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Il vino, l’olio, la terra. Dal territorio alla tavola nell’età del Perugino
la mostra documenta come le sostanziali trasformazioni che avvengono, sul piano politico, sociale ed economico nello stato di Perugia tra Quattrocento e Cinquecento, si ripercuotano sia nella organizzazione della campagna sia nella conformazione sociale e urbanistica della città.
Comunicato stampa
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Il legame esistente tra il territorio e la tavola è il tema della mostra realizzata dalla Fondazione Lungarotti in occasione delle manifestazioni in onore di Pietro Vannucci, detto il Perugino.
Realizzata in collaborazione con la Galleria Nazionale dell’Umbria e con la curatela scientifica di Alberto Grohmann, la mostra documenta come le sostanziali trasformazioni che avvengono, sul piano politico, sociale ed economico nello stato di Perugia tra Quattrocento e Cinquecento, si ripercuotano sia nella organizzazione della campagna sia nella conformazione sociale e urbanistica della città.
In campagna si verifica una riorganizzazione produttiva della terra, interessata da opere di risanamento e dalla introduzione di innovativi e più redditizi sistemi di gestione che trasformano profondamente il paesaggio agrario. Le famiglie nobili che risiedono in città, come pure gli enti ecclesiastici, compiono grandi investimenti fondiari testimoniati, nel percorso espositivo, dai preziosi catasti miniati e dai voluminosi registri notarili provenienti dall’Archivio di Stato di Perugia, oltre che dall’ampia presenza di mappe acquerellate dell’Archivio Storico di San Pietro di Perugia.
In città si assiste ad una progressiva nobilizzazione della società e ad un sempre maggiore coinvolgimento degli esponenti delle famiglie di antica e recente nobiltà nella struttura corporativa di arti e mestieri, con il conseguente controllo della economia e della politica cittadine. Le raffinatissime matricole delle corporazioni perugine messe a disposizione dalla Biblioteca Augusta documentano tale fenomeno che trova conferma nel desiderio di lusso e di autorappresentazione diffuso presso la nuova classe nobiliare e si manifesta con le grandi committenze d’arte e, nel quotidiano, con l’adozione di costumi fastosi.
In una società sempre più attenta alle esigenze della autorappresentazione, il momento del convivio assume particolare importanza: la tavola, vestita di raffinate tovaglie ed imbandita con preziose ceramiche, bronzi e argenti finemente decorati, vetri di delicatissima fattura, viene dotata di piatti da parata, corredi per il vino, posaterie, lucerne ed altre suppellettili realizzate in materiali pregiati. Allo scopo di incrementare l’igiene della mensa e dei suoi convitati le sale destinate al convivio si arricchiscono di acquamanili e rinfrescatoi. Sulla tavola trionfano complesse architetture di zucchero, massima espressione della cultura dell’effimero che il convivio porta in scena.
Articolata in tre sezioni principali ( Il rinnovarsi del mondo della terra – Una città che cambia volto – La tavola ), la mostra prende avvio da un ampio apparato di documenti d’archivio e trattatistica coeva, oltre che da un contratto autografo di Perugino che richiede, a titolo di pagamento per la realizzazione di una opera d’arte, prodotti agroalimentari del territorio.
Si sviluppa poi nella esposizione di tovaglie, vasellame e arredi da tavola coevi, provenienti dalle collezioni del Museo del Vino della Fondazione Lungarotti, dal Museo Nazionale del Bargello, dalla Galleria Nazionale dell’Umbria. Ricomposti in due tavolate, illustrano quali fossero i prodotti, i consumi, l’economia e il gusto della tavola povera e della tavola nobiliare all’età del Perugino.
Realizzata in collaborazione con la Galleria Nazionale dell’Umbria e con la curatela scientifica di Alberto Grohmann, la mostra documenta come le sostanziali trasformazioni che avvengono, sul piano politico, sociale ed economico nello stato di Perugia tra Quattrocento e Cinquecento, si ripercuotano sia nella organizzazione della campagna sia nella conformazione sociale e urbanistica della città.
In campagna si verifica una riorganizzazione produttiva della terra, interessata da opere di risanamento e dalla introduzione di innovativi e più redditizi sistemi di gestione che trasformano profondamente il paesaggio agrario. Le famiglie nobili che risiedono in città, come pure gli enti ecclesiastici, compiono grandi investimenti fondiari testimoniati, nel percorso espositivo, dai preziosi catasti miniati e dai voluminosi registri notarili provenienti dall’Archivio di Stato di Perugia, oltre che dall’ampia presenza di mappe acquerellate dell’Archivio Storico di San Pietro di Perugia.
In città si assiste ad una progressiva nobilizzazione della società e ad un sempre maggiore coinvolgimento degli esponenti delle famiglie di antica e recente nobiltà nella struttura corporativa di arti e mestieri, con il conseguente controllo della economia e della politica cittadine. Le raffinatissime matricole delle corporazioni perugine messe a disposizione dalla Biblioteca Augusta documentano tale fenomeno che trova conferma nel desiderio di lusso e di autorappresentazione diffuso presso la nuova classe nobiliare e si manifesta con le grandi committenze d’arte e, nel quotidiano, con l’adozione di costumi fastosi.
In una società sempre più attenta alle esigenze della autorappresentazione, il momento del convivio assume particolare importanza: la tavola, vestita di raffinate tovaglie ed imbandita con preziose ceramiche, bronzi e argenti finemente decorati, vetri di delicatissima fattura, viene dotata di piatti da parata, corredi per il vino, posaterie, lucerne ed altre suppellettili realizzate in materiali pregiati. Allo scopo di incrementare l’igiene della mensa e dei suoi convitati le sale destinate al convivio si arricchiscono di acquamanili e rinfrescatoi. Sulla tavola trionfano complesse architetture di zucchero, massima espressione della cultura dell’effimero che il convivio porta in scena.
Articolata in tre sezioni principali ( Il rinnovarsi del mondo della terra – Una città che cambia volto – La tavola ), la mostra prende avvio da un ampio apparato di documenti d’archivio e trattatistica coeva, oltre che da un contratto autografo di Perugino che richiede, a titolo di pagamento per la realizzazione di una opera d’arte, prodotti agroalimentari del territorio.
Si sviluppa poi nella esposizione di tovaglie, vasellame e arredi da tavola coevi, provenienti dalle collezioni del Museo del Vino della Fondazione Lungarotti, dal Museo Nazionale del Bargello, dalla Galleria Nazionale dell’Umbria. Ricomposti in due tavolate, illustrano quali fossero i prodotti, i consumi, l’economia e il gusto della tavola povera e della tavola nobiliare all’età del Perugino.
28
febbraio 2004
Il vino, l’olio, la terra. Dal territorio alla tavola nell’età del Perugino
Dal 28 febbraio al 05 settembre 2004
Location
MUSEO DEL VINO – PALAZZO GRAZIANI BAGLIONI
Torgiano, Corso Vittorio Emanuele II, (Perugia)
Torgiano, Corso Vittorio Emanuele II, (Perugia)
Biglietti
a pagamento
Orario di apertura
lun-dom: 9-13; 15-18
Sito web
www.lungarotti.it