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Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato
Per il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico, capolavoro assoluto dell’arte del primo Rinascimento, opera tanto fragile e delicata da non poter affrontare ulteriori movimentazioni, è stata realizzata, in contemporanea con lo svolgimento della mostra a Palazzo Pitti, una esposizione monotematica, accolta nella quattrocentesca Sala della Biblioteca del fiorentino Museo di San Marco.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
RESTITUZIONI 2011. TESORI D’ARTE RESTAURATI
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, 22 marzo – 5 giugno 2011
- - - - -
IL TABERNACOLO DEI LINAIOLI DEL BEATO ANGELICO RESTAURATO.
Restituzioni 2011 e ARPAI per un capolavoro
Firenze, Museo di San Marco, 22 marzo – 12 giugno 2011
COMUNICATO STAMPA
Sin dal 1989 con il progetto Restituzioni Intesa Sanpaolo sostiene il patrimonio
artistico del Paese. In ventidue anni più di 600 le opere d’arte e reperti archeologici
restaurati sulla base di una lista di emergenze individuate dalle Soprintendenze
e restituiti alla collettività: un museo virtuale a cui si aggiungono gli interventi
a scala monumentale, ultimo in ordine di tempo lo scorso anno il restauro degli
affreschi di Stefano fiorentino dell’Abbazia di Chiaravalle milanese.
Restituzioni 2011. Più di 80 opere d’arte, dall’antichità all’età neoclassica, provenienti dal Nord
al Sud dell’Italia, restaurate nel corso di una campagna di interventi nel biennio 2009-2010 sono
esposte in una mostra Restituzioni 2011. Tesori d’arte restaurati, curata dal professor Carlo
Bertelli, nella Sala Bianca della Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, con una sezione
distaccata al Museo di San Marco, curata da Magnolia Scudieri, Lia Brunori e Marco Ciatti,
dedicata al Tabernacolo dei Linaioli, al cui restauro ha contribuito ARPAI, Associazione per il
Restauro del Patrimonio Artistico Italiano.
“Approdando a Firenze, città che vanta una lunga e prestigiosa tradizione nel campo del restauro
– dichiara Giovanni Bazoli, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo – il
progetto Restituzioni ha voluto rendere omaggio a due capolavori del nostro Rinascimento: il
fregio in terracotta invetriata raffigurante La sorte dell’Anima della Villa medicea di Poggio a
Caiano e il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico”.
La soprintendente Cristina Acidini esprime tutta la sua soddisfazione per la scelta di Intesa Sanpaolo, di
tenere a Firenze la quindicesima edizione di “Restituzioni”, in ben due sedi museali del Polo fiorentino.
In mostra a Palazzo Pitti spicca il fregio in terracotta invetriata della Villa medicea di Poggio a
Caiano, fulgido paradigma della storia artistica e culturale dell’Umanesimo fiorentino. Con ogni
probabilità commissionato da Lorenzo il Magnifico per la residenza estiva progettata da Giuliano
da Sangallo, il celeberrimo manufatto conserva con tenacia molti dei suoi misteri: se Bertoldo di
Giovanni è riconosciuto come il suo progettista, proprio il recente restauro ha messo in evidenza la
presenza di più mani nella sua realizzazione.
Sulla sua interpretazione il dibattito rimane aperto: nei cinque pannelli dominati dai colori bianco e
azzurro, con policromi inserti di giallo, verde e viola, si svolge un’avvincente narrazione. Per alcuni è
il tema della circolarità del tempo e della natura con l’alternanza di stagioni e mesi e la celebrazione
dell’età dell’oro garantita dal buongoverno dei Medici. Altri studiosi identificano nel tema del fregio
l’illustrazione della scelta delle anime secondo il mito platonico.
Fra le opere scultoree, il San Michele Arcangelo, capolavoro in argento e argento dorato della
plastica barocca napoletana, accolto nella Cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di
Napoli. Rappresentato a figura intera, secondo la tradizionale iconografia di guerriero alato con
elmo piumato e con l’incisione sullo scudo delle parole “quis ut Deus”, traduzione delle parole
ebraiche “Mi-Kha-El”, ossia “chi è come Dio”, il guerriero di Cristo sta per colpire il drago già
incatenato e sconfitto, schiacciato dal piede destro dell’arcangelo, una rappresentazione quasi
letterale del libro dell’Apocalisse.
Il restauro ha consentito di riportare alla luce l’originaria policromia del pezzo – con l’alternanza
delle parti argentate e dorate – e il raffinatissimo trattamento delle superfici della scultura, rifinita in
ogni sua parte. Dettagli tecnici, non godibili prima dell’intervento di conservazione, che mostrano la
straordinaria padronanza del mezzo espressivo e che garantiscono ad una scultura in nobile metallo
effetti di vero e proprio pittoricismo.
E ancora, un magnifico cratere apulo del IV sec. a.C., dal Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia
con raffigurazioni del mito di Niobe e dei suoi figli, i Niobidi, sterminati a colpi di saetta dalla cieca
furia di Apollo e Artemide; un busto di Atena, del II sec. d.C. nel quale quasi miracolosamente la
parte antica si fonde con interventi cinquecenteschi; la Situla di Gotofredo del X sec. dal Tesoro
del Duomo di Milano, un capolavoro eburneo d’importanza straordinaria, creato al servizio della
religione e del potere; il San Sebastiano dipinto da Dosso Dossi, della Pinacoteca di Brera di Milano,
le cui indagini hanno rivelato incredibili “pentimenti”; uno splendido arazzo realizzato su disegno
di Raffaello Sanzio, della metà del Cinquecento, proveniente dal Palazzo Ducale di Mantova.
La mostra, dopo l’appuntamento fiorentino, si sposterà il 17 giugno a Vicenza, nelle Gallerie di
Palazzo Leoni Montanari dove sarà possibile visitarla sino al prossimo 11 settembre.
Per il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico, capolavoro assoluto dell’arte del primo
Rinascimento, opera tanto fragile e delicata da non poter affrontare ulteriori movimentazioni, è
stata realizzata, in contemporanea con lo svolgimento della mostra a Palazzo Pitti, una esposizione
monotematica, accolta nella quattrocentesca Sala della Biblioteca del fiorentino Museo di San Marco.
Il restauro, condotto dall’Opificio delle Pietre Dure, ha restituito all’opera la nitidezza, la trasparenza
e la luminosità della delicata superficie pittorica e ne ha assicurato non solo la duratura conservazione
ma anche lo studio profondo dei suoi aspetti più complessi e reconditi.
Un particolare allestimento consente una visione ravvicinata dell’opera e una radiografia a dimensione
reale svela nei dettagli i segreti della struttura in legno di quella che è una vera e propria “macchina
tridimensionale”. Postazioni multimediali ricostruiscono la storia dell’opera e del suo luogo di origine
(la Residenza dell’Arte dei Rigattieri, Linaioli e Sarti) e le fasi del suo restauro e ne consentono
l’esplorazione virtuale nei minimi particolari. Accanto al capolavoro, rari frammenti di tessuti coevi e
preziosi documenti cartacei e figurativi, in prestito dal Museo del Bargello, dall’Archivio di Stato, dal
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e dalla collezione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Per il restauro del Tabernacolo Intesa Sanpaolo ha affiancato ARPAI, in un felice incontro fra soggetti
privati a sostegno delle istituzioni pubbliche, confermando una alleanza già sperimentata per il restauro
del grande Arazzo con il Traviamento del figliol prodigo del Duomo di Vigevano esposto a Palazzo Pitti.
La mostra è promossa dalla Soprintendenza per il Polo museale e dall’Opificio delle Pietre Dure e
Laboratori di Restauro di Firenze, ed è sostenuta da Soprintendenza, Intesa Sanpaolo e Banca CR
Firenze - gruppo Intesa Sanpaolo, a testimoniare la dimensione nazionale e territoriale della nostra
Banca e il proficuo rapporto di collaborazione con gli Enti di Tutela.
Il catalogo Restituzioni 2011, edito da Marsilio, presenta contributi critici di Carlo Bertelli, Giorgio
Bonsanti e Cristina Acidini e documenta in ogni loro fase gli interventi conservativi, con schede
storico-critiche che documentano le acquisizioni scientifiche derivanti dal restauro, chiarendo
attribuzioni controverse, significati iconografici, provenienze.
Il catalogo della mostra Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato. Restituzioni 2011
e ARPAI per un capolavoro, edito da Edifir-Edizioni Firenze nell’ambito della collana Problemi di
Conservazione e Restauro, è a cura di Marco Ciatti e Magnolia Scudieri, con contributi di specialisti
nelle varie discipline.
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, 22 marzo – 5 giugno 2011
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IL TABERNACOLO DEI LINAIOLI DEL BEATO ANGELICO RESTAURATO.
Restituzioni 2011 e ARPAI per un capolavoro
Firenze, Museo di San Marco, 22 marzo – 12 giugno 2011
COMUNICATO STAMPA
Sin dal 1989 con il progetto Restituzioni Intesa Sanpaolo sostiene il patrimonio
artistico del Paese. In ventidue anni più di 600 le opere d’arte e reperti archeologici
restaurati sulla base di una lista di emergenze individuate dalle Soprintendenze
e restituiti alla collettività: un museo virtuale a cui si aggiungono gli interventi
a scala monumentale, ultimo in ordine di tempo lo scorso anno il restauro degli
affreschi di Stefano fiorentino dell’Abbazia di Chiaravalle milanese.
Restituzioni 2011. Più di 80 opere d’arte, dall’antichità all’età neoclassica, provenienti dal Nord
al Sud dell’Italia, restaurate nel corso di una campagna di interventi nel biennio 2009-2010 sono
esposte in una mostra Restituzioni 2011. Tesori d’arte restaurati, curata dal professor Carlo
Bertelli, nella Sala Bianca della Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, con una sezione
distaccata al Museo di San Marco, curata da Magnolia Scudieri, Lia Brunori e Marco Ciatti,
dedicata al Tabernacolo dei Linaioli, al cui restauro ha contribuito ARPAI, Associazione per il
Restauro del Patrimonio Artistico Italiano.
“Approdando a Firenze, città che vanta una lunga e prestigiosa tradizione nel campo del restauro
– dichiara Giovanni Bazoli, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo – il
progetto Restituzioni ha voluto rendere omaggio a due capolavori del nostro Rinascimento: il
fregio in terracotta invetriata raffigurante La sorte dell’Anima della Villa medicea di Poggio a
Caiano e il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico”.
La soprintendente Cristina Acidini esprime tutta la sua soddisfazione per la scelta di Intesa Sanpaolo, di
tenere a Firenze la quindicesima edizione di “Restituzioni”, in ben due sedi museali del Polo fiorentino.
In mostra a Palazzo Pitti spicca il fregio in terracotta invetriata della Villa medicea di Poggio a
Caiano, fulgido paradigma della storia artistica e culturale dell’Umanesimo fiorentino. Con ogni
probabilità commissionato da Lorenzo il Magnifico per la residenza estiva progettata da Giuliano
da Sangallo, il celeberrimo manufatto conserva con tenacia molti dei suoi misteri: se Bertoldo di
Giovanni è riconosciuto come il suo progettista, proprio il recente restauro ha messo in evidenza la
presenza di più mani nella sua realizzazione.
Sulla sua interpretazione il dibattito rimane aperto: nei cinque pannelli dominati dai colori bianco e
azzurro, con policromi inserti di giallo, verde e viola, si svolge un’avvincente narrazione. Per alcuni è
il tema della circolarità del tempo e della natura con l’alternanza di stagioni e mesi e la celebrazione
dell’età dell’oro garantita dal buongoverno dei Medici. Altri studiosi identificano nel tema del fregio
l’illustrazione della scelta delle anime secondo il mito platonico.
Fra le opere scultoree, il San Michele Arcangelo, capolavoro in argento e argento dorato della
plastica barocca napoletana, accolto nella Cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di
Napoli. Rappresentato a figura intera, secondo la tradizionale iconografia di guerriero alato con
elmo piumato e con l’incisione sullo scudo delle parole “quis ut Deus”, traduzione delle parole
ebraiche “Mi-Kha-El”, ossia “chi è come Dio”, il guerriero di Cristo sta per colpire il drago già
incatenato e sconfitto, schiacciato dal piede destro dell’arcangelo, una rappresentazione quasi
letterale del libro dell’Apocalisse.
Il restauro ha consentito di riportare alla luce l’originaria policromia del pezzo – con l’alternanza
delle parti argentate e dorate – e il raffinatissimo trattamento delle superfici della scultura, rifinita in
ogni sua parte. Dettagli tecnici, non godibili prima dell’intervento di conservazione, che mostrano la
straordinaria padronanza del mezzo espressivo e che garantiscono ad una scultura in nobile metallo
effetti di vero e proprio pittoricismo.
E ancora, un magnifico cratere apulo del IV sec. a.C., dal Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia
con raffigurazioni del mito di Niobe e dei suoi figli, i Niobidi, sterminati a colpi di saetta dalla cieca
furia di Apollo e Artemide; un busto di Atena, del II sec. d.C. nel quale quasi miracolosamente la
parte antica si fonde con interventi cinquecenteschi; la Situla di Gotofredo del X sec. dal Tesoro
del Duomo di Milano, un capolavoro eburneo d’importanza straordinaria, creato al servizio della
religione e del potere; il San Sebastiano dipinto da Dosso Dossi, della Pinacoteca di Brera di Milano,
le cui indagini hanno rivelato incredibili “pentimenti”; uno splendido arazzo realizzato su disegno
di Raffaello Sanzio, della metà del Cinquecento, proveniente dal Palazzo Ducale di Mantova.
La mostra, dopo l’appuntamento fiorentino, si sposterà il 17 giugno a Vicenza, nelle Gallerie di
Palazzo Leoni Montanari dove sarà possibile visitarla sino al prossimo 11 settembre.
Per il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico, capolavoro assoluto dell’arte del primo
Rinascimento, opera tanto fragile e delicata da non poter affrontare ulteriori movimentazioni, è
stata realizzata, in contemporanea con lo svolgimento della mostra a Palazzo Pitti, una esposizione
monotematica, accolta nella quattrocentesca Sala della Biblioteca del fiorentino Museo di San Marco.
Il restauro, condotto dall’Opificio delle Pietre Dure, ha restituito all’opera la nitidezza, la trasparenza
e la luminosità della delicata superficie pittorica e ne ha assicurato non solo la duratura conservazione
ma anche lo studio profondo dei suoi aspetti più complessi e reconditi.
Un particolare allestimento consente una visione ravvicinata dell’opera e una radiografia a dimensione
reale svela nei dettagli i segreti della struttura in legno di quella che è una vera e propria “macchina
tridimensionale”. Postazioni multimediali ricostruiscono la storia dell’opera e del suo luogo di origine
(la Residenza dell’Arte dei Rigattieri, Linaioli e Sarti) e le fasi del suo restauro e ne consentono
l’esplorazione virtuale nei minimi particolari. Accanto al capolavoro, rari frammenti di tessuti coevi e
preziosi documenti cartacei e figurativi, in prestito dal Museo del Bargello, dall’Archivio di Stato, dal
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e dalla collezione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Per il restauro del Tabernacolo Intesa Sanpaolo ha affiancato ARPAI, in un felice incontro fra soggetti
privati a sostegno delle istituzioni pubbliche, confermando una alleanza già sperimentata per il restauro
del grande Arazzo con il Traviamento del figliol prodigo del Duomo di Vigevano esposto a Palazzo Pitti.
La mostra è promossa dalla Soprintendenza per il Polo museale e dall’Opificio delle Pietre Dure e
Laboratori di Restauro di Firenze, ed è sostenuta da Soprintendenza, Intesa Sanpaolo e Banca CR
Firenze - gruppo Intesa Sanpaolo, a testimoniare la dimensione nazionale e territoriale della nostra
Banca e il proficuo rapporto di collaborazione con gli Enti di Tutela.
Il catalogo Restituzioni 2011, edito da Marsilio, presenta contributi critici di Carlo Bertelli, Giorgio
Bonsanti e Cristina Acidini e documenta in ogni loro fase gli interventi conservativi, con schede
storico-critiche che documentano le acquisizioni scientifiche derivanti dal restauro, chiarendo
attribuzioni controverse, significati iconografici, provenienze.
Il catalogo della mostra Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato. Restituzioni 2011
e ARPAI per un capolavoro, edito da Edifir-Edizioni Firenze nell’ambito della collana Problemi di
Conservazione e Restauro, è a cura di Marco Ciatti e Magnolia Scudieri, con contributi di specialisti
nelle varie discipline.
21
marzo 2011
Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato
Dal 21 marzo al 12 giugno 2011
arte antica
serata - evento
serata - evento
Location
MUSEO DI SAN MARCO
Firenze, Piazza Di San Marco, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Di San Marco, 1, (Firenze)
Biglietti
L’ingresso alla mostra è incluso nel prezzo del biglietto del Museo.
Prezzo del biglietto: € 4,00 intero, € 2,00 ridotto,
gratuità di legge (come da DM 20/04/2006 n.239 e successive modifiche)
Accesso gratuito nella Settimana della Cultura (9 - 17 aprile 2011).
Prenotazione presso Firenze Musei ( tel. 055.294883 ): € 3,00;
prenotazione obbligatoria per i gruppi.
Orario di apertura
Durante il periodo della mostra il Museo rimane aperto tutte le domeniche.
Chiuso il secondo e il quarto lunedì di ogni mese.
ORARIO: Lunedì - venerdì dalle ore 8,15 alle ore 13,50
Sabato, domenica e festivi dalle ore 8,15 alle ore 16,50.
La biglietteria chiude sempre mezz’ora prima.
Vernissage
21 Marzo 2011, ore 19.30
Editore
EDIFIR
Ufficio stampa
NOVELLA MIRRI
Ufficio stampa
MARIA BONMASSAR
Autore
Curatore