popolare in Sardegna edito da RaiTrade.
E’ protagonista del cortometraggio “Deus ci siat” di Gianluigi Tarditi nel ruolo de s’accabadora mitica figura della tradizione sarda.
Gianluigi Tarditi
Gianluigi Tarditi ha iniziato a lavorare come film editor in una società di post-produzione di Milano. Nel 2001 ha studiato alla NYFA di New York dove ha avuto l'opportunità di lavorare in diverse produzioni indipendenti come Assistente Operatore, Aiuto Regista e Line Producer. In Italia ha lavorato come assistente alla regia per Luca Miniero e Paolo Genovese, Lamberto Bava e per Abel Ferrara. Ha diretto diversi spot pubblicitari e documentari. “Deu ci sia” è il suo terzo corto, dopo gli americani “Pisa” e “Charles Delano”.
Ignazio Macchiarella
Nell’A.A. 1984/85 ha conseguito la Laurea in Discipline delle Arti Musica e Spettacolo (indirizzo Musica) presso l’Università degli Studi di Bologna.
Ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Musicologia presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università degli Studi di Bologna.
Ha svolto attività di ricerca post-dottorato in Discipline Artistiche e Musicali presso l'Istituto di Storia della Musica dell'Università degli Studi di Palermo sul tema Folklore e dottrina, oralità e scrittura nella musica profana del Rinascimento italiano e ha cominciato le proprie attività di ricerca collaborando nel corso degli anni con istituzioni ed enti pubblici e privati, italiani e esteri.
Fra i temi trattati nei suoi lavori: i rapporti fra musica e religione/ musica e rito; le pratiche del canto a più parti; l’analisi delle forme e dei meccanismi dell’oralità in musica; la costruzione delle identità attraverso la musica; l’attualità del far musica negli scenari della vita sociale contemporanea. Negli ultimi anni ha concentrato la propria ricerca in Sardegna e Corsica, cercando di sviluppare una metodologia dialogica, basata sulla stretta interazione con i protagonisti delle pratiche musicali studiate.
Maurizio Saiu
Dopo gli studi di canto classico al Conservatorio di Cagliari decide di approfondire la sua conoscenza sperimentando generi musicali diversi che spaziano dalla musica classica rinascimentale e barocca, alla musica popolare e a quella contemporanea. Partecipa a numerosi festival e rassegne musicali in giro per il mondo: Festival di musica contemporanea a Darmstaadt, Music Days World a Stoccolma, Festival Serious- Fun Lincoln Center a New York, Conservatori di musica di Basilea e Zurigo, Università di Boston, ecc.
Educa il movimento studiando tecniche di danza classica , moderna, contemporanea, yoga e pilates con maestri fra i quali Maggie Black, Yoselyn Lorenz, Merce Cunningham, Richard Haysma, Masaky Higuana, Daniel Lepkof.
Le sue coreografie sono state rappresentate in vari festival e rassegne quali: New York (Settlement House University), Berlino (Podewil), Roma (Teatro Vascello, Romaeuropa), Cremona (Teatro Ponchieli), Milano (Teatro Carcano).
Sottratto”
Due giornate dedicate alla riflessione sul tema della morte attraverso
poesia, arte, cinema, letture: è il programma di “Il Corpo Sottratto”, evento
ideato dall'associazione culturale Vox 2000 oggi alla sua sesta edizione.
Il primo appuntamento è venerdì 26 novembre, dalle 17.30 nella sala Lepori
della scuola media “Eleonora d'Arborea”, per un convegno dal titolo “I
linguaggi dell'arte nei rituali funebri e nelle visioni simboliche: discorsi,
canti e immagini intorno al tema della morte”. Interverranno l'etnomusicologo
Ignazio Macchiarella, l'artista Josephine Sassu, l'attrice e cantante Clara
Murtas a raccontare parole, musica, arti visive nelle tradizioni funerarie
della Sardegna. Verrà proiettato inoltre “Deu ci sia”, cortometraggio
realizzato da Ophir Production che ha ricevuto il riconoscimento dal Ministero
dei Beni Culturali ed è stato proclamato vincitore nell'ultima edizione del
Capalbio Film Festival. Il corto, proiettato di recente in diversi festival
internazionali di cinema, racconta di una Sardegna di fine Ottocento dove
emerge oscura e silenziosa la femina aggabadora, figura leggendaria della
tradizione che abbreviava le sofferenze ai moribondi. Alla proiezione sarà
presente il regista, Gianluigi Tarditi.
Il secondo appuntamento vedrà come suggestivo palcoscenico il Cimitero
Monumentale di Iglesias, per un evento che coinvolgerà artisti, cantanti,
musicisti, giovani studenti: “All'ombra di un cipresso” è il titolo della
performance che mira a riscoprire gli spazi della morte, che nella tradizione
cristiana sono simbolo di sofferenza e lacrime, e riviverli invece come luoghi
vitali di silenzio e serenità. L'evento, per la regia di Maurizio Saiu, guiderà
il pubblico alla visita del cimitero monumentale, ricco di storie e memoria
cittadina, attraverso il canto, la musica e la danza.
IL CORPO SOTTRATTO 2010
L’Associazione Culturale Vox 2000 nell’ambito della sua ricerca volta all’approfondimento delle arti performative nel più ampio contesto contemporaneo, propone un incontro dal titolo
“I linguaggi dell’arte nei rituali funebri e nelle visioni simboliche”, discorsi, canti e immagini intorno ai riti sulla morte, e l’evento all’interno del cimitero monumentale di Iglesias “All’ombra di un cipresso”: una via dei canti ritrovata, una riconquista del grande patrimonio culturale trasportato verso una dimensione più contemporanea, l’arte espressa in tutte le sue possibilità creative, una babilonia di voci che canteranno al mondo della nostra presenza e partecipazione alla vita civile.
Laboratori, performances, installazioni, momenti di riflessione, saranno le attività che si svolgeranno il 26 e il 28 di novembre ad Iglesias durante la breve rassegna “Il corpo sottratto”quest’anno semplificata a due giorni dovuto ai tagli economici alla cultura e allo spettacolo, ci vediamo costretti a dover sottrarre alcuni segmenti della rassegna che l’associazione organizza ormai da 5 anni, come la vetrina sulla danza contemporanea e gli interventi in urbano.
Argomenti tabù, come quello sulla morte, saranno indagati attraverso i linguaggi dell’arte, della filosofia, della musica e della poesia da artisti, filosofi, musicisti, ricercatori e studenti, nel tentativo di far luce su ciò che maggiormente inquieta gli uomini.
Questa operazione artistica è concepita per il coinvolgimento di tutte le persone, anche di coloro che non hanno una normale frequentazione con l’arte, Il cimitero è il luogo di tutti e vari sono i linguaggi che si alterneranno nel percorso che vedrà partecipi gli artisti invitati. Non è un caso aver scelto di realizzare questo progetto in questo periodo dell'anno, questo è dovuto alla forte connotazione che questi giorni hanno in relazione alla morte. La settimana dedicata ai morti è forse il momento più dimenticato fra le varie festività dell'anno. Và in cimitero chi è particolarmente religioso o ha avuto un lutto recente. Raramente si vedono persone, tanto meno giovani, passeggiare in mezzo alle tombe o parlare con i loro morti seduti davanti ad una lapide, quasi sempre sono donne di una certa età. Che cosa ci faccio in cimitero se non credo veramente in un aldilà? Non è necessario essere credenti per poter percepirne il senso di pace profonda che vi regna. Una forte malinconia sospesa fuori dal tempo. Dentro i cimiteri ritorniamo a collegarci con ciò che sembra la nostra unica grande impresa, morire. La morte continua a rimanere un tabù, qualcosa di cui aver paura e di cui è difficile parlare, se non nella forzatura dettata dalla tristezza e dai clichè che la vede come qualcosa di spaventoso e terribile, ancora oggi. Nel medioevo la morte veniva rappresentata con scheletri con la falce pronti a decapitarti, oppure uomini neri incappucciati a cavallo terrorizzanti. Oggi continuiamo ad avere impresse quelle stesse iconografie ma possiamo anche affascinarci al sorriso di un Budda che ci suggerisce di non aver paura di nulla, in quel processo di illuminazione che vede gli uomini morire e reincarnarsi. Religiosi o non è qualcosa con cui alla fine dobbiamo avere a che fare e allora l'arte può essere quel veicolo che ci può aiutare ad entrare nella visione, in quel sentire laico privo di contaminazioni avanzi di storia del terrore a cui ci hanno da sempre abituati.
Come gli uomini occupano uno spazio da vivi , così da morti trovano uno spazio "ideale", il cimitero, luogo di memoria e di silenzio.
Luogo e metafora di riposo eterno e di rincontro. Dove la voce non è mai detta ma bisbigliata, come in tutti i luoghi sacri.
Il tempio dell'ignoto, dell'indicibile, che ci spaventa e ammutolisce, ma anche colmo di profonda serenità. Esiste una irreale sospensione temporale e fisica che ci proietta verso il concetto del nulla. Una città di croci edificata per il ricordo e la consolazione. Un vuoto che si popola di fantasmi. E' forse il luogo dove possiamo sentirci più vivi.
La Filosofia , la musica con l'arte e la poesia possono essere i linguaggi a cui aggrapparsi per trovare finalmente quel legame parente da sempre che ci aiuti a riscoprire serenamente la trasparenza e la lievità di quest'ultimo evento. Un atto romantico nel tentativo forse di mettere in luce ciò che più ci inquieta.
All'ombra di un cipresso, come in un'arcadia persa o ritrovata nel tempo, come Dante e Orfeo, canteremo ancora un'ultima volta del non ritorno.
Questo sarà il tema che si distenderà nelle azioni, parole cantate, dette, bisbigliate, al riparo da quella vita che non vuole accettare l'inesorabilità della nostra precarietà.
Regia a cura di Maurizio Saiu.
Interventi di: Clara Murtas, Gianluca Belfiori Doro, Silvia Corda, Fatima Darik, Sabrina Carta, Alessandra Giura Longo, Josephine Sassu, Enrica Spada e i giovani danzatori della compagnia menosedicidanza, Enrico Zara, Luisa Deledda, Carlo Antonio Borghi, gli artisti della GiuseppeFrau Gallery, gli studenti del liceo artistico di Iglesias.
Josephine Sassu
Nasce in Germania nel 1970 vive e lavora in Sardegna (Banari).
Dopo gli studi persegue la carriera artistica e si dedica alla didattica dell'arte collaborando con vari enti tra cui comuni e scuole, proponendo percorsi creativi e artistici che coniugano l'arte contemporanea con la tradizione. Dal 1993 ad oggi espone in importanti musei come il MAN di Nuoro e il Pecci di Prato e partecipa a numerose mostre personali e collettive. Tra le sue attività alcune collaborazioni, in qualità di critica d’arte, con la rivista d’arte FLASH ART e come scenografa e costumista nel campo del teatro.
CLARA MURTAS
cantante, attrice, autrice. Nel 1970 dalla città di Cagliari dove è nata, si trasferisce a Roma dove lavora con Giovanna Marini. Ha studiato canto con diversi insegnanti italiani e stranieri tra cui Giovanna Marini e Michiko Hirayama affermata interprete di musica contemporanea. Collabora a numerose trasmissione radiotelevisive della RAI come cantante attrice e come programmista-regista.
Dal 1977 al 1980 è la voce solista del Canzoniere del Lazio e collabora in seguito con il Maestro Ennio Morricone, Eugenio Bennato e con Mario Schiano e Tommaso Vittorini in dischi, concerti e trasmissioni radiofoniche (Rai).
Rientrata in Sardegna ha continuato e approfondito il suo studio sulle matrici della musica tradizionale sarda, collaborando tra gli altri con Enzo Favata, Battista Giordano, Irma Toudjian.
Tra le sue pubblicazioni il cd "De sa terra a su xelu" e” il suo libro-cd “Sante & Sciamane” edito da Condaghes e ha collaborato alla realizzazione del cd "De passione" che vince i premi Diapason d'Or e Choc de la musique. Le viene assegnato il Premio Maria Carta e partecipa ai "Concerti del Quirinale" con il suo progetto “Boghes&Coros” – il canto sacro-popolare in Sardegna edito da RaiTrade.
E’ protagonista del cortometraggio “Deus ci siat” di Gianluigi Tarditi nel ruolo de s’accabadora mitica figura della tradizione sarda.
Gianluigi Tarditi
Gianluigi Tarditi ha iniziato a lavorare come film editor in una società di post-produzione di Milano. Nel 2001 ha studiato alla NYFA di New York dove ha avuto l'opportunità di lavorare in diverse produzioni indipendenti come Assistente Operatore, Aiuto Regista e Line Producer. In Italia ha lavorato come assistente alla regia per Luca Miniero e Paolo Genovese, Lamberto Bava e per Abel Ferrara. Ha diretto diversi spot pubblicitari e documentari. “Deu ci sia” è il suo terzo corto, dopo gli americani “Pisa” e “Charles Delano”.
Ignazio Macchiarella
Nell’A.A. 1984/85 ha conseguito la Laurea in Discipline delle Arti Musica e Spettacolo (indirizzo Musica) presso l’Università degli Studi di Bologna.
Ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Musicologia presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università degli Studi di Bologna.
Ha svolto attività di ricerca post-dottorato in Discipline Artistiche e Musicali presso l'Istituto di Storia della Musica dell'Università degli Studi di Palermo sul tema Folklore e dottrina, oralità e scrittura nella musica profana del Rinascimento italiano e ha cominciato le proprie attività di ricerca collaborando nel corso degli anni con istituzioni ed enti pubblici e privati, italiani e esteri.
Fra i temi trattati nei suoi lavori: i rapporti fra musica e religione/ musica e rito; le pratiche del canto a più parti; l’analisi delle forme e dei meccanismi dell’oralità in musica; la costruzione delle identità attraverso la musica; l’attualità del far musica negli scenari della vita sociale contemporanea. Negli ultimi anni ha concentrato la propria ricerca in Sardegna e Corsica, cercando di sviluppare una metodologia dialogica, basata sulla stretta interazione con i protagonisti delle pratiche musicali studiate.
Maurizio Saiu
Dopo gli studi di canto classico al Conservatorio di Cagliari decide di approfondire la sua conoscenza sperimentando generi musicali diversi che spaziano dalla musica classica rinascimentale e barocca, alla musica popolare e a quella contemporanea. Partecipa a numerosi festival e rassegne musicali in giro per il mondo: Festival di musica contemporanea a Darmstaadt, Music Days World a Stoccolma, Festival Serious- Fun Lincoln Center a New York, Conservatori di musica di Basilea e Zurigo, Università di Boston, ecc.
Educa il movimento studiando tecniche di danza classica , moderna, contemporanea, yoga e pilates con maestri fra i quali Maggie Black, Yoselyn Lorenz, Merce Cunningham, Richard Haysma, Masaky Higuana, Daniel Lepkof.
Le sue coreografie sono state rappresentate in vari festival e rassegne quali: New York (Settlement House University), Berlino (Podewil), Roma (Teatro Vascello, Romaeuropa), Cremona (Teatro Ponchieli), Milano (Teatro Carcano).
26
novembre 2010
Il Corpo Sottratto
Dal 26 al 28 novembre 2010
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
performance - happening
serata - evento
Location
SCUOLA MEDIA STATALE N 3 ELEONORA D’ARBOREA
Iglesias, Via Isonzo, 1, (Carbonia-iglesias)
Iglesias, Via Isonzo, 1, (Carbonia-iglesias)
Vernissage
26 Novembre 2010, ore 17.30