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IL VOLTO DEL CINEMA Ritratti di celluloide: un primo piano sui personaggi che hanno reso grande la Settima Arte
Soggettiva Gallery dedica un omaggio al ritratto cinematografico, la più recente declinazione di una forma d’arte da sempre impiegata per rappresentare l’uomo e la realtà che lo circonda.
UN approfondimento sul ruolo centrale che il ritratto gioca nel rendere un film indimenticabile.
Comunicato stampa
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IL VOLTO DEL CINEMA
Ritratti di celluloide: un primo piano su attori e attrici che hanno fatto la storia
Soggettiva Gallery dedica un omaggio al ritratto cinematografico, la più recente declinazione di una forma d’arte tra le più antiche mai impiegate dall’uomo per rappresentare sé stesso e la realtà che lo circonda. Coronando un percorso che nei secoli ha attraversato la storia dell’arte prima, della fotografia poi e infine del cinema, l’esposizione si concentra sul ritratto in quanto strumento tramite il quale i più grandi registi hanno saputo creare un legame emotivo indissolubile con il pubblico, approfittando del grande schermo per infondere ai lineamenti degli attori, catturati da una cinepresa posta a pochi centimetri dai loro volti, una potenza espressiva mai raggiunta da nessun’altra forma artistica.
Viaggiando attraverso la filmografia di alcuni registi cardine della storia del cinema americano – da Scorsese a Tarantino, dai fratelli Coen fino a Lynch –, francese – i protagonisti della Nouvelle Vague, Truffaut e Godard –, e italiana – con due maestri internazionalmente riconosciuti come Fellini, Antonioni e Scola. Infine in mostra alcune delle uscite più recenti che hanno raccolto il favore di pubblico e critica, la mostra pone l’accento sui volti che ci hanno fatto innamorare della settima arte e che ogni giorno ci fanno vivere emozioni che solo il grande cinema, che vive delle micro e macro-espressioni del viso di ogni attore e attrice, suscita dentro di noi.
Dal 9 maggio (fino al 16 giugno) Soggettiva Gallery presenta Il volto del cinema, approfondimento sul ruolo centrale che il ritratto gioca nel rendere un film indimenticabile. Tra i più antichi generi artistici, il ritratto, fin dalla pittura antica, è lo strumento a cui l’essere umano ha affidato la propria auto-rappresentazione, attribuendogli un valore di testimonianza e memoria che si contrappone all’implacabile avanzare del tempo. Nel tempo il ritratto è stato in grado di restituire la diversa percezione che l’artista e l’essere umano più in generale ha avuto di sé in base alle diverse epoche in cui ha vissuto: fino ad arrivare al XX secolo quando, con l’avvento della psicologia e della psicanalisi, il ritratto è stato visto non solo come raffigurazione oggettiva dell’aspetto esteriore di una persona, ma come vero e proprio specchio soggettivo della sua interiorità: in questo cambiamento epocale un ruolo di primo piano è giocato da nuove invenzioni quali la fotografia e soprattutto il cinema, che, guardando all’uomo attraverso una prospettiva nuova, quella dell’obiettivo della macchina fotografia e della cinepresa, ha stabilito un rapporto del tutto nuovo con il ritratto, permettendo allo spettatore di guardare fuori e dentro i volti inquadrati come mai aveva potuto fare prima.
Le filmografie attraversate dalle opere in mostra toccano alcuni dei paesi che meglio hanno saputo esprimere un immaginario sotto forma di sequenze cinematografiche, spesso grazie a inquadrature che rappresentano un soggetto in modo estremamente ravvicinato, con un primo o primissimo piano. Partendo dagli Stati Uniti, culla per eccellenza della settima arte, non mancheranno i film di un colosso del cinema come Martin Scorsese – dai classici come Taxi Driver e Toro Scatenato, i cui protagonisti interpretati da Robert De Niro sono stato reinterpretati rispettivamente dal grafico canadese Samuel Ho e dall’illustratore francese Fredlobo Lopez, fino a pellicole più recenti come L’età dell’innocenza e Killers of the Flower Moon, dove le iconiche Michelle Pfeiffer e Lily Gladstone sono riprese rispettivamente nelle opera di un’artista a tutto tondo come Stefania Gagliano e in quella del pittore e fumettista milanese Matteo Costa – così come le perturbanti pellicole di David Lynch – se da un lato il designer di Washington Jeffrey Everett dedica a tre capolavori come Eraserhead, Velluto blu e Twin Peaks tre ritratti ispirati alle performance musicali che appaiono nei tre film, dall’altro il disegnatore americano Joel Daniel Phillips omaggia lo stesso Lynch con un surreale ritratto in compagnia di una gallina – e i film del maestro del pulp Quentin Tarantino – i protagonisti di due caposaldi del suo cinema come Pulp Fiction e Kill Bill sono re-immaginati dall’art director del Colorado Aaron Lea (con i profili di Uma Thurman e John Travolta che diventano la copertina di due vinili con la colonna sonora del film) e dalla digital artist Cristina Stifanic, che ha realizzato un carismatico ritratto a mezzo busto della spietata Elle Driver. Per concludere, saranno presenti i film di due innovatori come i fratelli Coen: tra le opere in mostra quelle ispirate a un grande attore come Jeff Bridges, protagonista di due pellicole che hanno ridefinito il cinema di genere, ovvero Il grande Lebowski e Il grinta: al magico Drugo si ispira il lavoro del graphic designer parigino Malone, mentre lo stralunato sicario Reuben Cogburn viene ritratto di tre quarti dall’illustratore francese Yvan Quinet.
Facendo un salto dall’altra parte dell’Atlantico, in Europa, saranno presentati alcuni film di due scuole cinematografiche imprescindibili come quella francese e italiana. Per quanto riguarda la Francia, saranno visibili opere che si rifanno al cinema di due mostri sacri della Nouvelle Vague come François Truffaut e Jean-Luc Godard: in omaggio Truffaut saranno esposte due opere ispirate a due film senza tempo come I 400 colpi e Jules e Jim – in cui Jean-Pierre Léaud da un lato e Jeanne Moreau, Oskar Werner e Henri Serre dall’altro sono ridisegnati dal designer della Virginia Adam Juresko –, mentre a Godard sono dedicate – sempre da Juresko – due reinterpretazioni di film unici nel loro genere come Fino all’ultimo sospiro, con Jean Seberg rincorsa da Jean-Paul Belmondo, e Questa è la mia vita, con il profilo di Anna Karina che si staglia su di una calcografia riprodotta in tre poetiche sfumature. Per quanto concerne l’Italia, si potranno scoprire i film di tre autori nel vero senso della parola come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Ettore Scola. Se Fellini sarà presente con un penetrante ritratto del maestro dell’illustrazione polacca Waldemar Świerzy e con una rivisitazione de La dolce vita di Adam Juresko in cui Marcello Mastroianni e Anita Ekberg sono ripresi in un’opera dalle tinte scure e dal sapore “jazz”, Antonioni sarà rappresentato da uno dei suoi film più evocativi, Blow Up, in cui è il protagonista interpretato da David Hemmings a riprenderci con la sua macchina fotografica, mentre Scola sarà presente con Una giornata particolare, un classico senza tempo immortalato da Matteo Costa con uno struggente ritratto di Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Infine un focus sarà rivolto alle uscite cinematografiche più recenti che si sono distinte per la critica favorevole – come nel caso di Past Lives, che Matteo Costa ripensa rappresentando i due protagonisti Greta Lee e Teo Yoo che si guardano in un gioco di rimandi temporali e geografici – per il grande successo al botteghino – come è successo a Dune - Parte 2, rivisto da Kris Miklos con un ritratto di Zendaya dalle tinte color sabbia – e a Povere Creature, trionfatore alla Mostra del Cinema di Venezia e agli Oscar, di cui Matteo Costa ha realizzato un’opera che esalta la performance di Emma Stone, premiata a Hollywood con la statuetta per la Miglior attrice protagonista.
Tutte le opere esposte in mostra sono in vendita.
INFORMAZIONI AL PUBBLICO
SOGGETTIVA GALLERY
Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano
3357722437 – 3458463222
info@soggettivagallery.com
www.soggettivagallery.com
Orari di apertura:
Da martedì a venerdì, ore 10-20.30
Sabato e domenica, ore 10-13.30 e 16-19.30
Soggettiva Gallery dedica un omaggio al ritratto cinematografico, la più recente declinazione di una forma d’arte tra le più antiche mai impiegate dall’uomo per rappresentare sé stesso e la realtà che lo circonda. Coronando un percorso che nei secoli ha attraversato la storia dell’arte prima, della fotografia poi e infine del cinema, l’esposizione si concentra sul ritratto in quanto strumento tramite il quale i più grandi registi hanno saputo creare un legame emotivo indissolubile con il pubblico, approfittando del grande schermo per infondere ai lineamenti degli attori, catturati da una cinepresa posta a pochi centimetri dai loro volti, una potenza espressiva mai raggiunta da nessun’altra forma artistica.
Viaggiando attraverso la filmografia di alcuni registi cardine della storia del cinema americano – da Scorsese a Tarantino, dai fratelli Coen fino a Lynch –, francese – i protagonisti della Nouvelle Vague, Truffaut e Godard –, e italiana – con due maestri internazionalmente riconosciuti come Fellini, Antonioni e Scola. Infine in mostra alcune delle uscite più recenti che hanno raccolto il favore di pubblico e critica, la mostra pone l’accento sui volti che ci hanno fatto innamorare della settima arte e che ogni giorno ci fanno vivere emozioni che solo il grande cinema, che vive delle micro e macro-espressioni del viso di ogni attore e attrice, suscita dentro di noi.
Dal 9 maggio (fino al 16 giugno) Soggettiva Gallery presenta Il volto del cinema, approfondimento sul ruolo centrale che il ritratto gioca nel rendere un film indimenticabile. Tra i più antichi generi artistici, il ritratto, fin dalla pittura antica, è lo strumento a cui l’essere umano ha affidato la propria auto-rappresentazione, attribuendogli un valore di testimonianza e memoria che si contrappone all’implacabile avanzare del tempo. Nel tempo il ritratto è stato in grado di restituire la diversa percezione che l’artista e l’essere umano più in generale ha avuto di sé in base alle diverse epoche in cui ha vissuto: fino ad arrivare al XX secolo quando, con l’avvento della psicologia e della psicanalisi, il ritratto è stato visto non solo come raffigurazione oggettiva dell’aspetto esteriore di una persona, ma come vero e proprio specchio soggettivo della sua interiorità: in questo cambiamento epocale un ruolo di primo piano è giocato da nuove invenzioni quali la fotografia e soprattutto il cinema, che, guardando all’uomo attraverso una prospettiva nuova, quella dell’obiettivo della macchina fotografia e della cinepresa, ha stabilito un rapporto del tutto nuovo con il ritratto, permettendo allo spettatore di guardare fuori e dentro i volti inquadrati come mai aveva potuto fare prima.
Le filmografie attraversate dalle opere in mostra toccano alcuni dei paesi che meglio hanno saputo esprimere un immaginario sotto forma di sequenze cinematografiche, spesso grazie a inquadrature che rappresentano un soggetto in modo estremamente ravvicinato, con un primo o primissimo piano. Partendo dagli Stati Uniti, culla per eccellenza della settima arte, non mancheranno i film di un colosso del cinema come Martin Scorsese – dai classici come Taxi Driver e Toro Scatenato, i cui protagonisti interpretati da Robert De Niro sono stato reinterpretati rispettivamente dal grafico canadese Samuel Ho e dall’illustratore francese Fredlobo Lopez, fino a pellicole più recenti come L’età dell’innocenza e Killers of the Flower Moon, dove le iconiche Michelle Pfeiffer e Lily Gladstone sono riprese rispettivamente nelle opera di un’artista a tutto tondo come Stefania Gagliano e in quella del pittore e fumettista milanese Matteo Costa – così come le perturbanti pellicole di David Lynch – se da un lato il designer di Washington Jeffrey Everett dedica a tre capolavori come Eraserhead, Velluto blu e Twin Peaks tre ritratti ispirati alle performance musicali che appaiono nei tre film, dall’altro il disegnatore americano Joel Daniel Phillips omaggia lo stesso Lynch con un surreale ritratto in compagnia di una gallina – e i film del maestro del pulp Quentin Tarantino – i protagonisti di due caposaldi del suo cinema come Pulp Fiction e Kill Bill sono re-immaginati dall’art director del Colorado Aaron Lea (con i profili di Uma Thurman e John Travolta che diventano la copertina di due vinili con la colonna sonora del film) e dalla digital artist Cristina Stifanic, che ha realizzato un carismatico ritratto a mezzo busto della spietata Elle Driver. Per concludere, saranno presenti i film di due innovatori come i fratelli Coen: tra le opere in mostra quelle ispirate a un grande attore come Jeff Bridges, protagonista di due pellicole che hanno ridefinito il cinema di genere, ovvero Il grande Lebowski e Il grinta: al magico Drugo si ispira il lavoro del graphic designer parigino Malone, mentre lo stralunato sicario Reuben Cogburn viene ritratto di tre quarti dall’illustratore francese Yvan Quinet.
Facendo un salto dall’altra parte dell’Atlantico, in Europa, saranno presentati alcuni film di due scuole cinematografiche imprescindibili come quella francese e italiana. Per quanto riguarda la Francia, saranno visibili opere che si rifanno al cinema di due mostri sacri della Nouvelle Vague come François Truffaut e Jean-Luc Godard: in omaggio Truffaut saranno esposte due opere ispirate a due film senza tempo come I 400 colpi e Jules e Jim – in cui Jean-Pierre Léaud da un lato e Jeanne Moreau, Oskar Werner e Henri Serre dall’altro sono ridisegnati dal designer della Virginia Adam Juresko –, mentre a Godard sono dedicate – sempre da Juresko – due reinterpretazioni di film unici nel loro genere come Fino all’ultimo sospiro, con Jean Seberg rincorsa da Jean-Paul Belmondo, e Questa è la mia vita, con il profilo di Anna Karina che si staglia su di una calcografia riprodotta in tre poetiche sfumature. Per quanto concerne l’Italia, si potranno scoprire i film di tre autori nel vero senso della parola come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Ettore Scola. Se Fellini sarà presente con un penetrante ritratto del maestro dell’illustrazione polacca Waldemar Świerzy e con una rivisitazione de La dolce vita di Adam Juresko in cui Marcello Mastroianni e Anita Ekberg sono ripresi in un’opera dalle tinte scure e dal sapore “jazz”, Antonioni sarà rappresentato da uno dei suoi film più evocativi, Blow Up, in cui è il protagonista interpretato da David Hemmings a riprenderci con la sua macchina fotografica, mentre Scola sarà presente con Una giornata particolare, un classico senza tempo immortalato da Matteo Costa con uno struggente ritratto di Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Infine un focus sarà rivolto alle uscite cinematografiche più recenti che si sono distinte per la critica favorevole – come nel caso di Past Lives, che Matteo Costa ripensa rappresentando i due protagonisti Greta Lee e Teo Yoo che si guardano in un gioco di rimandi temporali e geografici – per il grande successo al botteghino – come è successo a Dune - Parte 2, rivisto da Kris Miklos con un ritratto di Zendaya dalle tinte color sabbia – e a Povere Creature, trionfatore alla Mostra del Cinema di Venezia e agli Oscar, di cui Matteo Costa ha realizzato un’opera che esalta la performance di Emma Stone, premiata a Hollywood con la statuetta per la Miglior attrice protagonista.
Tutte le opere esposte in mostra sono in vendita.
INFORMAZIONI AL PUBBLICO
SOGGETTIVA GALLERY
Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano
3357722437 – 3458463222
info@soggettivagallery.com
www.soggettivagallery.com
Orari di apertura:
Da martedì a venerdì, ore 10-20.30
Sabato e domenica, ore 10-13.30 e 16-19.30
09
maggio 2024
IL VOLTO DEL CINEMA Ritratti di celluloide: un primo piano sui personaggi che hanno reso grande la Settima Arte
Dal 09 maggio al 16 giugno 2024
arte contemporanea
cinema
altro
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Location
Soggettiva Gallery
Milano, Via Pasquale Sottocorno, 5a, (MI)
Milano, Via Pasquale Sottocorno, 5a, (MI)
Orario di apertura
orari: mar-ven 10-20.30 - sab-dom 10.30-13.30 / 16-19.30
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