Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il diavolo del focolare
Nell’ambito del Salone del Mobile di Milano questa mostra ha come protagonista la donna, per il suo rapporto privilegiato con il territorio domestico. In modo provocatorio, con ironia si indaga come questo rapporto sia nel tempo profondamente mutato. È cambiata la donna, è cambiata la casa. Da questo confronto emergeranno nuovi rapporti con le famiglie di oggi, con gli uomini di oggi, con i mondi di oggi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Un progetto forte, dal titolo provocatorio, sarà l’evento collaterale dei Saloni 2006 organizzato da Cosmit alla Triennale di Milano. Una celebrazione dedicata alla nuova “casa” del Salone Internazionale del Mobile, quest’anno al suo 45° compleanno. E che indaga il rapporto fra la “nuova” donna e la “nuova” casa.
Negli ultimi trent’anni, attraverso anche realtà e sistemi mediatici universali in continua e rapidissima evoluzione, la donna è divenuta protagonista della società occidentale. Lo vediamo in politica, nel mondo scientifico, in quello del lavoro.
Soprattutto lo vediamo in quello dell’arte e della cultura. Per la prima volta in migliaia di anni l’artista donna ha assunto la stessa credibilità, lo stesso ruolo, lo stesso peso dell’artista uomo.
Ma l’arte e la cultura sono anche gli aspetti più simbolicamente e politicamente rilevanti, più qualitativamente rappresentativi, meno discutibili della comunicazione globale.
Allora la domanda è: cosa significherà per il futuro della donna, dell’uomo, del mondo, la paritetica condivisione di questo territorio, di questa gigantesca fabbrica di immagine che oggi sembra assumere
una importanza strategica definitiva?
Allo stesso modo è cambiata la casa, un tempo vissuta esclusivamente, nel bene e nel male, come il territorio della famiglia. Oggi, soprattutto se riferita agli opinion leader, essa appare sempre più nomade, notturna, sofisticata, personale: meno foto di gruppo con i nonni, sempre più autoritratto.
Perché “Il diavolo del focolare”? Ebbene, il titolo della mostra punta in modo decisamente provocatorio (ma non trascurando la necessaria ironia) su quella che è stata la profonda trasformazione del rapporto tra la donna, il mondo, la casa; senza perdere di vista il terzo incomodo, ossia l’uomo.
La cultura maschilista e piccolo borghese della seconda metà dell’Ottocento aveva costretto la donna nelle incomodissime sembianze dell’“Angelo del focolare”.
Madre, Sposa, Punto di Riferimento: mentre l’uomo tagliava la corda, lei stava perpetuamente a casa cucinando, cucendo, badando ai figlioli, custodendo le chiavi dei cassettoni. Deporre quelle ali polverose ha significato, per la donna, evadere da un territorio troppo simile a una prigione.
La nuova donna, la nuova casa. Un rapporto di cui abbiamo chiesto a trentaquattro grandi protagoniste della cultura del nostro tempo: Marina Abramovic (Ex Jugoslavia); Chiho Aoshima (Giappone);
Vanessa Beecroft (Italia); Monica Bonvicini (Italia); Angela Bulloch (Canada); Maria Cassi (Italia); Sarah Ciracì (Italia); Paola Di Bello (Italia); Tracey Emin (Gran Bretagna); Lara Favaretto (Italia); Stefania Galegati (Italia); Lucia Gironés (Spagna); Nan Goldin (USA); Mona Hatoum (Palestina); Sarah Jones (Gran Bretagna);
Zoe Leonard (USA); Luciana Littizzetto (Italia); Sarah Lucas (Gran Bretagna); Tessa Manon den Uyl (Olanda); Margherita Manzelli (Italia); Eva Marisaldi (Italia); Irene Papas (Grecia); Paola Pivi (Italia); Sandy Skoglund (USA); Kiki Smith (USA); Patti Smith (USA); Jessica Stockholder (USA); Sam Taylor-Wood (Gran Bretagna); Alessandra Tesi (Italia); Rosemarie Trockel (Germania);Patrizia Valduga (Italia); Lily van der Stokker (Olanda); Pae White (USA); Rachel Whiteread (Gran Bretagna).
L’evento si articola in tre momenti: uno spettacolo inaugurale originale sul tema a cura de La Fura dels Baus; una mostra della durata di un mese all’interno della Galleria Aulenti della Triennale di Milano, trasformata per l’occasione nella metafora di una casa; tre serate davvero speciali durante la settimana del Salone, che proporranno, all’interno della casa/mostra, gli interventi di tre attrici del calibro di Irene Papas, Maria Cassi, Luciana Littizzetto.
L’ideazione e cura generale sono di Luigi Settembrini; la direzione artistica è di Francesca Sorace; la curatela della mostra è di Claudia Gian Ferrari; il progetto dell’allestimento della mostra è di Matali Crasset; la direzione della produzione esecutiva è di Solares Fondazione Culturale.
Negli ultimi trent’anni, attraverso anche realtà e sistemi mediatici universali in continua e rapidissima evoluzione, la donna è divenuta protagonista della società occidentale. Lo vediamo in politica, nel mondo scientifico, in quello del lavoro.
Soprattutto lo vediamo in quello dell’arte e della cultura. Per la prima volta in migliaia di anni l’artista donna ha assunto la stessa credibilità, lo stesso ruolo, lo stesso peso dell’artista uomo.
Ma l’arte e la cultura sono anche gli aspetti più simbolicamente e politicamente rilevanti, più qualitativamente rappresentativi, meno discutibili della comunicazione globale.
Allora la domanda è: cosa significherà per il futuro della donna, dell’uomo, del mondo, la paritetica condivisione di questo territorio, di questa gigantesca fabbrica di immagine che oggi sembra assumere
una importanza strategica definitiva?
Allo stesso modo è cambiata la casa, un tempo vissuta esclusivamente, nel bene e nel male, come il territorio della famiglia. Oggi, soprattutto se riferita agli opinion leader, essa appare sempre più nomade, notturna, sofisticata, personale: meno foto di gruppo con i nonni, sempre più autoritratto.
Perché “Il diavolo del focolare”? Ebbene, il titolo della mostra punta in modo decisamente provocatorio (ma non trascurando la necessaria ironia) su quella che è stata la profonda trasformazione del rapporto tra la donna, il mondo, la casa; senza perdere di vista il terzo incomodo, ossia l’uomo.
La cultura maschilista e piccolo borghese della seconda metà dell’Ottocento aveva costretto la donna nelle incomodissime sembianze dell’“Angelo del focolare”.
Madre, Sposa, Punto di Riferimento: mentre l’uomo tagliava la corda, lei stava perpetuamente a casa cucinando, cucendo, badando ai figlioli, custodendo le chiavi dei cassettoni. Deporre quelle ali polverose ha significato, per la donna, evadere da un territorio troppo simile a una prigione.
La nuova donna, la nuova casa. Un rapporto di cui abbiamo chiesto a trentaquattro grandi protagoniste della cultura del nostro tempo: Marina Abramovic (Ex Jugoslavia); Chiho Aoshima (Giappone);
Vanessa Beecroft (Italia); Monica Bonvicini (Italia); Angela Bulloch (Canada); Maria Cassi (Italia); Sarah Ciracì (Italia); Paola Di Bello (Italia); Tracey Emin (Gran Bretagna); Lara Favaretto (Italia); Stefania Galegati (Italia); Lucia Gironés (Spagna); Nan Goldin (USA); Mona Hatoum (Palestina); Sarah Jones (Gran Bretagna);
Zoe Leonard (USA); Luciana Littizzetto (Italia); Sarah Lucas (Gran Bretagna); Tessa Manon den Uyl (Olanda); Margherita Manzelli (Italia); Eva Marisaldi (Italia); Irene Papas (Grecia); Paola Pivi (Italia); Sandy Skoglund (USA); Kiki Smith (USA); Patti Smith (USA); Jessica Stockholder (USA); Sam Taylor-Wood (Gran Bretagna); Alessandra Tesi (Italia); Rosemarie Trockel (Germania);Patrizia Valduga (Italia); Lily van der Stokker (Olanda); Pae White (USA); Rachel Whiteread (Gran Bretagna).
L’evento si articola in tre momenti: uno spettacolo inaugurale originale sul tema a cura de La Fura dels Baus; una mostra della durata di un mese all’interno della Galleria Aulenti della Triennale di Milano, trasformata per l’occasione nella metafora di una casa; tre serate davvero speciali durante la settimana del Salone, che proporranno, all’interno della casa/mostra, gli interventi di tre attrici del calibro di Irene Papas, Maria Cassi, Luciana Littizzetto.
L’ideazione e cura generale sono di Luigi Settembrini; la direzione artistica è di Francesca Sorace; la curatela della mostra è di Claudia Gian Ferrari; il progetto dell’allestimento della mostra è di Matali Crasset; la direzione della produzione esecutiva è di Solares Fondazione Culturale.
05
aprile 2006
Il diavolo del focolare
Dal 05 al 30 aprile 2006
design
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
TRIENNALE – PALAZZO DELL’ARTE
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Biglietti
8 € - 5.5 € - 4.5 € - 4 €
Orario di apertura
10.30 - 20.30, chiuso il lunedì
dal 5 al 10 aprile dalle 10.30 alle 23.00 lunedì aperto
Vernissage
5 Aprile 2006, ore 20
Sito web
www.cosmit.it
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
DIOMEDEA
Autore
Curatore