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Il tappeto come suolo sacro. L’importanza del tappeto per le tre grandi religioni monoteiste.
La conferenza, prima del ciclo legato alla mostra “Suolo sacro. Tappeti in pittura”, cade a metà della Pasqua ebraice. La scelta riveste ha il significato simbolico di sottolineare un aspetto particolare dell’arte del tappeto: accomunare le tre grandi religioni monoteiste.
Comunicato stampa
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La conferenza del 27 aprile è la prima del ciclo legato alla mostra "Suolo sacro. Tappeti in pittura, XV-XIX secolo”. La data di questo primo appuntamento non è casuale poichè coincide con il giorno collocato a metà della settimana in cui si celebra la Pasqua ebraica (Pesach), in cui è possibile per gli ebrei riprendere le attività lavorative dopo la festività.
Questa scelta riveste un preciso significato simbolico che intende sottolineare un aspetto particolare dell'arte del tappeto che è quello di saper accomunare le tre grandi religioni monoteiste. Esso infatti è utilizzato, in ambito sacro-religioso, sia nella cultura musulmana (tappeto da preghiera), sia nel mosndo ebraico (parokhet, ovvero la tenda che copre la nicchia in cui sono conservati i rotoli della Torah - libro della Legge, coincidente con il Pentateuco nell'Antico Testamento -), che in ambito cristiano antico (in Armenia, erano in uso i "tappeti da porta", deputati a segnare l'ingresso anche dei luoghi sacri).
Il ciclo di conferenze, che affronta tutti i temi legati al tappeto come "Suolo sacro", si pone quindi nel cuore di questa tradizione antica per parlare al presente con un linguaggio che accomuna queste tre culture pur salvaguardandone la diversità.
SUOLO SACRO - Tappeti in pittura XV - XIX secolo
Scorrendo la storia della pittura nell’arte europea è impossibile non notare la copiosa presenza di tappeti che accompagnano scene sacre, profane e di vita quotidiana.
Nelle raffigurazioni pittoriche, dal Medioevo in poi, si osservano numerosi tappeti posti ai piedi della Vergine Maria e dei Santi, ma anche distesi su tavole imbandite a ospitare cibi e oggetti carichi di significati spirituali, allegorici e simbolici.
Ciò che accomuna tutte queste rappresentazioni è l’identificazione del tappeto come luogo d’eccezione: un Suolo Sacro, esclusivo e solenne che delimita la rappresentazione in un’aura di sacralità e rilievo, isolando tutto ciò che su esso è posto in un’atmosfera di unicità.
E’ da questo assunto che nasce la mostra SUOLO SACRO della Galleria Moshe Tabibnia, un excursus nella storia della pittura e dell’arte tessile dal Medioevo al XIX secolo, che per l’alto valore storico artistico gode del Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Comune di Milano e della collaborazione della Pinacoteca di Brera.
Dal 6 aprile al 2 luglio 2016, nei locali della Galleria in via Brera 3 a Milano, saranno esposti 25 importanti e rari tappeti antichi che trovano riscontro in altrettanti dipinti coevi o successivi.
Dei tappeti esposti in mostra 11 sono inseriti, assieme ai dipinti in cui sono raffigurati, nel volume IL VELLO DIPINTO di Beba Marsano che, uscito nel gennaio 2016 per i tipi della Galleria Moshe Tabibnia, è parte integrante dell’ampio progetto di studio, mostra e pubblicazioni che Moshe Tabibnia ha pensato e realizzato intorno al tappeto antico e al suo stretto legame con la storia della pittura.
Un legame che nell’universale linguaggio artistico unisce in modo trasversale culture ed epoche diverse come nel dipinto Interno con tappeto, spada e brocca su un tavolo, eseguito nel 1666 dal pittore fiammingo Cornelis De Man (cat. 31 del volume IL VELLO DIPINTO), in cui il tappeto è straordinariamente simile a un tappeto della Galleria Moshe Tabibnia esposto in mostra, un “Transilvano - Kevorkian a doppia nicchia con bordura a stelle e cartigli” (approfondimento 6 del volume IL VELLO DIPINTO). L’unica differenza tra i due esemplari, accomunati dall’impianto geometrico addolcito dagli ornamenti vegetali, è nella datazione, quello dipinto ha nei cantonali una decorazione a fiori che è posteriore di una generazione a quello esposto che, nella magnificenza della sua conservazione, risale alla fine del XVI secolo.
SUOLO SACRO è un intreccio di trame e pennellate che via via porta a scoprire il grande valore che nei secoli viene attribuito al tappeto e come sia ammantato di non pochi significati simbolici e allegorici all’interno dell’arte figurativa antica e moderna, divenendo emblema della regalità celeste (Vergine Maria e Santi) e del potere terreno (Re e Imperatori), ma anche allegoria della fugacità della bellezza e della vita stessa (ad esempio, nelle rappresentazioni del tema della vanitas nelle nature morte del secolo XVII).
Da un punto di vista pratico il legame tra pittura e tappeto è ulteriormente evidenziato dal nome che ancor oggi, per convenzione, si utilizza per identificare determinate tipologie di tappeti: dagli anatolici “Tintoretto” ai “Lotto” o, ancora, agli “Holbein”, “Ghirlandaio” e “Bellini” tutti portano il nome degli artisti che per primi li hanno rappresentarli in pittura. La mostra comprende tutte queste tipologie di tappeti raffigurate dai pittori e ne espone esemplari d'alta epoca, coevi o precedenti ai dipinti in cui essi sono raffigurati.
In questa digressione nella storia della pittura, è importante mettere in risalto come molti dei dipinti antichi di grandi maestri italiani messi in parallelo ai tappeti antichi della Collezione Moshe Tabibnia appartengano alle collezioni di due importanti musei Milanesi: il Museo Poldi Pezzoli e la Pinacoteca di Brera.
La vicinanza di questi due Musei con la galleria Moshe Tabibnia consente un itinerario espositivo di grande rilievo storico-artistico, un percorso a due vie che intreccia in modo scambievole l’arte tessile con la pittura.
In particolare, la Pinacoteca di Brera si è resa parte attiva per una collaborazione sul piano della comunicazione dando risalto e valorizzazione, attraverso i canali web e social, alla presenza dei tappeti nelle opere delle collezioni di Brera. Il Centro Studi Moshe Tabibnia realizzerà, inoltre, un depliant, distribuito all’ingresso della Pinacoteca, con una mappa delle sale che segnalerà un percorso di identificazione dei tappeti nei dipinti braidensi, mettendo in evidenza il rimando ai tappeti originali, antichi, esposti presso le sale della Moshe Tabibnia.
Questa scelta riveste un preciso significato simbolico che intende sottolineare un aspetto particolare dell'arte del tappeto che è quello di saper accomunare le tre grandi religioni monoteiste. Esso infatti è utilizzato, in ambito sacro-religioso, sia nella cultura musulmana (tappeto da preghiera), sia nel mosndo ebraico (parokhet, ovvero la tenda che copre la nicchia in cui sono conservati i rotoli della Torah - libro della Legge, coincidente con il Pentateuco nell'Antico Testamento -), che in ambito cristiano antico (in Armenia, erano in uso i "tappeti da porta", deputati a segnare l'ingresso anche dei luoghi sacri).
Il ciclo di conferenze, che affronta tutti i temi legati al tappeto come "Suolo sacro", si pone quindi nel cuore di questa tradizione antica per parlare al presente con un linguaggio che accomuna queste tre culture pur salvaguardandone la diversità.
SUOLO SACRO - Tappeti in pittura XV - XIX secolo
Scorrendo la storia della pittura nell’arte europea è impossibile non notare la copiosa presenza di tappeti che accompagnano scene sacre, profane e di vita quotidiana.
Nelle raffigurazioni pittoriche, dal Medioevo in poi, si osservano numerosi tappeti posti ai piedi della Vergine Maria e dei Santi, ma anche distesi su tavole imbandite a ospitare cibi e oggetti carichi di significati spirituali, allegorici e simbolici.
Ciò che accomuna tutte queste rappresentazioni è l’identificazione del tappeto come luogo d’eccezione: un Suolo Sacro, esclusivo e solenne che delimita la rappresentazione in un’aura di sacralità e rilievo, isolando tutto ciò che su esso è posto in un’atmosfera di unicità.
E’ da questo assunto che nasce la mostra SUOLO SACRO della Galleria Moshe Tabibnia, un excursus nella storia della pittura e dell’arte tessile dal Medioevo al XIX secolo, che per l’alto valore storico artistico gode del Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Comune di Milano e della collaborazione della Pinacoteca di Brera.
Dal 6 aprile al 2 luglio 2016, nei locali della Galleria in via Brera 3 a Milano, saranno esposti 25 importanti e rari tappeti antichi che trovano riscontro in altrettanti dipinti coevi o successivi.
Dei tappeti esposti in mostra 11 sono inseriti, assieme ai dipinti in cui sono raffigurati, nel volume IL VELLO DIPINTO di Beba Marsano che, uscito nel gennaio 2016 per i tipi della Galleria Moshe Tabibnia, è parte integrante dell’ampio progetto di studio, mostra e pubblicazioni che Moshe Tabibnia ha pensato e realizzato intorno al tappeto antico e al suo stretto legame con la storia della pittura.
Un legame che nell’universale linguaggio artistico unisce in modo trasversale culture ed epoche diverse come nel dipinto Interno con tappeto, spada e brocca su un tavolo, eseguito nel 1666 dal pittore fiammingo Cornelis De Man (cat. 31 del volume IL VELLO DIPINTO), in cui il tappeto è straordinariamente simile a un tappeto della Galleria Moshe Tabibnia esposto in mostra, un “Transilvano - Kevorkian a doppia nicchia con bordura a stelle e cartigli” (approfondimento 6 del volume IL VELLO DIPINTO). L’unica differenza tra i due esemplari, accomunati dall’impianto geometrico addolcito dagli ornamenti vegetali, è nella datazione, quello dipinto ha nei cantonali una decorazione a fiori che è posteriore di una generazione a quello esposto che, nella magnificenza della sua conservazione, risale alla fine del XVI secolo.
SUOLO SACRO è un intreccio di trame e pennellate che via via porta a scoprire il grande valore che nei secoli viene attribuito al tappeto e come sia ammantato di non pochi significati simbolici e allegorici all’interno dell’arte figurativa antica e moderna, divenendo emblema della regalità celeste (Vergine Maria e Santi) e del potere terreno (Re e Imperatori), ma anche allegoria della fugacità della bellezza e della vita stessa (ad esempio, nelle rappresentazioni del tema della vanitas nelle nature morte del secolo XVII).
Da un punto di vista pratico il legame tra pittura e tappeto è ulteriormente evidenziato dal nome che ancor oggi, per convenzione, si utilizza per identificare determinate tipologie di tappeti: dagli anatolici “Tintoretto” ai “Lotto” o, ancora, agli “Holbein”, “Ghirlandaio” e “Bellini” tutti portano il nome degli artisti che per primi li hanno rappresentarli in pittura. La mostra comprende tutte queste tipologie di tappeti raffigurate dai pittori e ne espone esemplari d'alta epoca, coevi o precedenti ai dipinti in cui essi sono raffigurati.
In questa digressione nella storia della pittura, è importante mettere in risalto come molti dei dipinti antichi di grandi maestri italiani messi in parallelo ai tappeti antichi della Collezione Moshe Tabibnia appartengano alle collezioni di due importanti musei Milanesi: il Museo Poldi Pezzoli e la Pinacoteca di Brera.
La vicinanza di questi due Musei con la galleria Moshe Tabibnia consente un itinerario espositivo di grande rilievo storico-artistico, un percorso a due vie che intreccia in modo scambievole l’arte tessile con la pittura.
In particolare, la Pinacoteca di Brera si è resa parte attiva per una collaborazione sul piano della comunicazione dando risalto e valorizzazione, attraverso i canali web e social, alla presenza dei tappeti nelle opere delle collezioni di Brera. Il Centro Studi Moshe Tabibnia realizzerà, inoltre, un depliant, distribuito all’ingresso della Pinacoteca, con una mappa delle sale che segnalerà un percorso di identificazione dei tappeti nei dipinti braidensi, mettendo in evidenza il rimando ai tappeti originali, antichi, esposti presso le sale della Moshe Tabibnia.
27
aprile 2016
Il tappeto come suolo sacro. L’importanza del tappeto per le tre grandi religioni monoteiste.
27 aprile 2016
arte antica
incontro - conferenza
serata - evento
incontro - conferenza
serata - evento
Location
GALLERIA MOSHE TABIBNIA
Milano, Via Brera, 3, (Milano)
Milano, Via Brera, 3, (Milano)
Vernissage
27 Aprile 2016, ore 18
Curatore