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IL GABBIANO MATT
Giovedì 18 luglio alle ore 19:30, nella Piazza Yacht Club Porto Rotondo, si terrà la presentazione dell’opera permanente Il Gabbiano Matt dell’artista Emanuela Giacco.
L’opera é stata scelta dal Consorzio di Porto Rotondo per celebrare il Sessantesimo Compleanno del borgo.
Comunicato stampa
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L'opera permanente "Il gabbiano Matt", scelta dal Consorzio di Porto Rotondo per celebrare i 60 anni dalla nascita del borgo, verrà inaugurata il prossimo 18 luglio , alle ore 19.30, presso la piazza antistante lo Yacht Club Porto Rotondo.
Porto Rotondo, la materializzazione di un sogno, fortemente voluto dai Conti veneziani Luigi e Nicolò Donà dalle Rose, nasce dal progetto e dall'impegno dei due fratelli nel 1964 con l’idea di creare un luogo d’incontro per artisti ed intellettuali. Una fucina di creatività, estro ed idee immerse in un Eden.
Un paradiso naturale, progettato e definito nel rispetto dei luoghi, del paesaggio e della bellezza.
L’opera in questione, è stata scelta dal Consorzio di Porto Rotondo per celebrare lo spirito di sogno, di libertà e di coraggio che ha contraddistinto la fondazione del borgo stesso e continua a permeare ancora oggi in ogni singolo scorcio del borgo.
Installata in uno dei due moli di ingresso al porto, accoglie nell’abbraccio dello stesso tutte le imbarcazioni. Un’opera imponente che saluta la comunità sia dal mare che da terra.
Una scultura tessile in cime nautiche di recupero che evoca il forte simbolismo del gabbiano.
L’opera diventa così custode di una moltitudine di echi, dalla forza alla ricerca spirituale del gabbiano, ai simbolismi delle cime nautiche, al rispetto per l’ambiente.
La scelta del “gabbiano”, come anticipato, porta con se i molti principi che hanno contraddistinto ed ispirato i fondatori. Simbolo di libertà e di spensieratezza. Il suo volteggiare leggero richiama immagini di spazi immensi in cui regna una libertà che vola con sguardo sempre rivolto verso l'alto. Simbolo della ricerca spirituale. Evoca la bellezza del tempo che si ferma in un istante infinito alla sola contemplazione dell'orizzonte. Il Gabbiano sprona a porsi delle domande, si innalza verso la luce del sole e osserva il suo territorio da una prospettiva più ampia e completa. Invita dunque all’elevazione spirituale per giungere ad una condizione più alta dell’Essere. È il simbolo del coraggio, uno status intrinseco che per essere raggiunto fa appello alla forza interiore, alla determinazione e all’amor proprio.Altro elemento predominante nell’opera è la cima nautica. Nell’elemento “cima” l’artista coglie molti simbolismi: la cima risponde alla legge della spirale logaritmica, una struttura onnipresente in natura dal DNA alle galassie. Descrive e racchiude il “Tutto” dal microcosmo al macrocosmo; la cima, a livello puramente formale, è legata alla serie di Fibonacci che esprime il concetto di bellezza ed armonia; la cima racconta delle sovrastrutture e degli intrecci dell'inconscio umano mai sciolti; la cima come simbolo dei legàmi che sono parte dell’esistenza di ogni persona. Legàmi come i vincoli individuali, ma anche come l’insieme delle sovrastrutture che portano le scelte dell'individuo ad essere continuamente ed inevitabilmente condizionate dal luogo, dal periodo storico, dalla cultura e dalla religione. Averne coscienza o meno determina il loro valore all’interno dell’esperienza di ognuno. L'intreccio di nodi come la rappresentazione “dell'Io” di ogni individuo che si ricollega al "Tutto". Ogni cosa si fonde, tutto è correlato da un legame, ma al contempo ogni filo ha la sua dimensione e grazie a questa riesce a scorgere ciò che gli è estraneo. Di qui il collegamento con l’Universo, con il Tutto, con la natura. Il teatro di vita di ogni individuo, vale a dire il nostro pianeta e la sua tutela diventano un tema centrale, così la ricerca dell’artista abbraccia anche il mondo della sostenibilità. L’elemento cima diviene così una cima di recupero. L’artista scandaglia spiagge, mari, l’artista rende partecipi del suo progetto le marinerie, i pescatori ed alcune compagnie navali così da recuperare e sottrarre al residuale tonnellate di cime nautiche. La cima si carica così di altri valori, la cima di recupero parla della storia, porta con se l’energia delle mani che l’hanno accarezzata o strattonata, porta con se la forza e la calma dei mari che ha attraversato.
Un’opera che vuole quindi essere un omaggio alla libertà, alla bellezza, al coraggio, ma anche al senso di comunità, ad una collettività che guarda al futuro con rispetto ed amore verso il nostro pianeta.
Saranno presenti con un breve saluto:
Presidente del Consorzio Leonardo Salvemini,
Conte Luigino Donà dalle Rose,
Artista Emanuela Giacco.
Porto Rotondo, la materializzazione di un sogno, fortemente voluto dai Conti veneziani Luigi e Nicolò Donà dalle Rose, nasce dal progetto e dall'impegno dei due fratelli nel 1964 con l’idea di creare un luogo d’incontro per artisti ed intellettuali. Una fucina di creatività, estro ed idee immerse in un Eden.
Un paradiso naturale, progettato e definito nel rispetto dei luoghi, del paesaggio e della bellezza.
L’opera in questione, è stata scelta dal Consorzio di Porto Rotondo per celebrare lo spirito di sogno, di libertà e di coraggio che ha contraddistinto la fondazione del borgo stesso e continua a permeare ancora oggi in ogni singolo scorcio del borgo.
Installata in uno dei due moli di ingresso al porto, accoglie nell’abbraccio dello stesso tutte le imbarcazioni. Un’opera imponente che saluta la comunità sia dal mare che da terra.
Una scultura tessile in cime nautiche di recupero che evoca il forte simbolismo del gabbiano.
L’opera diventa così custode di una moltitudine di echi, dalla forza alla ricerca spirituale del gabbiano, ai simbolismi delle cime nautiche, al rispetto per l’ambiente.
La scelta del “gabbiano”, come anticipato, porta con se i molti principi che hanno contraddistinto ed ispirato i fondatori. Simbolo di libertà e di spensieratezza. Il suo volteggiare leggero richiama immagini di spazi immensi in cui regna una libertà che vola con sguardo sempre rivolto verso l'alto. Simbolo della ricerca spirituale. Evoca la bellezza del tempo che si ferma in un istante infinito alla sola contemplazione dell'orizzonte. Il Gabbiano sprona a porsi delle domande, si innalza verso la luce del sole e osserva il suo territorio da una prospettiva più ampia e completa. Invita dunque all’elevazione spirituale per giungere ad una condizione più alta dell’Essere. È il simbolo del coraggio, uno status intrinseco che per essere raggiunto fa appello alla forza interiore, alla determinazione e all’amor proprio.Altro elemento predominante nell’opera è la cima nautica. Nell’elemento “cima” l’artista coglie molti simbolismi: la cima risponde alla legge della spirale logaritmica, una struttura onnipresente in natura dal DNA alle galassie. Descrive e racchiude il “Tutto” dal microcosmo al macrocosmo; la cima, a livello puramente formale, è legata alla serie di Fibonacci che esprime il concetto di bellezza ed armonia; la cima racconta delle sovrastrutture e degli intrecci dell'inconscio umano mai sciolti; la cima come simbolo dei legàmi che sono parte dell’esistenza di ogni persona. Legàmi come i vincoli individuali, ma anche come l’insieme delle sovrastrutture che portano le scelte dell'individuo ad essere continuamente ed inevitabilmente condizionate dal luogo, dal periodo storico, dalla cultura e dalla religione. Averne coscienza o meno determina il loro valore all’interno dell’esperienza di ognuno. L'intreccio di nodi come la rappresentazione “dell'Io” di ogni individuo che si ricollega al "Tutto". Ogni cosa si fonde, tutto è correlato da un legame, ma al contempo ogni filo ha la sua dimensione e grazie a questa riesce a scorgere ciò che gli è estraneo. Di qui il collegamento con l’Universo, con il Tutto, con la natura. Il teatro di vita di ogni individuo, vale a dire il nostro pianeta e la sua tutela diventano un tema centrale, così la ricerca dell’artista abbraccia anche il mondo della sostenibilità. L’elemento cima diviene così una cima di recupero. L’artista scandaglia spiagge, mari, l’artista rende partecipi del suo progetto le marinerie, i pescatori ed alcune compagnie navali così da recuperare e sottrarre al residuale tonnellate di cime nautiche. La cima si carica così di altri valori, la cima di recupero parla della storia, porta con se l’energia delle mani che l’hanno accarezzata o strattonata, porta con se la forza e la calma dei mari che ha attraversato.
Un’opera che vuole quindi essere un omaggio alla libertà, alla bellezza, al coraggio, ma anche al senso di comunità, ad una collettività che guarda al futuro con rispetto ed amore verso il nostro pianeta.
Saranno presenti con un breve saluto:
Presidente del Consorzio Leonardo Salvemini,
Conte Luigino Donà dalle Rose,
Artista Emanuela Giacco.
18
luglio 2024
IL GABBIANO MATT
18 luglio 2024
arte contemporanea
Evento online
Link di partecipazione
Orario di apertura
19.30
Vernissage
18 Luglio 2024, 19.30
Sito web
Ufficio stampa
Ufficio stampa Consorzio dinPorto Rotondo
Autore
Curatore
Progetto grafico
Produzione organizzazione