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Il surrealismo di Delvaux tra Magritte e De Chirico
Si apre la stagione autunnale di Palazzo Bricherasio: trenta grandi tele di Delvaux, una sezione dedicata a De Chirico ed una a Magritte, Permeke e Spilliaert
Comunicato stampa
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A distanza di sette anni dalla retrospettiva di Palazzo Corsini a Firenze, Paul Delvaux è di nuovo protagonista in Italia grazie alla mostra dedicatagli da Palazzo Bricherasio dal titolo “Il surrealismo di Delvaux tra Magritte e De Chirico”.
L’esposizione presenterà circa trenta olii del maestro belga riconosciuto come uno dei principali esponenti del movimento surrealista. Il percorso artistico di Delvaux pone infatti l’accento sul sogno e sulla mitologia, le sue opere sono spesso legate all’immagine diafana e sensuale del corpo femminile che si presenta come un essere arcano, talora rappresentato in vegetali metamorfosi e collocato in paesaggi surreali dove il treno, segno della modernità, convive con le architetture della Grecia classica a testimoniare contaminazioni di stili provenienti da epoche diverse. La maggior parte dei dipinti esposti proviene dalla Fondation Paul Delvaux, - che cura la sezione - nata nel 1980 per volere dello stesso artista, ma anche da alcuni fra i principali musei europei e da prestigiose collezioni private belghe e italiane.
Ai visitatori sarà inoltre presentata un’area che raccoglie trenta disegni dell’artista a documento del suo grande talento; Delvaux realizzava sempre disegni preparatori per i suoi quadri, disegni che non erano solamente bozzetti, ma opere minuziosamente rifinite che ci rivelano le sue indiscusse doti di disegnatore.
La curatela della mostra è molto articolata così come articolate sono le altre sezioni, dedicate a Giorgio De Chirico e a Renè Magritte, Constant Permeke e Leon Spilliaert. L’inedito impianto critico dell’esposizione vuole evidenziare il profondo legame artistico che unisce questi cinque grandi pittori. Pur con approcci stilistici diversi, essi hanno sviluppato un interesse specifico verso una pittura che trascende il reale ed entra in diretto contatto con la dimensione onirica, vero fulcro della poetica surrealista nata in seguito all’elaborazione delle ricerche sulla psicoanalisi.
La sezione dedicata a Giorgio De Chirico, curata dal professor Paolo Piccozza - presidente della romana Fondazione Giorgio e Isa De Chirico - esporrà dieci opere che facilmente possono essere considerate come modello di riferimento per Delvaux, soprattutto nelle atmosfere sospese dove il tempo sembra scomparire, oltre ad alcune lettere e un disegno che il maestro belga aveva inviato a De Chirico a testimonianza della stima e del rapporto instauratosi nel tempo tra i due.
La sala dedicata a Renè Magritte, curata Alberto Fiz e da Willy Van den Bussche, presenterà tredici quadri del celeberrimo pittore nelle cui opere, così come per Delvaux, è facile scoprire un senso di illogicità, (derivato dalla tecnica dello “spaesamento”, ovvero l’accostamento di elementi totalmente estranei fra loro) e di mistero. L’indagine di Magritte vira però in un’altra direzione dove la ragione ha una predominanza rispetto all’inconscio, come dimostra il suo approccio cerebrale caratterizzato da continue metafore e metamorfosi.
Nella stessa sezione due sale saranno dedicate alle opere di Constant Permeke e Leon Spilliaert, due artisti poco noti in Italia che con Delvaux ebbero in comune non solo la terra d’origine, la contemporaneità e la stima reciproca, ma un’attenta ricerca che, seppur con approcci e tematiche diverse, ha dato un contributo non indifferente allo sviluppo delle nuove correnti artistiche del ventesimo secolo. Constant Permeke (1886–1952) è, senza dubbio, uno dei più significativi protagonisti dell'espressionismo belga. La sua opera, più volte messa in relazione con la ricerca di Mario Sironi, è dominata dal desiderio di entrare in contatto con la dimensione primaria dell'esistenza, tanto che i suoi paesaggi sono dominati da tinte scure e terrose che ricordano l'estrazione dei minerali in una chiara volontà di cogliere gli aspetti germinali della realtà. Quella di Leon Spilliaert (1881-1946) è una figura ancora tutta da scoprire. Nelle sue opere Spilliaert ha dato un contributo del tutto personale al simbolismo. Egli raffigura il paesaggio come luogo di rifugio dove si celano i sentimenti, la sua rappresentazione della realtà è un progressivo allontanamento dalla sfera fisica attraverso una sintesi con il mondo interiore.
La mostra sarà infine accompagnata da importanti filmati su Delvaux, da gigantografie e documenti. Un rigoroso catalogo scientifico, edito da Electa, illustrerà con scheda critica tutte le opere esposte affiancando una serie di saggi storici e critici.
L’esposizione presenterà circa trenta olii del maestro belga riconosciuto come uno dei principali esponenti del movimento surrealista. Il percorso artistico di Delvaux pone infatti l’accento sul sogno e sulla mitologia, le sue opere sono spesso legate all’immagine diafana e sensuale del corpo femminile che si presenta come un essere arcano, talora rappresentato in vegetali metamorfosi e collocato in paesaggi surreali dove il treno, segno della modernità, convive con le architetture della Grecia classica a testimoniare contaminazioni di stili provenienti da epoche diverse. La maggior parte dei dipinti esposti proviene dalla Fondation Paul Delvaux, - che cura la sezione - nata nel 1980 per volere dello stesso artista, ma anche da alcuni fra i principali musei europei e da prestigiose collezioni private belghe e italiane.
Ai visitatori sarà inoltre presentata un’area che raccoglie trenta disegni dell’artista a documento del suo grande talento; Delvaux realizzava sempre disegni preparatori per i suoi quadri, disegni che non erano solamente bozzetti, ma opere minuziosamente rifinite che ci rivelano le sue indiscusse doti di disegnatore.
La curatela della mostra è molto articolata così come articolate sono le altre sezioni, dedicate a Giorgio De Chirico e a Renè Magritte, Constant Permeke e Leon Spilliaert. L’inedito impianto critico dell’esposizione vuole evidenziare il profondo legame artistico che unisce questi cinque grandi pittori. Pur con approcci stilistici diversi, essi hanno sviluppato un interesse specifico verso una pittura che trascende il reale ed entra in diretto contatto con la dimensione onirica, vero fulcro della poetica surrealista nata in seguito all’elaborazione delle ricerche sulla psicoanalisi.
La sezione dedicata a Giorgio De Chirico, curata dal professor Paolo Piccozza - presidente della romana Fondazione Giorgio e Isa De Chirico - esporrà dieci opere che facilmente possono essere considerate come modello di riferimento per Delvaux, soprattutto nelle atmosfere sospese dove il tempo sembra scomparire, oltre ad alcune lettere e un disegno che il maestro belga aveva inviato a De Chirico a testimonianza della stima e del rapporto instauratosi nel tempo tra i due.
La sala dedicata a Renè Magritte, curata Alberto Fiz e da Willy Van den Bussche, presenterà tredici quadri del celeberrimo pittore nelle cui opere, così come per Delvaux, è facile scoprire un senso di illogicità, (derivato dalla tecnica dello “spaesamento”, ovvero l’accostamento di elementi totalmente estranei fra loro) e di mistero. L’indagine di Magritte vira però in un’altra direzione dove la ragione ha una predominanza rispetto all’inconscio, come dimostra il suo approccio cerebrale caratterizzato da continue metafore e metamorfosi.
Nella stessa sezione due sale saranno dedicate alle opere di Constant Permeke e Leon Spilliaert, due artisti poco noti in Italia che con Delvaux ebbero in comune non solo la terra d’origine, la contemporaneità e la stima reciproca, ma un’attenta ricerca che, seppur con approcci e tematiche diverse, ha dato un contributo non indifferente allo sviluppo delle nuove correnti artistiche del ventesimo secolo. Constant Permeke (1886–1952) è, senza dubbio, uno dei più significativi protagonisti dell'espressionismo belga. La sua opera, più volte messa in relazione con la ricerca di Mario Sironi, è dominata dal desiderio di entrare in contatto con la dimensione primaria dell'esistenza, tanto che i suoi paesaggi sono dominati da tinte scure e terrose che ricordano l'estrazione dei minerali in una chiara volontà di cogliere gli aspetti germinali della realtà. Quella di Leon Spilliaert (1881-1946) è una figura ancora tutta da scoprire. Nelle sue opere Spilliaert ha dato un contributo del tutto personale al simbolismo. Egli raffigura il paesaggio come luogo di rifugio dove si celano i sentimenti, la sua rappresentazione della realtà è un progressivo allontanamento dalla sfera fisica attraverso una sintesi con il mondo interiore.
La mostra sarà infine accompagnata da importanti filmati su Delvaux, da gigantografie e documenti. Un rigoroso catalogo scientifico, edito da Electa, illustrerà con scheda critica tutte le opere esposte affiancando una serie di saggi storici e critici.
14
ottobre 2005
Il surrealismo di Delvaux tra Magritte e De Chirico
Dal 14 ottobre 2005 al 15 gennaio 2006
arte moderna e contemporanea
Location
PALAZZO BRICHERASIO
Torino, Via Giuseppe Luigi Lagrange, 20, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Luigi Lagrange, 20, (Torino)
Biglietti
Intero Euro 7,00; Gruppi e convenzioni Euro 6,00; Ridotto Euro 5,00
Orario di apertura
lunedì 14.30–19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9,30–19,30; giovedì e sabato 9,30–22,30
Vernissage
14 Ottobre 2005, ore 18.30
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
ELECTA
Autore
Curatore