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Il Cotto toscano s’illumina
L’evento si fonda su un’integrazione reale di linguaggi appartenenti a vari ambiti espressivi; sei artisti di diversa generazione e provenienza dialogheranno attraverso le opere seguendo un unico filo conduttore, l’arte come opportunità di innovazione e crescita produttiva e culturale
Comunicato stampa
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“Il Cotto toscano s’illumina” è un evento multidisciplinare, sei artisti in un giardino: Alfredo Futuro, Duccio Trassinelli, Eva Antinolfi, Matteo Gioia, Richard Kattman, Silvano Porcinai.
“Il cotto toscano s’illumina” ha un duplice significato: proprio e metaforico; quello proprio attraverso la ricerca e sperimentazione delle lampade per esterni di Duccio Trassinelli , intese a valorizzare in chiave contemporanea un materiale tipico della tradizione toscana; quello metaforico relativo a porre attenzione e far luce, in un momento che appare buio, su problematiche sociali particolarmente attuali: è il tema della migrazione affrontato da Silvano Porcinai con una imponente scultura, una moderna colonna traiana che racconta scene ambientate in contesti ben caratterizzati; anche i due giovanissimi artisti Eva Antinolfi e Matteo Gioia riflettono e si fanno portavoce di una consapevolezza sociale e civile, l’una con la realizzazione di una serie di maschere in terracotta riprendendo un’ iconografia tipica del continente africano, a voler sottolineare come “ l’arte nera” ha influenzato molti artisti occidentali, il più importante dei quali sicuramente Picasso; Matteo Gioia attua una performance con l’opera dinamica “Distruzione e speranza”, una sorta di catarsi, una liberazione possibile attraverso l’arte. In tale contesto collettivo si erge l’Unicorno di Alfredo Futuro, scultura in ferro e alluminio, simbolo di nobiltà e purezza, presagio favorevole, spinta propulsiva che parte da un territorio carico di storia e di bellezza; una bellezza traslata nei grandi quadri dell’artista americano Richard Kattman, che fa vivere il Chianti con colori intensi e mano astratta.
Alfredo Futuro, nasce nel 1946 a Terranuova Bracciolini (AR), vive e lavora a Greve in Chianti. Dall’80 al ’90 risiede a Parigi e in quel decennio oltre che esposizioni e performance in gallerie pubbliche e private esegue ritratti per importanti famiglie e personalità tra cui Peugeot, Citroen, Arigoni e Coulom. Rientrato in Italia lavora per le grandi famiglie fiorentine (Rucellai, Pucci, Antinori, Mazzei, Frescobaldi, Marchi, Pallavicino, Branca, Folonari, Gucci, D’Afflitto, Quaratesi , Geddes da Filicaia). L’opera più lontana e forse più misteriosa composta da Alfredo Futuro si trova sull’Isola di Pasqua, dove l’artista ha dedicato nel 2000, all’amore dell’umanità un cerchio di 100 metri di diametro disegnato manualmente con un “filo” di pietre vulcaniche assemblate.
Duccio Trassinelli nasce nel 1945 a Firenze. Ha studiato all’Istituto Superiore di Disegno Industriale , scuola in cui poi si è fermato come docente di Metologia della Progettazione per un decennio. Nel 1970 ha fondato lo studio A.R.D.I.T.I., il punto di partenza per un’esplorazione collettiva di una nuova concezione dell’uso e delle forme nel mondo dell’arredamento. In quel periodo sono nati progetti storici come la lampada B.T., la Ponte, la Prismar , oggi nelle collezioni permanenti del MOMA di New York, Centre Beaubourg di Parigi e Vitra Design Museum; la poltrona Memoria, premiata nel 1973 da Bolaffi Casa come Design del mese e oggi nella collezione permanente del Museo Cassina. Nell’arco della sua carriera Trassinelli ha spaziato in ambiti eterogenei, dall’impiantistica all’industria dei prefabbricati e alla progettazione di strumenti elettronici, dall’arredo urbano al contract per enti pubblici e privati. Ha registrato numerosi brevetti d’invenzione. Oggi Trassinelli continua la sua attività nel design illuminotecnico, ambito in cui è stato fra i primi a sperimentare la bassa tensione.
Eva Antinolfi, nasce nel 1999 a Bagno a Ripoli (FI). Studia Architettura presso il Liceo Artistico Leon Battista Alberti di Firenze dove si diploma. Parallelamente agli studi si appassiona alla scultura, concentrando il suo interesse sulla figura umana. A Grassina ha la fortuna di incontrare e frequentare il maestro Silvano Porcinai, con il quale ha modo di approfondire tecnica e metodologia.
Matteo Gioia nasce nel 1997 a Firenze, dove ha studiato arti grafiche. Dal 2013 incomincia ad appassionarsi alla pittura sperimentando varie tecniche pittoriche in una continua ricerca di appaganti soluzioni estetiche e grafiche. La maggior parte della sua produzione si trova in collezioni private in Austria, dopo l’interesse suscitato dall’esposizione presso la cripta della Basilica di San Lorenzo a Firenze.
Richard Kattman, nasce nel 1947. Vive e lavora a Boston (USA). E’ un artista americano che oltre a dedicarsi con grande passione alla pittura, con eguale dedizione si occupa di architettura del paesaggio per professione; urban design, progetti residenziali e pianificazione di spazi verdi pubblici, commerciali e industriali sono i suoi ambiti. Ha ricevuto numerosi premi da AMERICAN SOCIETY LANDSCAPE ARCHITECTS e NATIONAL ASSOC LANDSCAPE CONTRACTORS.
Silvano Porcinai nasce a Grassina nel 1950, dove ancora oggi vive e lavora. Si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Firenze sezione Oreficeria. Figlio d’arte ̶ il padre Giulio Porcinai fu scultore e insegnate di scultura presso lo stesso Istituto ̶ inizia a dedicarsi alla scultura all’età di undici anni e nel 1971 a lavorare come operaio orafo. È stato poi docente di scultura e modellato presso diversi licei artistici e istituti d’arte della Toscana. Dopo la sua prima personale a Firenze presso il Gruppo Donatello nel 1977, una carriera in ascesa lo porta ad esporre in Italia e all’estero e a partecipare nel 2012 alla Biennale di Venezia. E’ accademico emerito dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Recentemente una sua scultura in bronzo è stata collocata a Kyoto in Giappone. Le sue opere si trovano in numerose collezioni e spazi pubblici e privati.
“Il cotto toscano s’illumina” ha un duplice significato: proprio e metaforico; quello proprio attraverso la ricerca e sperimentazione delle lampade per esterni di Duccio Trassinelli , intese a valorizzare in chiave contemporanea un materiale tipico della tradizione toscana; quello metaforico relativo a porre attenzione e far luce, in un momento che appare buio, su problematiche sociali particolarmente attuali: è il tema della migrazione affrontato da Silvano Porcinai con una imponente scultura, una moderna colonna traiana che racconta scene ambientate in contesti ben caratterizzati; anche i due giovanissimi artisti Eva Antinolfi e Matteo Gioia riflettono e si fanno portavoce di una consapevolezza sociale e civile, l’una con la realizzazione di una serie di maschere in terracotta riprendendo un’ iconografia tipica del continente africano, a voler sottolineare come “ l’arte nera” ha influenzato molti artisti occidentali, il più importante dei quali sicuramente Picasso; Matteo Gioia attua una performance con l’opera dinamica “Distruzione e speranza”, una sorta di catarsi, una liberazione possibile attraverso l’arte. In tale contesto collettivo si erge l’Unicorno di Alfredo Futuro, scultura in ferro e alluminio, simbolo di nobiltà e purezza, presagio favorevole, spinta propulsiva che parte da un territorio carico di storia e di bellezza; una bellezza traslata nei grandi quadri dell’artista americano Richard Kattman, che fa vivere il Chianti con colori intensi e mano astratta.
Alfredo Futuro, nasce nel 1946 a Terranuova Bracciolini (AR), vive e lavora a Greve in Chianti. Dall’80 al ’90 risiede a Parigi e in quel decennio oltre che esposizioni e performance in gallerie pubbliche e private esegue ritratti per importanti famiglie e personalità tra cui Peugeot, Citroen, Arigoni e Coulom. Rientrato in Italia lavora per le grandi famiglie fiorentine (Rucellai, Pucci, Antinori, Mazzei, Frescobaldi, Marchi, Pallavicino, Branca, Folonari, Gucci, D’Afflitto, Quaratesi , Geddes da Filicaia). L’opera più lontana e forse più misteriosa composta da Alfredo Futuro si trova sull’Isola di Pasqua, dove l’artista ha dedicato nel 2000, all’amore dell’umanità un cerchio di 100 metri di diametro disegnato manualmente con un “filo” di pietre vulcaniche assemblate.
Duccio Trassinelli nasce nel 1945 a Firenze. Ha studiato all’Istituto Superiore di Disegno Industriale , scuola in cui poi si è fermato come docente di Metologia della Progettazione per un decennio. Nel 1970 ha fondato lo studio A.R.D.I.T.I., il punto di partenza per un’esplorazione collettiva di una nuova concezione dell’uso e delle forme nel mondo dell’arredamento. In quel periodo sono nati progetti storici come la lampada B.T., la Ponte, la Prismar , oggi nelle collezioni permanenti del MOMA di New York, Centre Beaubourg di Parigi e Vitra Design Museum; la poltrona Memoria, premiata nel 1973 da Bolaffi Casa come Design del mese e oggi nella collezione permanente del Museo Cassina. Nell’arco della sua carriera Trassinelli ha spaziato in ambiti eterogenei, dall’impiantistica all’industria dei prefabbricati e alla progettazione di strumenti elettronici, dall’arredo urbano al contract per enti pubblici e privati. Ha registrato numerosi brevetti d’invenzione. Oggi Trassinelli continua la sua attività nel design illuminotecnico, ambito in cui è stato fra i primi a sperimentare la bassa tensione.
Eva Antinolfi, nasce nel 1999 a Bagno a Ripoli (FI). Studia Architettura presso il Liceo Artistico Leon Battista Alberti di Firenze dove si diploma. Parallelamente agli studi si appassiona alla scultura, concentrando il suo interesse sulla figura umana. A Grassina ha la fortuna di incontrare e frequentare il maestro Silvano Porcinai, con il quale ha modo di approfondire tecnica e metodologia.
Matteo Gioia nasce nel 1997 a Firenze, dove ha studiato arti grafiche. Dal 2013 incomincia ad appassionarsi alla pittura sperimentando varie tecniche pittoriche in una continua ricerca di appaganti soluzioni estetiche e grafiche. La maggior parte della sua produzione si trova in collezioni private in Austria, dopo l’interesse suscitato dall’esposizione presso la cripta della Basilica di San Lorenzo a Firenze.
Richard Kattman, nasce nel 1947. Vive e lavora a Boston (USA). E’ un artista americano che oltre a dedicarsi con grande passione alla pittura, con eguale dedizione si occupa di architettura del paesaggio per professione; urban design, progetti residenziali e pianificazione di spazi verdi pubblici, commerciali e industriali sono i suoi ambiti. Ha ricevuto numerosi premi da AMERICAN SOCIETY LANDSCAPE ARCHITECTS e NATIONAL ASSOC LANDSCAPE CONTRACTORS.
Silvano Porcinai nasce a Grassina nel 1950, dove ancora oggi vive e lavora. Si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Firenze sezione Oreficeria. Figlio d’arte ̶ il padre Giulio Porcinai fu scultore e insegnate di scultura presso lo stesso Istituto ̶ inizia a dedicarsi alla scultura all’età di undici anni e nel 1971 a lavorare come operaio orafo. È stato poi docente di scultura e modellato presso diversi licei artistici e istituti d’arte della Toscana. Dopo la sua prima personale a Firenze presso il Gruppo Donatello nel 1977, una carriera in ascesa lo porta ad esporre in Italia e all’estero e a partecipare nel 2012 alla Biennale di Venezia. E’ accademico emerito dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Recentemente una sua scultura in bronzo è stata collocata a Kyoto in Giappone. Le sue opere si trovano in numerose collezioni e spazi pubblici e privati.
28
settembre 2018
Il Cotto toscano s’illumina
28 settembre 2018
design
arte contemporanea
serata - evento
arte contemporanea
serata - evento
Location
LA MACINA DI SAN CRESCI
Greve In Chianti, Località San Cresci, 4b, (Firenze)
Greve In Chianti, Località San Cresci, 4b, (Firenze)
Vernissage
28 Settembre 2018, ore 18
Autore