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Il Sasso nello Stagno
“Il sasso nello stagno” evoca innanzi tutto il gesto, il lancio del sasso che sfiorando la superficie dell’acqua traccia un percorso tra linee e onde concentriche che si diffondono e ingrandiscono nello spazio, allo stesso modo induce una rottura nell’equilibrio statico dell’acqua immutabile.
Comunicato stampa
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La storia ufficiale dell'Arte, quella scritta nei manuali e allestita nei musei, spesso si propone come l'unica narrazione possibile. E' tutto ben organizzato: una corrente artistica si succede ad una precedente che spesso è il suo opposto. Un artista apprezzato genera degli emuli, un critico 'militante' individua o crea un
filone di pensiero e schiera la sua squadra. La grancassa della comunicazione, poi, riempie gli spazi che il mercato dell'arte gestisce - con parsimonia - per creare valore. In epoche passate 'la storia scritta dai vincitori' era un assunto proverbiale e potenti istituzioni accademiche statali e lobby private hanno in vario modo agevolato o bloccato interessanti percorsi artistici individuali e collettivi. Si pensi alla Francia di fine Ottocento quando il giovane gruppo degli Impressionisti fu estromesso dai Salòn ufficiali o alle tristi esperienze di Van Gogh e di Modigliani e, ancora più indietro nel tempo, al pregiudizio sociale che ha tarpato le ali di tante donne promettenti artiste di cui pochissime hanno ricevuto il giusto riconoscimento in vita e semmai la fama solo molti anni dopo.
Ma proviamo ad immaginare il grande corpo dell'Arte come solcato da vene e forme superficiali e contemporaneamente da arterie profonde ed organi silenti ma fondamentali alla vita del corpo stesso. Così grandi artisti, che per sorte o per carattere o per deliberata azione (o disattenzione) di qualcuno, sono
rimasti poco conosciuti o nascosti ai più, hanno continuato senza sosta a lavorare nei loro studi, nelle officine e negli atelier e adesso ri-escono alla luce.
Quattro artisti, quattro amici: Empedocle Amato, Massimo Antonello Géleng, Nino Giammarco e Roberto Maria Federici, con la collaborazione dell'Associazione "Frammenti d'Arte" di Roma, hanno deciso di gettare il 'sasso'
della loro qualità, sensibilità e perseveranza, nel gran lago dell'arte romana, presentando insieme i loro percorsi artistici in uno spazio molto particolare nel quartiere di S. Lorenzo e gli effetti saranno importanti e senz'altro molto particolari.
Inevitabilmente le loro opere porteranno a galla pezzi della nostra storia recente e contemporanea rielaborati in modo originale e senza filtri particolarmente ideologici, se non quelli dell'impegno sociale, del disincanto - per la perdita di valori etici e culturali - con la convinzione profonda che l'Arte può essere ancora sia il linguaggio degli sciamani e degli alchimisti che l'urlo anarchico che distrugge e ricostruisce la "pelle del mondo".
filone di pensiero e schiera la sua squadra. La grancassa della comunicazione, poi, riempie gli spazi che il mercato dell'arte gestisce - con parsimonia - per creare valore. In epoche passate 'la storia scritta dai vincitori' era un assunto proverbiale e potenti istituzioni accademiche statali e lobby private hanno in vario modo agevolato o bloccato interessanti percorsi artistici individuali e collettivi. Si pensi alla Francia di fine Ottocento quando il giovane gruppo degli Impressionisti fu estromesso dai Salòn ufficiali o alle tristi esperienze di Van Gogh e di Modigliani e, ancora più indietro nel tempo, al pregiudizio sociale che ha tarpato le ali di tante donne promettenti artiste di cui pochissime hanno ricevuto il giusto riconoscimento in vita e semmai la fama solo molti anni dopo.
Ma proviamo ad immaginare il grande corpo dell'Arte come solcato da vene e forme superficiali e contemporaneamente da arterie profonde ed organi silenti ma fondamentali alla vita del corpo stesso. Così grandi artisti, che per sorte o per carattere o per deliberata azione (o disattenzione) di qualcuno, sono
rimasti poco conosciuti o nascosti ai più, hanno continuato senza sosta a lavorare nei loro studi, nelle officine e negli atelier e adesso ri-escono alla luce.
Quattro artisti, quattro amici: Empedocle Amato, Massimo Antonello Géleng, Nino Giammarco e Roberto Maria Federici, con la collaborazione dell'Associazione "Frammenti d'Arte" di Roma, hanno deciso di gettare il 'sasso'
della loro qualità, sensibilità e perseveranza, nel gran lago dell'arte romana, presentando insieme i loro percorsi artistici in uno spazio molto particolare nel quartiere di S. Lorenzo e gli effetti saranno importanti e senz'altro molto particolari.
Inevitabilmente le loro opere porteranno a galla pezzi della nostra storia recente e contemporanea rielaborati in modo originale e senza filtri particolarmente ideologici, se non quelli dell'impegno sociale, del disincanto - per la perdita di valori etici e culturali - con la convinzione profonda che l'Arte può essere ancora sia il linguaggio degli sciamani e degli alchimisti che l'urlo anarchico che distrugge e ricostruisce la "pelle del mondo".
03
novembre 2024
Il Sasso nello Stagno
Dal 03 al 13 novembre 2024
arte contemporanea
collettiva
altro
collettiva
altro
Location
EX CARTIERA LATINA
Roma, Via Appia Antica, 42, (Roma)
Roma, Via Appia Antica, 42, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 13.00
Il sabato e la domenica dalle 14.00 alle 16.30
e su richiesta telefonando al numero 333.200389
Vernissage
3 Novembre 2024, Inaugurazione Domenica 3 Novembre alle ore 11.00 presso la Sala Appia, lo spazio espositivo del Complesso della Ex Cartiera Latina in Via Appia Antica
Sito web
Ufficio stampa
associazione frammenti d'arte
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Sponsor
Patrocini