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Il Cuore Sacro dell’Arte : la dimensione spirituale nell’arte piemontese contemporanea
In mostra diverse versioni del rapporto tra arte e spiritualità; da una dimensione narrativa raccolta ed intima, prevalentemente pittorica ed installativa, ad una estroversione visiva non priva di spirito gioiosamente sdrammatizzante ed ironico, nei versanti della fotografia, dell’oggettualismo e della pittura neo pop
Comunicato stampa
Segnala l'evento
BAM on TOUR 2015 Castello di Moncalieri
“Il cuore sacro dell'arte : la dimensione spirituale nell'arte
piemontese contemporanea”
La BAM ha una precisa finalità, in decisa controtendenza rispetto alla “biennalite” caratterizzante
la scena artistica contemporanea nell’era della globalizzazione, che è quello di valorizzare l’arte e
la creatività piemontese dal secondo dopoguerra ad oggi secondo un percorso che, ad ogni
scadenza, si indirizza verso aree diverse di analisi storica e contenutistica. Dopo “Proposte
artistiche in Piemonte 1996/2004” della sperimentale edizione del 2004, e “Arte in Piemonte
1975/1995” tema del 2006 e prima fase di reale consolidamento dell’iniziativa, ed il significativo
intermezzo della “BAM on Tour 2007”, nel 2008 abbiamo approntato una manifestazione
intitolata “Art Design”, che ha conosciuto un significativo corollario nell’estate 2009 con uno
spettacolare allestimento presso il Castello di Racconigi che, unitamente alla presenza ad
Artissima, ha sancito il lancio definitivo di una manifestazione nata per pura scommessa
intellettuale e tramutatasi in un appuntamento importante nel folto panorama di iniziative artistiche
che caratterizza Torino ed il Piemonte. Nel 2010 con “BAM Piemonte Project Grafik” , bissata
con “BAM on Tour 2011” per la prima volta a Torino, abbiamo, con successo, privilegiato il
rapporto tra l’arte e la grafica pubblicitaria ed industriale, ma anche il fumetto ed il neo pop. La
quinta edizione della BAM si è svolta, dopo Verbania per le prime tre edizioni e Carmagnola per la
quarta, a Chieri, in sedi prestigiose quali la Biblioteca e l’Imbiancheria del Vajro, ed anche nelle
vetrine del centro cittadino, con il titolo “Contemporary Photobox 2012”, con l' obiettivo di
cogliere l’evoluzione di una linea stilistica legata all’uso delle tecnologie quindi fotografia, video
ed immagine digitale. La “BAM on Tour 2013”, dedicata alla giovane fotografia piemontese, si è
svolta presso l'NH Lingotto Tech. Con la sesta edizione, anticipata rispetto al consueto nel
febbraio 2014 sempre presso l'Imbiancheria del Vajro, “BAM Piamonte Project 6 80”, dedicata a
quel stimolante e controverso decennio, ed un allestimento coronato da un autentico e pieno
successo, riteniamo che la BAM sia entrata definitivamente nell'eccellenza delle rassegne artistiche
della nostra regione.
L'occasione, imprevista e gradita, di poter disporre, per la prima volta, di una sede come il
Castello di Moncalieri, importante reggia sabauda fino ad ora mai adoperata per rassegne di arte
contemporanea, ci ha indotto ad approntare una “edizione straordinaria”. La concomitanza con
eventi quali l'Ostensione della Sindone ed il Bicentenario della nascita di Don Bosco, la
presenza ormai consolidata di una manifestazione come Torino Spiritualità, la possibilità di
disporre dello spazio a partire da maggio, quindi di creare attenzione sull'evento anche nei termini
della ricaduta turistica sul territorio, ci hanno fatto optare per una riflessione sul tema del sacro ed
un titolo quale “Il cuore sacro dell'arte : la dimensione sprituale nell'arte piemontese
contemporanea”.
La religione, come il pensiero mitico, il pensiero simbolico e la ragione, fanno parte della natura
dell'uomo sia religioso che areligioso. L'arte, ai suoi primordi, aveva il compito prioritario di
esorcizzare la paura della morte, allontanare il senso della fine e dell'incertezza, cosi vivi e presenti
nella nostra attuale ed incerta dimensione quotidiana. L'esclusività del rapporto tra il fruitore e
l'opera, sia che generi fascinazione o distacco e repulsione, consente di porsi in una dimensione
privilegiata, in grado di percepire il respiro della spiritualità, senza doverla necessariamente
riconoscere nello stile, nelle forme e nei simboli della tradizione. Scrive il grande storico delle
religioni Mircea Eliade : “ Il sacro nell'arte contemporanea è diventato irriconoscibile, si è
camuffato in forme, propositi e significati che sono apparentemente “profani”. Il sacro non è
scontato, com'era per esempio nell'arte del Medioevo. Non si riconosce immediatamente e
facilmente, perchè non è più espresso attraverso il convenzionale linguaggio religioso”. Una
attenta disamina non può negare l'esigenza del sacro che pervade la società e, di riflesso, il
panorama dell'arte. Nonostante la secolarizzazione avvenuta nel corso del Novecento, ancora più
evidente in questa prima fase del nuovo millennio, e la parziale resa all'immanente costituito dalle
ragioni della tecnica e del mercato, l'arte contemporanea è in realtà più spesso di quanto si creda
alla ricerca di un confronto con la spiritualità, anche se spesso celato dall'abitudine, non sempre
coronata da esiti felici quando l'intento è la ricerca del clamore mediatico fine a sé stesso, di
mescolare l'iconografia del sacro con quella del profano.
Riepilogare il rapporto tra dimensione artistica e religione richiederebbe quantomeno un intero
volume. Cosa che nella circostanza i parcellizzati spazi tipografici di cui dispongo rende
impossibile. Tuttavia si possono sintetizzare alcuni passaggi storici, che traggo in buona parte dal
mio saggio “Vocazione e progetto. Storia ed attualità della critica d'arte”, di cui è prossima la
stampa della seconda edizione.
Per Platone l'espressione artistica non ha a che fare con il razionale o l'irrazionale, quanto con
l'ultrarazionale. Il filosofo sosterrà il concetto di mimesi unicamente in quanto “hermeneia”, cioè
interpretazione. Il poeta si pone come tramite privilegiato tra l'uomo e la divinità e parla in sua
vece. Per Platone, infatti, ispirazione significa “entusiasmo” che, tradotto da un punto di vista
etimologico, diventa “essere nel dio”, cioè porsi al di là della dimensione del contingente e del
terreno, quindi della materia. Dopo la parentesi “laica” dello Stoicismo, profondamente influenzato
dal pensiero di Aristotele, alla esasperazione formalista in atto nella parte terminale della stagione
ellenistica, si oppone dapprima, con il richiamo all'esigenza di una maggiore attenzione alla
dimensione spirituale, lo Pseudo Longino con il suo trattato “Del sublime”, probabilmente redatto
in epoca augustea, poi un filosofo di primo rango come Plotino, nel terzo secolo dopo Cristo.
Plotino condanna qualsiasi concezione rigida della bellezza, che è luce e splendore, secondo la
teoria dell'”emanazione” divina, riscontrabile nelle religioni orientali, non si deve dimenticare che
Plotino non è un autore cristiano. Anticipando il concetto di autonomia dell'arte, appare
significativa la dicotomia instaurata tra materia e forma : la prima è bruttezza caratterizzata
dall'assenza di forma, entità non valutabile e non visibile, vuoto assoluto. La materia prende vita
solo in presenza della forma e quest'ultima, emanazione del divino, assume corpo in virtù della
visione interiore che ne permette la percezione. Nella fase storica successiva, quella dell'Alto
Medioevo, l'arte è vissuta come espressione diretta della comunità di appartenenza che, a sua volta,
con la mediazione dell'”artifex”, è rivolta verso l'adorazione della gloria del Signore. Dice Papa
Gregorio Magno nel VII secolo che “la pittura per gli analfabeti e ciò che la scrittura è per i
letterati”. Questa visione della funzione comunitaria e spirituale dell'arte trovò larga eco
nell'Ottocento, all'interno delle varie correnti romantiche che si opponevano all'alienazione
introdotta dall'avvento della Rivoluzione Industriale denunciando, non senza una certa dose di
ragione alla luce delle esperienze di oggi, il rischio della serializzazione della pratica dell'arte e
della riduzione del manufatto artistico a merce tra le merci. Basti pensare all'affermazione di John
Ruskin a difesa dei Preraffaelliti, accusati di eccessiva leziosità. Il grande critico e storico dell'arte
inglese sosteneva la religiosità della Confraternita Preraffaellita in quanto la loro “perdita di
tempo” era una “perdita del tempo”, un annullamento, uno sprofondare in una dimensione “altra”.
Nel Medioevo, se è sostanzialmente nullo il progresso della critica, intesa anche solo nella formula
convenzionale della cronaca, così non è per l'estetica e la speculazione filosofica. Agostino,
contrariamente a Plotino, sostiene la trascendenza divina rispetto al mondo e autorizza, da un
punto di vista estetico, il “brutto”, in opposizione alla tradizione classica greca di matrice
platonica, perchè esso è elemento del creato, legittimato dalla sofferenza di Cristo in croce. Molto
secoli dopo Tommaso d'Acquino, colui che codificò l'aristotelismo facendone la struttura portante
non solo della religione ma dell'intero edificio culturale occidentale, in omaggio all'importanza che
nel pensiero del filosofo greco ebbe il concetto di mimesi, concede piena liceità alla fantasia,
necessaria anche per la rappresentazione dell'inesistente. L'anonimato dell'artista medievale cessa
gradualmente dopo l'anno Mille. L'architettura, arte aniconica, sintetizza l'estetica del Medioevo
nell'essenza dell'edificio religioso per eccellenza, la cattedrale. L'eccessivo sfarzo delle cattedrali
gotiche scatena delle critiche parallele che vari movimenti di contestazione religiosa muovono alla
secolarizzazione ed al potere politico della Chiesa. La stagione della grande pittura toscana tra Due
e Trecento, Cimabue, Giotto, Simone Martini, i senesi, porteranno alla ripresa di una dimensione
figurativa e fortemente spirituale dell'arte. L'aureo Rinascimento, periodo che vede la nascita
dell'era moderna con la regolamentazione della prospettiva da parte di Leon Battista Alberti e
l'invenzione tipografica di Gutemberg è diviso, da un lato, dalla esaltazione degli studi classici e
dalla rivalutazione del pensiero platonico nella cerchia padovana di Marsilio Ficino, dall'altro dalla
rivendicazione dei valori dell'individuo che condurrà l'occidente europeo dritto verso la
Rivoluzione francese, massima esaltazione dei valori laici. Tornando all'Alberti, egli è il prototipo
dell'intellettuale rinascimentale, poliedrico ed aperto al mondo, mosso dal desiderio di
comprenderlo, di spiegarne le leggi e di dominarlo, quasi come un nuovo Dio in terra, essendo dall'
Altissimo stato creato a sua immagine e somiglianza. Lo spirito scientifico del metodo prospettico,
e dell'intero Rinascimento, è affermato da Leonardo Da Vinci. Per lui la pittura è “scienza in atto”.
Leonardo si definisce, per prendere le distanze dai canoni dell'umanesimo neoplatonico. “omo
sanza lettere”, tant'è che apprese il latino solo in età avanzata. La dimensione spirituale sarà invece
centrale nella poetica del “rivale” di Leonardo, quel Michelangelo che sfiorò, con la congrega
degli Spirituali, l'adesione alla nascente Riforma Protestante. Dopo la lunga, intellettualmente
stimolante, stagione Manierista, figlia di un'epoca di crisi e di pasaggio, il Seicento e la stagione
barocca segnano sia un trionfo della ragione moderna, con la nascita del metodo scientifico, sia
uno stretto e vincolante rapporto della religione con l'arte, per effetto dell'applicazione concreta
della Controriforma. Gli artisti, la cui sopravvivenza economica era garantita in primo luogo dalla
Chiesa, dovevano concentrarsi sulle rappresentazioni sacre, e sulle scene di martirio, per suscitare
nei fedeli la devozione. Il naturalismo di Caravaggio e della sua cerchia aggirerà il vincolo calando
nelle vesti di santi e martiri personaggi del popolo, rappresentando quello che era l'underground
dell'epoca. Il Settecento è la stagione del già citato Illuminismo, con le parole d'ordine “Libertà.
Uguaglianza, Fraternità”. Nel corso di due secoli, Settecento ed Ottocento, gli intellettuali più
sensibili ed avveduti rispondono prontamente con la scrittura alle mutazioni iconografiche di
pittura e scultura, che gradualmente si sottraggono alla dittatura del racconto mitologico, religioso,
storico e letterario, contribuendo alla costruzione della nuova immagine contemporanea che, dopo
il traghettamento simbolista, approderà alla stagione delle avanguardie storiche. Dell'Ottocento e
della temperie Romantica ho già fatto cenno. Le radici del movimento romantico in arte partono da
un antagonismo, dal rivendicare il privilegio dell'antica teknè e l'artigiana lentezza della pratica
artistica. Il primo, e più coerente di questi movimenti, è quello Nazareno, nato in Germania su
impulso di Franz Pforr e Friedrich Overbeck. I Nazareni contestano integralmente l'alienazione
della nascente civiltà industriale e l'ipocrisia borghese, nonchè l'assenza di tensione spirituale
nell'arte, predicando e praticando un ritorno ai valori evangelici e la distanza da qualsiasi
tentazione mondana, anticipando di più di un secolo quei movimenti di contestazione giovanile che
attraverseranno l'America e l'Europa dagli anni Cinquanta agli anni Settanta del Novecento.
L'ingresso dell'arte nella dimensione culturologica della contemporaneità, a partire dalla fase finale
dell'Ottocento, segna una nuova fase nel rapporto tra arte e dimensione spirituale. Il crollo
dell'orizzonte metafisico, teorizzato da Nietzsche, che influenzerà profondamente soprattutto
l'avanguardia storica futurista ed il pensiero di Marinetti, con temi quali la sovrumana volontà. il
superuomo ed il volo visto come distacco dalla materia, e la provocatoria asserzione sulla “morte
dell'arte” di Hegel, che significa in sostanza che l'arte si è liberata dall'asservimento al Bello ed ai
dogmi della religione e della politica per diventare qualcos'altro rispetto al passato, conducono la
spiritualità dentro il recinto dell'interiorità e della sensibilità dell'artista. Secondo Walter Benjamin,
per effetto del progresso tecnologico e dell'avvento degli strumenti di riproducibilità tecnica, l'arte
è passata dal dominio del rituale a quello della politica, aumentando la sua sfera di diffusione
simultanea e di esponibilità. Il rapporto dell'arte con religione e spiritualità nel corso del
Novecento non è venuto meno, ma si è manifestato con modalità diverse ed inedite rispetto al
passato. Con l'eccezione di episodi significativi, quali il “Manifesto dell'Arte Sacra Futurista”, il
rapporto con il sacro è diventato sempre più afferente alla dimensione privata e personale del
linguaggio artistico. Come non rinvenire una forte tensione spirituale, ad esempio, nei lavori
astratti del Neo Plasticismo di Mondrian, od in molte prove dell'Espressionismo Astratto, od
ancora nel “blu assoluto” di Yves Klein? L'anelito verso una religiosità dell'arte è avvertibile, a
mio avviso, anche in molte opere della tarda post modernità, all'apparenza provocatorie ai limiti
del villipendio, come quelle di Andres Serrano.
Questa volta la BAM, nella sua quinta edizione “On Tour”, in parallelo con una serie di eventi
importanti ospitati dalla nostra regione, ha inteso operare una ricognizione dedicata ad un tema
con cui l'arte non può esimersi dal confrontarsi. La selezione di artisti del territorio,
prevalentemente figure ormai storiche del panorama degli anni Settanta ed Ottanta, con alcune
significative presenze emerse nei Novanta, e nel corso degli anni Zero, ha sposato al solito il
criterio della qualità. In mostra sarà possibile ammirare diverse versioni del rapporto tra arte e
spiritualità ; da una dimensione narrativa raccolta ed intima, prevalentemente pittorica ed
installativa, ad una estroversione visiva non priva di spirito gioiosamente sdrammatizzante ed
ironico, nei versanti della fotografia, dell'oggettualismo e della pittura neo pop. Gli artisti invitati,
di cui si allega l'elenco, sono stati lasciati liberi di esprimersi sia tramite una dimensione evocativa
che con una citazione iconografica diretta. Il risultato penso sia interessante, e la libertà espressiva
non si è tramutata, come spesso avviene per appagare gli appetiti mediatici, nella provocazione
fine a sé stessa.
Artisti invitati :
Salvatore Astore, Laura Avondoglio, Cornelia Badelita, Angelo Barile, Ermanno Barovero,
Enzo Bersezio, Mauro Biffaro, Corrado Bonomi, Antonio Carena, Gianni Caruso, Ferruccio
D'Angelo, Filippo di Sambuy, Radu Dragomirescu, Roberta Fanti, Raffaello Ferrazzi, Silvia
Fubini, Enzo Gagliardino, Titti Garelli, Theo Gallino, Riccardo Ghirardini, Carlo Giuliano,
Santo Leonardo, Pino Mantovani, Plinio Martelli, Mario Marucci, Andrea Massaioli,
Giancarlo Pagliasso, Luciano Pivotto, Francesco Preverino, Sergio Ragalzi, Franco Rasma,
Ubaldo Rodari, Claudio Rotta Loria,Eraldo Taliano, Valerio Tedeschi, Vittorio Valente,
Ugo Venturini.
Curatore BAM
Edoardo Di Mauro, marzo 2015.
“Il cuore sacro dell'arte : la dimensione spirituale nell'arte
piemontese contemporanea”
La BAM ha una precisa finalità, in decisa controtendenza rispetto alla “biennalite” caratterizzante
la scena artistica contemporanea nell’era della globalizzazione, che è quello di valorizzare l’arte e
la creatività piemontese dal secondo dopoguerra ad oggi secondo un percorso che, ad ogni
scadenza, si indirizza verso aree diverse di analisi storica e contenutistica. Dopo “Proposte
artistiche in Piemonte 1996/2004” della sperimentale edizione del 2004, e “Arte in Piemonte
1975/1995” tema del 2006 e prima fase di reale consolidamento dell’iniziativa, ed il significativo
intermezzo della “BAM on Tour 2007”, nel 2008 abbiamo approntato una manifestazione
intitolata “Art Design”, che ha conosciuto un significativo corollario nell’estate 2009 con uno
spettacolare allestimento presso il Castello di Racconigi che, unitamente alla presenza ad
Artissima, ha sancito il lancio definitivo di una manifestazione nata per pura scommessa
intellettuale e tramutatasi in un appuntamento importante nel folto panorama di iniziative artistiche
che caratterizza Torino ed il Piemonte. Nel 2010 con “BAM Piemonte Project Grafik” , bissata
con “BAM on Tour 2011” per la prima volta a Torino, abbiamo, con successo, privilegiato il
rapporto tra l’arte e la grafica pubblicitaria ed industriale, ma anche il fumetto ed il neo pop. La
quinta edizione della BAM si è svolta, dopo Verbania per le prime tre edizioni e Carmagnola per la
quarta, a Chieri, in sedi prestigiose quali la Biblioteca e l’Imbiancheria del Vajro, ed anche nelle
vetrine del centro cittadino, con il titolo “Contemporary Photobox 2012”, con l' obiettivo di
cogliere l’evoluzione di una linea stilistica legata all’uso delle tecnologie quindi fotografia, video
ed immagine digitale. La “BAM on Tour 2013”, dedicata alla giovane fotografia piemontese, si è
svolta presso l'NH Lingotto Tech. Con la sesta edizione, anticipata rispetto al consueto nel
febbraio 2014 sempre presso l'Imbiancheria del Vajro, “BAM Piamonte Project 6 80”, dedicata a
quel stimolante e controverso decennio, ed un allestimento coronato da un autentico e pieno
successo, riteniamo che la BAM sia entrata definitivamente nell'eccellenza delle rassegne artistiche
della nostra regione.
L'occasione, imprevista e gradita, di poter disporre, per la prima volta, di una sede come il
Castello di Moncalieri, importante reggia sabauda fino ad ora mai adoperata per rassegne di arte
contemporanea, ci ha indotto ad approntare una “edizione straordinaria”. La concomitanza con
eventi quali l'Ostensione della Sindone ed il Bicentenario della nascita di Don Bosco, la
presenza ormai consolidata di una manifestazione come Torino Spiritualità, la possibilità di
disporre dello spazio a partire da maggio, quindi di creare attenzione sull'evento anche nei termini
della ricaduta turistica sul territorio, ci hanno fatto optare per una riflessione sul tema del sacro ed
un titolo quale “Il cuore sacro dell'arte : la dimensione sprituale nell'arte piemontese
contemporanea”.
La religione, come il pensiero mitico, il pensiero simbolico e la ragione, fanno parte della natura
dell'uomo sia religioso che areligioso. L'arte, ai suoi primordi, aveva il compito prioritario di
esorcizzare la paura della morte, allontanare il senso della fine e dell'incertezza, cosi vivi e presenti
nella nostra attuale ed incerta dimensione quotidiana. L'esclusività del rapporto tra il fruitore e
l'opera, sia che generi fascinazione o distacco e repulsione, consente di porsi in una dimensione
privilegiata, in grado di percepire il respiro della spiritualità, senza doverla necessariamente
riconoscere nello stile, nelle forme e nei simboli della tradizione. Scrive il grande storico delle
religioni Mircea Eliade : “ Il sacro nell'arte contemporanea è diventato irriconoscibile, si è
camuffato in forme, propositi e significati che sono apparentemente “profani”. Il sacro non è
scontato, com'era per esempio nell'arte del Medioevo. Non si riconosce immediatamente e
facilmente, perchè non è più espresso attraverso il convenzionale linguaggio religioso”. Una
attenta disamina non può negare l'esigenza del sacro che pervade la società e, di riflesso, il
panorama dell'arte. Nonostante la secolarizzazione avvenuta nel corso del Novecento, ancora più
evidente in questa prima fase del nuovo millennio, e la parziale resa all'immanente costituito dalle
ragioni della tecnica e del mercato, l'arte contemporanea è in realtà più spesso di quanto si creda
alla ricerca di un confronto con la spiritualità, anche se spesso celato dall'abitudine, non sempre
coronata da esiti felici quando l'intento è la ricerca del clamore mediatico fine a sé stesso, di
mescolare l'iconografia del sacro con quella del profano.
Riepilogare il rapporto tra dimensione artistica e religione richiederebbe quantomeno un intero
volume. Cosa che nella circostanza i parcellizzati spazi tipografici di cui dispongo rende
impossibile. Tuttavia si possono sintetizzare alcuni passaggi storici, che traggo in buona parte dal
mio saggio “Vocazione e progetto. Storia ed attualità della critica d'arte”, di cui è prossima la
stampa della seconda edizione.
Per Platone l'espressione artistica non ha a che fare con il razionale o l'irrazionale, quanto con
l'ultrarazionale. Il filosofo sosterrà il concetto di mimesi unicamente in quanto “hermeneia”, cioè
interpretazione. Il poeta si pone come tramite privilegiato tra l'uomo e la divinità e parla in sua
vece. Per Platone, infatti, ispirazione significa “entusiasmo” che, tradotto da un punto di vista
etimologico, diventa “essere nel dio”, cioè porsi al di là della dimensione del contingente e del
terreno, quindi della materia. Dopo la parentesi “laica” dello Stoicismo, profondamente influenzato
dal pensiero di Aristotele, alla esasperazione formalista in atto nella parte terminale della stagione
ellenistica, si oppone dapprima, con il richiamo all'esigenza di una maggiore attenzione alla
dimensione spirituale, lo Pseudo Longino con il suo trattato “Del sublime”, probabilmente redatto
in epoca augustea, poi un filosofo di primo rango come Plotino, nel terzo secolo dopo Cristo.
Plotino condanna qualsiasi concezione rigida della bellezza, che è luce e splendore, secondo la
teoria dell'”emanazione” divina, riscontrabile nelle religioni orientali, non si deve dimenticare che
Plotino non è un autore cristiano. Anticipando il concetto di autonomia dell'arte, appare
significativa la dicotomia instaurata tra materia e forma : la prima è bruttezza caratterizzata
dall'assenza di forma, entità non valutabile e non visibile, vuoto assoluto. La materia prende vita
solo in presenza della forma e quest'ultima, emanazione del divino, assume corpo in virtù della
visione interiore che ne permette la percezione. Nella fase storica successiva, quella dell'Alto
Medioevo, l'arte è vissuta come espressione diretta della comunità di appartenenza che, a sua volta,
con la mediazione dell'”artifex”, è rivolta verso l'adorazione della gloria del Signore. Dice Papa
Gregorio Magno nel VII secolo che “la pittura per gli analfabeti e ciò che la scrittura è per i
letterati”. Questa visione della funzione comunitaria e spirituale dell'arte trovò larga eco
nell'Ottocento, all'interno delle varie correnti romantiche che si opponevano all'alienazione
introdotta dall'avvento della Rivoluzione Industriale denunciando, non senza una certa dose di
ragione alla luce delle esperienze di oggi, il rischio della serializzazione della pratica dell'arte e
della riduzione del manufatto artistico a merce tra le merci. Basti pensare all'affermazione di John
Ruskin a difesa dei Preraffaelliti, accusati di eccessiva leziosità. Il grande critico e storico dell'arte
inglese sosteneva la religiosità della Confraternita Preraffaellita in quanto la loro “perdita di
tempo” era una “perdita del tempo”, un annullamento, uno sprofondare in una dimensione “altra”.
Nel Medioevo, se è sostanzialmente nullo il progresso della critica, intesa anche solo nella formula
convenzionale della cronaca, così non è per l'estetica e la speculazione filosofica. Agostino,
contrariamente a Plotino, sostiene la trascendenza divina rispetto al mondo e autorizza, da un
punto di vista estetico, il “brutto”, in opposizione alla tradizione classica greca di matrice
platonica, perchè esso è elemento del creato, legittimato dalla sofferenza di Cristo in croce. Molto
secoli dopo Tommaso d'Acquino, colui che codificò l'aristotelismo facendone la struttura portante
non solo della religione ma dell'intero edificio culturale occidentale, in omaggio all'importanza che
nel pensiero del filosofo greco ebbe il concetto di mimesi, concede piena liceità alla fantasia,
necessaria anche per la rappresentazione dell'inesistente. L'anonimato dell'artista medievale cessa
gradualmente dopo l'anno Mille. L'architettura, arte aniconica, sintetizza l'estetica del Medioevo
nell'essenza dell'edificio religioso per eccellenza, la cattedrale. L'eccessivo sfarzo delle cattedrali
gotiche scatena delle critiche parallele che vari movimenti di contestazione religiosa muovono alla
secolarizzazione ed al potere politico della Chiesa. La stagione della grande pittura toscana tra Due
e Trecento, Cimabue, Giotto, Simone Martini, i senesi, porteranno alla ripresa di una dimensione
figurativa e fortemente spirituale dell'arte. L'aureo Rinascimento, periodo che vede la nascita
dell'era moderna con la regolamentazione della prospettiva da parte di Leon Battista Alberti e
l'invenzione tipografica di Gutemberg è diviso, da un lato, dalla esaltazione degli studi classici e
dalla rivalutazione del pensiero platonico nella cerchia padovana di Marsilio Ficino, dall'altro dalla
rivendicazione dei valori dell'individuo che condurrà l'occidente europeo dritto verso la
Rivoluzione francese, massima esaltazione dei valori laici. Tornando all'Alberti, egli è il prototipo
dell'intellettuale rinascimentale, poliedrico ed aperto al mondo, mosso dal desiderio di
comprenderlo, di spiegarne le leggi e di dominarlo, quasi come un nuovo Dio in terra, essendo dall'
Altissimo stato creato a sua immagine e somiglianza. Lo spirito scientifico del metodo prospettico,
e dell'intero Rinascimento, è affermato da Leonardo Da Vinci. Per lui la pittura è “scienza in atto”.
Leonardo si definisce, per prendere le distanze dai canoni dell'umanesimo neoplatonico. “omo
sanza lettere”, tant'è che apprese il latino solo in età avanzata. La dimensione spirituale sarà invece
centrale nella poetica del “rivale” di Leonardo, quel Michelangelo che sfiorò, con la congrega
degli Spirituali, l'adesione alla nascente Riforma Protestante. Dopo la lunga, intellettualmente
stimolante, stagione Manierista, figlia di un'epoca di crisi e di pasaggio, il Seicento e la stagione
barocca segnano sia un trionfo della ragione moderna, con la nascita del metodo scientifico, sia
uno stretto e vincolante rapporto della religione con l'arte, per effetto dell'applicazione concreta
della Controriforma. Gli artisti, la cui sopravvivenza economica era garantita in primo luogo dalla
Chiesa, dovevano concentrarsi sulle rappresentazioni sacre, e sulle scene di martirio, per suscitare
nei fedeli la devozione. Il naturalismo di Caravaggio e della sua cerchia aggirerà il vincolo calando
nelle vesti di santi e martiri personaggi del popolo, rappresentando quello che era l'underground
dell'epoca. Il Settecento è la stagione del già citato Illuminismo, con le parole d'ordine “Libertà.
Uguaglianza, Fraternità”. Nel corso di due secoli, Settecento ed Ottocento, gli intellettuali più
sensibili ed avveduti rispondono prontamente con la scrittura alle mutazioni iconografiche di
pittura e scultura, che gradualmente si sottraggono alla dittatura del racconto mitologico, religioso,
storico e letterario, contribuendo alla costruzione della nuova immagine contemporanea che, dopo
il traghettamento simbolista, approderà alla stagione delle avanguardie storiche. Dell'Ottocento e
della temperie Romantica ho già fatto cenno. Le radici del movimento romantico in arte partono da
un antagonismo, dal rivendicare il privilegio dell'antica teknè e l'artigiana lentezza della pratica
artistica. Il primo, e più coerente di questi movimenti, è quello Nazareno, nato in Germania su
impulso di Franz Pforr e Friedrich Overbeck. I Nazareni contestano integralmente l'alienazione
della nascente civiltà industriale e l'ipocrisia borghese, nonchè l'assenza di tensione spirituale
nell'arte, predicando e praticando un ritorno ai valori evangelici e la distanza da qualsiasi
tentazione mondana, anticipando di più di un secolo quei movimenti di contestazione giovanile che
attraverseranno l'America e l'Europa dagli anni Cinquanta agli anni Settanta del Novecento.
L'ingresso dell'arte nella dimensione culturologica della contemporaneità, a partire dalla fase finale
dell'Ottocento, segna una nuova fase nel rapporto tra arte e dimensione spirituale. Il crollo
dell'orizzonte metafisico, teorizzato da Nietzsche, che influenzerà profondamente soprattutto
l'avanguardia storica futurista ed il pensiero di Marinetti, con temi quali la sovrumana volontà. il
superuomo ed il volo visto come distacco dalla materia, e la provocatoria asserzione sulla “morte
dell'arte” di Hegel, che significa in sostanza che l'arte si è liberata dall'asservimento al Bello ed ai
dogmi della religione e della politica per diventare qualcos'altro rispetto al passato, conducono la
spiritualità dentro il recinto dell'interiorità e della sensibilità dell'artista. Secondo Walter Benjamin,
per effetto del progresso tecnologico e dell'avvento degli strumenti di riproducibilità tecnica, l'arte
è passata dal dominio del rituale a quello della politica, aumentando la sua sfera di diffusione
simultanea e di esponibilità. Il rapporto dell'arte con religione e spiritualità nel corso del
Novecento non è venuto meno, ma si è manifestato con modalità diverse ed inedite rispetto al
passato. Con l'eccezione di episodi significativi, quali il “Manifesto dell'Arte Sacra Futurista”, il
rapporto con il sacro è diventato sempre più afferente alla dimensione privata e personale del
linguaggio artistico. Come non rinvenire una forte tensione spirituale, ad esempio, nei lavori
astratti del Neo Plasticismo di Mondrian, od in molte prove dell'Espressionismo Astratto, od
ancora nel “blu assoluto” di Yves Klein? L'anelito verso una religiosità dell'arte è avvertibile, a
mio avviso, anche in molte opere della tarda post modernità, all'apparenza provocatorie ai limiti
del villipendio, come quelle di Andres Serrano.
Questa volta la BAM, nella sua quinta edizione “On Tour”, in parallelo con una serie di eventi
importanti ospitati dalla nostra regione, ha inteso operare una ricognizione dedicata ad un tema
con cui l'arte non può esimersi dal confrontarsi. La selezione di artisti del territorio,
prevalentemente figure ormai storiche del panorama degli anni Settanta ed Ottanta, con alcune
significative presenze emerse nei Novanta, e nel corso degli anni Zero, ha sposato al solito il
criterio della qualità. In mostra sarà possibile ammirare diverse versioni del rapporto tra arte e
spiritualità ; da una dimensione narrativa raccolta ed intima, prevalentemente pittorica ed
installativa, ad una estroversione visiva non priva di spirito gioiosamente sdrammatizzante ed
ironico, nei versanti della fotografia, dell'oggettualismo e della pittura neo pop. Gli artisti invitati,
di cui si allega l'elenco, sono stati lasciati liberi di esprimersi sia tramite una dimensione evocativa
che con una citazione iconografica diretta. Il risultato penso sia interessante, e la libertà espressiva
non si è tramutata, come spesso avviene per appagare gli appetiti mediatici, nella provocazione
fine a sé stessa.
Artisti invitati :
Salvatore Astore, Laura Avondoglio, Cornelia Badelita, Angelo Barile, Ermanno Barovero,
Enzo Bersezio, Mauro Biffaro, Corrado Bonomi, Antonio Carena, Gianni Caruso, Ferruccio
D'Angelo, Filippo di Sambuy, Radu Dragomirescu, Roberta Fanti, Raffaello Ferrazzi, Silvia
Fubini, Enzo Gagliardino, Titti Garelli, Theo Gallino, Riccardo Ghirardini, Carlo Giuliano,
Santo Leonardo, Pino Mantovani, Plinio Martelli, Mario Marucci, Andrea Massaioli,
Giancarlo Pagliasso, Luciano Pivotto, Francesco Preverino, Sergio Ragalzi, Franco Rasma,
Ubaldo Rodari, Claudio Rotta Loria,Eraldo Taliano, Valerio Tedeschi, Vittorio Valente,
Ugo Venturini.
Curatore BAM
Edoardo Di Mauro, marzo 2015.
09
maggio 2015
Il Cuore Sacro dell’Arte : la dimensione spirituale nell’arte piemontese contemporanea
Dal 09 al 31 maggio 2015
arte contemporanea
Location
CASTELLO REALE DI MONCALIERI
Moncalieri, Piazza Baden Baden, (Torino)
Moncalieri, Piazza Baden Baden, (Torino)
Orario di apertura
Venerdì 15.30-18.00. Sabato-Domenica 10.30-12.30 15.30-18.00
Vernissage
9 Maggio 2015, ore 17
Autore
Curatore