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Il dio delle piccole cose
L’esposizione presenta i lavori di alcuni giovani artisti dell’Asia Orientale e Sud-Orientale con l’aggiunta di un’artista toscana Leonora Bisagno – le cui opere, pur esprimendo la specifica sensibilità estetica di ognuno, hanno in comune il prescindere da effetti spettacolari come quelli che in tempi recenti caratterizzano gran parte dell’Arte, ed allo stesso tempo, sono il segno di qualcosa di sottile e sostanziale del mondo in cui vivono e anche noi viviamo.
Comunicato stampa
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Prosegue l’attività espositiva di CASA MASACCIO CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA, con la mostra IL DIO DELLE PICCOLE COSE. L’esposizione presenta i lavori di alcuni giovani artisti dell’Asia Orientale e Sud-Orientale - Uematsu Takuma, Mitzunori Kimura, Mizuno Katsunori, il gruppo di lavoro Ine wo Ueru hito, Maitree Siriboon, Jirayu Rengjaras, Liang Yuanwei, con l’aggiunta di un’artista toscana Leonora Bisagno - le cui opere, pur esprimendo la specifica sensibilità estetica di ognuno, hanno in comune il prescindere da effetti spettacolari come quelli che in tempi recenti caratterizzano gran parte dell’Arte, ed allo stesso tempo, sono il segno di qualcosa di sottile e sostanziale del mondo in cui vivono e anche noi viviamo. La mostra è curata da Pier Luigi Tazzi che da alcuni anni vive e lavora tra l’Italia e l’Oriente, dove è stato recentemente nominato curatore della nuova Aichi Triennale che si terrà nel 2010 a Nagoya, in Giappone.
Il titolo della mostra è la traduzione italiana di The God of Small Things, il noto, ed unico, romanzo della scrittrice indiana Arundhati Roy, con i cui contenuti l’esposizione ha un rapporto solo indiretto. Nel libro la Roy scrive in Inglese, come gli artisti in mostra usano modelli estetici ed espressivi derivati dal Modello Occidentale che domina a livello planetario le pratiche artistiche attuali; la storia del libro verte su personaggi che subiscono il contrasto fra tradizione e colonizzazione, così questi artisti manifestano la loro separatezza individuale nei confronti sia del Grande Mondo che dei loro reciproci contesti di appartenenza attraversati e feriti da modernità e tradizione; come la Roy che da oltre vent’anni ha abbandonato la narrativa per farsi attivista politica nei movimenti anti-globalizzazione, gli artisti in mostra perseguono un loro percorso operativo che li stacca dai trend artistici correnti e li isola in una loro ricerca personale, isolamento che riconoscono come il nutrimento essenziale e il senso della loro stessa esistenza nel mondo.
Giapponesi sono: Uematsu Takuma (nato nel 1977, vive ad Osaka), lavora prevalentemente con la scultura e il disegno, combinati spesso in complesse installazioni; Mitzunori Kimura (nato nel 1983, vive a Nagoya) scultore di opere di medie e piccole dimensioni, accompagnate in mostra da disegni; Mizuno Katsunori (nato nel 1982) utilizza prevalentemente film e video; Ine wo Ueru hito, gruppo di lavoro formatosi nel 2007, composto da Inagaki Tomoko (nata a Tokyo nel 1975, vive a Berlino) e Uematsu Takuma. Dalla Thailandia, e più precisamente dall’Isan, Maitree Siriboon (nato nel 1983, vive a Bangkok), pittore di formazione, lavora da qualche anno anche con la fotografia e i video, e Jirayu Rengjaras, pittore autodidatta (nato nel 1980 nella provincia di Kalasin, dove recentemente è tornato a vivere). Cinese è l’artista Liang Yuanwei (nata nel 1977 a Xi’an) che privilegia la fotografia, la pittura e le installazioni. Infine l’italiana Leonora Bisagno (nata nel 1977 a Zurigo, vive nel Chianti), che usa vari media fra cui video e disegno.
Come scrive in catalogo Tazzi, “le posizioni marginali e minoritarie, che contraddistinguono ciascuno di questi artisti, il cui isolamento, costitutivo e determinato nella sua essenza, finisce con il produrre visioni particolari, germinali, di estrema suggestione, in un universo come quello dell’arte attuale, dove dappertutto l’omogeneizzazione ai nuovi canoni degli stili, della moda e del mercato ha spesso come esito works that look like art “, ovvero, opere che somigliano all’arte.
Il titolo della mostra è la traduzione italiana di The God of Small Things, il noto, ed unico, romanzo della scrittrice indiana Arundhati Roy, con i cui contenuti l’esposizione ha un rapporto solo indiretto. Nel libro la Roy scrive in Inglese, come gli artisti in mostra usano modelli estetici ed espressivi derivati dal Modello Occidentale che domina a livello planetario le pratiche artistiche attuali; la storia del libro verte su personaggi che subiscono il contrasto fra tradizione e colonizzazione, così questi artisti manifestano la loro separatezza individuale nei confronti sia del Grande Mondo che dei loro reciproci contesti di appartenenza attraversati e feriti da modernità e tradizione; come la Roy che da oltre vent’anni ha abbandonato la narrativa per farsi attivista politica nei movimenti anti-globalizzazione, gli artisti in mostra perseguono un loro percorso operativo che li stacca dai trend artistici correnti e li isola in una loro ricerca personale, isolamento che riconoscono come il nutrimento essenziale e il senso della loro stessa esistenza nel mondo.
Giapponesi sono: Uematsu Takuma (nato nel 1977, vive ad Osaka), lavora prevalentemente con la scultura e il disegno, combinati spesso in complesse installazioni; Mitzunori Kimura (nato nel 1983, vive a Nagoya) scultore di opere di medie e piccole dimensioni, accompagnate in mostra da disegni; Mizuno Katsunori (nato nel 1982) utilizza prevalentemente film e video; Ine wo Ueru hito, gruppo di lavoro formatosi nel 2007, composto da Inagaki Tomoko (nata a Tokyo nel 1975, vive a Berlino) e Uematsu Takuma. Dalla Thailandia, e più precisamente dall’Isan, Maitree Siriboon (nato nel 1983, vive a Bangkok), pittore di formazione, lavora da qualche anno anche con la fotografia e i video, e Jirayu Rengjaras, pittore autodidatta (nato nel 1980 nella provincia di Kalasin, dove recentemente è tornato a vivere). Cinese è l’artista Liang Yuanwei (nata nel 1977 a Xi’an) che privilegia la fotografia, la pittura e le installazioni. Infine l’italiana Leonora Bisagno (nata nel 1977 a Zurigo, vive nel Chianti), che usa vari media fra cui video e disegno.
Come scrive in catalogo Tazzi, “le posizioni marginali e minoritarie, che contraddistinguono ciascuno di questi artisti, il cui isolamento, costitutivo e determinato nella sua essenza, finisce con il produrre visioni particolari, germinali, di estrema suggestione, in un universo come quello dell’arte attuale, dove dappertutto l’omogeneizzazione ai nuovi canoni degli stili, della moda e del mercato ha spesso come esito works that look like art “, ovvero, opere che somigliano all’arte.
07
novembre 2009
Il dio delle piccole cose
Dal 07 novembre 2009 al 10 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
CASA MASACCIO
San Giovanni Valdarno, Corso Italia, 83, (Arezzo)
San Giovanni Valdarno, Corso Italia, 83, (Arezzo)
Orario di apertura
feriali 16/19 festivi 10/12-16/19, lunedì chiuso
Vernissage
7 Novembre 2009, ore 18
Ufficio stampa
AMBRA NEPI
Autore
Curatore