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Il serafico succedaneo
collettiva
Comunicato stampa
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Un’opera non dovrebbe mai essere comparata ad un’altra, mai moltiplicata per se stessa in quanto
ognuna ha un carattere in sé speciale. Esistono però delle “affinità elettive” che per un – periglioso mai perentorio – gusto dei confronti ci rivelano richiami e giochi d’eco che invitano a verificare non l’equivalenza bensì le propaggini tra opera e opera.
In pratica sono luci e ombre di una stessa realtà, verso e recto di una stessa medaglia, momento conoscitivo nella con-fusione.
Se nelle opere di Gabriele Arruzzo e Umberto Chiodi troviamo un’evidente prossimità-promiscuità di soggetti mauvais, Beatrice Pasquali e Alessandra Pace adottano il tema della testa quale perno di una mistica rêverie o di bizzarre acconciature.
Nel locus classicus della natura Fabrizio Modesti individua lo stupore della creazione mentre i disegni di Nicola Toffolini ne sfidano i cicli biologici grazie ai dogmi della tecnica; viceversa gli adolescenti di Pastorello tradiscono la loro apprensione per la vicinanza con un bosco i cui alberi formano una texture quasi astratta, turbamento che Mauro Soggiu designa nel gioco e in un motivo circense a bande giallo-arancio.
Un precipitato di relazioni si rinviene sia per Fabrizio Dori e Daniele Bacci (i quali integrano le spoglie degli edifici con un interno full color e un esterno in b/n) sia per Dario Moroldo e Debora Romei (il carattere sessuale si pronuncia soprattutto nel caso della prima, l’immaginario astratto geometrico del secondo è invece progenie di lombi non ancora esausti).
ognuna ha un carattere in sé speciale. Esistono però delle “affinità elettive” che per un – periglioso mai perentorio – gusto dei confronti ci rivelano richiami e giochi d’eco che invitano a verificare non l’equivalenza bensì le propaggini tra opera e opera.
In pratica sono luci e ombre di una stessa realtà, verso e recto di una stessa medaglia, momento conoscitivo nella con-fusione.
Se nelle opere di Gabriele Arruzzo e Umberto Chiodi troviamo un’evidente prossimità-promiscuità di soggetti mauvais, Beatrice Pasquali e Alessandra Pace adottano il tema della testa quale perno di una mistica rêverie o di bizzarre acconciature.
Nel locus classicus della natura Fabrizio Modesti individua lo stupore della creazione mentre i disegni di Nicola Toffolini ne sfidano i cicli biologici grazie ai dogmi della tecnica; viceversa gli adolescenti di Pastorello tradiscono la loro apprensione per la vicinanza con un bosco i cui alberi formano una texture quasi astratta, turbamento che Mauro Soggiu designa nel gioco e in un motivo circense a bande giallo-arancio.
Un precipitato di relazioni si rinviene sia per Fabrizio Dori e Daniele Bacci (i quali integrano le spoglie degli edifici con un interno full color e un esterno in b/n) sia per Dario Moroldo e Debora Romei (il carattere sessuale si pronuncia soprattutto nel caso della prima, l’immaginario astratto geometrico del secondo è invece progenie di lombi non ancora esausti).
29
ottobre 2005
Il serafico succedaneo
Dal 29 ottobre al 03 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA CARINI & DONATINI
San Giovanni Valdarno, Via Gruccia, 192b, (Arezzo)
San Giovanni Valdarno, Via Gruccia, 192b, (Arezzo)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10,30-19,30
Vernissage
29 Ottobre 2005, ore 18.30
Autore
Curatore