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Il vuoto e le forme 6. Una sera incontrai un ragazzo gentile
La mostra esplora l’animo femminile e dice, a più voci, il sorprendente viaggio dell’innamoramento.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
IL VUOTO E LE FORME giunge quest’anno alla sua 6. Edizione. La Biennale d’Arti Visive di Chiavenna, fondata da Anna Caterina Bellati nel 2008, nel 2018 si chiama Una sera incontrai un ragazzo gentile.
Il titolo è mutuato dal verso di una nota canzone degli anni Settanta, Amore disperato, scritta e interpretata da Nada. La frase originale suona così: Una sera incontrò un ragazzo gentile (…).
Il testo in effetti racconta la conoscenza tra due ragazzi in un locale notturno. Fra loro si scatena una passione fortissima che per un po’ resta in bilico tra perdita e speranza, finché l’attesa non viene premiata con il ritorno dell’amato.
Tornando al titolo della mostra, il cambio di persona nell’uso del verbo mette al centro un sentimento che riguarda, dall’adolescenza in poi, qualunque donna. Si parla di una fanciulla alle prese con la propria storia d’amore, quella che l’ha fatta tremare e sorridere e crescere, forse soffrire. La giovane in questione non è un individuo particolare, ma un topos, rappresenta ogni donna e il suo percorso sentimentale.
IL VUOTO E LE FORME questa volta esplora l’animo femminile e dice, a più voci, il sorprendente viaggio dell’innamoramento. Tuttavia, poiché questa esperienza non è praticabile a tutto tondo se non all’interno di una coppia, l’indagine non si ferma ai soli risvolti del cuore muliebre, ma si specchia e addentra anche nella risposta dell’altro. Con tutti i possibili coinvolgimenti del caso. Poiché la mostra è dedicata, in filigrana, a una persona da poco scomparsa, si limita a vagliare il tema dal punto di vista eterosessuale, senza analizzare altre vocazioni d’amore.
L’arte da sempre racconta le passioni umane, in particolare quella amorosa. Dai quadri rinascimentali a quelli moderni, il rapporto tra due individui si è evoluto nel tempo e per conseguenza è cambiata la sua rappresentazione. Acerbo o carnale e adulto, mitologico o nutrito di realtà, l’amore è da secoli fonte di ispirazione per gli artisti di ogni tempo e luogo.
La mostra narra dunque ogni possibile sfaccettatura del tema, arricchendolo in tutte le forme espressive possibili. Ogni autore presente interpreta, utilizzando le tecniche che gli sono abituali, il microcosmo della diade uomo/donna immerso nel macrocosmo che chiamiamo mondo. Chi scrive ritiene che l’evento si presti a essere letto e fruito da persone di qualunque formazione culturale, provenienza sociale o età.
Del resto, Più bella cosa non c’è.
Il titolo è mutuato dal verso di una nota canzone degli anni Settanta, Amore disperato, scritta e interpretata da Nada. La frase originale suona così: Una sera incontrò un ragazzo gentile (…).
Il testo in effetti racconta la conoscenza tra due ragazzi in un locale notturno. Fra loro si scatena una passione fortissima che per un po’ resta in bilico tra perdita e speranza, finché l’attesa non viene premiata con il ritorno dell’amato.
Tornando al titolo della mostra, il cambio di persona nell’uso del verbo mette al centro un sentimento che riguarda, dall’adolescenza in poi, qualunque donna. Si parla di una fanciulla alle prese con la propria storia d’amore, quella che l’ha fatta tremare e sorridere e crescere, forse soffrire. La giovane in questione non è un individuo particolare, ma un topos, rappresenta ogni donna e il suo percorso sentimentale.
IL VUOTO E LE FORME questa volta esplora l’animo femminile e dice, a più voci, il sorprendente viaggio dell’innamoramento. Tuttavia, poiché questa esperienza non è praticabile a tutto tondo se non all’interno di una coppia, l’indagine non si ferma ai soli risvolti del cuore muliebre, ma si specchia e addentra anche nella risposta dell’altro. Con tutti i possibili coinvolgimenti del caso. Poiché la mostra è dedicata, in filigrana, a una persona da poco scomparsa, si limita a vagliare il tema dal punto di vista eterosessuale, senza analizzare altre vocazioni d’amore.
L’arte da sempre racconta le passioni umane, in particolare quella amorosa. Dai quadri rinascimentali a quelli moderni, il rapporto tra due individui si è evoluto nel tempo e per conseguenza è cambiata la sua rappresentazione. Acerbo o carnale e adulto, mitologico o nutrito di realtà, l’amore è da secoli fonte di ispirazione per gli artisti di ogni tempo e luogo.
La mostra narra dunque ogni possibile sfaccettatura del tema, arricchendolo in tutte le forme espressive possibili. Ogni autore presente interpreta, utilizzando le tecniche che gli sono abituali, il microcosmo della diade uomo/donna immerso nel macrocosmo che chiamiamo mondo. Chi scrive ritiene che l’evento si presti a essere letto e fruito da persone di qualunque formazione culturale, provenienza sociale o età.
Del resto, Più bella cosa non c’è.
21
luglio 2018
Il vuoto e le forme 6. Una sera incontrai un ragazzo gentile
Dal 21 luglio al 07 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Chiavenna
Chiavenna, - , (Sondrio)
Chiavenna, - , (Sondrio)
Orario di apertura
Martedì, Mercoledì, Venerdì: 15.30>19.00
Giovedì, Sabato e Domenica: 10.00>12.00 e 15.30>19.00
Lunedì: chiusura
Visite guidate su richiesta (cell. 333 2468331)
Vernissage
21 Luglio 2018, h 11
Autore
Curatore