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Il Mito del Pop
C’è stata una via italiana al Pop ed è stata assolutamente originale. Silvia Pegoraro lo evidenzia con questa mostra dal forte taglio critico che riunisce circa 70 opere, sceltissime e alcune mai prima esposte, di una ventina di artisti
Comunicato stampa
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Cè stata una via italiana al Pop ed è stata assolutamente originale. Silvia Pegoraro lo evidenzia con questa mostra dal forte taglio critico, che riunisce alla Galleria d'arte moderna e contemporanea Armando Pizzinato di Pordenone, circa 70 opere, sceltissime e alcune mai prima esposte, di una ventina di artisti.
E il momento afferma lAssessore alla Cultura del Comune di Pordenone Pietro Tropeano di avviare lapprofondimento e la rilettura di un movimento artistico italiano di grande importanza comè quello della Pop Art in Italia che ha avuto tanti protagonisti in un periodo tra i più vivaci dellarte contemporanea nel nostro paese.
Si è spesso sostenuto che gli artisti italiani non fecero sostanzialmente altro che copiare gli americani. Alcuni di essi, è vero, erano stati in America prima del 64, anno del trionfo della Pop Art americana alla Biennale di Venezia, o si erano informati in precedenza sulle nuove poetiche visive statunitensi: per esempio Mimmo Rotella (celebri i suoi décollages collages di manifesti pubblicitari strappati), Franco Angeli (tra le sue opere più famose le sue lupe e le sue aquile romane, ma anche Half dollar, una banconota americana serigrafata), Tano Festa, con le sue riletture di Michelangelo e di altri celebri maestri del passato, o Mario Schifano, che reinterpreta in pittura le icone pubblicitarie della CocaCola e della Esso, o foto storiche (come nel celeberrimo Futurismo rivisitato, del 66). Tutti artisti, questi, legati alla romana Scuola di Piazza del Popolo. Roma è infatti uno dei due punti di irradiazione della Pop Art di casa nostra: qui, il fenomeno della "dolce vita", legato al "boom economico", dà il via a un profondo rinnovamento del costume italiano.
Nel dopoguerra, Roma è un luogo di incontri e dibattiti di livello internazionale. Di qui passano molti grandi artisti europei e americani. Si parla, si discute, si crea. Le gallerie di riferimento sono La Tartaruga di Plinio de Martiis e La Salita di Gian Tomaso Liverani, dove espongono gli artisti che fanno tendenza. Oltre a quelli già nominati, ci sono Cesare Tacchi, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Ettore Innocente, e Mario Ceroli, che nelle sue famose sculture ricostruisce in legno grezzo immagini e oggetti della quotidianità .
Laltro centro propulsivo della Pop Art italiana è Milano, e il suo cuore è lo Studio Marconi, dove nel 65 espongono in una mostra, insieme a Schifano, Valerio Adami, Emilio Tadini e Lucio Del Pezzo. Questi artisti guardano più allEuropa che allAmerica: dalle soluzioni genialmente kitsch di Enrico Baj, influenzate dal dadaismo e dal surrealismo, alla altrettanto geniale ibridazione di metafisica dechirichiana e iconografia da fumetto di Adami, alla rigogliosa vena narrativa di Tadini che acquisisce, grazie al contatto con la Pop Art, una maggior sintesi dellimmagine, oltre che un più forte impulso a inserire nella figurazione oggetti appartenenti al mondo reale e quotidiano.
La mostra sarà anche unoccasione per ricordare e celebrare, nel trentennale della morte, lartista Ettore Innocente, noto come uno dei più interessanti e originali artisti della Pop Art di ambito romano, ma provenienete in realtà dal territorio pordenonese, con il quale ha sempre mantenuto legami profondi, coltivati con assiduità.
Il gusto tutto europeo e italiano, prima ancora che nei riferimenti alla tradizione artistica, si manifesta afferma la curatrice - in tutti questi artisti nella forte istanza di intervento artigianale/manuale, lontana dalle tecniche prettamente industriali utilizzate dalla Pop americana. Una originalità che le opere in mostra confermano.
Evidenziando che, fondamentale nel confronto, è soprattutto linclinazione degli italiani a lavorare su stereotipi culturali, anziché soltanto su oggetti-merce e su immagini della comunicazione di massa, con una più spiccata manipolazione delle immagini.
Lesposizione è promossa e organizzata dallAssessorato alla Cultura del Comune di Pordenone, in collaborazione con l Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia, con il contributo di Fondazione Friuli, e con il sostegno di Crédit Agricole Friuladria e Itas Mutua.
Inaugurazione: sabato 13 maggio 2017 alle ore 18.00
Vernice per la stampa: venerdì 12 maggio alle ore 11.30
Luogo: Galleria dArte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato
Viale Dante, 33 Pordenone
http://www.artemodernapordenone.it
Data: Dal 13 maggio al 8 ottobre 2017
Orari: Da mercoledì a domenica: 15.00 19.00;
Ingresso: Intero € 3,00, ridotto € 1,00.
Info: Comune di Pordenone: (+39) 0434 392918/392941, attivitaculturali@comune.pordenone.it
Ufficio stampa nazionale
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499, gestione1@studioesseci.net
E il momento afferma lAssessore alla Cultura del Comune di Pordenone Pietro Tropeano di avviare lapprofondimento e la rilettura di un movimento artistico italiano di grande importanza comè quello della Pop Art in Italia che ha avuto tanti protagonisti in un periodo tra i più vivaci dellarte contemporanea nel nostro paese.
Si è spesso sostenuto che gli artisti italiani non fecero sostanzialmente altro che copiare gli americani. Alcuni di essi, è vero, erano stati in America prima del 64, anno del trionfo della Pop Art americana alla Biennale di Venezia, o si erano informati in precedenza sulle nuove poetiche visive statunitensi: per esempio Mimmo Rotella (celebri i suoi décollages collages di manifesti pubblicitari strappati), Franco Angeli (tra le sue opere più famose le sue lupe e le sue aquile romane, ma anche Half dollar, una banconota americana serigrafata), Tano Festa, con le sue riletture di Michelangelo e di altri celebri maestri del passato, o Mario Schifano, che reinterpreta in pittura le icone pubblicitarie della CocaCola e della Esso, o foto storiche (come nel celeberrimo Futurismo rivisitato, del 66). Tutti artisti, questi, legati alla romana Scuola di Piazza del Popolo. Roma è infatti uno dei due punti di irradiazione della Pop Art di casa nostra: qui, il fenomeno della "dolce vita", legato al "boom economico", dà il via a un profondo rinnovamento del costume italiano.
Nel dopoguerra, Roma è un luogo di incontri e dibattiti di livello internazionale. Di qui passano molti grandi artisti europei e americani. Si parla, si discute, si crea. Le gallerie di riferimento sono La Tartaruga di Plinio de Martiis e La Salita di Gian Tomaso Liverani, dove espongono gli artisti che fanno tendenza. Oltre a quelli già nominati, ci sono Cesare Tacchi, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Ettore Innocente, e Mario Ceroli, che nelle sue famose sculture ricostruisce in legno grezzo immagini e oggetti della quotidianità .
Laltro centro propulsivo della Pop Art italiana è Milano, e il suo cuore è lo Studio Marconi, dove nel 65 espongono in una mostra, insieme a Schifano, Valerio Adami, Emilio Tadini e Lucio Del Pezzo. Questi artisti guardano più allEuropa che allAmerica: dalle soluzioni genialmente kitsch di Enrico Baj, influenzate dal dadaismo e dal surrealismo, alla altrettanto geniale ibridazione di metafisica dechirichiana e iconografia da fumetto di Adami, alla rigogliosa vena narrativa di Tadini che acquisisce, grazie al contatto con la Pop Art, una maggior sintesi dellimmagine, oltre che un più forte impulso a inserire nella figurazione oggetti appartenenti al mondo reale e quotidiano.
La mostra sarà anche unoccasione per ricordare e celebrare, nel trentennale della morte, lartista Ettore Innocente, noto come uno dei più interessanti e originali artisti della Pop Art di ambito romano, ma provenienete in realtà dal territorio pordenonese, con il quale ha sempre mantenuto legami profondi, coltivati con assiduità.
Il gusto tutto europeo e italiano, prima ancora che nei riferimenti alla tradizione artistica, si manifesta afferma la curatrice - in tutti questi artisti nella forte istanza di intervento artigianale/manuale, lontana dalle tecniche prettamente industriali utilizzate dalla Pop americana. Una originalità che le opere in mostra confermano.
Evidenziando che, fondamentale nel confronto, è soprattutto linclinazione degli italiani a lavorare su stereotipi culturali, anziché soltanto su oggetti-merce e su immagini della comunicazione di massa, con una più spiccata manipolazione delle immagini.
Lesposizione è promossa e organizzata dallAssessorato alla Cultura del Comune di Pordenone, in collaborazione con l Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia, con il contributo di Fondazione Friuli, e con il sostegno di Crédit Agricole Friuladria e Itas Mutua.
Inaugurazione: sabato 13 maggio 2017 alle ore 18.00
Vernice per la stampa: venerdì 12 maggio alle ore 11.30
Luogo: Galleria dArte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato
Viale Dante, 33 Pordenone
http://www.artemodernapordenone.it
Data: Dal 13 maggio al 8 ottobre 2017
Orari: Da mercoledì a domenica: 15.00 19.00;
Ingresso: Intero € 3,00, ridotto € 1,00.
Info: Comune di Pordenone: (+39) 0434 392918/392941, attivitaculturali@comune.pordenone.it
Ufficio stampa nazionale
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499, gestione1@studioesseci.net
13
maggio 2017
Il Mito del Pop
Dal 13 maggio all'otto ottobre 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA ARMANDO PIZZINATO
Pordenone, Viale Dante Alighieri, 33, (Pordenone)
Pordenone, Viale Dante Alighieri, 33, (Pordenone)
Biglietti
Intero € 3,00, ridotto € 1,00
Orario di apertura
Da mercoledì a domenica: 15.00 - 19.00
Vernissage
13 Maggio 2017, h 18
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Curatore