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Il corridoio dell’arte / Il corridoio della paura
terza edizione del Corridoio dell’Arte presso il Servizio Promozione Attività e Beni Culturali della Provincia di Torino
Comunicato stampa
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Giovedì 18 maggio si inaugurerà la terza edizione del Corridoio dell’Arte presso il Servizio Promozione Attività e Beni Culturali della Provincia di Torino in via Bertola 34.
Una mostra che quest’anno affronta un tema difficile e scomodo, una riflessione per immagini sullo stato emotivo della paura. In passato per molti scrittori, artisti e filosofi, la paura è stata oggetto di riflessione e, come tale, una grande fonte di ispirazione, una sensazione da coltivare per la notevole forza creativa. Anche oggi troviamo nelle opere di molti artisti la sofferenza, le angoscie di sempre e quelle attuali. Tra i diciassette artisti invitati, alcuni sono stati scelti per il loro interesse specifico sull’argomento: la paura, i simboli di morte o l’anomalia costituiscono, per così dire, la base concettuale di tutta la loro opera, le loro sono vere e proprie incursioni tra le ansie e le fobie, sia individuali e patologiche, sia strumentalizzate dai gruppi di potere, la paura usata come arma di pressione sulle coscienze.
I quadri di Gabriele Arruzzo e di Fausto Gilberti (il cui video in mostra racconta il massacro di Manson), a dispetto di un’apparenza innocua e persino giocosa, sono impregnati di crudeltà, violenza e morte. Teschi, ossa e simboli di morte o di decadenza compaiono regolarmente nelle sculture quasi scioccanti di Paolo Grassino. Alice Belcredi ha fotografato innumerevoli incontri di box o fight-boxing, mettendo in luce l’aspetto più umano, emozionale dei giocatori, così come i lividi post-rissa e spettacoli hard-core: storie di ordinaria follia, come quelle dei ritratti di Manuele Cerutti, la cui pittura sembra confrontare la follia e l’anomalia dei “normali” con la “normalità” di persone con problemi mentali o handicap. Anche il lavoro di Maria Grazia Necardo, ispirato al film Denti di Gabriele Salvatores, è dedicato all’anomalia. Nella gomma intagliata e scavata si possono scorgere le forme di dentature non perfette.
Alcuni artisti pongono l’accento su una visione “sociale” della paura, in particolar modo Laura Pugno, nei cui quadri dal segno leggero si riflettono le più attuali problematiche sociali e i timori per gli interventi dell’uomo sulla natura, spesso devastanti. Fabio Viale ha realizzato, con la sua consueta abilità a plasmare il marmo alle sue esigenze, due “sacchetti” che ricordano quelli per il pane, con i buchi per gli occhi o per la bocca, che evocano uno dei più paradossali personaggi di Il corridoio della paura: un uomo di colore che si crede capo del Ku Klux Klan.
Gabriele Coi e Marina Paris evidenziano il corto circuito tra emozioni e architettura. Nei suoi collage fotografici, Gabriele Coi ci mostra parti di stanze vuote e abbandonate di una scuola di Chernobyl. Marina Paris ricrea nelle sue fotografie, installazioni e disegni ordinarie sale d’aspetto e corridoi di uffici, ospedali, non-luoghi desolati e angoscianti.
Altri artisti hanno considerato un aspetto più personale, intimo della paura.
Nel video di Coniglioviola, che in parte si svolge proprio nel corridoio di Shining, un bambolotto cammina in un onirico paesaggio notturno, con il tempo scandito da un orologio, in perfetto horror-style. Maura Banfo ha ripreso e fotografato giostre che richiamano alla vertigine e alla velocità, in cui le sagome umane sembrano quelle di fantasmi, ispirandosi alla Divina Commedia. Gianluca e Massimiliano De Serio hanno realizzato per la mostra un video in cui due adolescenti si affrontano in una battaglia di free-style, che diventa una battaglia contro le proprie paure più profonde. Federica Genovesi e Nadia Gentile evocano la morte: ambigua e ironica nei disegni di ambientazione vittoriana di Genovesi, umana e struggente nelle fotografie di Gentile, che registrano la morte lenta di una persona cara. Nella serie Veins, Margot Quan Knight ha cucito e fotografato diverse tipologie di vene in luoghi e contesti differenti, in cui il sangue diventa simbolo enigmatico e inquietante. Infine Alessia Zuccarello propone nella sua installazione-video uno sdoppiamento di personalità che reagiscono in modi opposti alla paura: la prima è immobilizzata, cerca di proteggersi, mentre l’altra reagisce, lotta e, alla fine, vince il duello immaginario.
È importante dialogare per superare tensioni e diffidenze, ed è questo il proposito della mostra. C’è la volontà di “usare” l’arte per discutere e confrontare. Anche per questo in catalogo abbiamo voluto ospitare alcuni testi di chi ha vissuto questa esperienza e ha voluto raccontarci piccoli percorsi personali. Sono le riflessioni del regista teatrale Pippo Delbono (… In tutti i miei spettacoli c’è l’urlo della paura…), dello scrittore e fotografo Dario Lanzardo, che in un breve testo affronta una delle più classiche paure (…Da bambino avevo paura del buio …) e quelle di due grandi atleti: Daila Dameno, Medaglia d’argento e di bronzo alle Paralimpiadi di Torino 2006 (…La paura è un'emozione a cui portare rispetto…) ed Enrico Fabris, atleta del Gruppo Sportivo centro addestramento alpino P.S di Moena due medaglie d’oro e una di bronzo alle Olimpiadi di Torino 2006, (…Io penso che la paura sia una sensazione nobile…).
Una mostra che quest’anno affronta un tema difficile e scomodo, una riflessione per immagini sullo stato emotivo della paura. In passato per molti scrittori, artisti e filosofi, la paura è stata oggetto di riflessione e, come tale, una grande fonte di ispirazione, una sensazione da coltivare per la notevole forza creativa. Anche oggi troviamo nelle opere di molti artisti la sofferenza, le angoscie di sempre e quelle attuali. Tra i diciassette artisti invitati, alcuni sono stati scelti per il loro interesse specifico sull’argomento: la paura, i simboli di morte o l’anomalia costituiscono, per così dire, la base concettuale di tutta la loro opera, le loro sono vere e proprie incursioni tra le ansie e le fobie, sia individuali e patologiche, sia strumentalizzate dai gruppi di potere, la paura usata come arma di pressione sulle coscienze.
I quadri di Gabriele Arruzzo e di Fausto Gilberti (il cui video in mostra racconta il massacro di Manson), a dispetto di un’apparenza innocua e persino giocosa, sono impregnati di crudeltà, violenza e morte. Teschi, ossa e simboli di morte o di decadenza compaiono regolarmente nelle sculture quasi scioccanti di Paolo Grassino. Alice Belcredi ha fotografato innumerevoli incontri di box o fight-boxing, mettendo in luce l’aspetto più umano, emozionale dei giocatori, così come i lividi post-rissa e spettacoli hard-core: storie di ordinaria follia, come quelle dei ritratti di Manuele Cerutti, la cui pittura sembra confrontare la follia e l’anomalia dei “normali” con la “normalità” di persone con problemi mentali o handicap. Anche il lavoro di Maria Grazia Necardo, ispirato al film Denti di Gabriele Salvatores, è dedicato all’anomalia. Nella gomma intagliata e scavata si possono scorgere le forme di dentature non perfette.
Alcuni artisti pongono l’accento su una visione “sociale” della paura, in particolar modo Laura Pugno, nei cui quadri dal segno leggero si riflettono le più attuali problematiche sociali e i timori per gli interventi dell’uomo sulla natura, spesso devastanti. Fabio Viale ha realizzato, con la sua consueta abilità a plasmare il marmo alle sue esigenze, due “sacchetti” che ricordano quelli per il pane, con i buchi per gli occhi o per la bocca, che evocano uno dei più paradossali personaggi di Il corridoio della paura: un uomo di colore che si crede capo del Ku Klux Klan.
Gabriele Coi e Marina Paris evidenziano il corto circuito tra emozioni e architettura. Nei suoi collage fotografici, Gabriele Coi ci mostra parti di stanze vuote e abbandonate di una scuola di Chernobyl. Marina Paris ricrea nelle sue fotografie, installazioni e disegni ordinarie sale d’aspetto e corridoi di uffici, ospedali, non-luoghi desolati e angoscianti.
Altri artisti hanno considerato un aspetto più personale, intimo della paura.
Nel video di Coniglioviola, che in parte si svolge proprio nel corridoio di Shining, un bambolotto cammina in un onirico paesaggio notturno, con il tempo scandito da un orologio, in perfetto horror-style. Maura Banfo ha ripreso e fotografato giostre che richiamano alla vertigine e alla velocità, in cui le sagome umane sembrano quelle di fantasmi, ispirandosi alla Divina Commedia. Gianluca e Massimiliano De Serio hanno realizzato per la mostra un video in cui due adolescenti si affrontano in una battaglia di free-style, che diventa una battaglia contro le proprie paure più profonde. Federica Genovesi e Nadia Gentile evocano la morte: ambigua e ironica nei disegni di ambientazione vittoriana di Genovesi, umana e struggente nelle fotografie di Gentile, che registrano la morte lenta di una persona cara. Nella serie Veins, Margot Quan Knight ha cucito e fotografato diverse tipologie di vene in luoghi e contesti differenti, in cui il sangue diventa simbolo enigmatico e inquietante. Infine Alessia Zuccarello propone nella sua installazione-video uno sdoppiamento di personalità che reagiscono in modi opposti alla paura: la prima è immobilizzata, cerca di proteggersi, mentre l’altra reagisce, lotta e, alla fine, vince il duello immaginario.
È importante dialogare per superare tensioni e diffidenze, ed è questo il proposito della mostra. C’è la volontà di “usare” l’arte per discutere e confrontare. Anche per questo in catalogo abbiamo voluto ospitare alcuni testi di chi ha vissuto questa esperienza e ha voluto raccontarci piccoli percorsi personali. Sono le riflessioni del regista teatrale Pippo Delbono (… In tutti i miei spettacoli c’è l’urlo della paura…), dello scrittore e fotografo Dario Lanzardo, che in un breve testo affronta una delle più classiche paure (…Da bambino avevo paura del buio …) e quelle di due grandi atleti: Daila Dameno, Medaglia d’argento e di bronzo alle Paralimpiadi di Torino 2006 (…La paura è un'emozione a cui portare rispetto…) ed Enrico Fabris, atleta del Gruppo Sportivo centro addestramento alpino P.S di Moena due medaglie d’oro e una di bronzo alle Olimpiadi di Torino 2006, (…Io penso che la paura sia una sensazione nobile…).
18
maggio 2006
Il corridoio dell’arte / Il corridoio della paura
Dal 18 maggio 2006 al 30 aprile 2007
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
PROVINCIA DI TORINO
Torino, Corso Inghilterra, 7/9, (Torino)
Torino, Corso Inghilterra, 7/9, (Torino)
Vernissage
18 Maggio 2006, ore 18
Sito web
www.provincia.torino.it/ilcorridoiodellarte
Autore
Curatore