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Il viaggio di Eva
A due anni di distanza dalla rassegna “Perturbamenti”, incentrata sulla ricerca di alcune artiste nel corso degli anni sessanta e settanta, la Galleria d’Arte Contemporanea “Cascina Roma” di San Donato Milanese prosegue la sua stagione espositiva tornando a parlare di donne con l’esposizione collettiva “Il viaggio di Eva”, dedicata allo sguardo sul femminile del nostro tempo
Comunicato stampa
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Chi sono oggi le donne? come vengono viste dagli artisti?
A due anni di distanza dalla rassegna “Perturbamenti”, incentrata sulla ricerca di alcune artiste nel corso degli anni sessanta e settanta, la Galleria d’Arte Contemporanea Cascina Roma di San Donato Milanese prosegue la sua stagione espositiva tornando a parlare di donne con l’esposizione collettiva “Il viaggio di Eva”, curata dalla critica e storica dell’arte Angela Madesani e dedicata al concetto di femminile attraverso il lavoro di ventuno artisti.
“Eva non offre un’immagine statica. Si tratta, piuttosto di un’espressione dinamica, sottolineata dall’idea di viaggio. Viaggio verso la trasformazione all’interno e all’esterno, intima e pubblica. Una trasformazione sociale, politica, civile, in senso ampio, in un mondo come il nostro che sta mutando profondamente. E dunque una trasformazione nel ruolo, nella considerazione e nella consapevolezza, in cui entrano in gioco anche la sfera personale, intima” (Angela Madesani).
La mostra, che rimarrà aperta al pubblico dal 10 marzo al 29 aprile, cerca di tracciare un ritratto della donna, della quale Eva è l’archetipo. In mostra sono opere realizzate con linguaggi diversi: dalla scultura al disegno, dalla pittura alla fotografia, dal video all’installazione
Lo sguardo è rivolto a donne e realtà diverse, dall’Italia all’Africa, dal Pakistan al Giappone. Donne comuni e donne straordinarie. Donne che lavorano e donne che riposano. Donne che piangono e donne che ridono. Sguardi differenti nei confronti di una realtà sempre più complessa.
In mostra i ritratti eleganti delle Signares africane di Paola Mattioli con i loro splendidi copricapo, le ambiguità femminili della giovane Camilla Micheli (1977), affascinata dal tema del travestimento e del doppio, le donne pakistane vessate e martoriate dei grandi fantocci di Maimuna, dove il riferimento non solo è alla società da cui proviene l’artista, ma anche alla nostra stessa società, in cui ancora, quasi quotidianamente, le donne subiscono violenze pubbliche e private. Giorgia Madiai offre al femminile un’attenzione tutta particolare, esaltando la fierezza, l’eleganza e la forza della protagonista una donna giapponese, vestita degli abiti della sua tradizione.
Normale e controcorrente al tempo stesso è Pepita la protagonista dei disegni di Iaia Filiberti. Pepita rappresenta ogni donna, con i suoi segreti e le sue ossessioni tipiche dell’universo femminile.
Devis Venturelli dedica un video toccante alla vecchiaia e al disfacimento che opera sul corpo: Io sono il vento, un lavoro sull’inesorabilità dell’esistenza, in cui ogni giorno siamo attori e spettatori.
La dimensione domestica e l’ipocrisia che spesso la caratterizza sono al centro del lavoro dell’ argentina Ines Fontenla, Un fulmine a ciel sereno. Si tratta di immagini fotografiche che riproducono scene domestiche fatte di comode e confortevoli poltrone in tessuto rosso, ma ci sono anche i vetri rotti. Ancora la casa, questa volta la cucina, è il soggetto dell’installazione di Silvia Levenson dal titolo Ti vedo un po’ nervosa, dove si ironizza sull’apparente serenità del locale principale di ogni casa, catalizzatore di incomprensioni e incomunicabilità.
Argentina è anche Florentia Martinez che da oltre dieci anni lavora con il tessuto, la fotografia, la pittura ad olio e il ricamo. Titolo dei suoi lavori in mostra è Madri, chiaro omaggio alle donne argentine di Plaza de Mayo, sottolineando il senso della perdita, del dolore.
La nostalgia, la malinconia sono al centro del lavoro di Lena Liv, artista russa, che recupera immagini ready made e le trasforma in opere fortemente evocative. Nel lavoro che presenta intitolato …E il suo fiocco bianco la donna ritratta è una donna senza età, nuda senza storia, decontestualizzata.
Protagoniste di What’s wrong?, il lavoro di Edward Rozzo sono donne che piangono. Sono parte di un lungo progetto durato cinque anni, durante i quali ha raccolto l’esperienza di varie donne di tutte le età della vita.
Di Isabella Lagomarsino sono in mostra busti di creta dipinta a grandezza naturale che si richiamano alla tradizione.
Il punto centrale dei lavori di Beatrice Pasquali è uno dei più grandi misteri esistenziali, il parto, mentre nel lavoro di Paolo Pessarelli delle donne rimane un attimo dell’adolescenza e della giovinezza. La drammaturga inglese Sarah Kane è la protagonista dei lavori di Beppe Devalle e fa parte di un ciclo che il noto artista torinese ha dedicato ai suicidi.
Le donne di Monica Biancardi paiono arrivare dalla pittura antica e sono connotate da una forte dimensione etica.
Infine la mostra propone il mito di Dracula nel lavoro di Mauro Ghiglione, quale metafora del rapporto dell’uomo con l’immagine in riferimento alla rappresentazione dell’economia del desiderio;
gli autoritratti dell’israeliana Tarin Gartner, collocati in ambiti e situazioni complesse; il lavoro strettamente autobiografico di Luca Barzaghi, dove l’universo femminile occupa uno spazio predominante, sia esso rappresentato da bambine, ragazze o magari vecchie signore; i delicati disegni erotici di Nazzareno Guglielmi della serie Erotic line, che hanno per soggetto, ogni volta visto in maniera diversa, l’oggetto del desiderio femminile e maschile.
L’unica opera in mostra dove il riferimento al femminile non è immediato sono i bassorilievi di creta bianca di Adele Prosdocimi, dove l’elemento geometrico è tratto dall’universo dei pizzi, ai quali l’artista lavora ormai da parecchi anni.
A due anni di distanza dalla rassegna “Perturbamenti”, incentrata sulla ricerca di alcune artiste nel corso degli anni sessanta e settanta, la Galleria d’Arte Contemporanea Cascina Roma di San Donato Milanese prosegue la sua stagione espositiva tornando a parlare di donne con l’esposizione collettiva “Il viaggio di Eva”, curata dalla critica e storica dell’arte Angela Madesani e dedicata al concetto di femminile attraverso il lavoro di ventuno artisti.
“Eva non offre un’immagine statica. Si tratta, piuttosto di un’espressione dinamica, sottolineata dall’idea di viaggio. Viaggio verso la trasformazione all’interno e all’esterno, intima e pubblica. Una trasformazione sociale, politica, civile, in senso ampio, in un mondo come il nostro che sta mutando profondamente. E dunque una trasformazione nel ruolo, nella considerazione e nella consapevolezza, in cui entrano in gioco anche la sfera personale, intima” (Angela Madesani).
La mostra, che rimarrà aperta al pubblico dal 10 marzo al 29 aprile, cerca di tracciare un ritratto della donna, della quale Eva è l’archetipo. In mostra sono opere realizzate con linguaggi diversi: dalla scultura al disegno, dalla pittura alla fotografia, dal video all’installazione
Lo sguardo è rivolto a donne e realtà diverse, dall’Italia all’Africa, dal Pakistan al Giappone. Donne comuni e donne straordinarie. Donne che lavorano e donne che riposano. Donne che piangono e donne che ridono. Sguardi differenti nei confronti di una realtà sempre più complessa.
In mostra i ritratti eleganti delle Signares africane di Paola Mattioli con i loro splendidi copricapo, le ambiguità femminili della giovane Camilla Micheli (1977), affascinata dal tema del travestimento e del doppio, le donne pakistane vessate e martoriate dei grandi fantocci di Maimuna, dove il riferimento non solo è alla società da cui proviene l’artista, ma anche alla nostra stessa società, in cui ancora, quasi quotidianamente, le donne subiscono violenze pubbliche e private. Giorgia Madiai offre al femminile un’attenzione tutta particolare, esaltando la fierezza, l’eleganza e la forza della protagonista una donna giapponese, vestita degli abiti della sua tradizione.
Normale e controcorrente al tempo stesso è Pepita la protagonista dei disegni di Iaia Filiberti. Pepita rappresenta ogni donna, con i suoi segreti e le sue ossessioni tipiche dell’universo femminile.
Devis Venturelli dedica un video toccante alla vecchiaia e al disfacimento che opera sul corpo: Io sono il vento, un lavoro sull’inesorabilità dell’esistenza, in cui ogni giorno siamo attori e spettatori.
La dimensione domestica e l’ipocrisia che spesso la caratterizza sono al centro del lavoro dell’ argentina Ines Fontenla, Un fulmine a ciel sereno. Si tratta di immagini fotografiche che riproducono scene domestiche fatte di comode e confortevoli poltrone in tessuto rosso, ma ci sono anche i vetri rotti. Ancora la casa, questa volta la cucina, è il soggetto dell’installazione di Silvia Levenson dal titolo Ti vedo un po’ nervosa, dove si ironizza sull’apparente serenità del locale principale di ogni casa, catalizzatore di incomprensioni e incomunicabilità.
Argentina è anche Florentia Martinez che da oltre dieci anni lavora con il tessuto, la fotografia, la pittura ad olio e il ricamo. Titolo dei suoi lavori in mostra è Madri, chiaro omaggio alle donne argentine di Plaza de Mayo, sottolineando il senso della perdita, del dolore.
La nostalgia, la malinconia sono al centro del lavoro di Lena Liv, artista russa, che recupera immagini ready made e le trasforma in opere fortemente evocative. Nel lavoro che presenta intitolato …E il suo fiocco bianco la donna ritratta è una donna senza età, nuda senza storia, decontestualizzata.
Protagoniste di What’s wrong?, il lavoro di Edward Rozzo sono donne che piangono. Sono parte di un lungo progetto durato cinque anni, durante i quali ha raccolto l’esperienza di varie donne di tutte le età della vita.
Di Isabella Lagomarsino sono in mostra busti di creta dipinta a grandezza naturale che si richiamano alla tradizione.
Il punto centrale dei lavori di Beatrice Pasquali è uno dei più grandi misteri esistenziali, il parto, mentre nel lavoro di Paolo Pessarelli delle donne rimane un attimo dell’adolescenza e della giovinezza. La drammaturga inglese Sarah Kane è la protagonista dei lavori di Beppe Devalle e fa parte di un ciclo che il noto artista torinese ha dedicato ai suicidi.
Le donne di Monica Biancardi paiono arrivare dalla pittura antica e sono connotate da una forte dimensione etica.
Infine la mostra propone il mito di Dracula nel lavoro di Mauro Ghiglione, quale metafora del rapporto dell’uomo con l’immagine in riferimento alla rappresentazione dell’economia del desiderio;
gli autoritratti dell’israeliana Tarin Gartner, collocati in ambiti e situazioni complesse; il lavoro strettamente autobiografico di Luca Barzaghi, dove l’universo femminile occupa uno spazio predominante, sia esso rappresentato da bambine, ragazze o magari vecchie signore; i delicati disegni erotici di Nazzareno Guglielmi della serie Erotic line, che hanno per soggetto, ogni volta visto in maniera diversa, l’oggetto del desiderio femminile e maschile.
L’unica opera in mostra dove il riferimento al femminile non è immediato sono i bassorilievi di creta bianca di Adele Prosdocimi, dove l’elemento geometrico è tratto dall’universo dei pizzi, ai quali l’artista lavora ormai da parecchi anni.
10
marzo 2007
Il viaggio di Eva
Dal 10 marzo al 29 aprile 2007
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE CASCINA ROMA
San Donato Milanese, Piazza Delle Arti, 2, (Milano)
San Donato Milanese, Piazza Delle Arti, 2, (Milano)
Orario di apertura
lun. –sab: 9 /12.30; 14.30/19 dom. 10/12.30; 14.30/19
Vernissage
10 Marzo 2007, ore 18.30
Editore
NICOLODI
Ufficio stampa
STUDIO DE ANGELIS
Autore
Curatore