Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
-
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
-
Il suono negli occhi. Assenze e presenze
espressioni in bilico tra arte visiva e sonora
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il suono negli occhi – Assenze e presenze – Sonorità e silenzi
Nella nostra cultura dominata dalle tecnologie multimediali acquistano sempre più
importanza le espressioni in bilico tra arte visiva e sonora. Diversi sono gli artisti che hanno
percorso una ricerca artistica che ha per oggetto le interazioni tra suoni, musiche e arti
visive. Un percorso in cui il suono acquista la stessa importanza della percezione visiva
portando l’arte verso una fruizione sensoriale completa che coinvolge vista e udito e
concepisce l’opera d’arte come esperienza multisensoriale dello spazio.
I suoni intervengono a raccontare quello che le immagini in alcuni casi non riescono ad esprimere. Sono le presenze dei suoni che colmano le assenze delle immagini. O viceversa sono le immagini ad andare oltre il suono. In questa differenza di impegno di diverse parti sensoriali si aggancia la peculiarità delle opere in mostra che tramite presenze o vuoti costruiscono assenze o pieni.
L’immagine ha da sempre avuto la sua forza nel silenzio. Ma oggi nell’era dello spettacolo i lavori si innestano agli ambienti in cui vengono realizzati ed escono fuori dalla superficie. A volte le immagini entrano negli occhi come musica, in altri casi sono i suoni ad entrare in simbiosi con gli occhi, a infilarsi negli interstizi della nostro corpo plurisensoriale, a coprire il silenzio di un’immagine, il non-detto di un momento o a potenziare il suo valore visivo. Il fine ultimo è quello della comunicazione e del dialogo e dell’iterazione con lo spettatore.
Se Andrea Bernabini, Laura Baldassari, Elisa Pavan, Stefano Ricci, Davide Savorani, Giancarlo Scagnolari, Claudio Sichel+ Alessandro Fedrigo sono artisti che hanno scelto di muoversi intorno a queste sperimentazioni che uniscono i media, Paola Babini, Dacia Manto e Amandyn Samyn dimostrano la loro volontà di rimanere fedeli al silenzio dell’immagine, registrando attraverso il non finito e la ripetizione delle assenze-presenze.
Andrea Bernabini video-artista e performer da diversi anni collabora a progetti che si propongono di fare interagire musica e arti visive. L’installazione in mostra dal titolo “-mnesia [iconografia e iconoclastia della memoria]” è la registrazione e il tentativo di conservare il ricordo dall’oblio.
Laura Baldassari, artista e cantante presenta in mostra "Deposizione" un’installazione sonora e allo stesso tempo una performance per 8 persone della durata di 18 minuti che nulla concede al piacere degli occhi. Una stanza buia che annulla la percezione estetica per concentrare l’attenzione sull’effetto di suoni e canti polifonici dall’effetto ipnotico.
Elisa Pavan presenta “Obscura”. Il suo lavoro da una forte attenzione all’estetica delle immagini visive presentate su tre monitor in differita e accompagnate da piccoli, impercettibili suoni: percezioni uditive e visive che si sovrappongono e da cui scaturiscono sensazioni di attrito che esplicano necessari conflitti dell’animo.
Stefano Ricci realizza videoinstallazioni e proietta i suoi video negli ambienti in cui li realizza. “Derive” è un video in digitale sulla generazione di nuovi micro o macro cosmi, nuovi mondi o nuove percezioni e sensazioni potenziate dal sonoro.
Davide Savorani realizza installazioni di oggetti personali, piccoli disegni e acquerelli. “Wrestling Exercise Book” è un piccolo quaderno nero realizzato come una sorta di storyboard che confonde l’aspetto domestico e privato con quello pubblico. Il quaderno è accompagnato da una performance in cui il quaderno è animato con suoni e parole tratti dagli attuali scontri di wrestling.
Giancarlo Scagnolari registra delle assenze. “Cammino sull’eco dei passi” è un video, completato dall’installazione di sculture in cera, in cui ad essere protagonista è il suono su un’immagine fissa. L’eco dei passi si sente, nessuno si vede ed intanto lo spettatore con la sua immaginazione è chiamato a completare l’opera.
Claudio Sichel e Alessandro Fedrigo propongono “Organic Tv players”: una performance che intende esplorare i rapporti tra suoni,musica e video in presa diretta. Viene mostrata la nascita, la vita e la morte di un ipotetico organismo vivente i cui il suono interagisce con il visivo sia a livello effettivo che a livello di immaginazione.
Paola Babini non si preoccupa dei suoni. La sua è una sorta di catalogazione accattivante di piedi e di scarpe che in un gioco di riflessi di materiali plastici ci racconta con una parte il tutto: l’esperienza di emozioni che impossibile catturare con le immagini.
Dacia Manto lavora sull’estetica dei materiali. Presenta in mostra “Argema Mittrei” una lunga treccia luminosa che scende dall’alto. Come in tutte le sue opere, la Manto recupera immagini e suggestioni dal biologico. In questo caso, con un’operazione immaginifica e metonimica, si ispira alla lunga coda di una farfalla del Madagascar per farci entrare in un mondo fatato da fiaba.
Amandyn Samyn si attiene alla pittura e al silenzio sacro delle immagini. Le sue tele rappresentano scene vissute nel ricordo in cui sono i bianchi, i silenzi, a costruire il nodo della grammatica compositiva.
Nella nostra cultura dominata dalle tecnologie multimediali acquistano sempre più
importanza le espressioni in bilico tra arte visiva e sonora. Diversi sono gli artisti che hanno
percorso una ricerca artistica che ha per oggetto le interazioni tra suoni, musiche e arti
visive. Un percorso in cui il suono acquista la stessa importanza della percezione visiva
portando l’arte verso una fruizione sensoriale completa che coinvolge vista e udito e
concepisce l’opera d’arte come esperienza multisensoriale dello spazio.
I suoni intervengono a raccontare quello che le immagini in alcuni casi non riescono ad esprimere. Sono le presenze dei suoni che colmano le assenze delle immagini. O viceversa sono le immagini ad andare oltre il suono. In questa differenza di impegno di diverse parti sensoriali si aggancia la peculiarità delle opere in mostra che tramite presenze o vuoti costruiscono assenze o pieni.
L’immagine ha da sempre avuto la sua forza nel silenzio. Ma oggi nell’era dello spettacolo i lavori si innestano agli ambienti in cui vengono realizzati ed escono fuori dalla superficie. A volte le immagini entrano negli occhi come musica, in altri casi sono i suoni ad entrare in simbiosi con gli occhi, a infilarsi negli interstizi della nostro corpo plurisensoriale, a coprire il silenzio di un’immagine, il non-detto di un momento o a potenziare il suo valore visivo. Il fine ultimo è quello della comunicazione e del dialogo e dell’iterazione con lo spettatore.
Se Andrea Bernabini, Laura Baldassari, Elisa Pavan, Stefano Ricci, Davide Savorani, Giancarlo Scagnolari, Claudio Sichel+ Alessandro Fedrigo sono artisti che hanno scelto di muoversi intorno a queste sperimentazioni che uniscono i media, Paola Babini, Dacia Manto e Amandyn Samyn dimostrano la loro volontà di rimanere fedeli al silenzio dell’immagine, registrando attraverso il non finito e la ripetizione delle assenze-presenze.
Andrea Bernabini video-artista e performer da diversi anni collabora a progetti che si propongono di fare interagire musica e arti visive. L’installazione in mostra dal titolo “-mnesia [iconografia e iconoclastia della memoria]” è la registrazione e il tentativo di conservare il ricordo dall’oblio.
Laura Baldassari, artista e cantante presenta in mostra "Deposizione" un’installazione sonora e allo stesso tempo una performance per 8 persone della durata di 18 minuti che nulla concede al piacere degli occhi. Una stanza buia che annulla la percezione estetica per concentrare l’attenzione sull’effetto di suoni e canti polifonici dall’effetto ipnotico.
Elisa Pavan presenta “Obscura”. Il suo lavoro da una forte attenzione all’estetica delle immagini visive presentate su tre monitor in differita e accompagnate da piccoli, impercettibili suoni: percezioni uditive e visive che si sovrappongono e da cui scaturiscono sensazioni di attrito che esplicano necessari conflitti dell’animo.
Stefano Ricci realizza videoinstallazioni e proietta i suoi video negli ambienti in cui li realizza. “Derive” è un video in digitale sulla generazione di nuovi micro o macro cosmi, nuovi mondi o nuove percezioni e sensazioni potenziate dal sonoro.
Davide Savorani realizza installazioni di oggetti personali, piccoli disegni e acquerelli. “Wrestling Exercise Book” è un piccolo quaderno nero realizzato come una sorta di storyboard che confonde l’aspetto domestico e privato con quello pubblico. Il quaderno è accompagnato da una performance in cui il quaderno è animato con suoni e parole tratti dagli attuali scontri di wrestling.
Giancarlo Scagnolari registra delle assenze. “Cammino sull’eco dei passi” è un video, completato dall’installazione di sculture in cera, in cui ad essere protagonista è il suono su un’immagine fissa. L’eco dei passi si sente, nessuno si vede ed intanto lo spettatore con la sua immaginazione è chiamato a completare l’opera.
Claudio Sichel e Alessandro Fedrigo propongono “Organic Tv players”: una performance che intende esplorare i rapporti tra suoni,musica e video in presa diretta. Viene mostrata la nascita, la vita e la morte di un ipotetico organismo vivente i cui il suono interagisce con il visivo sia a livello effettivo che a livello di immaginazione.
Paola Babini non si preoccupa dei suoni. La sua è una sorta di catalogazione accattivante di piedi e di scarpe che in un gioco di riflessi di materiali plastici ci racconta con una parte il tutto: l’esperienza di emozioni che impossibile catturare con le immagini.
Dacia Manto lavora sull’estetica dei materiali. Presenta in mostra “Argema Mittrei” una lunga treccia luminosa che scende dall’alto. Come in tutte le sue opere, la Manto recupera immagini e suggestioni dal biologico. In questo caso, con un’operazione immaginifica e metonimica, si ispira alla lunga coda di una farfalla del Madagascar per farci entrare in un mondo fatato da fiaba.
Amandyn Samyn si attiene alla pittura e al silenzio sacro delle immagini. Le sue tele rappresentano scene vissute nel ricordo in cui sono i bianchi, i silenzi, a costruire il nodo della grammatica compositiva.
14
maggio 2006
Il suono negli occhi. Assenze e presenze
Dal 14 al 28 maggio 2006
arte contemporanea
Location
ARTIFICERIE ALMAGIA’
Ravenna, Via dell'Almagià, 2, (Ravenna)
Ravenna, Via dell'Almagià, 2, (Ravenna)
Orario di apertura
dal giovedì e venerdì dalle 17 alle 21 – sabato e domenica dalle 16 alle 22
Vernissage
14 Maggio 2006, ore 18,30
Sito web
www.openstudiofaenza.it
Autore
Curatore