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Il Museo Campano … il Museo che vive
Il Museo Campano, protagonista di un’articolata opera di restauro, riqualificazione architettonica, tecnologica e multimediale sulla scorta di un bando internazionale promosso dalla Provincia di Caserta, diventa il museo che vive.
Comunicato stampa
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Una concezione museale moderna … il Museo che vive
Se fino a qualche anno fa, la concezione del museo era mono sensoriale, e cioè un luogo di fruizione quasi esclusivamente visiva, oggi la musealità ha assunto una dimensione multi sensoriale. Nuove tecnologie consentono sempre più la creazione di una reale interazione fra gli oggetti in esposizione e i loro fruitori. Oggi il museo non solo si vede, ma si tocca, si sente, si respira, in una compenetrazione quasi totale fra opere esposte e chi le percepisce.
Il progetto multimediale di rivisitazione del Museo Campano risponde a queste specifiche esigenze e si spinge oltre, perchè il museo stesso diventa non solo contenitore, ma esso stesso oggetto di interesse e di richiamo culturale. Le linee guida del progetto partono proprio da questo presupposto. Il museo di Capua è un incredibile scrigno di tesori di valore storico, culturale ed estetico, inestimabile. Ma è un museo freddo, staticamente concepito, di vecchia concezione, incapace di parlare ai visitatori e di suggestionare i suoi utenti. La sfida dei progettisti è duplice. Da un lato restituire al museo ed alle opere in esso contenute la loro capacità di parlare al pubblico e di interagire con i visitatori, dall’altro risvegliare attorno al Museo Campano l’interesse del mondo scientifico, universitario, degli studiosi, della scuola e del pubblico.
In questo senso prende forma una vera “rivoluzione” multimediale, a cominciare dal percorso espositivo, che sarà completamente rinnovato, rispondendo ad una logica sequenziale che porterà il visitatore a “scoprire” i pezzi esposti quasi compenetrandoli uno ad uno, in un viaggio emozionale dove i singoli oggetti, trasformati in veri e propri testimonial, racconteranno la propria storia. L’impatto emotivo del visitatore si sovrapporrà a quello dello studioso che ha scoperto queste opere, che per la prima volta vi ha posato sopra lo sguardo, che ha visto aprirsi davanti ai propri occhi un mondo tutto da scoprire.
Affascinanti storie ci racconteranno, ad esempio, le Madri se si avrà la possibilità di “ascoltarle”. IL progetto si propone, dunque, di dare voce all’immobilità, alla pietra dell’opera d’arte, alla terracotta della storia: farla dialogare con il visitatore, conquistarlo alla sua affascinante logica. Il museo dovrà perciò parlare molte lingue. Parlerà la lingua dello studioso, del mondo della ricerca e del mondo universitario, che pretendono approfondimenti e connessioni e quindi la possibilità di dialogare con altre istituzioni museali ed altre realtà artistiche, campane e non solo. Ma parlerà anche la lingua del normale visitatore, che sarà guidato verso l’opera esposta, affascinato da impercettibili tecnologie multimediali, da una studiata regia audio e da una programmazione luci interattiva e avvolgente. Alle speciali didascalie multimediali e ai PDA, veri compagni di percorso, il compito di approfondire a vari livelli la conoscenza dell’opera.
I bambini e le scuole godranno di un percorso dedicato, con zone didattiche e laboratori, con mezzi espositivi e didascalici che parlano il loro linguaggio, fatto di forme, suoni e colori immediatamente riconoscibili e memorizzabili dal pubblico dei più piccoli. Il museo sarà inoltre totalmente fruibile dai portatori di handicap, non solo tramite l’eliminazione totale di ogni barriera architettonica, ma anche grazie a didascalie ed accessi alle informazioni delle opere esposte totalmente gestibili anche in situazioni di difficoltà motoria o funzionale.
Il progetto si pone, infine, l’obiettivo di restituire il museo alla città ed ai cittadini, facendolo diventare spazio integrante del vivere quotidiano, non riservato esclusivamente al visitatore. Dunque:
1. Verrà riqualificato lo spazio fisico della biblioteca, che diverrà un luogo di fruizione culturale, fisicamente indipendente dal museo, offrendolo e riconsegnandolo di fatto all’attenzione e alla fruizione degli studiosi.
2. Il padiglione delle Madri diverrà un luogo di fruizione culturale che potrà anche agire indipendentemente dal museo, e collegato alla sala congressuale e ad una completa serie di servizi, arricchendo e differenziando le possibilità di offerta culturale.
3. Il cortile delle Madri diverrà luogo di culture e di incontri e si proporrà come centro di eventi programmati performante e multimediale, riproponendo un modello di “salotto serale” dove cultura e svago saranno esaltati da un sapiente gioco di luci ed effetti.
4. Il Museo Cafè, immerso nello splendido aranceto, diverrà luogo di intrattenimento e di ristoro, a supporto del museo ma anche di servizio alla città e ai cittadini, poiché offrirà momenti di svago e relax in un ambiente di grande valenza culturale.
5. Particolare attenzione sarà riservata al bookshop, anche questo concepito in maniera estremamente moderna. Un moderno store in grado di soddisfare ogni richiesta del pubblico.
6. La sala delle “Esposizioni Temporanee” garantirà un nuovo splendido e moderno spazio allestitivo a due livelli, e potrà essere visitata anche indipendentemente dal Museo Campano, supportata da una completa serie di servizi garantiti dal Museo Cafè.
Lo scopo in definitiva è quello di superare il concetto di museo, sostituendolo con quello di un contenitore culturale capace di parlare la lingua del proprio pubblico, capace di far dialogare la storia con il presente, di dare voce alle opere esposte, sottraendole alla solitudine di secoli e restituendole al linguaggio universale della cultura e dell’arte.
Il Museo che vive e parla in … 12 punti
Il progetto di riqualificazione vuole trasformare il Museo Campano di Capua in un “museo che vive e parla”, completamente rinnovato nell’organizzazione dei percorsi e dei servizi, riordinato nelle sezioni espositive, illustrato da un diffuso sistema di approfondimenti multimediali, aperto verso la città ed in rete con il sistema culturale regionale, nazionale e internazionale.
1 – La Casa Museo: non vengono snaturate le caratteristiche storiche proprie del Museo Campano
Il progetto, pur rinnovando profondamente le modalità di visita ed aggiornando i criteri museografici ed allestitivi delle varie sezioni, non intende snaturare alcune delle caratteristiche proprie del Museo Campano, rappresentate da modelli espositivi propri della cultura della fine dell’Ottocento e del primo Novecento, che lo fanno assimilare in alcune sue parti ad una “casa museo”, tipologia di museo quasi scomparsa e che in Campania può annoverare forse solo altri due esempi: il Museo Filangieri di Napoli e il Museo Correale di Sorrento.
2 – Rinnovato l’interesse scientifico-didattico e la curiosità del pubblico
Se fino a qualche anno fa, la concezione del museo era mono-sensoriale, e cioè un luogo di fruizione quasi esclusivamente visiva, oggi la musealità ha assunto una dimensione multi-sensoriale. Nuove tecnologie consentono sempre più la creazione di una reale interazione fra gli oggetti in esposizione e i loro fruitori. Oggi il museo non solo si vede, ma si tocca, si sente, si respira, in una compenetrazione quasi totale fra opere esposte e chi le percepisce.
La sfida è quindi duplice:
* restituire al museo ed alle opere in esso contenute, la loro capacità di parlare al pubblico e di interagire con i visitatori;
* risvegliare attorno al Museo Campano l’interesse del mondo scientifico, universitario, degli studiosi, della scuola e del pubblico.
Quale affascinante storia ci racconteranno ad esempio le Madri, se si avrà la possibilità di ascoltarle! Ci proponiamo di dare voce all’immobilità, alla pietra dell’opera d’arte, alla terracotta della storia: farla dialogare con il visitatore, conquistarlo con la sua affascinante logica.
I bambini e le scuole godranno di un percorso dedicato, con zone didattiche e laboratori, con mezzi espositivi e didascalici che parlino il loro linguaggio, fatto di forme, suoni e colori immediatamente riconoscibili e memorizzabili dal pubblico dei più piccoli.
3 – Recuperati e rivitalizzati all’uso pubblico della città i cortili e il giardino del Museo
Il progetto culturale non può prescindere dall’idea forte che il museo deve aprirsi verso la città. E’ il museo che chiama a raccolta la collettività. E non solo per i propri contenuti specifici, ma per produrre eventi di carattere culturale, mostre, concerti e intrattenimenti vari. Il parco del museo, le corti e le sale pubbliche sono i luoghi in cui ospitare un cartellone di proposte. Conferenze, eventi musicali ed espositivi che consentano di identificare il complesso museale come una specie di luogo di produzione e di diffusione culturale e di promozione economica. Ma anche luogo dove andare semplicemente a prendere un caffè nel bar del museo in alternativa ai locali tradizionali
Il complesso è attualmente dotato di tre cortili principali che saranno rivitalizzati e riutilizzati.
Per il cortile che si apre a ferro di cavallo sulla via del Duomo si prevede la coraggiosa introduzione di una copertura leggera protettiva senza per questo inficiare l’immagine attuale.
Il cortile centrale, quadrato, caratterizzato dalla grande scala antica a balchio, entro cui si respira l’aura romantica degli albori della museografia archeologica, con le lapidi “rigorosamente disordinate” sul perimetro, potrà essere minimamente attrezzato per ospitare concerti estivi, mediante la sovrapposizione di pedane e strutture temporanee.
Il terzo cortile, il giardino, oltre a rappresentare lo spazio ludico della ricreazione presso la caffetteria è il luogo sempre aperto alla città, il luogo delle mostre temporanee, delle attività didattiche all’aperto, delle scolaresche che, in apposite sedi, sperimenteranno, come gioco istruttivo, le tecniche del lavoro archeologico.
4 – Nuova fruizione del Museo grazie a moderni e spettacolari strumenti multimediali
Il museo dovrà perciò parlare molte lingue. Dovrà parlare la lingua dello studioso, del mondo della ricerca e del mondo universitario, che pretendono approfondimenti e connessioni e quindi la possibilità di dialogare con altre istituzioni museali ed altre realtà artistiche, campane e non solo. Ma dovrà parlare anche la lingua del normale visitatore, che vorrà essere guidato verso l’opera esposta, affascinato da impercettibili tecnologie multimediali, da una studiata regia audio e da una programmazione luci interattiva e avvolgente. Alle speciali didascalie multimediali e ai PDA, veri compagni di percorso, il compito di approfondire a vari livelli la conoscenza dell’opera.
5 – Una nuova piazza coperta: il Museo si apre a Capua
La nuova corte coperta, foyer della sezione delle Madri, diverrà luogo di cultura e di incontri, proponendosi come centro di eventi programmati performante e multimediale: un modello di “salotto” dove cultura e svago saranno esaltati da un sapiente gioco di luci ed effetti nelle occasioni serali.
Si prevede la coraggiosa introduzione di una copertura leggera protettiva, che non ne inficia l’immagine attuale. Una copertura in acciaio e vetro, concepita con criteri bioclimatici, prevalentemente passivi che lascia intravedere il cielo, ma che “magicamente” dilata ed unifica la poderosa sezione archeologica esistente, incentrata sulle Madri. Uno spazio destinato a diventare la piazza coperta del museo e della città di Capua, utilizzabile tutto l’anno anche per eventi espositivi particolari, come ad esempio il confronto dell’antico con opere scultoree contemporanee.
6 – Museo e Biblioteca, istituzioni integrate ma funzionalmente autonome
Per affrontare correttamente il recupero e la nuova organizzazione del complesso è indispensabile creare le condizioni affinché la biblioteca ed il museo acquistino una loro autonomia ed una loro precisa identità funzionale pur nell’ambito di un unico polo culturale.
Per fare questo è indispensabile che gli ingressi, i collegamenti verticali ed i servizi rispettivi siano indipendenti e che quindi siano complessivamente riconsiderati dal punto di vista progettuale.
Questo obiettivo è attuabile in due fasi operative. Nella prima si devono creare le condizioni per rendere autonomo il museo, mantenendo solo alcune servitù di passaggio a favore della biblioteca. Nella seconda fase si realizzeranno opere di collegamento e di servizio necessarie alla biblioteca, eliminando le servitù ancora in essere.
7 – Un nuovo percorso espositivo a circuito interno senza interferenze con l’esterno
A differenza di quanto accade ora, con il pubblico costretto ad entrare al museo e fuoriuscire in strada per proseguire la visita, il progetto in primo luogo persegue l’obbiettivo di razionalizzare il percorso, prevedendo un unico punto controllato di accesso e uscita e creando un itinerario completamente interno al complesso, in grado di scavalcare la strada che lo divide a quota terra. Un itinerario che non modifica le principali destinazioni attuali, già storicizzate, evidenziandone il sapore antico e l’atmosfera. Un percorso razionale a circuito che ha inizio e si conclude negli spazi di accoglienza, attigui al cortile con giardino sul quale sorgerà il padiglione della caffetteria. L’ingresso, accessibile tramite un grande androne, è limitrofo all’ala dedicata alle mostre temporanee ed insiste pertanto negli spazi pubblici interni e esterni del museo la cui fruizione ricreativa è libera ed indipendente dalla visita specifica alle collezioni.
8 – La nuova sala Madri come momento centrale, scenografico, dinamico e di forte impatto visivo ed emotivo
Se il museo attualmente non parla alla gente ed è sconosciuto ai più, altrettanto lo sono le madri. L’attuale allestimento delle Mater Matutae non comunica nulla al visitatore. Il progetto culturale deve porsi l’obiettivo di trovare nuove strategie di valorizzazione storico scenografica di queste opere. Deve essere valorizzata la storia avvincente della scoperta e dei protagonisti di questa vicenda come racconto affascinante, una sorta di “fiction” storico archeologica da trasmettere nei video o proiettare eventualmente sui muri del museo a fianco delle sculture.
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Il progetto prevede il completo riallestimento della collezione delle Madri attualmente disposta nelle medesime sale su semplici ed inadeguati basamenti.
Il riallestimento della collezione “madri” è uno dei principali obiettivi della rifunzionalizzazione del Museo, essendone la maggiore attrazione. La riorganizzazione dell’esposizione sarà occasione di un’ulteriore ricognizione scientifica dei dati emersi dalle campagne di scavo più recenti e di nuove riflessioni storico, archeologiche ed artistiche per approfondire un tema, quello del Tempio Patturelli e delle Madri, ancora per molti aspetti misterioso ma estremamente affascinante.
La proposta di allestimento, andrà precisata nel dettaglio museologico in stretto rapporto con gli archeologi e con la Soprintendenza Archeologica, ma confermando un ordine di priorità espositive che si può sintetizzare in: suggestione – affinità tipologica – cronologia.
In questo senso, il nuovo allestimento prevede una nuova collocazione scenografica di forte impatto visivo. Una sistemazione comunque rigorosa e soprattutto attenta a valorizzare i pochi elementi conoscitivi emersi dagli studi archeologici, dalla scoperta delle madri, a metà ‘800, fino agli studi ed alle risultanze degli scavi più recenti.
La stanza 34, introduttiva, è dedicata appunto alla storia della scoperta e dei protagonisti di questa vicenda attraverso l’utilizzo di pannelli grafici e video. Una storia per alcuni versi ancora oscura da cui emerge soprattutto l’origine votiva delle statue, collocate originariamente attorno all’area sacra della dea tutelare, la Mater Matuta, dea del mattino, dell’aurora e quindi della nascita e fecondità.
Il progetto, attraverso un allestimento suggestivo caratterizzato da luci appropriate e dislivelli di percorso, si prefigge di dare un’interpretazione immaginaria, simbolica ed allusiva della scena entro cui la disciplina archeologica è riuscita collocare queste statue votive.
9 – Il MuseoCafè, immerso nello splendido aranceto, a servizio del Museo e della città
Il MuseoCafè diverrà luogo di intrattenimento e di ristoro, a supporto del museo ma anche di servizio alla città e ai cittadini, poiché offrirà momenti di svago e relax in un ambiente di grande valenza culturale, avvicinando così i fruitori ai valori artistici ed architettonici nella splendida cornice del Palazzo Antignano.
La caffetteria, essendo inserita nel giardino accessibile al pubblico, può considerarsi un esercizio indipendente, aperto anche al di fuori degli orari del museo.
La caffetteria prevede la realizzazione di un nuovo padiglione esterno abbinata al restauro degli ambienti di servizio esistenti. Il padiglione è distaccato dal corpo di fabbrica esistente mediante una vetrata lineare di collegamento. La copertura del volume è un tetto piano a vasca con un leggero strato di ghiaia chiara, isolante e drenante. L’ascensore è collegato alla terrazza superiore mediante un leggero ballatoio.
Il padiglione caffetteria è realizzato con materiali leggeri e trasparenti, in prevalenza acciaio e vetro.
10 – Individuare spazi integrati funzionalmente, dedicati ai servizi di accoglienza. Il Bookshop, un vero e proprio store della cultura in grado di soddisfare ogni richiesta del pubblico
Particolare attenzione sarà riservata al Bookshop, anche questo concepito in maniera estremamente moderna: uno store in grado di soddisfare ogni richiesta del pubblico.
La ricerca di spazi e servizi per l’accoglienza è fondamentale per il funzionamento di un museo contemporaneo. L’ingresso, coincidente con l’area terminale del bookshop (la cassa), assolve l’esigenza ormai imprescindibile del merchandising museale abbinandola a quella del controllo di questo punto strategico.
Dall’atrio si accede al guardaroba per singoli e gruppi e, attraverso questo, ai servizi igienici. Solamente dopo aver localizzato questo primo nucleo è possibile accedere alla biglietteria, integrata da un banco audioguide, che immette ai tornelli d’ingresso da cui si accede al percorso di visita ed alle sale espositive.
L’accoglienza è completata dall’inserimento di una caffetteria in un punto strategico: il giardino pensile. L’esercizio del locale, che può essere indipendente dagli orari del museo (come del resto anche il book shop può funzionare come libreria generica specializzata), è appositamente collocato in un ambito interesterno, attraente e piacevole come il piccolo parco soprelevato del museo, arricchito di vestigia e di elementi contemporanei e anch’esso adiacente alla saletta per mostre temporanee, l’elegante padiglione porticato sul cortile carrabile.
11 - Una nuova Sala Mostre che estende l’offerta espositiva e rinnova le occasioni di visita al Museo
La sala delle “Esposizioni Temporanee” garantirà un nuovo e moderno spazio allestitivo, organizzato su due livelli, e potrà essere visitata anche indipendentemente dal Museo, supportata però dalla completa serie dei servizi di accoglienza e dal MuseoCafè.
L’ultimo spazio significativo recuperato dal progetto di riqualificazione del Museo è rappresentato dalla sala destinata alle mostre temporanee, oggi deposito del fondo Palasciano della Biblioteca (è previsto il trasferimento di tale deposito nelle sale del secondo piano, attualmente occupate dal museo, ma destinate in progetto ad essere cedute alla biblioteca).
Nella sala, particolarmente alta, viene realizzato un soppalco con relativa scala di accesso, che consente di aumentare sensibilmente la superficie espositiva ed anche offrire la possibilità di organizzare contemporaneamente eventi anche diversi.
12 – Il nuovo percorso elimina le barriere architettoniche
La “forza” del nuovo percorso individuato in progetto consiste nell’aver tracciato un circuito di fruizione, completamente ricavato all’interno degli spazi museali, superando le barriere esistenti, rappresentate ad esempio dalla strada che divide il complesso a quota terra ed eliminando l’assurda servitù che obbliga, oggi, a fuoriuscire all’esterno del museo per poi rientrare e completare la visita.
Un itinerario che partendo dall’estremità ovest, dall’androne del giardino, dopo aver attraversato longitudinalmente l’intero museo si ricongiunge al medesimo ingresso.
Un percorso che, senza porsi rigidi criteri di ordine cronologico, riesce comunque a dare una logica allo svolgimento delle varie sezioni, collocando soprattutto l’attesa “suspance” delle Madri, in tempi e spazi di visita tali da suscitare il massimo della curiosità, prima cioè che la stanchezza cominci ad insidiare l’attenzione del visitatore.
25
giugno 2009
Il Museo Campano … il Museo che vive
25 giugno 2009
presentazione
Location
MUSEO CAMPANO
Capua, Via Roma, 68, (Caserta)
Capua, Via Roma, 68, (Caserta)
Vernissage
25 Giugno 2009, ore 17, nella Sala conferenze