Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il tempo di Elisa: il mito e la bellezza
in mostra appena restuarati, 21 gessi dei grandi protagonisti del neoclassicismo: Antonio Canova, Lorenzo Bartolini, Bertel Thorvaldsen, Christian Daniel Rauch.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’Accademia di Belle Arti di Carrara e la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara partecipano alla manifestazione transfrontaliera “Napoleone e Noi”, progetto volto alla valorizzazione del patrimonio napoleonico, organizzato dalla Provincia di Massa Carrara, con due mostre: “Il tempo di Elisa: il mito e la bellezza” allestita nella sede dell’Accademia delle Belle Arti e “Gianni Dessì VIS-A-VIS” allestita a Palazzo Binelli e all’Accademia delle Belle Arti.
Attraverso l’esposizione di 21 modelli e calchi in gesso, restaurati per l’occasione e provenienti dalla collezione dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, la mostra, Il tempo di Elisa: il mito e la bellezza, come dichiara il titolo, vuole riportare alla giusta considerazione gli effetti che l’accorta politica di Elisa Bonaparte Baciocchi determinò sulle arti a Carrara nel periodo del suo principato compreso fra il 1805 e il 1814.
Principessa di Lucca e Piombino e Granduchessa di Toscana per decreto imperiale a partire dal 18 marzo 1805, Elisa, insieme al marito Felice Baciocchi, intende fare della piccola cittadina toscana un polo mondiale di produzione, creazione e diffusione del marmo e della scultura. Mette in campo una serie di riforme che riguardano l’escavazione, rianima l’industria e la lavorazione grazie alla creazione del Banco elisiano, riforma e potenzia l’Accademia di Belle Arti che trasferisce dall’antica sede del palazzo Del Medico in quella, certo più prestigiosa, del Palazzo del Principe.
Nel periodo del suo regno, a Carrara, vengono prodotti tutti i busti della famiglia imperiale, i cosiddetti “napoleonidi” diffusi in tutto l’impero ed è a Carrara che si precisano le note poetiche del primo e del secondo neoclassicismo. Legate al recupero del mito e all’ideale di grazia e bellezza esse, poi, si stemperano in un nuovo ed inedito naturalismo.
Grazie ad Elisa, infatti, Carrara diventa meta prediletta di Antonio Canova, l’artista scelto dalla committenza napoleonica per tramandare le immagini dell’imperatore Napoleone e dei suoi familiari come divinità che abitano un nuovo Olimpo. A Carrara opera e lavora in qualità di Direttore del Banco elisiano ma anche in qualità di insegnante di scultura dell’Accademia di Belle Arti, Lorenzo Bartolini che sperimentando un nuovo modo di guardare al reale sostituisce ai modelli classici i modelli presi dal vivo.
Al “tempo di Elisa”, soggiorna e lavora a Carrara, anche l’altro grande protagonista del neoclassicismo, Bertel Thorvaldsen. Insieme a Christian Daniel Rauch - che ne eseguirà un suggestivo ritratto - sarà l’artista che nel periodo della restaurazione, grazie anche al favore di Maria Beatrice d’Este, porterà avanti il linguaggio legato al mito e all’ideale di bellezza appreso negli ateliers di Elisa così anche favorendo l’attività dei laboratori che continueranno ad essere fiorenti per tutto il corso del 1800, grazie anche ai numerosissimi allievi che alla scuola di Canova, Bartolini e Thorwaldsen si erano formati e che la recente mostra D’Apres Canova ha messo in evidenza. Il Tempo di Elisa rappresenta, dunque - anche nell’ottica di continuare l’opera di valorizzazione e di restauro dell’ingente patrimonio storico dei gessi che si conservano in Accademia - la naturale e necessaria premessa alla precedente mostra D’Apres Canova, allestita dal giugno 2011 a Palazzo Binelli.
Promossa dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, dalla Provincia di Massa – Carrara, dal Comune di Carrara, dalla Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Massa Carrara, dall’Ente Cassa di Risparmio di Carrara, la mostra attuale dispone i 21 gessi selezionati e restaurati secondo un percorso diviso in sezioni che li distingue per finalità e caratteri all’interno del Palazzo del Principe, ancora oggi sede dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Nei Ritratti di famiglia: la propaganda dell’impero vengono presentati i busti ritratto eseguiti per diffondere le immagini di Napoleone e dei suoi familiari da Bartolini, Chinard e Bosio. Gli artisti di Elisa: il mito. La grazia e la bellezza, offre una nuova attenzione alle opere di Canova e Bartolini che si conservano nella Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti e che, donate all’Accademia dagli stessi artisti o pervenuti grazie a donazioni postume, sono altamente esemplificativi delle poetiche neoclassiche. Fra queste la Danzatrice col dito al mento, e l’inedita Danzatrice con le mani ai fianchi del 1810 di Canova e la versione della Fiducia in Dio del 1834 di Bartolini. Da Elisa alla restaurazione: la continuazione del mito presenta opere di Thorwaldsen e Rauch che continuano o modificano il linguaggio appreso negli ateliers di Elisa, anche dopo la fine della parabola di Napoleone.
“Gianni Dessì – VIS-A-VIS”, presenta nove opere all’interno della mostra “D’Après Canova L’Ottocento a Carrara. L’accademia e i suoi maestri”, ospitata a Palazzo Binelli, generando così un dialogo per assonanza e dissonanza, con le voci del passato. Il tema della mostra di Dessì, come evocato dal suo titolo, è incentrato su un doppio sguardo: cioè sul sentimento di se stesso che viene restituito dalla propria immagine e da quella dei ritratti di alcuni cari amici, figure quotidiane.
A Palazzo Binelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, tra i 27 gessi ottocenteschi eseguiti da artisti ispirati al magistero di Antonio Canova, Bertel Thorwaldsen e di Lorenzo Bartolini, provenienti dalla Gipsoteca dell’Accademia, si incontrano tre ritratti in gesso, di gusto naturalistico, di figure che compongono il mondo quotidiano dell’artista : “Paola”, “Stefano”, “Marco”, dove inserti pittorici ridisegnano la volumetria della scultura, così come accade nell’autoritratto in gesso “Faccia a faccia” (2003), dove il rettangolo nero dipinto sul giallo del volto, ne ricompone i volumi.
Nei dipinti “Dittico”, “Senza titolo” e in “Disegno (Io)”, quest’ultimo a carboncino, ricorrono le mani e il volto dell’artista, che diventa il soggetto del video “Autofocus”: breve narrazione dell’atto mattutino del rasarsi, che si trasforma a poco a poco, tramite l’apposizione della schiuma da barba, nella copertura totale della faccia. Il dialogo col mondo che mettono in atto queste opere passa dunque attraverso il corpo, che viene trattato a tutto tondo nella grande scultura “In piedi” (2007): una figura dai particolari anatomici abbozzati e acefala, una forma cava che mette ipoteticamente in luce il corpo della scultura.
L’installazione “In opera 2” (2009-2010), ancora un autoritratto, è invece allestita nella corte interna dell’Accademia di Belle Arti a Palazzo Cybo Malaspina ed è incorniciata dai bossorilievi ottocenteschi eseguiti dagli studenti dell’epoca: qui il volto bianco, in gesso, che tiene tra le labbra una pallina da ping pong, è sospeso in aria, tenuto con un filo da una grande sfera gialla gonfiata con l’elio: una metafora dell’arte, sospesa tra cielo e terra.
Le mostre sono state realizzate con il contributo di:
Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, Comune di Carrara, Provincia di Massa Carrara, Associazione “Amici dell’Accademia”, Rotary Club Carrara e Massa, Rotary Club Marina di Massa Riviera Apuana del Centenario, Lions Club Massa e Carrara Host, Lions Club Massa Carrara Apuania, OMYA s.r.l., C.A.V.P. “Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta”.
Attraverso l’esposizione di 21 modelli e calchi in gesso, restaurati per l’occasione e provenienti dalla collezione dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, la mostra, Il tempo di Elisa: il mito e la bellezza, come dichiara il titolo, vuole riportare alla giusta considerazione gli effetti che l’accorta politica di Elisa Bonaparte Baciocchi determinò sulle arti a Carrara nel periodo del suo principato compreso fra il 1805 e il 1814.
Principessa di Lucca e Piombino e Granduchessa di Toscana per decreto imperiale a partire dal 18 marzo 1805, Elisa, insieme al marito Felice Baciocchi, intende fare della piccola cittadina toscana un polo mondiale di produzione, creazione e diffusione del marmo e della scultura. Mette in campo una serie di riforme che riguardano l’escavazione, rianima l’industria e la lavorazione grazie alla creazione del Banco elisiano, riforma e potenzia l’Accademia di Belle Arti che trasferisce dall’antica sede del palazzo Del Medico in quella, certo più prestigiosa, del Palazzo del Principe.
Nel periodo del suo regno, a Carrara, vengono prodotti tutti i busti della famiglia imperiale, i cosiddetti “napoleonidi” diffusi in tutto l’impero ed è a Carrara che si precisano le note poetiche del primo e del secondo neoclassicismo. Legate al recupero del mito e all’ideale di grazia e bellezza esse, poi, si stemperano in un nuovo ed inedito naturalismo.
Grazie ad Elisa, infatti, Carrara diventa meta prediletta di Antonio Canova, l’artista scelto dalla committenza napoleonica per tramandare le immagini dell’imperatore Napoleone e dei suoi familiari come divinità che abitano un nuovo Olimpo. A Carrara opera e lavora in qualità di Direttore del Banco elisiano ma anche in qualità di insegnante di scultura dell’Accademia di Belle Arti, Lorenzo Bartolini che sperimentando un nuovo modo di guardare al reale sostituisce ai modelli classici i modelli presi dal vivo.
Al “tempo di Elisa”, soggiorna e lavora a Carrara, anche l’altro grande protagonista del neoclassicismo, Bertel Thorvaldsen. Insieme a Christian Daniel Rauch - che ne eseguirà un suggestivo ritratto - sarà l’artista che nel periodo della restaurazione, grazie anche al favore di Maria Beatrice d’Este, porterà avanti il linguaggio legato al mito e all’ideale di bellezza appreso negli ateliers di Elisa così anche favorendo l’attività dei laboratori che continueranno ad essere fiorenti per tutto il corso del 1800, grazie anche ai numerosissimi allievi che alla scuola di Canova, Bartolini e Thorwaldsen si erano formati e che la recente mostra D’Apres Canova ha messo in evidenza. Il Tempo di Elisa rappresenta, dunque - anche nell’ottica di continuare l’opera di valorizzazione e di restauro dell’ingente patrimonio storico dei gessi che si conservano in Accademia - la naturale e necessaria premessa alla precedente mostra D’Apres Canova, allestita dal giugno 2011 a Palazzo Binelli.
Promossa dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, dalla Provincia di Massa – Carrara, dal Comune di Carrara, dalla Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Massa Carrara, dall’Ente Cassa di Risparmio di Carrara, la mostra attuale dispone i 21 gessi selezionati e restaurati secondo un percorso diviso in sezioni che li distingue per finalità e caratteri all’interno del Palazzo del Principe, ancora oggi sede dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Nei Ritratti di famiglia: la propaganda dell’impero vengono presentati i busti ritratto eseguiti per diffondere le immagini di Napoleone e dei suoi familiari da Bartolini, Chinard e Bosio. Gli artisti di Elisa: il mito. La grazia e la bellezza, offre una nuova attenzione alle opere di Canova e Bartolini che si conservano nella Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti e che, donate all’Accademia dagli stessi artisti o pervenuti grazie a donazioni postume, sono altamente esemplificativi delle poetiche neoclassiche. Fra queste la Danzatrice col dito al mento, e l’inedita Danzatrice con le mani ai fianchi del 1810 di Canova e la versione della Fiducia in Dio del 1834 di Bartolini. Da Elisa alla restaurazione: la continuazione del mito presenta opere di Thorwaldsen e Rauch che continuano o modificano il linguaggio appreso negli ateliers di Elisa, anche dopo la fine della parabola di Napoleone.
“Gianni Dessì – VIS-A-VIS”, presenta nove opere all’interno della mostra “D’Après Canova L’Ottocento a Carrara. L’accademia e i suoi maestri”, ospitata a Palazzo Binelli, generando così un dialogo per assonanza e dissonanza, con le voci del passato. Il tema della mostra di Dessì, come evocato dal suo titolo, è incentrato su un doppio sguardo: cioè sul sentimento di se stesso che viene restituito dalla propria immagine e da quella dei ritratti di alcuni cari amici, figure quotidiane.
A Palazzo Binelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, tra i 27 gessi ottocenteschi eseguiti da artisti ispirati al magistero di Antonio Canova, Bertel Thorwaldsen e di Lorenzo Bartolini, provenienti dalla Gipsoteca dell’Accademia, si incontrano tre ritratti in gesso, di gusto naturalistico, di figure che compongono il mondo quotidiano dell’artista : “Paola”, “Stefano”, “Marco”, dove inserti pittorici ridisegnano la volumetria della scultura, così come accade nell’autoritratto in gesso “Faccia a faccia” (2003), dove il rettangolo nero dipinto sul giallo del volto, ne ricompone i volumi.
Nei dipinti “Dittico”, “Senza titolo” e in “Disegno (Io)”, quest’ultimo a carboncino, ricorrono le mani e il volto dell’artista, che diventa il soggetto del video “Autofocus”: breve narrazione dell’atto mattutino del rasarsi, che si trasforma a poco a poco, tramite l’apposizione della schiuma da barba, nella copertura totale della faccia. Il dialogo col mondo che mettono in atto queste opere passa dunque attraverso il corpo, che viene trattato a tutto tondo nella grande scultura “In piedi” (2007): una figura dai particolari anatomici abbozzati e acefala, una forma cava che mette ipoteticamente in luce il corpo della scultura.
L’installazione “In opera 2” (2009-2010), ancora un autoritratto, è invece allestita nella corte interna dell’Accademia di Belle Arti a Palazzo Cybo Malaspina ed è incorniciata dai bossorilievi ottocenteschi eseguiti dagli studenti dell’epoca: qui il volto bianco, in gesso, che tiene tra le labbra una pallina da ping pong, è sospeso in aria, tenuto con un filo da una grande sfera gialla gonfiata con l’elio: una metafora dell’arte, sospesa tra cielo e terra.
Le mostre sono state realizzate con il contributo di:
Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, Comune di Carrara, Provincia di Massa Carrara, Associazione “Amici dell’Accademia”, Rotary Club Carrara e Massa, Rotary Club Marina di Massa Riviera Apuana del Centenario, Lions Club Massa e Carrara Host, Lions Club Massa Carrara Apuania, OMYA s.r.l., C.A.V.P. “Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta”.
10
maggio 2012
Il tempo di Elisa: il mito e la bellezza
Dal 10 maggio al 10 settembre 2012
arte antica
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Carrara, Via Roma, 1, (Massa-carrara)
Carrara, Via Roma, 1, (Massa-carrara)
Biglietti
5 euro
Orario di apertura
MATTINA: dal martedì al sabato 10/13
e POMERIGGIO: sino al 26 maggio, dal martedì al sabato 16.00/18.30
dal 26 maggio sino al 3 giugno dal martedì al sabato 19.00/23.00
dal 4 giugno al 10 settembre dal giovedì al sabato 19.00/23.00
Vernissage
10 Maggio 2012, ore 17,30
Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS
Autore