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Il paesaggio: da Giovanni Fattori ai giorni nostri
Opere che ripercorrono l’interpretazione del paesaggio dall’800 ai giorni nostri
Comunicato stampa
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La cittadina di Roddi, diventata ormai emblema di storia e arte, presenta quest’anno, nelle sale dell’ormai notoCastello, un importante evento artistico di alto lignaggio con opere che ripercorrono l’interpretazione del paesaggio dall’800 ai giorni nostri. L’evento di carattere nazionale ed internazionale, che si inaugura sabato 29 settembre alle ore 18,00, vedrà esposte opere dei grandi maestri ottocentisti tra cui Fattori, Bianchi, Boetto, Fontanesi, Follini, Delleani, De Nittis, Fontanesi, Zandomeneghi, Olivero, Quadrone ed altri, del novecento Baj, Campigli, Cascella, De Chirico, Guttuso, Morandi, Cascella, Sandri, Gallizio, tra i contemporanei Nespolo, Ruggeri, Tabusso, Veronesi, Andreoli, Bay, Bate, Bolena, Cerato, Dogliani, Ferraresi, Flis, Massucco, Milano, Montalbano, Moraglio, Perilli, Riccio, Stizzoli, Telo, Tibollo, Vigna.
I maestri che hanno segnato la storia dell’arte verranno presentati dal critico Prof. Giorgio Barberis che partendo da un discorso sull’Ottocento, secolo ricco di avvenimenti che hanno influito in Europa sul modo di vivere e di concepire l'arte, giungerà al Romanticismo che promosse in arte una riaffermazione della libertà creativa e all'Impressionismo cui si dovrà la nascita della ricerca artistica moderna. Analizzerà poi i primi cinquant'anni del secolo XX dell'arte italiana in cui avvengono grandi cambiamenti. L'Italia si trova ad occupare una significativa posizione nel panorama europeo, grazie alle novità del Futurismo, ma anche grazie all'apporto del tutto originale offerto dagli artisti italiani alla riscoperta di quella "misura classica", che percorre tutta l'Europa negli anni che seguono la sperimentazione delle prime avanguardie storiche.
La sezione contemporanei verrà presentata dalla curatrice della rassegna, D.ssa Cinzia Tesio, la quale sottolinea che presentare una mostra in grado di spaziare in un contesto storico ampio offre l’opportunità di valutare e sottolineare cambiamenti e ritorni, certezze ed avanguardie, serenità ed inquietudini. Permette di tutelare la polifonia del tempo, le tracce storiche, gli impulsi dell’artista nel suo periodo e nel suo contesto, il tutto accentuato dal carattere particolare, esclusivo della nostra contemporaneità.
In alcuni lavori esposti si ritrova il contrappunto tonale di due stilemi di fondo: la fluidificazione cromatica delle forme allusive al paesaggio naturale e la netta definizione volumetrica di quelle che rievocano il paesaggio umano. Vegetazione ed ambienti appaiono, in questo senso, gli elementi essenziali d'una alternanza o di un confronto di ritmi espressivi che sembrano richiamarci, dal tratto sulla tela, agli esiti della prima avanguardia storica. La libertà del colore celebrata dal Fauvismo e l'esaltazione della purezza geometrica espressa dal Cubismo. Ma non mancano in mostra opere in cui il "colore diventa forma", in cui la tendenza del colore è quella di farsi totale, evento immaginativo dove le polarità dell'analisi e della trasfigurazione aspirano a comunicare un'idea di spazio dialettico, mai interamente circoscritto ai puri e semplici procedimenti linguistici, ma sempre rivolto a trasformare la conoscenza cromatica nel sentire emotivo delle energie comunicative. Osservando queste opere, nelle argomentazione della critica, assumono rilevanza i legami con la storia della pittura moderna. Una genealogia di riferimenti, di richiami più o meno espliciti a Klee, Kandisky, Matisse, Rotko, Licini, Fontana solo per fare i nomi più ricorrenti ed evidenti. Tracce differenti di una memoria culturale che oscilla tra analogie narrative d allusioni alle risonanze poetiche del colore. Un'ultima analisi sui paesaggi esposti ci porta ad evidenziare quei lavori che fioriscono su un sottile margine. Dove si equilibrano la fedeltà ed il reale al proprio mondo interiore. In quanto tali sono specchi dalla superficie "doppia" dove vengono a combaciare, in paradossale simbiosi, l'immagine dell'esteriorità ed il sentimento dell'intimità. Che il paradosso giunga a trasformarsi in poesia è la scommessa implicita di ognuna di queste tele. E' la tensione che guida i colori, attraverso lunghe trasparenze, a farsi espressione delle propria libertà percorrendo fantasmi di cieli, colline, paesi.
I maestri che hanno segnato la storia dell’arte verranno presentati dal critico Prof. Giorgio Barberis che partendo da un discorso sull’Ottocento, secolo ricco di avvenimenti che hanno influito in Europa sul modo di vivere e di concepire l'arte, giungerà al Romanticismo che promosse in arte una riaffermazione della libertà creativa e all'Impressionismo cui si dovrà la nascita della ricerca artistica moderna. Analizzerà poi i primi cinquant'anni del secolo XX dell'arte italiana in cui avvengono grandi cambiamenti. L'Italia si trova ad occupare una significativa posizione nel panorama europeo, grazie alle novità del Futurismo, ma anche grazie all'apporto del tutto originale offerto dagli artisti italiani alla riscoperta di quella "misura classica", che percorre tutta l'Europa negli anni che seguono la sperimentazione delle prime avanguardie storiche.
La sezione contemporanei verrà presentata dalla curatrice della rassegna, D.ssa Cinzia Tesio, la quale sottolinea che presentare una mostra in grado di spaziare in un contesto storico ampio offre l’opportunità di valutare e sottolineare cambiamenti e ritorni, certezze ed avanguardie, serenità ed inquietudini. Permette di tutelare la polifonia del tempo, le tracce storiche, gli impulsi dell’artista nel suo periodo e nel suo contesto, il tutto accentuato dal carattere particolare, esclusivo della nostra contemporaneità.
In alcuni lavori esposti si ritrova il contrappunto tonale di due stilemi di fondo: la fluidificazione cromatica delle forme allusive al paesaggio naturale e la netta definizione volumetrica di quelle che rievocano il paesaggio umano. Vegetazione ed ambienti appaiono, in questo senso, gli elementi essenziali d'una alternanza o di un confronto di ritmi espressivi che sembrano richiamarci, dal tratto sulla tela, agli esiti della prima avanguardia storica. La libertà del colore celebrata dal Fauvismo e l'esaltazione della purezza geometrica espressa dal Cubismo. Ma non mancano in mostra opere in cui il "colore diventa forma", in cui la tendenza del colore è quella di farsi totale, evento immaginativo dove le polarità dell'analisi e della trasfigurazione aspirano a comunicare un'idea di spazio dialettico, mai interamente circoscritto ai puri e semplici procedimenti linguistici, ma sempre rivolto a trasformare la conoscenza cromatica nel sentire emotivo delle energie comunicative. Osservando queste opere, nelle argomentazione della critica, assumono rilevanza i legami con la storia della pittura moderna. Una genealogia di riferimenti, di richiami più o meno espliciti a Klee, Kandisky, Matisse, Rotko, Licini, Fontana solo per fare i nomi più ricorrenti ed evidenti. Tracce differenti di una memoria culturale che oscilla tra analogie narrative d allusioni alle risonanze poetiche del colore. Un'ultima analisi sui paesaggi esposti ci porta ad evidenziare quei lavori che fioriscono su un sottile margine. Dove si equilibrano la fedeltà ed il reale al proprio mondo interiore. In quanto tali sono specchi dalla superficie "doppia" dove vengono a combaciare, in paradossale simbiosi, l'immagine dell'esteriorità ed il sentimento dell'intimità. Che il paradosso giunga a trasformarsi in poesia è la scommessa implicita di ognuna di queste tele. E' la tensione che guida i colori, attraverso lunghe trasparenze, a farsi espressione delle propria libertà percorrendo fantasmi di cieli, colline, paesi.
29
settembre 2007
Il paesaggio: da Giovanni Fattori ai giorni nostri
Dal 29 settembre al 27 ottobre 2007
arte moderna e contemporanea
Location
CASTELLO
Roddi, Piazza Umberto I, (Cuneo)
Roddi, Piazza Umberto I, (Cuneo)
Orario di apertura
venerdì dalle 15,00 alle 19,00
sabato e domenica: 10,00/13,00 e 15,00/19,00
Scuole e Gruppi: tutti i giorni su prenotazione
Vernissage
29 Settembre 2007, ore 18
Curatore