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Il mondo di Robert Mapplethorpe
Il grande e trasgressivo fotografo americano scomparso di recente, è riuscito a creare soprattutto negli ultimi 15 anni della sua vita, un mondo di persone e oggetti che esprimono la sua costante ricerca della Bellezza.
Comunicato stampa
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Il suo rigoroso bianco e nero identifica forme che si collocano nello spazio con un'eccezionale naturalezza. Il corpo nudo maschile è il pretesto per una ricognizione sulla forma, sulle sue infinite possibilità. La fotografia molto morbida sembra accarezzare la pelle dei modelli creando degli esempi di perfezione. Lo stesso contrasto tra il bianco e nero si arricchisce delle tonalità di grigi che rende la superficie dei soggetti quasi tattile.
Ma qual è il "mondo di Robert Mapplerthorpe"? Certamente l'indagine sul corpo maschile ha in lui uno dei migliori esempi della fotografia mondiale, ma nello stesso tempo e sullo stesso piano ci sono i fiori. Questi hanno una grande tradizione non soltanto nell'arte europea, ma anche in quella americana soprattutto per merito di Georgia O' Keefe. I lavori di Mapplerthorpe contengono questa memoria, ma nello stesso tempo mettono maggiormente in luce non tanto i valori tonali, quanto piuttosto la loro sensualità. Per il fotografo bellezza e sensualità sono sinonimi. La ricerca dell'una implica l'altra e viceversa. Per questo la mostra vuole evidenziare come se alla base vi è una ricerca della forma, l'istinto fondamentale è diretto verso un concetto di bellezza che fa parte di tutte le creature viventi e irradia la sua energia anche sugli oggetti che ci circondano.
E sono le forme angolari e rotonde a prevalere, così come il rapporto tra il bianco e nero non é certo costruito su di una rigida opposizione quanto piuttosto sulla complementarietà. Questo è il principio che è all'origine della fotografia di Mapplerthorpe. Tutte le forme viventi costituiscono un tutt'uno con il mondo.
La mostra evidenzia che su questo concetto il mondo del fotografo americano possiede una classicità che lo avvicina alla grande arte rinascimentale, sicuramente alla plasticità della pittura di Michelangelo. Pur in una visione laica ma è chiaro che dietro le fotografie in bianco e nero vi è un totale rispetto per la vita, un'idea quasi religiosa. E tutto vi rientra, anche le stranezze e le trasgressioni che certamente appartenevano all'arte di Mapplerthorpe, ma che nei lavori vengono sublimate, quasi trascese.
In questa prospettiva si apre una visione di grande semplicità e chiarezza. Il senso della vita è la Forma. Tutto può essere riassorbito in questa, perché è la sola strada verso la Bellezza. Allora in questa chiave la mostra vuole essere un esempio di come anche nell'arte contemporanea esistano ancora i concetti classici dell'arte. E' possibile ancora, cambiati alcuni parametri dovuti ai tempi e alle tecniche, avvicinare i capolavori del passato con quelli del presente. Il ruolo della fotografia in tutto questo è molto importante in quanto possiede un linguaggio diretto che tutti riescono a capire.
E che l'arte, la grande arte, sia sempre portatrice di bellezza, è qualcosa in cui bisogna continuare a credere.
Ma qual è il "mondo di Robert Mapplerthorpe"? Certamente l'indagine sul corpo maschile ha in lui uno dei migliori esempi della fotografia mondiale, ma nello stesso tempo e sullo stesso piano ci sono i fiori. Questi hanno una grande tradizione non soltanto nell'arte europea, ma anche in quella americana soprattutto per merito di Georgia O' Keefe. I lavori di Mapplerthorpe contengono questa memoria, ma nello stesso tempo mettono maggiormente in luce non tanto i valori tonali, quanto piuttosto la loro sensualità. Per il fotografo bellezza e sensualità sono sinonimi. La ricerca dell'una implica l'altra e viceversa. Per questo la mostra vuole evidenziare come se alla base vi è una ricerca della forma, l'istinto fondamentale è diretto verso un concetto di bellezza che fa parte di tutte le creature viventi e irradia la sua energia anche sugli oggetti che ci circondano.
E sono le forme angolari e rotonde a prevalere, così come il rapporto tra il bianco e nero non é certo costruito su di una rigida opposizione quanto piuttosto sulla complementarietà. Questo è il principio che è all'origine della fotografia di Mapplerthorpe. Tutte le forme viventi costituiscono un tutt'uno con il mondo.
La mostra evidenzia che su questo concetto il mondo del fotografo americano possiede una classicità che lo avvicina alla grande arte rinascimentale, sicuramente alla plasticità della pittura di Michelangelo. Pur in una visione laica ma è chiaro che dietro le fotografie in bianco e nero vi è un totale rispetto per la vita, un'idea quasi religiosa. E tutto vi rientra, anche le stranezze e le trasgressioni che certamente appartenevano all'arte di Mapplerthorpe, ma che nei lavori vengono sublimate, quasi trascese.
In questa prospettiva si apre una visione di grande semplicità e chiarezza. Il senso della vita è la Forma. Tutto può essere riassorbito in questa, perché è la sola strada verso la Bellezza. Allora in questa chiave la mostra vuole essere un esempio di come anche nell'arte contemporanea esistano ancora i concetti classici dell'arte. E' possibile ancora, cambiati alcuni parametri dovuti ai tempi e alle tecniche, avvicinare i capolavori del passato con quelli del presente. Il ruolo della fotografia in tutto questo è molto importante in quanto possiede un linguaggio diretto che tutti riescono a capire.
E che l'arte, la grande arte, sia sempre portatrice di bellezza, è qualcosa in cui bisogna continuare a credere.
23
luglio 2004
Il mondo di Robert Mapplethorpe
Dal 23 luglio al 29 agosto 2004
fotografia
Location
KUNST MERAN/O ARTE
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Biglietti
€ 4,50 - Ridotto (Anziani, studenti, gruppi, Artè Amica) € 3,00. Visite guidate €1,50
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle ore 11 alle ore 19 - chiuso il lunedì
Curatore