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Il Rifugio di Venere
la suggestione e l’atmosfera in cui Paolina Bonaparte ha vissuto l’ultima pur breve stagione d’amore con il musicista Giovanni Pacini
Comunicato stampa
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Il Comune di Viareggio e la Provincia di Lucca inaugurano giovedì 28 luglio, alle ore 21, “Il Rifugio di Venere. La Villa Paolina Bonaparte di Viareggio” in occasione della riapertura al pubblico, a conclusione dei restauri, di quell’amabile ritiro che Paolina Bonaparte, la sorella prediletta da Napoleone, fece costruire secondo sue precise indicazioni nel 1822 ai limiti settentrionali della città, isolata, sulla riva del mare.
La mostra è realizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Viareggio, dall’Assessorato ai Beni Culturali della Provincia di Lucca, dal Comune di Roma, dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali del comune di Roma, dal Museo Napoleonico di Roma e dalla Soprintendenza ai B.A.P.P.S.A.D. di Pisa e Livorno
“Il Rifugio di Venere” a cura dell’Arch. Glauco Borella, della Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara, e di Roberta Martinelli, Assessore ai Beni Culturali della Provincia di Lucca e Direttore dei Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche dell’Isola d’Elba, ricrea la suggestione e l’atmosfera in cui Paolina Bonaparte ha vissuto l’ultima pur breve stagione d’amore con il musicista Giovanni Pacini, tra il 1823 e il 1824, prima di ritirarsi, abbandonata dall’amato, a Firenze dove morì nel 1825, a soli quarantacinque anni, a Villa Montughi.
La mostra
La mostra si inserisce nel progetto di area vasta denominato Napoleone ed Elisa: segni della presenza in Toscana che fu promosso congiuntamente nel maggio 2002 dalla Soprintendenza ai B.A.P.P.S.A.D. di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara e dalle Province di Lucca (ente capofila del progetto), Pisa, Livorno e Massa Carrara.
E’ una ricostruzione scenografica e fedele di quello che fu l’arredamento e gli ambienti abitati da Paolina: dalla sala à manger alla camera da letto, dalla sala della musica alla biblioteca, al suo boudoir, attraverso mobili, oggetti personali, sculture, acquerelli, ceramiche, lettere, documenti e gioielli provenienti dal Museo Napoleonico di Roma, dal Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche dell’Isola d’Elba, dall’ Archivio di Stato di Firenze, dagli Archivi del Comune di Viareggio e dell’Istituto Matteucci di Viareggio - da cui proviene l’Inventario della Villa che ha permesso la ricostruzione degli ambienti; e da numerose collezioni private.
Rarità e curiosità come: il pendente con i capelli di Napoleone; l’anello regalato all’amante Pacini che reca incisa sulla pietra il motto Ma Hardiesse vient de mon ardeu; il prezioso manto in velluto ricamato in oro con motivo a foglie d’ulivo, ampiamente documentato nella ritrattistica, proveniente dal Museo dell’Elba; il taccuino di Paolina, in marocchino rosso e oro; il busto di Paolina di Antonio Canova; la sua toeletta, manifattura Biennais-Parigi; lettere scritte al marito Camillo Borghese; il suo testamento dove a dimostrazione della sua generosità troviamo numerosi lasciti e ricordi per ognuno dei personaggi che aveva conosciuto, disponendo anche che la villa di Viareggio andasse alla sorella Carolina.
Paolina Bonaparte
Se Elisa Bonaparte, che era stata Principessa di Piombino e Lucca e poi Granduchessa di Toscana, era donna di potere, Paolina di sicuro era l’unica vera Principessa della famiglia Bonaparte, caratterizzata da una straordinaria bellezza, da una grande vivacità e capacità di utilizzare tutte le armi della seduzione. Ma era anche una donna colta amante della musica e della poesia. Nata ad Ajaccio nel 1780, sposò in seconde nozze il Principe Camillo Borghese. La famosa scultura
di Antonio Canova (1805-1808), voluta dal marito Camillo, che raffigura Paolina, appena venticinquenne, seminuda nelle sembianze di Venere Vincitrice, celebra il suo fulgore fisico.
La passione per i vestiti, per le feste e per i gioielli, come risulta dai documenti d’archivio, la portò a sperperare un ingente patrimonio. Ma saranno proprio i gioielli a darle sicurezza nei momenti difficili ricorrendo alla vendita dei diamanti di casa Borghese, che aveva rimontato e integrato con nuove pietre per renderli irriconoscibili e non restituirli al marito.
La vendita dei gioielli servì inoltre a finanziare proprio Napoleone, per organizzare la sua fuga dall’ Elba ed il ritorno in Francia.
Caduta in una profonda disperazione, in seguito alla morte di Napoleone, si trasferì sofferente a Viareggio dove nel 1822 decise di costruirvi la propria residenza estiva anche perché qui risiedeva il giovane catanese Giovanni Pacini, di ben quindici anni più giovane di lei, suo ultimo amore. Pacini era Maestro di Camera e Cappella della Duchessa di Lucca, fondatore del liceo musicale di Viareggio, conosciuto l’anno prima a Roma in uno dei tanti ricevimenti della Principessa nei quali riuniva artisti esponenti della cultura e membri della colonia romana inglese.
La villa Paolina a Viareggio
Villa Paolina a Viareggio fu realizzata su progetto dell’architetto lucchese Giovanni Lazzarini, in prossimità della spiaggia, su quella stessa spiaggia che restituì il corpo di Shelley, e che qui veniva arso dall’amico Byron con rito pagano.
Unica tra le ville da lei possedute costruita ex-novo, discende dall’omonima Villa Paolina a Roma. È un esempio unico anche per Viareggio, un rifugio esclusivo dal sapore romantico ed aristocratico, dall’apparato compatto da piccolo Casino, appartato dalla mondanità e a contatto diretto con la natura. Dai restauri è emersa la raffinatezza delle pitture murali in sintonia con il gusto della moda francese dell’epoca, decorazioni che si differenziano a seconda degli ambienti: trompe l’oeil, finti tendaggi, festoni e ghirlande, puttini, strumenti musicali, storie tratte dall’Orlando Furioso, scene di gusto cinese.
Il villino su due piani, con colonnato rivolto verso il litorale, è caratterizzato dal fatto che le camere da letto e i salotti sono tutti posti fronte-spiaggia, così da poter mantenere una continua relazione con il mare. Altro elemento determinante dell’impianto della villa era il rapporto fra l’interno e l’esterno che si pone fra più giardini: il giardino a Nord, che comunicava con il palazzo e che aveva funzioni di salotto all’aperto, giardino all’inglese con fiori, piante di agrumi, viti, caffeaus e una collina belvedere; il giardino a Sud, diviso dal palazzo dalla via pubblica,
conteneva tutti gli elementi dell’utilitas: orto, vigneto e scuderie; infine il giardino naturale, ovvero quel viale che delimitava la spiaggia e che conduceva al mare.
Attualmente Villa Paolina ospita il Museo Archeologico "Alberto Carlo Blanc", la Pinacoteca "Lorenzo Viani", il Museo degli Strumenti Musicali Giovanni Ciuffreda.
Gli ambienti recentemente restaurati di Villa Paolina che coincidono con l’appartamento della principessa, saranno riarredati ed inseriti nel circuito della residenze dei napoleonici e destinati alle esposizioni legate alle vicende di Napoleone
“ il 9 giugno 1825, sentendosi vicina a morire, Paolina si fece abbigliare nel suo splendido vestito di corte. La chioma venne acconciata come per un ballo imperiale alle Tuileries e la cipria e il rossetto colorirono il suo viso che aveva perduto il bell’incarnato naturale. Le braccia, il collo e il petto, erano coperti di perle e diamanti. Un’ultima offerta votiva al corpo tanto adorato? O forse un altro pensiero le attraversò la mente capricciosa? Ricordò Paolina le personificazi0ni della morte che le arti e le lettere ci offrono? Pensò dunque affrontarla come aveva sempre affrontato e vinto gli uomini nella vita, con le armi della bellezza? Chiese uno specchio ed osservò la sua immagine per l’ultima volta.
Quando la morte sopraggiunse, Paolina Bonaparte stringeva ancora in pugno lo specchio!” W.N. Carlton
“Il Rifugio di Venere. La Villa Paolina Bonaparte di Viareggio” sarà aperta fino al 4 settembre, l’esposizione è accompagnata da una catalogo edito da Pacini Fazzi Editore, con testi di Glauco Borella, Giulia Gorgone, Severina Russo.
La mostra è realizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Viareggio, dall’Assessorato ai Beni Culturali della Provincia di Lucca, dal Comune di Roma, dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali del comune di Roma, dal Museo Napoleonico di Roma e dalla Soprintendenza ai B.A.P.P.S.A.D. di Pisa e Livorno
“Il Rifugio di Venere” a cura dell’Arch. Glauco Borella, della Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara, e di Roberta Martinelli, Assessore ai Beni Culturali della Provincia di Lucca e Direttore dei Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche dell’Isola d’Elba, ricrea la suggestione e l’atmosfera in cui Paolina Bonaparte ha vissuto l’ultima pur breve stagione d’amore con il musicista Giovanni Pacini, tra il 1823 e il 1824, prima di ritirarsi, abbandonata dall’amato, a Firenze dove morì nel 1825, a soli quarantacinque anni, a Villa Montughi.
La mostra
La mostra si inserisce nel progetto di area vasta denominato Napoleone ed Elisa: segni della presenza in Toscana che fu promosso congiuntamente nel maggio 2002 dalla Soprintendenza ai B.A.P.P.S.A.D. di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara e dalle Province di Lucca (ente capofila del progetto), Pisa, Livorno e Massa Carrara.
E’ una ricostruzione scenografica e fedele di quello che fu l’arredamento e gli ambienti abitati da Paolina: dalla sala à manger alla camera da letto, dalla sala della musica alla biblioteca, al suo boudoir, attraverso mobili, oggetti personali, sculture, acquerelli, ceramiche, lettere, documenti e gioielli provenienti dal Museo Napoleonico di Roma, dal Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche dell’Isola d’Elba, dall’ Archivio di Stato di Firenze, dagli Archivi del Comune di Viareggio e dell’Istituto Matteucci di Viareggio - da cui proviene l’Inventario della Villa che ha permesso la ricostruzione degli ambienti; e da numerose collezioni private.
Rarità e curiosità come: il pendente con i capelli di Napoleone; l’anello regalato all’amante Pacini che reca incisa sulla pietra il motto Ma Hardiesse vient de mon ardeu; il prezioso manto in velluto ricamato in oro con motivo a foglie d’ulivo, ampiamente documentato nella ritrattistica, proveniente dal Museo dell’Elba; il taccuino di Paolina, in marocchino rosso e oro; il busto di Paolina di Antonio Canova; la sua toeletta, manifattura Biennais-Parigi; lettere scritte al marito Camillo Borghese; il suo testamento dove a dimostrazione della sua generosità troviamo numerosi lasciti e ricordi per ognuno dei personaggi che aveva conosciuto, disponendo anche che la villa di Viareggio andasse alla sorella Carolina.
Paolina Bonaparte
Se Elisa Bonaparte, che era stata Principessa di Piombino e Lucca e poi Granduchessa di Toscana, era donna di potere, Paolina di sicuro era l’unica vera Principessa della famiglia Bonaparte, caratterizzata da una straordinaria bellezza, da una grande vivacità e capacità di utilizzare tutte le armi della seduzione. Ma era anche una donna colta amante della musica e della poesia. Nata ad Ajaccio nel 1780, sposò in seconde nozze il Principe Camillo Borghese. La famosa scultura
di Antonio Canova (1805-1808), voluta dal marito Camillo, che raffigura Paolina, appena venticinquenne, seminuda nelle sembianze di Venere Vincitrice, celebra il suo fulgore fisico.
La passione per i vestiti, per le feste e per i gioielli, come risulta dai documenti d’archivio, la portò a sperperare un ingente patrimonio. Ma saranno proprio i gioielli a darle sicurezza nei momenti difficili ricorrendo alla vendita dei diamanti di casa Borghese, che aveva rimontato e integrato con nuove pietre per renderli irriconoscibili e non restituirli al marito.
La vendita dei gioielli servì inoltre a finanziare proprio Napoleone, per organizzare la sua fuga dall’ Elba ed il ritorno in Francia.
Caduta in una profonda disperazione, in seguito alla morte di Napoleone, si trasferì sofferente a Viareggio dove nel 1822 decise di costruirvi la propria residenza estiva anche perché qui risiedeva il giovane catanese Giovanni Pacini, di ben quindici anni più giovane di lei, suo ultimo amore. Pacini era Maestro di Camera e Cappella della Duchessa di Lucca, fondatore del liceo musicale di Viareggio, conosciuto l’anno prima a Roma in uno dei tanti ricevimenti della Principessa nei quali riuniva artisti esponenti della cultura e membri della colonia romana inglese.
La villa Paolina a Viareggio
Villa Paolina a Viareggio fu realizzata su progetto dell’architetto lucchese Giovanni Lazzarini, in prossimità della spiaggia, su quella stessa spiaggia che restituì il corpo di Shelley, e che qui veniva arso dall’amico Byron con rito pagano.
Unica tra le ville da lei possedute costruita ex-novo, discende dall’omonima Villa Paolina a Roma. È un esempio unico anche per Viareggio, un rifugio esclusivo dal sapore romantico ed aristocratico, dall’apparato compatto da piccolo Casino, appartato dalla mondanità e a contatto diretto con la natura. Dai restauri è emersa la raffinatezza delle pitture murali in sintonia con il gusto della moda francese dell’epoca, decorazioni che si differenziano a seconda degli ambienti: trompe l’oeil, finti tendaggi, festoni e ghirlande, puttini, strumenti musicali, storie tratte dall’Orlando Furioso, scene di gusto cinese.
Il villino su due piani, con colonnato rivolto verso il litorale, è caratterizzato dal fatto che le camere da letto e i salotti sono tutti posti fronte-spiaggia, così da poter mantenere una continua relazione con il mare. Altro elemento determinante dell’impianto della villa era il rapporto fra l’interno e l’esterno che si pone fra più giardini: il giardino a Nord, che comunicava con il palazzo e che aveva funzioni di salotto all’aperto, giardino all’inglese con fiori, piante di agrumi, viti, caffeaus e una collina belvedere; il giardino a Sud, diviso dal palazzo dalla via pubblica,
conteneva tutti gli elementi dell’utilitas: orto, vigneto e scuderie; infine il giardino naturale, ovvero quel viale che delimitava la spiaggia e che conduceva al mare.
Attualmente Villa Paolina ospita il Museo Archeologico "Alberto Carlo Blanc", la Pinacoteca "Lorenzo Viani", il Museo degli Strumenti Musicali Giovanni Ciuffreda.
Gli ambienti recentemente restaurati di Villa Paolina che coincidono con l’appartamento della principessa, saranno riarredati ed inseriti nel circuito della residenze dei napoleonici e destinati alle esposizioni legate alle vicende di Napoleone
“ il 9 giugno 1825, sentendosi vicina a morire, Paolina si fece abbigliare nel suo splendido vestito di corte. La chioma venne acconciata come per un ballo imperiale alle Tuileries e la cipria e il rossetto colorirono il suo viso che aveva perduto il bell’incarnato naturale. Le braccia, il collo e il petto, erano coperti di perle e diamanti. Un’ultima offerta votiva al corpo tanto adorato? O forse un altro pensiero le attraversò la mente capricciosa? Ricordò Paolina le personificazi0ni della morte che le arti e le lettere ci offrono? Pensò dunque affrontarla come aveva sempre affrontato e vinto gli uomini nella vita, con le armi della bellezza? Chiese uno specchio ed osservò la sua immagine per l’ultima volta.
Quando la morte sopraggiunse, Paolina Bonaparte stringeva ancora in pugno lo specchio!” W.N. Carlton
“Il Rifugio di Venere. La Villa Paolina Bonaparte di Viareggio” sarà aperta fino al 4 settembre, l’esposizione è accompagnata da una catalogo edito da Pacini Fazzi Editore, con testi di Glauco Borella, Giulia Gorgone, Severina Russo.
28
luglio 2005
Il Rifugio di Venere
Dal 28 luglio al 04 settembre 2005
arte antica
Location
MUSEI CIVICI – VILLA PAOLINA BONAPARTE
Viareggio, Via Niccolò Machiavelli, 2, (Lucca)
Viareggio, Via Niccolò Machiavelli, 2, (Lucca)
Vernissage
28 Luglio 2005, ore 21
Editore
PACINI
Ufficio stampa
DAVIS & CO.
Curatore