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Il Vaso di Pandora
Il Vaso di Pandora è una mostra collettiva di lavori in ceramica e terracotta, di otto artisti che si confrontano con un mezzo che ha valore di archetipo e implica la ricerca di forme sempre nuove, che trovano sostanza e memoria in una dimensione in cui tutto è misura dell’uomo e del suo pensiero
Comunicato stampa
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La ceramica e la terracotta sono tra i mezzi d’ espressione più antichi e tutti gli artisti sentono prima o poi il bisogno di confrontarsi con questa tecnica. In fondo ad essa è legato il mito della creazione, la possibilità di dare forma e vita a ciò che è inanimato. Questi materiali sono stati sempre adoperati per gli utensili di tutti i giorni, quindi è entrata a far parte della cultura materiale, in senso antropologico, dell’uomo.
“Il vaso di Pandora” rievoca questa componente ancestrale, ma vuole anche diventare la metafora dell’arte. Il vaso che tutto contiene e che la dea lascia colpevolmente aperto, appare come l’utopia dell’arte che sa e vuole esprimere tutto l’universo visibile, ma anche quello invisibile che sfugge al mondo delle apparenze, ma che diventa reale attraverso la visionarietà degli artisti. “Il vaso di Pandora” è quindi un’attualizzazione del mito in una pratica artistica antica eppure assolutamente contemporanea.
Gli artisti chiamati a questa mostra, tutti di vasta esperienza internazionale, hanno esperito questa tecnica più volte nel corso del loro lavoro, a secondo delle esigenze espressive. La loro poetica è rivolta principalmente verso la pittura, la scultura, il disegno o l’installazione. Non sono ceramisti in senso stretto e questo è molto importante non solo per un confronto tra linguaggi, ma anche perché la scelta di usare proprio la ceramica arricchisce questo medium di un significato particolare e specifico.
La ceramica è uno dei miti d’oggi, proprio per la sua inattualità. Essendo fuori del tempo, il suo messaggio estetico diventa ancora più importante perché lavorarla, toccarla, formarla, ha un valore fortemente culturale e che va al di là delle scuole e degli stili. Possiamo dire che l’idea di quest’ esposizione consiste proprio in un confronto aperto tra passato e presente e nel cercare di rivelare come la tecnica può avere un potere comunicativo importante anche perché direttamente comprensibile dal pubblico.
Il mito di Pandora mette in relazione la complessità del mondo, la curiosità come fonte di conoscenza ma anche di pericolo, con l’immagine di un contenitore, la ceramica, che chiude e racchiude il Mondo. Una metafora del fare artistico in cui la curiosità va di pari passo con la ricerca di un contenitore che dia forma all’esperienza. Ma in questo caso la ceramica non è solo un medium, è anche il messaggio che vi è contenuto. Gli artisti sanno di confrontarsi con un mezzo che ha il valore di archetipo, implicando la manualità diretta, l’atto del plasmare e la ricerca di forme contemporanee che allarghino la conoscenza del mondo che viviamo.
“Il vaso di Pandora” rievoca questa componente ancestrale, ma vuole anche diventare la metafora dell’arte. Il vaso che tutto contiene e che la dea lascia colpevolmente aperto, appare come l’utopia dell’arte che sa e vuole esprimere tutto l’universo visibile, ma anche quello invisibile che sfugge al mondo delle apparenze, ma che diventa reale attraverso la visionarietà degli artisti. “Il vaso di Pandora” è quindi un’attualizzazione del mito in una pratica artistica antica eppure assolutamente contemporanea.
Gli artisti chiamati a questa mostra, tutti di vasta esperienza internazionale, hanno esperito questa tecnica più volte nel corso del loro lavoro, a secondo delle esigenze espressive. La loro poetica è rivolta principalmente verso la pittura, la scultura, il disegno o l’installazione. Non sono ceramisti in senso stretto e questo è molto importante non solo per un confronto tra linguaggi, ma anche perché la scelta di usare proprio la ceramica arricchisce questo medium di un significato particolare e specifico.
La ceramica è uno dei miti d’oggi, proprio per la sua inattualità. Essendo fuori del tempo, il suo messaggio estetico diventa ancora più importante perché lavorarla, toccarla, formarla, ha un valore fortemente culturale e che va al di là delle scuole e degli stili. Possiamo dire che l’idea di quest’ esposizione consiste proprio in un confronto aperto tra passato e presente e nel cercare di rivelare come la tecnica può avere un potere comunicativo importante anche perché direttamente comprensibile dal pubblico.
Il mito di Pandora mette in relazione la complessità del mondo, la curiosità come fonte di conoscenza ma anche di pericolo, con l’immagine di un contenitore, la ceramica, che chiude e racchiude il Mondo. Una metafora del fare artistico in cui la curiosità va di pari passo con la ricerca di un contenitore che dia forma all’esperienza. Ma in questo caso la ceramica non è solo un medium, è anche il messaggio che vi è contenuto. Gli artisti sanno di confrontarsi con un mezzo che ha il valore di archetipo, implicando la manualità diretta, l’atto del plasmare e la ricerca di forme contemporanee che allarghino la conoscenza del mondo che viviamo.
21
giugno 2008
Il Vaso di Pandora
Dal 21 giugno al 26 luglio 2008
arte contemporanea
Location
ARMORY ARTE
Perugia, Corso Pietro Vannucci, 30, (Perugia)
Perugia, Corso Pietro Vannucci, 30, (Perugia)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.30-20.00
Vernissage
21 Giugno 2008, ore 18.00
Autore
Curatore