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Il folle volo
rassegna di fotografie su aerei e piloti della Prima Guerra Mondiale
Comunicato stampa
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Aviatori intrepidi e sprezzanti del pericolo restituiti alla loro umanità. I cavalieri del cielo per una volta fotografati anche nella quotidianità. E’ l’altra faccia di un mito quella che offre la mostra “Il folle volo”, la rassegna di fotografie, documenti e oggetti sull’evoluzione degli aerei nel periodo della Prima Guerra Mondiale e sull’utilizzo dell’immagine come mezzo di trasformazione degli uomini in eroi. L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e con il contributo di UniCredit Banca, e che si avvale di materiale proveniente dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena e dal Museo Baracca di Lugo, è in programma dall’ 8 settembre al 14 ottobre a Modena al Fotomuseo Panini. Al pubblico è offerta una ricca selezione di immagini inedite conservate al Fotomuseo facenti parte delle raccolte dello stesso Giuseppe Panini integratesi col fondo fotografico e documentario costituito nel corso degli anni ‘60 e ‘70 da Rinaldo D’Ami, famoso fumettista e appassionato d’aeronautica.
Con l’intento di pubblicare un libro sull’aviazione della Grande Guerra sul fronte italiano, con l’aiuto di Silvio Scaroni, aviatore amico e collaboratore al progetto, e intervistando in prima persona molti piloti, D’Ami riesce a raccogliere un patrimonio fotografico e documentario unico nel suo genere e per questo fonte significativa per gli studi della storia dell’aviazione e dei suoi protagonisti. Tuttavia, a causa della morte prima di Scaroni e poi di D’Ami il progetto editoriale, che doveva avere titolo “Aviazione in grigioverde”, rimane incompiuto. Sarà dunque Giuseppe Panini ad acquistare il fondo nel 1981, attratto dalla figura dell’asso Francesco Baracca, uno dei protagonisti della mostra, l’aviatore che portava come segno distintivo sul proprio aereo l’effige del cavallino rampante da cui Enzo Ferrari trasse ispirazione per il famoso marchio di fabbrica.
Considerato l’immenso repertorio, costituito da circa 25.000 foto e documenti originali, la mostra è una selezione di un centinaio di immagini circoscritta al periodo della Prima Guerra Mondiale. È noto come quel conflitto ebbe fin dall’inizio caratteristiche completamente diverse rispetto ai precedenti: la guerra di trincea imposta dall’impiego di artiglieria pesante e di mitragliatrici rivelava, con i suoi orrori e le sue miserie, un tipo di scontro cui né i militari né l’opinione pubblica erano preparati.
Sfuggiva a questa realtà l’aviatore, che in quegli anni si ritagliò nell’immaginario collettivo il ruolo di ultimo cavaliere romantico, in sella al nuovo “cavallo alato”, segno fra i più alti della stagione della tecnica e dell’ingegno d’inizio secolo. Rispetto alla fanteria pareva che agli aviatori fosse ancora concesso un combattimento in cui eccellesse l’individualità e l’osservanza di comportamenti cavallereschi.
Da una parte dunque la mostra racconta la storia dell’evoluzione delle più significative macchine volanti, costruite in legno e tela e delle tattiche di combattimento. Dall’altra si analizza l’uso della grafica e della fotografia come mezzo di trasformazione dell’immagine dell’aviatore, divulgata attraverso giornali e riviste: questa si contrappone alla dimensione più quotidiana ed umana dei piloti.
Con l’intento di pubblicare un libro sull’aviazione della Grande Guerra sul fronte italiano, con l’aiuto di Silvio Scaroni, aviatore amico e collaboratore al progetto, e intervistando in prima persona molti piloti, D’Ami riesce a raccogliere un patrimonio fotografico e documentario unico nel suo genere e per questo fonte significativa per gli studi della storia dell’aviazione e dei suoi protagonisti. Tuttavia, a causa della morte prima di Scaroni e poi di D’Ami il progetto editoriale, che doveva avere titolo “Aviazione in grigioverde”, rimane incompiuto. Sarà dunque Giuseppe Panini ad acquistare il fondo nel 1981, attratto dalla figura dell’asso Francesco Baracca, uno dei protagonisti della mostra, l’aviatore che portava come segno distintivo sul proprio aereo l’effige del cavallino rampante da cui Enzo Ferrari trasse ispirazione per il famoso marchio di fabbrica.
Considerato l’immenso repertorio, costituito da circa 25.000 foto e documenti originali, la mostra è una selezione di un centinaio di immagini circoscritta al periodo della Prima Guerra Mondiale. È noto come quel conflitto ebbe fin dall’inizio caratteristiche completamente diverse rispetto ai precedenti: la guerra di trincea imposta dall’impiego di artiglieria pesante e di mitragliatrici rivelava, con i suoi orrori e le sue miserie, un tipo di scontro cui né i militari né l’opinione pubblica erano preparati.
Sfuggiva a questa realtà l’aviatore, che in quegli anni si ritagliò nell’immaginario collettivo il ruolo di ultimo cavaliere romantico, in sella al nuovo “cavallo alato”, segno fra i più alti della stagione della tecnica e dell’ingegno d’inizio secolo. Rispetto alla fanteria pareva che agli aviatori fosse ancora concesso un combattimento in cui eccellesse l’individualità e l’osservanza di comportamenti cavallereschi.
Da una parte dunque la mostra racconta la storia dell’evoluzione delle più significative macchine volanti, costruite in legno e tela e delle tattiche di combattimento. Dall’altra si analizza l’uso della grafica e della fotografia come mezzo di trasformazione dell’immagine dell’aviatore, divulgata attraverso giornali e riviste: questa si contrappone alla dimensione più quotidiana ed umana dei piloti.
08
settembre 2007
Il folle volo
Dall'otto settembre al 14 ottobre 2007
fotografia
Location
FOTOMUSEO GIUSEPPE PANINI
Modena, Via Pietro Giardini, 160, (Modena)
Modena, Via Pietro Giardini, 160, (Modena)
Orario di apertura
lunedì: 15/17 – da martedì a venerdì: 9,30/12 – 15/17
Sabato, domenica e festivi: 10/13 – 15/19
Ufficio stampa
CONTESTO
Curatore