Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il vestito della festa
Collettiva a cura di Milli Gandini che comprende una serie di opere di piccolo e medio formato in cui il vestito è inteso come il mezzo per raggiungere la propria festa. Si tratta di un abito mentale, tessuto sulla volontà di manifestare ironia, malessere, sfida o seduzione, mostrare la propria verità ma sempre adeguatamente addobbata e travestita.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il materiale e la storia vera che lo riguarda, a cui facciamo sempre riferimento nelle nostre collettive con opere di piccolo formato, viene dal diario-romanzo di Paula Fox intitolato appunto Il vestito della festa. Paula ricorda esattamente solo uno dei suoi abitini comprato proprio per lei, bambina adottata, che coincide con la sua prima apparizione in pubblico: la lettura ad alta voce in chiesa di una poesia del reverendo Elwood Amos Corning (lo zio adottivo): “…un abito bianco di mussola che ricadeva dritto dalla pettorina arricciata, con i pois in rilievo e il colletto tondo (…) E così avevo qualcosa di nuovo da mettere davanti alla comunità mentre pronunciavo le parole del reverendo. Adoravo lo zio, e adoravo il vestito a pois.”* L’unico grande avvenimento, di una infanzia durissima, lo ricorderà sempre come una sua festa personale come una presentazione in società con un ruolo più importante di un ballo…
Un rovesciamento completo di ruolo, il cambiarsi d’abito diviene il simbolo di un’investitura, donando la consapevolezza di poter ricoprire più ruoli.
Il vestito inteso come mezzo per giungere alla festa (meta) quindi in effetti un abito mentale, con la decisione di manifestare ironia, malessere, sfida o seduzione - sempre una verità comunque addobbata travestita. Ma non conta il mutare dei tempi e le diverse culture (happy hour prima di cena e il ritrovarsi in discoteca ogni sera, l’abito usa e getta l’“essere in quanto indosso” una routine priva di fascino) è il desiderio della festa che porta alla preparazione interiore che fa la scelta del messaggio personale da emanare tramite il vestito, alla vigilia, nell’attesa di gioia amore successo sta il “…giorno d’allegrezza pieno…”**
Il tema della mostra (come la precedente “La favola del cibo”) si inserisce nei nostri giorni per provocatoriamente assumere un altro punto di vista da quello fornitoci dal business e dal ridondante spettacolo mediatico della moda (alcuni performer mimando le sfilate indosseranno la propria opera) per proporre l’esserci dentro nel vestito e non sentirsi unicamente lati A e B.
* Paula Fox Il vestito della Festa Fazi Editore
** Giacomo Leopardi Il sabato del villaggio
Un rovesciamento completo di ruolo, il cambiarsi d’abito diviene il simbolo di un’investitura, donando la consapevolezza di poter ricoprire più ruoli.
Il vestito inteso come mezzo per giungere alla festa (meta) quindi in effetti un abito mentale, con la decisione di manifestare ironia, malessere, sfida o seduzione - sempre una verità comunque addobbata travestita. Ma non conta il mutare dei tempi e le diverse culture (happy hour prima di cena e il ritrovarsi in discoteca ogni sera, l’abito usa e getta l’“essere in quanto indosso” una routine priva di fascino) è il desiderio della festa che porta alla preparazione interiore che fa la scelta del messaggio personale da emanare tramite il vestito, alla vigilia, nell’attesa di gioia amore successo sta il “…giorno d’allegrezza pieno…”**
Il tema della mostra (come la precedente “La favola del cibo”) si inserisce nei nostri giorni per provocatoriamente assumere un altro punto di vista da quello fornitoci dal business e dal ridondante spettacolo mediatico della moda (alcuni performer mimando le sfilate indosseranno la propria opera) per proporre l’esserci dentro nel vestito e non sentirsi unicamente lati A e B.
* Paula Fox Il vestito della Festa Fazi Editore
** Giacomo Leopardi Il sabato del villaggio
27
marzo 2008
Il vestito della festa
Dal 27 marzo al 29 aprile 2008
arte contemporanea
Location
SPAZIO ANFOSSI
Milano, Via Augusto Anfossi, (Milano)
Milano, Via Augusto Anfossi, (Milano)
Orario di apertura
Lunedì – Venerdì dalle 15 alle 19 e su appuntamento
Vernissage
27 Marzo 2008, ore 19
Autore
Curatore