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Il volto d’avorio. L’eccezionale recupero di un’opera trafugata
L’esposizione, organizzata dal Palazzo delle Esposizioni e da Musica per Roma in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro, presenta per la prima volta al pubblico il volto e i frammenti di un gruppo scultoreo di straordinaria importanza, scavati abusivamente nella campagna romana, immessi nel mercato clandestino e infine recuperati dai Carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale, che da tempo ne seguivano le tracce in Italia e all’estero
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'esposizione, organizzata dal Palazzo delle Esposizioni e da Musica per Roma in collaborazione con l'Istituto Centrale per il Restauro, presenta per la prima volta al pubblico il volto e i frammenti di un gruppo scultoreo di straordinaria importanza, scavati abusivamente nella campagna romana, immessi nel mercato clandestino e infine recuperati dai Carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale, che da tempo ne seguivano le tracce in Italia e all'estero.
Si tratta di circa dieci frammenti in avorio, oltre il volto, appartenenti ad almeno due figure di grandi dimensioni, attualmente in fase di restauro e di cui ancora non è stata determinata la datazione.
Durante una conferenza stampa svoltasi lo scorso mese di marzo alla presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giuliano Urbani, il Generale Ugo Zottin aveva già illustrato il complesso percorso delle indagini.
Un ritrovamento straordinario, che ha restituito al patrimonio pubblico un reperto la cui eccezionalità non dipende solo dalla superiore qualità della fattura, ma soprattutto dalla estrema rarità di statue crisoelefantine giunte fino a noi (in avorio erano realizzate le parti visibili, la testa, gli arti, mentre il corpo veniva ricoperto di lamine d¹oro su una struttura in legno).
Ancora aperte le diverse ipotesi degli studiosi, solo un più avanzato stadio dei restauri permetterà un'indagine stilistica più precisa. Si tratta certamente di un'opera di indubbia raffinatezza tecnica, realizzata da una personalità artistica di rilievo: costruire statue a grandezza maggiore del vero e per di più in oro e in avorio, costituiva, per il mondo antico, una eccezione e un privilegio di pochi.
Nel corso della mostra verrà organizzato un convegno scientifico in cui gli studiosi esporranno le proprie opinioni, anche attraverso il confronto con opere di analoga fattura, e i tecnici dell'Istituto Centrale per il Restauro, che hanno preso in consegna i reperti dopo il ritrovamento, illustreranno i lavori in corso.
Si tratta di circa dieci frammenti in avorio, oltre il volto, appartenenti ad almeno due figure di grandi dimensioni, attualmente in fase di restauro e di cui ancora non è stata determinata la datazione.
Durante una conferenza stampa svoltasi lo scorso mese di marzo alla presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giuliano Urbani, il Generale Ugo Zottin aveva già illustrato il complesso percorso delle indagini.
Un ritrovamento straordinario, che ha restituito al patrimonio pubblico un reperto la cui eccezionalità non dipende solo dalla superiore qualità della fattura, ma soprattutto dalla estrema rarità di statue crisoelefantine giunte fino a noi (in avorio erano realizzate le parti visibili, la testa, gli arti, mentre il corpo veniva ricoperto di lamine d¹oro su una struttura in legno).
Ancora aperte le diverse ipotesi degli studiosi, solo un più avanzato stadio dei restauri permetterà un'indagine stilistica più precisa. Si tratta certamente di un'opera di indubbia raffinatezza tecnica, realizzata da una personalità artistica di rilievo: costruire statue a grandezza maggiore del vero e per di più in oro e in avorio, costituiva, per il mondo antico, una eccezione e un privilegio di pochi.
Nel corso della mostra verrà organizzato un convegno scientifico in cui gli studiosi esporranno le proprie opinioni, anche attraverso il confronto con opere di analoga fattura, e i tecnici dell'Istituto Centrale per il Restauro, che hanno preso in consegna i reperti dopo il ritrovamento, illustreranno i lavori in corso.
18
dicembre 2003
Il volto d’avorio. L’eccezionale recupero di un’opera trafugata
Dal 18 dicembre 2003 al 29 febbraio 2004
Location
AUDITORIUM – PARCO DELLA MUSICA
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Biglietti
1€
Orario di apertura
Dal lunedì al giovedì 10.00-18.00
Dal venerdì alla domenica 10.00-21.00
Durante le festività la mostra resterà chiusa il 24,il 25,il 31 dicembre e il 1 gennaio 2004
Vernissage
18 Dicembre 2003, ore 19