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Il senso del male
La mostra nasce come una riflessione sul particolare e cruciale momento storico che stiamo vivendo, e vuole porsi una domanda sul senso del Male che appare dominante.
Comunicato stampa
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La mostra nasce come una riflessione sul particolare e cruciale momento storico che stiamo vivendo, e vuole porsi una domanda sul senso del Male che appare dominante negli eventi e nei drammi dove i destini di guerra si incrociano agli scontri economici, alle dialettiche tra diverse civiltà, alle grandi questioni poste dall’ambiente, dalle mutazioni climatiche, dai cambiamenti sociali, dall’avvenire delle metropoli nel Ventunesimo secolo.
In questo contesto drammatico, ci si chiede allora se l’arte possa nuovamente avere la funzione di testimoniare il disagio e il dolore con la forza dei suoi molti linguaggi, e se possa ancora cercare un’ipotetica salvezza utilizzando la sua capacità unica di leggere il presente e di guardare al futuro scavando alla ricerca della "verità" degli avvenimenti senza lasciarsi abbagliare dalla loro sovrapposizione all’interno dei messaggi mediatici.
Il percorso espositivo intende raccogliere quindi alcuni artisti italiani, perlopiù delle ultime generazioni, accostandoli in una varietà di tendenze che vanno dalla fotografia alla performance, dalla scultura alla videoarte, fino alla pittura e all’installazione. Nella mostra saranno tra l’altro presenti, quasi come "ospiti d’onore", due artisti le cui vicende biografiche e il cui lavoro hanno un particolare significato: Ali Assaf, artista iracheno, in Italia dal 1974, che con il suo lavoro duro ed essenziale racconta il dramma delle migrazioni e della guerra che da troppo tempo dilania la sua terra di origine, e Bruno Canova, prigioniero in un campo di concentramento tedesco durante la seconda guerra mondiale, testimone diretto della tragedia dell’Olocausto che ha lasciato un marchio tragico nella sua opera di alto valore civile, dedicata da più di cinquant’anni alla denuncia della guerra, dello sfruttamento dell’infanzia e dei disastri ambientali. La mostra si svilupperà così per mettere in luce le diverse riflessioni sulla crisi del mondo attuale, in una fusione di linee e di spunti dove le opere diventano la "traccia" simbolica che unisce le diverse esperienze artistiche con la loro tragica potenza iconica e il loro deflagrante potere espressivo. Incontriamo dunque le "armi chimiche" di Angelo Bellobono, i frammenti di corpi di Marco Colazzo, la città di Hiroshima dipinta da Francesco Cervelli, i rituali di espiazione dipinti da Stefania Fabrizi, i volti in fiamme di David Fagioli, il video dedicato a John Milton da Iaia Filiberti, le immagini ambigue di Adriano Nardi, i disastri ambientali di Junior Palma, la mattanza di Piero Pompili, la criminalità organizzata vista come una tragica prigione da Franco Scarano, la natura devastata di Silvano Tessarollo, l'umanità artificiale di Marco Verrelli.
La mostra comprende poi il "KRIME & FASHION PROJECT" di Antonio Riello, concepito appositamente per questo evento, dove l'artista riflette sul problema del falso (o il "taroccato" per usare un termine gergale ormai molto in voga) nell’abbigliamento, ormai classificato come un vero e proprio crimine, e su una vendetta del "falso d.o.c." sul cosiddetto "originale" che paradossalmente diventa scontato e meno interessante della "copia tarocca" grazie all'intervento provocatorio e spiazzante dell'artista.
Artisti
Alì Assaf (Bassora, Iraq, 1950, vive a Roma)
Angelo Bellobono (Nettuno, RM, 1964, vive a Roma)
Bruno Canova (Bologna 1925, vive a Roma)
Marco Colazzo (Roma 1963, vive a Roma)
Francesco Cervelli (Roma 1965, vive a Roma)
Stefania Fabrizi (Roma 1958, vive a Roma)
David Fagioli (Roma 1968, vive a Bruxelles)
Iaia Filiberti (Milano 1968, vive a Milano)
Adriano Nardi (Rio de Janeiro 1964, vive a Roma)
Junior Palma (Biella 1972, vive ad Arezzo)
Piero Pompili (Roma 1967, vive a Roma)
Antonio Riello (Marostica- Vi- 1958, vive a Milano e Marostica)
Franco Scarano (Napoli 1966, vive a napoli)
Silvano Tessarollo (vive a Tezze sul Brenta- VI)
Marco Verrelli (Roma 1961, vive a Roma)
In questo contesto drammatico, ci si chiede allora se l’arte possa nuovamente avere la funzione di testimoniare il disagio e il dolore con la forza dei suoi molti linguaggi, e se possa ancora cercare un’ipotetica salvezza utilizzando la sua capacità unica di leggere il presente e di guardare al futuro scavando alla ricerca della "verità" degli avvenimenti senza lasciarsi abbagliare dalla loro sovrapposizione all’interno dei messaggi mediatici.
Il percorso espositivo intende raccogliere quindi alcuni artisti italiani, perlopiù delle ultime generazioni, accostandoli in una varietà di tendenze che vanno dalla fotografia alla performance, dalla scultura alla videoarte, fino alla pittura e all’installazione. Nella mostra saranno tra l’altro presenti, quasi come "ospiti d’onore", due artisti le cui vicende biografiche e il cui lavoro hanno un particolare significato: Ali Assaf, artista iracheno, in Italia dal 1974, che con il suo lavoro duro ed essenziale racconta il dramma delle migrazioni e della guerra che da troppo tempo dilania la sua terra di origine, e Bruno Canova, prigioniero in un campo di concentramento tedesco durante la seconda guerra mondiale, testimone diretto della tragedia dell’Olocausto che ha lasciato un marchio tragico nella sua opera di alto valore civile, dedicata da più di cinquant’anni alla denuncia della guerra, dello sfruttamento dell’infanzia e dei disastri ambientali. La mostra si svilupperà così per mettere in luce le diverse riflessioni sulla crisi del mondo attuale, in una fusione di linee e di spunti dove le opere diventano la "traccia" simbolica che unisce le diverse esperienze artistiche con la loro tragica potenza iconica e il loro deflagrante potere espressivo. Incontriamo dunque le "armi chimiche" di Angelo Bellobono, i frammenti di corpi di Marco Colazzo, la città di Hiroshima dipinta da Francesco Cervelli, i rituali di espiazione dipinti da Stefania Fabrizi, i volti in fiamme di David Fagioli, il video dedicato a John Milton da Iaia Filiberti, le immagini ambigue di Adriano Nardi, i disastri ambientali di Junior Palma, la mattanza di Piero Pompili, la criminalità organizzata vista come una tragica prigione da Franco Scarano, la natura devastata di Silvano Tessarollo, l'umanità artificiale di Marco Verrelli.
La mostra comprende poi il "KRIME & FASHION PROJECT" di Antonio Riello, concepito appositamente per questo evento, dove l'artista riflette sul problema del falso (o il "taroccato" per usare un termine gergale ormai molto in voga) nell’abbigliamento, ormai classificato come un vero e proprio crimine, e su una vendetta del "falso d.o.c." sul cosiddetto "originale" che paradossalmente diventa scontato e meno interessante della "copia tarocca" grazie all'intervento provocatorio e spiazzante dell'artista.
Artisti
Alì Assaf (Bassora, Iraq, 1950, vive a Roma)
Angelo Bellobono (Nettuno, RM, 1964, vive a Roma)
Bruno Canova (Bologna 1925, vive a Roma)
Marco Colazzo (Roma 1963, vive a Roma)
Francesco Cervelli (Roma 1965, vive a Roma)
Stefania Fabrizi (Roma 1958, vive a Roma)
David Fagioli (Roma 1968, vive a Bruxelles)
Iaia Filiberti (Milano 1968, vive a Milano)
Adriano Nardi (Rio de Janeiro 1964, vive a Roma)
Junior Palma (Biella 1972, vive ad Arezzo)
Piero Pompili (Roma 1967, vive a Roma)
Antonio Riello (Marostica- Vi- 1958, vive a Milano e Marostica)
Franco Scarano (Napoli 1966, vive a napoli)
Silvano Tessarollo (vive a Tezze sul Brenta- VI)
Marco Verrelli (Roma 1961, vive a Roma)
25
febbraio 2005
Il senso del male
Dal 25 febbraio al 30 marzo 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELLE ARTI CONTEMPORANEE
Caserta, Largo San Sebastiano, (Caserta)
Caserta, Largo San Sebastiano, (Caserta)
Orario di apertura
tutti i giorni (festivi esclusi) 10-12,30; martedì e giovedì anche 16-18,30, e per appuntamento
Vernissage
25 Febbraio 2005, ore 18
Autore
Curatore