Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il Male. Esercizi di pittura crudele
Sono esposte oltre 350 opere – di cui circa 250 di pittura e un centinaio nelle sezioni collaterali di fotografia e fumetto – che testimoniano la presenza nell’arte europea del Male in tutte le sue diverse manifestazioni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Palazzina di Caccia di Stupinigi di Torino è ancora una volta sede di un grande evento culturale, un’esposizione spettacolare e inedita, dal titolo “Il Male. Esercizi di pittura crudele”.
La mostra che apre al pubblico il 26 febbraio 2005, è promossa dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino e dalla Fondazione Torino Musei, ideata e curata da Vittorio Sgarbi e dal coordinatore generale Gilberto Algranti.
La produzione e la realizzazione é a cura di Tekne Associazione Culturale.
Per diverse ragioni, si tratta di un evento notevole e unico: sono esposte oltre 350 opere – di cui circa 250 di pittura, da Beato Angelico a grandi nomi del Novecento come Balthus e Schiele sino ai contemporanei come Music e Kokocinski e un centinaio nelle sezioni collaterali di fotografia e fumetto - che testimoniano la presenza nell’arte europea del Male in tutte le sue diverse manifestazioni: come dolore fisico, quotidiano o straordinario qual è quello dei martirii e delle uccisioni sadiche; come mistero, nelle sue manifestazioni mostruose o legate a un destino di morte; come peccato, in una religiosa prospettiva di punizione ed espiazione. Una sezione particolare è destinata al concetto del Male come tratto fisiognomico in una galleria di ritratti di personaggi malvagi, sfigurati, deformi, condannati a morte o dalla damnatio memoriae.
La rappresentazione del male è sempre inquietante. Ne fanno prova i graffi sulle predelle scorticate dalle mani dei fedeli nelle chiese, che in epoche più oscure e istintive tentavano di cancellare la presenza del maligno e l’elemento demoniaco. È da questo sentimento che muove l’idea della mostra che attraverso i secoli cerca nella pittura il lato negativo e devastato dell’animo umano, le tracce esplicite o inconsce lasciate da crudeltà, sadismo, paura, invidia, vendetta, angoscia.
Dal Male come categoria religiosa legata al concetto del peccato e della punizione, dalle figurazioni medioevali che suggestionavano e impaurivano il devoto, fino alle angosce dell’uomo contemporaneo, la via percorsa è lunghissima e l’obiettivo di questa mostra è di darne una vasta rappresentazione. Il percorso si snoda attraverso le figure di demoni e mostri dell’immaginario carnale medioevale, percorre le strade delle contraddizioni dell’individuo e del senso della morte e della caducità della vita espressa nelle teste mozze delle Vanitas; racconta le efferatezze dei carnefici che strappano pelle, denti, occhi e seni a sante e martiri della fede, espone il tormento interiore del dolore psicologico.
La mostra individua negli anni di Antonello da Messina il punto di partenza della rappresentazione del Male nell’uomo, quando nell’arte, al principio del Quattrocento, irrompe l’individuo con le sue debolezze: proprio su un altro ritratto di Antonello da Messina - quello del Museo Mandralisca di Cefalù - come per uno sfogo irrazionale e incontrollabile, si è scaricata l’ira di un nemico misterioso che lo ha insistentemente sfregiato. A luce radente, il dipinto appare attraversato da impietosi graffi, che ne hanno lacerato la superficie. L’autore dell’aggressione è più che un vandalo: un duellante, un antagonista, forse un esorcista, che vedeva in quel volto il Male. Anche nell’altro anonimo ma individuatissimo Ritratto d’uomo di Antonello in Palazzo Madama, a Torino, che apre la mostra, si legge la furbizia, l’inganno, l’inclinazione alla frode, che ne fanno, ancor più, un modello negativo.
Il Male dell’epoca precedente ad Antonello si manifestava ancora in uno scenario medievale, in un immaginario infernale popolato da mostri, demoni, dannati e peccatori, ma dove l’uomo reale è assente. Hieronymus Bosch e Antonello, ciascuno a suo modo, trasportano il Male nella vita quotidiana.
L’esposizione torinese intende far affiorare i sintomi e le manifestazioni di questa atmosfera stregata e affascinante, spesso rimossa, fatta di turbamenti e peccati, in una rassegna di opere pertinenti e di straordinari capolavori. Tra le testimonianze di questo spirito spiccano, nel Tra Tra
Tra le testimonianze di questo spirito spiccano, nel Quattrocento, dipinti di Beato Angelico e Taddeo di Bartolo; nel Cinquecento le opere di Agostino, Annibale e Ludovico Carracci, Bartolomeo Passerotti, Andrea Solario; nel Seicento due capolavori di Caravaggio – Fanciullo morso da ramarro e Seppellimento di Santa Lucia, i dipinti di Jusepe de Ribera, Pietro Paolini, Domenico Fetti, Bernardo Strozzi, Giuseppe Vermiglio, Tanzio da Varallo, Salvator Rosa, e la straordinaria Medusa di Rubens; nel Settecento i lavori di Pier Leone Ghezzi, Alessandro Magnasco, Sebastiano Ricci, Gaetano Gandolfi, Johann Heinrich Füssli, Giuseppe Maria Crespi. Tra le opere che rappresentano il Male nell’arte dell’Ottocento emergono i lavori di William Blake, Francisco Goya, Vincenzo Bonomini, Antonio Mancini, Angelo Morbelli. Il Novecento, secolo di Freud, età della proiezione di incubi e sogni, era dell’interpretazione di ansie ed inquietudini, é rispecchiato in opere di grandi maestri come Adolfo Wildt, Lorenzo Viani, Chaim Soutine, Mario Sironi, Fausto Pirandello, Francis Bacon, Edward Munch, Balthus ed Andy Warhol, ma anche di maestri meno conosciuti, come Domenico Baccarini, Evaristo Boncinelli e Benvenuto Ferrazzi. Dal Novecento giungiamo ai contemporanei con, tra gli altri, Marina Abramovic, Enrico Colombotto Rosso, Anton Zoran Music, Gianfranco Ferroni, Alessandro Kokocinski, Alberto Sughi, Maurizio Bottoni, Paul Schmidlin, Andrea Martinelli, Dino Walls e Margherita Manzelli.
Conclude la parte pittorica della mostra la sezione “Episodi di crudeltà” con ventuno dipinti, da Picasso a Burri, dalla Collezione Ezio Gribaudo di Torino.
Per l’occhio contemporaneo, però, il concetto del Male e le sue inquietanti manifestazioni evocano altri strumenti di comunicazione che non siano solo la pittura. Una seconda parte della mostra, complementare alla sezione pittorica, si svolge presso il Cinema Massimo, sala di proiezione del Museo Nazionale del Cinema di Torino, istituzione unica nel suo genere in Italia e tra le più importanti in Europa. Questa seconda sezione propone esempi della cinematografia legata agli stessi concetti del Male, considerando che l’immaginario popolare del Novecento é passato attraverso il cinema ancor più che sulla tela. In questa prospettiva Vittorio Sgarbi ha progettato una ulteriore prosecuzione della mostra che contempla anche la fotografia e il fumetto, prendendo in considerazione le forme d’arte più vicine alla sensibilità e alla percezione dell’uomo contemporaneo. Alleghiamo una scheda sulle tre sezioni collaterali.
La mostra vuole dunque proporsi come una grande retrospettiva sul Male, ponendoci dinnanzi, da un lato, alle eterne paure inconsce; dall’altro, alle efferatezze, alle ambiguità e alle dicotomie del nostro passato di uomini.
Un intenso viaggio nella parte oscura dell’animo umano.
La mostra che apre al pubblico il 26 febbraio 2005, è promossa dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino e dalla Fondazione Torino Musei, ideata e curata da Vittorio Sgarbi e dal coordinatore generale Gilberto Algranti.
La produzione e la realizzazione é a cura di Tekne Associazione Culturale.
Per diverse ragioni, si tratta di un evento notevole e unico: sono esposte oltre 350 opere – di cui circa 250 di pittura, da Beato Angelico a grandi nomi del Novecento come Balthus e Schiele sino ai contemporanei come Music e Kokocinski e un centinaio nelle sezioni collaterali di fotografia e fumetto - che testimoniano la presenza nell’arte europea del Male in tutte le sue diverse manifestazioni: come dolore fisico, quotidiano o straordinario qual è quello dei martirii e delle uccisioni sadiche; come mistero, nelle sue manifestazioni mostruose o legate a un destino di morte; come peccato, in una religiosa prospettiva di punizione ed espiazione. Una sezione particolare è destinata al concetto del Male come tratto fisiognomico in una galleria di ritratti di personaggi malvagi, sfigurati, deformi, condannati a morte o dalla damnatio memoriae.
La rappresentazione del male è sempre inquietante. Ne fanno prova i graffi sulle predelle scorticate dalle mani dei fedeli nelle chiese, che in epoche più oscure e istintive tentavano di cancellare la presenza del maligno e l’elemento demoniaco. È da questo sentimento che muove l’idea della mostra che attraverso i secoli cerca nella pittura il lato negativo e devastato dell’animo umano, le tracce esplicite o inconsce lasciate da crudeltà, sadismo, paura, invidia, vendetta, angoscia.
Dal Male come categoria religiosa legata al concetto del peccato e della punizione, dalle figurazioni medioevali che suggestionavano e impaurivano il devoto, fino alle angosce dell’uomo contemporaneo, la via percorsa è lunghissima e l’obiettivo di questa mostra è di darne una vasta rappresentazione. Il percorso si snoda attraverso le figure di demoni e mostri dell’immaginario carnale medioevale, percorre le strade delle contraddizioni dell’individuo e del senso della morte e della caducità della vita espressa nelle teste mozze delle Vanitas; racconta le efferatezze dei carnefici che strappano pelle, denti, occhi e seni a sante e martiri della fede, espone il tormento interiore del dolore psicologico.
La mostra individua negli anni di Antonello da Messina il punto di partenza della rappresentazione del Male nell’uomo, quando nell’arte, al principio del Quattrocento, irrompe l’individuo con le sue debolezze: proprio su un altro ritratto di Antonello da Messina - quello del Museo Mandralisca di Cefalù - come per uno sfogo irrazionale e incontrollabile, si è scaricata l’ira di un nemico misterioso che lo ha insistentemente sfregiato. A luce radente, il dipinto appare attraversato da impietosi graffi, che ne hanno lacerato la superficie. L’autore dell’aggressione è più che un vandalo: un duellante, un antagonista, forse un esorcista, che vedeva in quel volto il Male. Anche nell’altro anonimo ma individuatissimo Ritratto d’uomo di Antonello in Palazzo Madama, a Torino, che apre la mostra, si legge la furbizia, l’inganno, l’inclinazione alla frode, che ne fanno, ancor più, un modello negativo.
Il Male dell’epoca precedente ad Antonello si manifestava ancora in uno scenario medievale, in un immaginario infernale popolato da mostri, demoni, dannati e peccatori, ma dove l’uomo reale è assente. Hieronymus Bosch e Antonello, ciascuno a suo modo, trasportano il Male nella vita quotidiana.
L’esposizione torinese intende far affiorare i sintomi e le manifestazioni di questa atmosfera stregata e affascinante, spesso rimossa, fatta di turbamenti e peccati, in una rassegna di opere pertinenti e di straordinari capolavori. Tra le testimonianze di questo spirito spiccano, nel Tra Tra
Tra le testimonianze di questo spirito spiccano, nel Quattrocento, dipinti di Beato Angelico e Taddeo di Bartolo; nel Cinquecento le opere di Agostino, Annibale e Ludovico Carracci, Bartolomeo Passerotti, Andrea Solario; nel Seicento due capolavori di Caravaggio – Fanciullo morso da ramarro e Seppellimento di Santa Lucia, i dipinti di Jusepe de Ribera, Pietro Paolini, Domenico Fetti, Bernardo Strozzi, Giuseppe Vermiglio, Tanzio da Varallo, Salvator Rosa, e la straordinaria Medusa di Rubens; nel Settecento i lavori di Pier Leone Ghezzi, Alessandro Magnasco, Sebastiano Ricci, Gaetano Gandolfi, Johann Heinrich Füssli, Giuseppe Maria Crespi. Tra le opere che rappresentano il Male nell’arte dell’Ottocento emergono i lavori di William Blake, Francisco Goya, Vincenzo Bonomini, Antonio Mancini, Angelo Morbelli. Il Novecento, secolo di Freud, età della proiezione di incubi e sogni, era dell’interpretazione di ansie ed inquietudini, é rispecchiato in opere di grandi maestri come Adolfo Wildt, Lorenzo Viani, Chaim Soutine, Mario Sironi, Fausto Pirandello, Francis Bacon, Edward Munch, Balthus ed Andy Warhol, ma anche di maestri meno conosciuti, come Domenico Baccarini, Evaristo Boncinelli e Benvenuto Ferrazzi. Dal Novecento giungiamo ai contemporanei con, tra gli altri, Marina Abramovic, Enrico Colombotto Rosso, Anton Zoran Music, Gianfranco Ferroni, Alessandro Kokocinski, Alberto Sughi, Maurizio Bottoni, Paul Schmidlin, Andrea Martinelli, Dino Walls e Margherita Manzelli.
Conclude la parte pittorica della mostra la sezione “Episodi di crudeltà” con ventuno dipinti, da Picasso a Burri, dalla Collezione Ezio Gribaudo di Torino.
Per l’occhio contemporaneo, però, il concetto del Male e le sue inquietanti manifestazioni evocano altri strumenti di comunicazione che non siano solo la pittura. Una seconda parte della mostra, complementare alla sezione pittorica, si svolge presso il Cinema Massimo, sala di proiezione del Museo Nazionale del Cinema di Torino, istituzione unica nel suo genere in Italia e tra le più importanti in Europa. Questa seconda sezione propone esempi della cinematografia legata agli stessi concetti del Male, considerando che l’immaginario popolare del Novecento é passato attraverso il cinema ancor più che sulla tela. In questa prospettiva Vittorio Sgarbi ha progettato una ulteriore prosecuzione della mostra che contempla anche la fotografia e il fumetto, prendendo in considerazione le forme d’arte più vicine alla sensibilità e alla percezione dell’uomo contemporaneo. Alleghiamo una scheda sulle tre sezioni collaterali.
La mostra vuole dunque proporsi come una grande retrospettiva sul Male, ponendoci dinnanzi, da un lato, alle eterne paure inconsce; dall’altro, alle efferatezze, alle ambiguità e alle dicotomie del nostro passato di uomini.
Un intenso viaggio nella parte oscura dell’animo umano.
26
febbraio 2005
Il Male. Esercizi di pittura crudele
Dal 26 febbraio al 26 giugno 2005
arte antica
arte moderna e contemporanea
arte moderna e contemporanea
Location
PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI
Nichelino, Piazza Principe Amedeo, 7, (Torino)
Nichelino, Piazza Principe Amedeo, 7, (Torino)
Sito web
www.tekne-eventi.com
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
MARA VITALI
Autore
Curatore