Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il temporale non esiste
Una installazione di dipinti di Rudy Cremonini e sculture di Giulia Manfredi con intervento sonoro di Marta Coletti. La curatrice indica tracce di pensieri che avvolgono il percorso dei due artisti, nel tentativo di cogliere lo stesso sentire nei loro diversi e personali linguaggi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’ARIETE artecontemporanea 'IL TEMPORALE NON ESISTE' Opere di Rudy CREMONINI|Giulia MANFREDI & installazione sonora di Marta COLETTI' a cura di Eli Genuizzi Sassoli de’Bianchi Opening sabato 11 novembre 2017 ore 18
L’ARIETE artecontemporanea via D’Azeglio 42 Bologna|11 11>12 12 2017|www.galleriaariete.it|Info348 9870574
Orario lun gio ven sab 16 19 mar mer 16 18
'E’ il tempo dell’aion, dell’eterno divenire.
Tesoro Bianco, di Rudy Cremonini, a testimonianza del passaggio dell’uomo, il cui volto si è fatto scultura, e poi pittura. Bianco, della materia dei sogni, osserva immutabile lo scorrere del tempo. Tracce di malinconia addensano di grigio le orbite, scavate nel solco della memoria, ne avvolgono il corpo per sottrarlo al fondo intriso di rossi che, a guisa di sipario, lo separa dalla natura che, tutt’intorno lo circonda. L’occhio che guarda attraverso cancelli, che si tingono del rosa antico di un glicine intriso di ferro; lo sguardo che penetra la densità umida e soffocante di una serra, il pacato, nostalgico ed innaturale silenzio di uno zoo. Il gesto pittorico si sofferma ad osservare la drammatica compostezza di una natura compressa ed organizzata, quella natura che la mano dell’uomo ha soggiogato e trattenuto ad una forma artificiosa ed innaturale. In ‘The crying light’ il tronco, flebile e sottile del bonsai trattiene a stento la grande chioma variegata sui toni dei rosa venati di grigio, che porta in nuce tutta la forza di un grande albero. Al tempo stesso, è anche un gesto protettivo, una carezza di cera, ad avvolgere i piccoli rami, resi immobili ed imperituri dalla colata preziosa di metallo ed imbrigliati dal calore della resina, entro la quale acquisiscono i bagliori dell’oro, nell’opera di Giulia Manfredi. La giovane artista si sofferma ad indagare l’universo che ci circonda, sperimenta accostamenti inediti tra materiali diversi, rami, resine, vegetali, cristalli di sale, si prestano allora ad assumere una nuova forma, per farsi simulacro. E’ anzitutto un’esigenza di contenimento, per Giulia Manfredi. L’immensità della natura da circoscrivere ad una forma imperitura, e che ne preservi, in eterno, l’inalterata presenza. Rami che si confondono con le radici, in uno sdoppiamento di visione che si allarga ad accogliere, nell’opera, anche ciò che l’occhio non vede, ma che pure esiste. Tracce di pensieri che avvolgono, a guisa di filo conduttore, il percorso dei due artisti, nel tentativo di cogliere, attraverso due linguaggi artistici differenti, ma paralleli, lo stesso sentire. Un piccolo scrigno, questa volta di Rudy Cremonini, conserva la memoria sacra dell’uomo, preziosa come e più della vita stessa e si staglia su un fondo intriso di rosso denso di passione. Non a caso il titolo: Infinito protetto. Restiamo in ascolto, il nostro sguardo si fa pensiero, nel tentativo di cogliere le tracce-radici di un sentire lontano. Ed è un microcosmo di suoni, di rumori più o meno definiti, sottofondo per una campionatura di cinguettii elettronici (da registrazioni di animatronic), stranianti ed ipnotici, che si susseguono, in un andamento ritmico, quasi da cronometro. L’installazione sonora ‘Larry Bird’, della giovane musicista Marta Coletti, ci trasporta in un’atmosfera ove tutto pare restare sospeso. E’ forse il simulacro di una natura, minacciosa e tetra, che si riappropria dello spazio che la mano dell’uomo ha sottratto, quello ipotizzato dallo strumento elettronico? O forse, questa è soltanto una delle ipotesi possibili.
Esiste una porta, una via di fuga. A noi di aprirla oppure no.
Dopotutto, il temporale non esiste.'
Eli Genuizzi Sassoli de’ Bianchi
Rudy Cremonini (Bologna 1981) laureato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, appartiene alla generazione di artisti presenti e apprezzati in Europa e Stati Uniti che hanno saputo dare nuovo slancio all'aspetto narrativo della pittura contemporanea. Attualmente opera in Italia e Germania. Fra i progetti recenti la mostra ‘Le jardin interieur’ nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura a Strasbourg (F). Vive e lavora a Bologna.
Giulia Manfredi (Castelfranco Emilia 1984) si laurea nel 2008 all'Accademia di Belle Arti in Pittura con una tesi sulla videoarte e le tecnologie satellitari. Ha vissuto a Berlino dal 2006 al 2014 dove ha seguito corsi all'UDK in comunicazioni visive e in belle arti con la docente Hito Steyerl. A Berlino ha collaborato con un collettivo di artisti internazionali con cui ha organizzato numerose mostre e progetti. Nel 2017 ha vinto la quinta edizione del premio Cramum, ha esposto in numerose città italiane ed europee, attualmente vive e lavora a Roma.
Marta Coletti (Ponte dell’Olio 1983). Lo studio della musica classica la porta ad esplorare le infinite declinazioni dei linguaggi musicali. Attualmente frequenta il corso di musica elettronica al Conservatorio di Parma.
L’ARIETE artecontemporanea via D’Azeglio 42 Bologna|11 11>12 12 2017|www.galleriaariete.it|Info348 9870574
Orario lun gio ven sab 16 19 mar mer 16 18
'E’ il tempo dell’aion, dell’eterno divenire.
Tesoro Bianco, di Rudy Cremonini, a testimonianza del passaggio dell’uomo, il cui volto si è fatto scultura, e poi pittura. Bianco, della materia dei sogni, osserva immutabile lo scorrere del tempo. Tracce di malinconia addensano di grigio le orbite, scavate nel solco della memoria, ne avvolgono il corpo per sottrarlo al fondo intriso di rossi che, a guisa di sipario, lo separa dalla natura che, tutt’intorno lo circonda. L’occhio che guarda attraverso cancelli, che si tingono del rosa antico di un glicine intriso di ferro; lo sguardo che penetra la densità umida e soffocante di una serra, il pacato, nostalgico ed innaturale silenzio di uno zoo. Il gesto pittorico si sofferma ad osservare la drammatica compostezza di una natura compressa ed organizzata, quella natura che la mano dell’uomo ha soggiogato e trattenuto ad una forma artificiosa ed innaturale. In ‘The crying light’ il tronco, flebile e sottile del bonsai trattiene a stento la grande chioma variegata sui toni dei rosa venati di grigio, che porta in nuce tutta la forza di un grande albero. Al tempo stesso, è anche un gesto protettivo, una carezza di cera, ad avvolgere i piccoli rami, resi immobili ed imperituri dalla colata preziosa di metallo ed imbrigliati dal calore della resina, entro la quale acquisiscono i bagliori dell’oro, nell’opera di Giulia Manfredi. La giovane artista si sofferma ad indagare l’universo che ci circonda, sperimenta accostamenti inediti tra materiali diversi, rami, resine, vegetali, cristalli di sale, si prestano allora ad assumere una nuova forma, per farsi simulacro. E’ anzitutto un’esigenza di contenimento, per Giulia Manfredi. L’immensità della natura da circoscrivere ad una forma imperitura, e che ne preservi, in eterno, l’inalterata presenza. Rami che si confondono con le radici, in uno sdoppiamento di visione che si allarga ad accogliere, nell’opera, anche ciò che l’occhio non vede, ma che pure esiste. Tracce di pensieri che avvolgono, a guisa di filo conduttore, il percorso dei due artisti, nel tentativo di cogliere, attraverso due linguaggi artistici differenti, ma paralleli, lo stesso sentire. Un piccolo scrigno, questa volta di Rudy Cremonini, conserva la memoria sacra dell’uomo, preziosa come e più della vita stessa e si staglia su un fondo intriso di rosso denso di passione. Non a caso il titolo: Infinito protetto. Restiamo in ascolto, il nostro sguardo si fa pensiero, nel tentativo di cogliere le tracce-radici di un sentire lontano. Ed è un microcosmo di suoni, di rumori più o meno definiti, sottofondo per una campionatura di cinguettii elettronici (da registrazioni di animatronic), stranianti ed ipnotici, che si susseguono, in un andamento ritmico, quasi da cronometro. L’installazione sonora ‘Larry Bird’, della giovane musicista Marta Coletti, ci trasporta in un’atmosfera ove tutto pare restare sospeso. E’ forse il simulacro di una natura, minacciosa e tetra, che si riappropria dello spazio che la mano dell’uomo ha sottratto, quello ipotizzato dallo strumento elettronico? O forse, questa è soltanto una delle ipotesi possibili.
Esiste una porta, una via di fuga. A noi di aprirla oppure no.
Dopotutto, il temporale non esiste.'
Eli Genuizzi Sassoli de’ Bianchi
Rudy Cremonini (Bologna 1981) laureato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, appartiene alla generazione di artisti presenti e apprezzati in Europa e Stati Uniti che hanno saputo dare nuovo slancio all'aspetto narrativo della pittura contemporanea. Attualmente opera in Italia e Germania. Fra i progetti recenti la mostra ‘Le jardin interieur’ nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura a Strasbourg (F). Vive e lavora a Bologna.
Giulia Manfredi (Castelfranco Emilia 1984) si laurea nel 2008 all'Accademia di Belle Arti in Pittura con una tesi sulla videoarte e le tecnologie satellitari. Ha vissuto a Berlino dal 2006 al 2014 dove ha seguito corsi all'UDK in comunicazioni visive e in belle arti con la docente Hito Steyerl. A Berlino ha collaborato con un collettivo di artisti internazionali con cui ha organizzato numerose mostre e progetti. Nel 2017 ha vinto la quinta edizione del premio Cramum, ha esposto in numerose città italiane ed europee, attualmente vive e lavora a Roma.
Marta Coletti (Ponte dell’Olio 1983). Lo studio della musica classica la porta ad esplorare le infinite declinazioni dei linguaggi musicali. Attualmente frequenta il corso di musica elettronica al Conservatorio di Parma.
11
novembre 2017
Il temporale non esiste
Dall'undici novembre al 12 dicembre 2017
arte contemporanea
Location
L’ARIETE ARTECONTEMPORANEA – VIA D’AZEGLIO
Bologna, Via D'azeglio, 42, (Bologna)
Bologna, Via D'azeglio, 42, (Bologna)
Orario di apertura
lun gio ven sab 16-18 mar mer 16-19 o su appuntamento
Vernissage
11 Novembre 2017, ore 18
Autore
Curatore