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Il fotogiornalismo in Italia 1945–2005
Dopo il successo riscosso a Torino la Biennale Internazionale di Fotografia approda a Milano con un’edizione aggiornata e una sezione dedicata al fotogiornalismo milanese
Comunicato stampa
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Dopo il successo riscosso a Torino la Biennale Internazionale di Fotografia approda a Milano con un’edizione aggiornata e una sezione dedicata al fotogiornalismo milanese.
Un insieme di oltre 350 immagini e documenti, per riflettere per la prima volta in modo critico e organico sulla storia del fotogiornalismo italiano.
Uliano Lucas, curatore della mostra, guida un viaggio nella storia d’Italia degli ultimi ’60 raccontando l’intreccio tra il modificarsi del paese, i centri di potere, il mondo editoriale, seguendo l’evolversi del linguaggio dell’informazione e della fotografia d’informazione in rapporto alle mutate richieste della società: dal neorealismo del dopoguerra al paparazzismo, dal reportage sociale che si afferma negli anni ’60 insieme ad un nuovo modo di guardare e raccontare, alla fotografia di cronaca dei fotografi di redazione degli anni del terrorismo e delle stragi di mafia, dalla foto anonima d’agenzia che attraversa tutta la storia degli ultimi anni, a riprova del desiderio di evasione e di fiabe moderne di una classe media sorda di fronte ai bisogni e alle pulsioni reali del paese, ai nuovi stili e messaggi degli scatti degli anni ’90, strettamente legati alla riorganizzazione del mondo dell’informazione nella globalizzata e tecnologicizzata società postmoderna, ma anche all’ingresso della fotografia, anche quella di news, nel mondo dell’arte e del collezionismo.
Una storia delle immagini, delle scelte compiute dall’informazione nel campo della fotografia giornalistica.
Documentano davvero le foto pubblicate in questi cinquant’anni sulle decine di periodici di questo paese, la realtà dell’Italia? Cosa ha fotografato il fotoreporter e cosa ha scelto di pubblicare il direttore? Qual è il limite del loro fare informazione? In che misura le richieste dell’editoria hanno condizionato o modificato il modo di fotografare del reporter?
Una storia di direttori, intellettuali e reporter che hanno tentato di infrangere il muro dell’informazione di potere e fare un buon giornalismo d’immagine. Ecco allora le esperienze nel campo della grafica e della fotografia di Mario Il Mondo e Arrigo Benedetti con L’Espresso, di Pasquale Prunas con Le Ore ed Il Messaggero, di Carlo Rizzi con L’Europeo ed Epoca, di Gianluigi Colin coi supplementi del Corriere della Sera e di Corona con King e La Voce e le scelte innovative nell’uso dell’immagine di Gianluigi Melega e Lamberto Sechi a Panorama, di Nicola Cattedra a Tempo Illustrato e a Il Giorno, di Nini Briglia ad Epoca, di Tommaso Giglio a L’Europeo, di Paolo Pietroni come ideatore di Sette e di Lo Specchio, e di Bracaglia, inventore dei supplementi di Vie Nuove.
Metamorfosi di una città: Milano e le sue rappresentazioni
Com’è mutata Milano dal dopoguerra ad oggi e com’è mutato lo sguardo che i fotografi e i loro giornali hanno gettato su di essa? Attraverso un breve excursus nelle fotografie di reportage e di cronaca della Milano anni ’50 - ’70 e, soprattutto, una selezione di fotografie delle nuove tendenze della rappresentazione della città degli ultimi vent’anni, questa sezione della mostra tenta di rispondere a questo interrogativo. La città industriale, capitale morale ed economica del paese che era Milano fino agli anni ’60, ritratta nei suoi quartieri ancora popolari, nelle nuove periferie degli immigrati, nelle fabbriche di Sesto San Giovanni e della Bovisa, dai reporter di quel tempo e dai fotografi della cronaca dei giornali del pomeriggio, lascia via via il posto al nuovo spazio metropolitano indagato da quella prima generazione di fotografi che negli anni ’70 si discosta dai dettami della fotografia umanista per impegnarsi in una nuova indagine del territorio, assunto attraverso i suoi segni e le sue geometrie a narratore di se stesso. Fino ad arrivare alla città invisibile del 2000, con i suoi flussi immateriali di lavoro e di notizie, l’estensione infinita dell’interland e del terziario, il polimorfo tessuto sociale distante anni luce da quello del passato, raccontata da autori che tentano faticosamente di catturare e decifrare la complessità del presente.
La mostra sarà accompagnata da un convegno (data ancora da definire) e da un’intensa attività per le scuole, curata dalla sezione didattica del Settore Famiglia Scuola e Politiche Sociali della Città di Milano.
A questo proposito il 4 ottobre alle ore 16.30 il curatore della mostra: Uliano Lucas presenterà il progetto espositivo agli insegnanti. (confermare Museo)
Il ricco catalogo della mostra, pubblicato in collaborazione con La Stampa con testi critici di Uliano Lucas, Tatiana Agli ani, Piero Berengo Gardin, Carlo Cerchioli e Aldo Bonomi, sarà in vendita all’ingresso della mostra a 28 Euro.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA
- Cronaca, reportage e grafica nell’immediato dopoguerra
- Il giornalismo italiano scopre la fotografia
- Dall’informazione all’intrattenimento: il nuovo corso della fotografia anni ’50
- La fotografia come denuncia e libertà: i freelance degli anni ’50
- Una lezione inascoltata: “Il giornalismo totale” di “Le Ore”e “Vie Nuove”
- Boom economico e rotocalco: un nuovo modello di vita
- I Fotogiornalisti della contestazione: cronaca e reportage
- Creatività o omologazione? La fotografia giornalistica nell’era postmoderna
- Metamorfosi di una città: Milano e le sue rappresentazioni
Un insieme di oltre 350 immagini e documenti, per riflettere per la prima volta in modo critico e organico sulla storia del fotogiornalismo italiano.
Uliano Lucas, curatore della mostra, guida un viaggio nella storia d’Italia degli ultimi ’60 raccontando l’intreccio tra il modificarsi del paese, i centri di potere, il mondo editoriale, seguendo l’evolversi del linguaggio dell’informazione e della fotografia d’informazione in rapporto alle mutate richieste della società: dal neorealismo del dopoguerra al paparazzismo, dal reportage sociale che si afferma negli anni ’60 insieme ad un nuovo modo di guardare e raccontare, alla fotografia di cronaca dei fotografi di redazione degli anni del terrorismo e delle stragi di mafia, dalla foto anonima d’agenzia che attraversa tutta la storia degli ultimi anni, a riprova del desiderio di evasione e di fiabe moderne di una classe media sorda di fronte ai bisogni e alle pulsioni reali del paese, ai nuovi stili e messaggi degli scatti degli anni ’90, strettamente legati alla riorganizzazione del mondo dell’informazione nella globalizzata e tecnologicizzata società postmoderna, ma anche all’ingresso della fotografia, anche quella di news, nel mondo dell’arte e del collezionismo.
Una storia delle immagini, delle scelte compiute dall’informazione nel campo della fotografia giornalistica.
Documentano davvero le foto pubblicate in questi cinquant’anni sulle decine di periodici di questo paese, la realtà dell’Italia? Cosa ha fotografato il fotoreporter e cosa ha scelto di pubblicare il direttore? Qual è il limite del loro fare informazione? In che misura le richieste dell’editoria hanno condizionato o modificato il modo di fotografare del reporter?
Una storia di direttori, intellettuali e reporter che hanno tentato di infrangere il muro dell’informazione di potere e fare un buon giornalismo d’immagine. Ecco allora le esperienze nel campo della grafica e della fotografia di Mario Il Mondo e Arrigo Benedetti con L’Espresso, di Pasquale Prunas con Le Ore ed Il Messaggero, di Carlo Rizzi con L’Europeo ed Epoca, di Gianluigi Colin coi supplementi del Corriere della Sera e di Corona con King e La Voce e le scelte innovative nell’uso dell’immagine di Gianluigi Melega e Lamberto Sechi a Panorama, di Nicola Cattedra a Tempo Illustrato e a Il Giorno, di Nini Briglia ad Epoca, di Tommaso Giglio a L’Europeo, di Paolo Pietroni come ideatore di Sette e di Lo Specchio, e di Bracaglia, inventore dei supplementi di Vie Nuove.
Metamorfosi di una città: Milano e le sue rappresentazioni
Com’è mutata Milano dal dopoguerra ad oggi e com’è mutato lo sguardo che i fotografi e i loro giornali hanno gettato su di essa? Attraverso un breve excursus nelle fotografie di reportage e di cronaca della Milano anni ’50 - ’70 e, soprattutto, una selezione di fotografie delle nuove tendenze della rappresentazione della città degli ultimi vent’anni, questa sezione della mostra tenta di rispondere a questo interrogativo. La città industriale, capitale morale ed economica del paese che era Milano fino agli anni ’60, ritratta nei suoi quartieri ancora popolari, nelle nuove periferie degli immigrati, nelle fabbriche di Sesto San Giovanni e della Bovisa, dai reporter di quel tempo e dai fotografi della cronaca dei giornali del pomeriggio, lascia via via il posto al nuovo spazio metropolitano indagato da quella prima generazione di fotografi che negli anni ’70 si discosta dai dettami della fotografia umanista per impegnarsi in una nuova indagine del territorio, assunto attraverso i suoi segni e le sue geometrie a narratore di se stesso. Fino ad arrivare alla città invisibile del 2000, con i suoi flussi immateriali di lavoro e di notizie, l’estensione infinita dell’interland e del terziario, il polimorfo tessuto sociale distante anni luce da quello del passato, raccontata da autori che tentano faticosamente di catturare e decifrare la complessità del presente.
La mostra sarà accompagnata da un convegno (data ancora da definire) e da un’intensa attività per le scuole, curata dalla sezione didattica del Settore Famiglia Scuola e Politiche Sociali della Città di Milano.
A questo proposito il 4 ottobre alle ore 16.30 il curatore della mostra: Uliano Lucas presenterà il progetto espositivo agli insegnanti. (confermare Museo)
Il ricco catalogo della mostra, pubblicato in collaborazione con La Stampa con testi critici di Uliano Lucas, Tatiana Agli ani, Piero Berengo Gardin, Carlo Cerchioli e Aldo Bonomi, sarà in vendita all’ingresso della mostra a 28 Euro.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA
- Cronaca, reportage e grafica nell’immediato dopoguerra
- Il giornalismo italiano scopre la fotografia
- Dall’informazione all’intrattenimento: il nuovo corso della fotografia anni ’50
- La fotografia come denuncia e libertà: i freelance degli anni ’50
- Una lezione inascoltata: “Il giornalismo totale” di “Le Ore”e “Vie Nuove”
- Boom economico e rotocalco: un nuovo modello di vita
- I Fotogiornalisti della contestazione: cronaca e reportage
- Creatività o omologazione? La fotografia giornalistica nell’era postmoderna
- Metamorfosi di una città: Milano e le sue rappresentazioni
02
novembre 2006
Il fotogiornalismo in Italia 1945–2005
Dal 02 novembre 2006 al 07 gennaio 2007
fotografia
Location
MUSEO DI STORIA CONTEMPORANEA
Milano, Via Sant'andrea, 6, (Milano)
Milano, Via Sant'andrea, 6, (Milano)
Biglietti
Intero 7,00 Euro
Ridotto 5,00 Euro - Anziani (over 65) Gruppi e Convenzioni
Ridotto 3,00 Euro – minori di 18 anni, studenti scuole primarie e secondarie inferiori e superiori
Gratuito – minori di 6 anni, disabili, e accompagnatori
Orario di apertura
Da martedì a domenica 9.30 / 13.00 – 14.00 / 19.30
Chiuso Lunedì
Vernissage
2 Novembre 2006, ore 19
Curatore