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Ilaria Pisciottani
L’artista ci racconta tutto il suo vissuto nel suo primo libro fotografico LE IMMAGINI SOSPESE e nella sua omonima mostra personale di fotografia , a cura di Valeria Cirone, promossa dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni e New Format Art e sponsorizzata dalla cantina Casale del Giglio.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Quaranta anni di fotografie, di viaggi, di pensieri complessi e visioni “sospese” che lottano contro ogni forma di corruzione e rinnegano qualunque tipo di compromesso, promuovendo la salvaguardia dei valori umani, della semplicità di spirito e della qualità della vita.
L’artista ci racconta tutto il suo vissuto nella sua mostra personale di fotografia LE IMMAGINI SOSPESE, a cura di Valeria Cirone, promossa dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni e New Format Art e sponsorizzata dalla cantina Casale del Giglio.
La mostra è inserita nel programma della Roma Art Week e si terrà presso Palazzo Velli Expo a Roma Trastevere ed è visitabile dal 25 al 29 Ottobre 2023.
Il critico Piero Zanetov, nella sua critica alle opere fotografiche di Ilaria Pisciottani
ha definito "sospese" le immagini che lei ama ritrarre. Immagini percepibili attraverso i sensi, che non vogliono cambiare la realtà ma migliorarla.
Tra il mondo della realtà densa e quello dell'astrazione ideale c'è il regno delle immagini sospese.
Renè Magritte, in un suo scritto del 1929, sosteneva che le immagini, più delle parole, “possono evocare visioni perdute nel pensiero, transitare nelle memorie, suscitare sogni, accogliere e condurre”.
Perché chi “costruisce” una visione dà modo all’osservatore di entrare quasi immediatamente tra le pieghe della propria identità. Anche IlaPis si muove nelle trame di questo scambio emozionale traducendo la realtà in immagini attraverso la sua fotocamera, una vera e propria “macchina poetica”. Grazie a tecniche sofisticate, tra applicazioni digitali e sperimentazione ibrida, l’occhio racconta il suo mondo: e lì incontriamo cieli specchiati tra nuvole dense, la spiaggia invernale di Anzio con le sue falesie alte e argillose, clessidre poggiate tra conchiglie e risacche, impronte sulla sabbia, vestali sacre, misteriosi angeli custodi o ballerine che danzano in equilibrio sulle rocce della costa. Ma anche piccoli paesi silenziosi insieme a inquiete presenze femminili ferme su antichi gradini come fantasmi sfuocati all’interno di chiostri, selve e boschi nascosti. Poi veniamo condotti in città trasparenti all’ombra di un iconico Colosseo, sotto lucenti grattacieli newyorkesi fino a una Londra soffocata, appena colorata di giallo e sfumature rosse, come i suoi bus.
Sono, tutte queste, immagini simili a palloncini colorati in procinto di volare liberi in alto, lasciati in una specie di flottage, cioè in uno stato di sospensione galleggiante nello spazio.
Noi dobbiamo soltanto afferrarli e farli nostri.
Ma ciò può accadere solo dopo l’ascolto della memoria che sopravvive: le sue figurazioni nascono infatti nei luoghi più cari vissuti da bambina, tra il promontorio di Anzio e le grotte grigie nascoste sulle scogliere, all’ombra dei Volsci, di Caligola e dell’oscuro Nerone.
E’ come se dalla sua poetica visiva, fatta di complesse posture, angolazioni e coloriture, emergesse
continuamente l’innato senso di un tempo antico e sacrale, interrato tra le rovine di quegli edifici
abbandonati: un mondo e un tempo immenso da ripercorrere quasi “per necessità”.
IlaPis ha lavorato fondamentalmente su due grandi temi: l’Essere e il Divenire.
L’Essere che appare e scompare (nello spazio visibile e in quello invisibile della memoria) e il Divenire, rappresentato dall’acqua, dal cielo e dalle nuvole che transitano: leit-motiv simbolici e incessanti. Nell’acqua evanescente, sempre pensata in bianco e nero, giocano bambini, si bagnano donne fluttuanti, sfuocate e molto “mosse”, spesso avvolte in sudari bianchi e trasparenti.
I cieli (anche questi sono i “i cieli di Anzio”) diventano poi quasi illimitati e assoluti tra toni di grigio scuro ed esplosioni di luce e colore sfuso. Infine le nuvole, agitate da un vento intenso, sono come personaggi in scena che percorrono con lentezza quei tratti di spazio in cui il suo occhio si incanta. Acqua, cieli e nuvole: tutti momenti del Divenire. Così l’Essere e il Divenire si interrogano entrambi nella memoria. Ed è in quella memoria che si sospende ogni cosa, ogni effetto e ogni risultato. Si tratta cioè di “immagini sospese”, ricordi trasmigrati che appaiono come favole antiche e personali; ma anche di ricordi guidati, forse, da esistenze precedenti che in qualche modo appartengono a tutti noi.
Ricordi, pathos, memorie e pensieri affondati in una natura distesa tra essere e divenire, tra spazio e
tempo (quel tempo mitico vissuto da bambina). Anche noi abbiamo trascorso almeno una volta quei
momenti “sospesi”, ma chissà quando, come e dove.
Infine, nell’ultima raccolta intitolata Manent, la sua mente rielabora i ricordi, gli oggetti e le sensazioni più intime sciogliendole in una solitaria “recherche” proustiana; e qui scopre improvvisamente le orme di chi, amato, non è più accanto a lei. In questa dimensione speciale tutto si ritrova e permane in una strana quiete: ad esempio la semplice immagine della spazzola della nonna, fotografata come un oggetto prezioso per il cuore, diviene un intenso ritorno emotivo.
La sua attenta memoria interiore osserva così questi frammenti di realtà che, come listelli di un mosaico, sembrano, a prima vista, confusi e differenti l’uno dall’altro. Ma non è così: quei racconti, che si snodano in tante narrazioni visive, sono solo apparentemente slegati.
Tutti insieme, infatti, si assemblano condensandosi in un’unica idea: l’arte, il modo più interiore di vedere e percepire il mondo, non si fa per rappresentare realtà o cose semplicemente apparenti, ma solo per presentare delle emozioni e dei pensieri che si ricompongono dentro chi guarda, con lucida perfezione poetica.
Le misteriose immagini sospese di Ilaria sembrano a questo punto confermare una frase di Jean Baudrillard: “dal punto di vista del senso, il mondo è molto deludente; ma, osservato con intimità nel particolare, è sempre di un’evidenza sorprendente, magica e perfetta”.
LE IMMAGINI SOSPESE e’ ora anche un libro fotografico, appena pubblicato da EtaBeta-PS, interamente ideato e realizzato da L’ArteCheMiPiace
ll libro riversa con disinvoltura, dal digitale alla carta, tutto l’immaginario dell’artista e rappresenta in modo incisivo il suo intero itinerario artistico.
La presentazione ufficiale del libro è attesa per il 28 Ottobre alle ore 17, evento che coinciderà con la mostra personale dell'artista.
Nel volume trovano posto una serie di fattori e variabili che hanno influenzato il suo percorso e quindi prodotto considerevoli “visioni” che vanno decisamente al di là della semplice analisi degli scatti.
“Le Immagini Sospese” è un’avventura in cui la linea di demarcazione tra tecnica di riproduzione e poetica visiva, risulta per definizione affascinante, rivelando man mano un alfabeto quasi fisico del reale… Un lavoro considerevole che riporta la fotografia alla sua presenza fisica in una sfida all’impermanenza della vita.
Attraverso quest'opera l'artista si immerge ancor più audacemente nell'espansione dei limiti della propria creatività, sfidando con determinazione l'essenza del visibile e ci conduce con abilità verso una dimensione esperienziale che non soltanto abbonda di significato, ma addirittura trapassa il confine del tangibile. Mediante un'integrazione sinergica tra immagini in bianco e nero; testi critici ed illuminanti di Pino Pelloni; Anna Caterina Alimenti Rietti; Claudia Achilli; Franca Panella; Antonio Bartalotta; Samir Al Qaryouti e i versi haiku di Felice Vinci e Piero Zanetov, l'artista confeziona un'opera d'arte stratificata che rivela progressivamente livelli sempre più profondi, svelando significati e concetti sempre più intricati.
Tale sinergia, sfida il semplice atto dell’osservazione, trasmutandolo in un'esperienza di contemplazione profonda e personale, trasportando così il lettore in un mondo di interpretazione evocativa, enfatizzato dalla bellezza congiunta delle parole e delle immagini.
Ogni immagine, in questo contesto, è dotata di una sua anima, di un'intensità che va ben oltre la superficie della carta stampata. Attraverso l’abile combinazione di luce, composizione e soggetti, l'artista crea un dialogo emozionale tangibile che si instaura tra l'opera e lo spettatore.
È in questo contesto che il libro assume la preziosa veste di ponte tra il mondo visibile e il regno dei sentimenti.
MOSTRA PERSONALE DI FOTOGRAFIA E PRESENTAZIONE DEL LIBRO
“LE IMMAGINI SOSPESE”
(INGRESSO LIBERO)
DOVE
Palazzo Velli Expo
Piazza Sant’Egidio , Roma Trastevere
QUANDO
Dal 25 al 29 ottobre 2023
ORARI MOSTRA
24-27 Ottobre 2023
Ore 15:00-19:00
28 e 29 Ottobre 2023
Ore 10:30-13:00
Ore 14:00-20:00
VERNISSAGE E PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Sabato 28 Ottobre alle 17:00
-Madrina della serata Mariella Sapienza
-Intrattenimento musicale della Rayn jazz duo (Rino Grimaldi sax e Fulvio Epifani piano)
-Degustazione di vini della Cantina Casale del Giglio
L’artista ci racconta tutto il suo vissuto nella sua mostra personale di fotografia LE IMMAGINI SOSPESE, a cura di Valeria Cirone, promossa dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni e New Format Art e sponsorizzata dalla cantina Casale del Giglio.
La mostra è inserita nel programma della Roma Art Week e si terrà presso Palazzo Velli Expo a Roma Trastevere ed è visitabile dal 25 al 29 Ottobre 2023.
Il critico Piero Zanetov, nella sua critica alle opere fotografiche di Ilaria Pisciottani
ha definito "sospese" le immagini che lei ama ritrarre. Immagini percepibili attraverso i sensi, che non vogliono cambiare la realtà ma migliorarla.
Tra il mondo della realtà densa e quello dell'astrazione ideale c'è il regno delle immagini sospese.
Renè Magritte, in un suo scritto del 1929, sosteneva che le immagini, più delle parole, “possono evocare visioni perdute nel pensiero, transitare nelle memorie, suscitare sogni, accogliere e condurre”.
Perché chi “costruisce” una visione dà modo all’osservatore di entrare quasi immediatamente tra le pieghe della propria identità. Anche IlaPis si muove nelle trame di questo scambio emozionale traducendo la realtà in immagini attraverso la sua fotocamera, una vera e propria “macchina poetica”. Grazie a tecniche sofisticate, tra applicazioni digitali e sperimentazione ibrida, l’occhio racconta il suo mondo: e lì incontriamo cieli specchiati tra nuvole dense, la spiaggia invernale di Anzio con le sue falesie alte e argillose, clessidre poggiate tra conchiglie e risacche, impronte sulla sabbia, vestali sacre, misteriosi angeli custodi o ballerine che danzano in equilibrio sulle rocce della costa. Ma anche piccoli paesi silenziosi insieme a inquiete presenze femminili ferme su antichi gradini come fantasmi sfuocati all’interno di chiostri, selve e boschi nascosti. Poi veniamo condotti in città trasparenti all’ombra di un iconico Colosseo, sotto lucenti grattacieli newyorkesi fino a una Londra soffocata, appena colorata di giallo e sfumature rosse, come i suoi bus.
Sono, tutte queste, immagini simili a palloncini colorati in procinto di volare liberi in alto, lasciati in una specie di flottage, cioè in uno stato di sospensione galleggiante nello spazio.
Noi dobbiamo soltanto afferrarli e farli nostri.
Ma ciò può accadere solo dopo l’ascolto della memoria che sopravvive: le sue figurazioni nascono infatti nei luoghi più cari vissuti da bambina, tra il promontorio di Anzio e le grotte grigie nascoste sulle scogliere, all’ombra dei Volsci, di Caligola e dell’oscuro Nerone.
E’ come se dalla sua poetica visiva, fatta di complesse posture, angolazioni e coloriture, emergesse
continuamente l’innato senso di un tempo antico e sacrale, interrato tra le rovine di quegli edifici
abbandonati: un mondo e un tempo immenso da ripercorrere quasi “per necessità”.
IlaPis ha lavorato fondamentalmente su due grandi temi: l’Essere e il Divenire.
L’Essere che appare e scompare (nello spazio visibile e in quello invisibile della memoria) e il Divenire, rappresentato dall’acqua, dal cielo e dalle nuvole che transitano: leit-motiv simbolici e incessanti. Nell’acqua evanescente, sempre pensata in bianco e nero, giocano bambini, si bagnano donne fluttuanti, sfuocate e molto “mosse”, spesso avvolte in sudari bianchi e trasparenti.
I cieli (anche questi sono i “i cieli di Anzio”) diventano poi quasi illimitati e assoluti tra toni di grigio scuro ed esplosioni di luce e colore sfuso. Infine le nuvole, agitate da un vento intenso, sono come personaggi in scena che percorrono con lentezza quei tratti di spazio in cui il suo occhio si incanta. Acqua, cieli e nuvole: tutti momenti del Divenire. Così l’Essere e il Divenire si interrogano entrambi nella memoria. Ed è in quella memoria che si sospende ogni cosa, ogni effetto e ogni risultato. Si tratta cioè di “immagini sospese”, ricordi trasmigrati che appaiono come favole antiche e personali; ma anche di ricordi guidati, forse, da esistenze precedenti che in qualche modo appartengono a tutti noi.
Ricordi, pathos, memorie e pensieri affondati in una natura distesa tra essere e divenire, tra spazio e
tempo (quel tempo mitico vissuto da bambina). Anche noi abbiamo trascorso almeno una volta quei
momenti “sospesi”, ma chissà quando, come e dove.
Infine, nell’ultima raccolta intitolata Manent, la sua mente rielabora i ricordi, gli oggetti e le sensazioni più intime sciogliendole in una solitaria “recherche” proustiana; e qui scopre improvvisamente le orme di chi, amato, non è più accanto a lei. In questa dimensione speciale tutto si ritrova e permane in una strana quiete: ad esempio la semplice immagine della spazzola della nonna, fotografata come un oggetto prezioso per il cuore, diviene un intenso ritorno emotivo.
La sua attenta memoria interiore osserva così questi frammenti di realtà che, come listelli di un mosaico, sembrano, a prima vista, confusi e differenti l’uno dall’altro. Ma non è così: quei racconti, che si snodano in tante narrazioni visive, sono solo apparentemente slegati.
Tutti insieme, infatti, si assemblano condensandosi in un’unica idea: l’arte, il modo più interiore di vedere e percepire il mondo, non si fa per rappresentare realtà o cose semplicemente apparenti, ma solo per presentare delle emozioni e dei pensieri che si ricompongono dentro chi guarda, con lucida perfezione poetica.
Le misteriose immagini sospese di Ilaria sembrano a questo punto confermare una frase di Jean Baudrillard: “dal punto di vista del senso, il mondo è molto deludente; ma, osservato con intimità nel particolare, è sempre di un’evidenza sorprendente, magica e perfetta”.
LE IMMAGINI SOSPESE e’ ora anche un libro fotografico, appena pubblicato da EtaBeta-PS, interamente ideato e realizzato da L’ArteCheMiPiace
ll libro riversa con disinvoltura, dal digitale alla carta, tutto l’immaginario dell’artista e rappresenta in modo incisivo il suo intero itinerario artistico.
La presentazione ufficiale del libro è attesa per il 28 Ottobre alle ore 17, evento che coinciderà con la mostra personale dell'artista.
Nel volume trovano posto una serie di fattori e variabili che hanno influenzato il suo percorso e quindi prodotto considerevoli “visioni” che vanno decisamente al di là della semplice analisi degli scatti.
“Le Immagini Sospese” è un’avventura in cui la linea di demarcazione tra tecnica di riproduzione e poetica visiva, risulta per definizione affascinante, rivelando man mano un alfabeto quasi fisico del reale… Un lavoro considerevole che riporta la fotografia alla sua presenza fisica in una sfida all’impermanenza della vita.
Attraverso quest'opera l'artista si immerge ancor più audacemente nell'espansione dei limiti della propria creatività, sfidando con determinazione l'essenza del visibile e ci conduce con abilità verso una dimensione esperienziale che non soltanto abbonda di significato, ma addirittura trapassa il confine del tangibile. Mediante un'integrazione sinergica tra immagini in bianco e nero; testi critici ed illuminanti di Pino Pelloni; Anna Caterina Alimenti Rietti; Claudia Achilli; Franca Panella; Antonio Bartalotta; Samir Al Qaryouti e i versi haiku di Felice Vinci e Piero Zanetov, l'artista confeziona un'opera d'arte stratificata che rivela progressivamente livelli sempre più profondi, svelando significati e concetti sempre più intricati.
Tale sinergia, sfida il semplice atto dell’osservazione, trasmutandolo in un'esperienza di contemplazione profonda e personale, trasportando così il lettore in un mondo di interpretazione evocativa, enfatizzato dalla bellezza congiunta delle parole e delle immagini.
Ogni immagine, in questo contesto, è dotata di una sua anima, di un'intensità che va ben oltre la superficie della carta stampata. Attraverso l’abile combinazione di luce, composizione e soggetti, l'artista crea un dialogo emozionale tangibile che si instaura tra l'opera e lo spettatore.
È in questo contesto che il libro assume la preziosa veste di ponte tra il mondo visibile e il regno dei sentimenti.
MOSTRA PERSONALE DI FOTOGRAFIA E PRESENTAZIONE DEL LIBRO
“LE IMMAGINI SOSPESE”
(INGRESSO LIBERO)
DOVE
Palazzo Velli Expo
Piazza Sant’Egidio , Roma Trastevere
QUANDO
Dal 25 al 29 ottobre 2023
ORARI MOSTRA
24-27 Ottobre 2023
Ore 15:00-19:00
28 e 29 Ottobre 2023
Ore 10:30-13:00
Ore 14:00-20:00
VERNISSAGE E PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Sabato 28 Ottobre alle 17:00
-Madrina della serata Mariella Sapienza
-Intrattenimento musicale della Rayn jazz duo (Rino Grimaldi sax e Fulvio Epifani piano)
-Degustazione di vini della Cantina Casale del Giglio
25
ottobre 2023
Ilaria Pisciottani
Dal 25 al 29 ottobre 2023
arte contemporanea
Location
Palazzo Velli Expo
Roma, Piazza di San Egidio, 10, (RM)
Roma, Piazza di San Egidio, 10, (RM)
Orario di apertura
24-27 Ottobre 2023
Ore 15:00-19:00
28 e 29 Ottobre 2023
Ore 10:30-13:00
Ore 14:00-20:00
Vernissage
28 Ottobre 2023, VERNISSAGE E PRESENTAZIONE DEL LIBRO Ore 17:00
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