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Ilario Fioravanti – Estasi Immobile
Il ritratto e le donne, il circo e gli animali, il mito e le scene bibliche: una grande retrospettiva con 140 sculture e 60 disegni, un percorso nella ricerca plastica dello scultore architetto Ilario Fioravanti nel periodo dagli anni Quaranta al primo decennio del XXI secolo.
Comunicato stampa
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Dal 12 luglio al 1° novembre Rimini diventerà il teatro di una grande mostra retrospettiva su uno dei maestri della scultura italiana del secondo Novecento. La mostra che viene allestita a Castel Sismondo e al Museo della città, a cura di Maurizio Cecchetti e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini, presenta circa 140 sculture, tutte in terracotta, e una sessantina di disegni che definiscono la ricerca plastica di Ilario Fioravanti dagli anni Quaranta del Novecento al primo decennio del XXI secolo. Il circo, le donne, gli animali, il mito, le scene bibliche, i ritratti: sono i principali temi sviluppati dalla scultura di Fioravanti in oltre 60 anni di ricerca creativa.
Fioravanti (Cesena 1922-Savignano 2012) aveva cominciato nel solco delle ricerche plastiche di fine Ottocento e primi decenni del Novecento, raccogliendo la lezione di maestri come Medardo Rosso e Degas, e recependo le ricerche di scultori italiani come Arturo Martini, Marino Marini, Giacomo Manzù, Luigi Broggini, assimilando nel proprio linguaggio anche l’eredità della scultura classica. Dopo un lungo periodo di riflessione su se stesso negli anni Sessanta Fioravanti sviluppò un nuovo tipo di ricerca che ebbe come riferimento ideale prima Giacometti e poi Picasso.
Negli anni Ottanta, sentendo che questo cammino si stava esaurendo, e avvertendo l’urgenza di una cifra espressiva più autonoma, Fioravanti ha introdotto nella scultura in terracotta la tecnica dei vasi sovrapposti che lo segnala per la sua unicità nella storia della scultura novecentesca. Partendo da vasi già torniti dai ceramisti faentini seguendo alcune sue indicazioni di forma e di misura, lo scultore interveniva con aggiunte di creta a modellato, colorando le sue opere con la tecnica dell’ingobbio. Una tecnica antica e moderna al tempo stesso, che fonde insieme architettura, scultura e pittura. Con questa tecnica sono nate opere come il grande Compianto esposto nel 1990 a Milano, per volontà del critico Giovanni Testori, assieme alle opere più significative prodotte fino ad allora dall’artista. La mostra di Milano riscosse grande successo attirando l’attenzione di critici e uomini della cultura come Vittorio Sgarbi, Antonio Paolucci, Andrea Emiliani, Tonino Guerra, Dario Fo e Raffaele De Grada. Fu l’inizio di un percorso che lo ha portato a esporre in numerose città italiane ed europee.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo pubblicato dalle edizioni Medusa, che intende fare il punto su quanto emerso finora dai documenti e dalle ricognizione critiche sull’opera dell’artista, che fu, oltre che scultore, anche architetto, formidabile disegnatore, pittore, affrescatore.
Il grande Compianto che Fioravanti eseguì nel 1985 verrà esposto, in questa occasione, al Museo della Città di Rimini nella sala che accoglie la Pietà di Giovanni Bellini, formando un suggestivo pendant fra antico e moderno.
“Castel Sismondo – ha detto in apertura di presentazione il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini Massimo Pasquinelli – è una delle piazze culturali della città. C’è un immaginario ispirato dalla sontuosità della rocca che trasmette idea di un luogo chiuso, invece Castel Sismondo anche quest’anno ha un palinsesto di eventi, oltre 60, che viene proposto alla città e che vede protagonisti soggetti culturali del territorio. Ogni anno è più ricco e partecipato. Questa preziosa mostra si aggiunge e vi sono particolarmente affezionato avendo conosciuto in vita Ilario Fioravanti nel suo atelier, un artista generoso e talentuoso, che in questa mostra antologica è possibile ora conoscere a fondo”.
“E’ una mostra importante – ha ribadito l’Assessore alla Cultura del Comune di Rimini, Massimo Pulini – che ha visto l’Amministrazione e la Fondazione condividerne il progetto sin dall’inizio. Ilario Fioravanti si meritava una mostra del genere, la più vasta e articolata a lui dedicata. Qui ritroviamo i pensieri di un artista che per decenni ha lavorato in vari ambiti. Scultura e disegno in particolare trasmettono la sua tenerezza di pensiero e di spirito. E’ inimmaginabile pensare a Fioravanti come ad uno scultore con martello e scalpello, le sue forme avanzano tramite un contatto corporeo. E’ un artista più sentimentale che cerebrale e si distingue per la sua vena evocativa e sognata. La mostra trasmette questa generosità che gli era riconosciuta, la sua voglia di trasmettere pensieri. Vista la completezza, ognuno potrà ritrovare una propria affinità”.
“E’ vero – ha detto la vedova Adele Fioravanti – era impensabile vederlo all’opera col martello. “Si faranno male” diceva con una battuta. In realtà aveva bisogno di trasferire immediatamente allopera le sue emozioni, non era pensabile trascorrere del tempo prima che fossero visibili su quanto stava creando. Da qui l’uso della creta, che adorava lavorare. Lo ricordo al lavoro fino agli ultimi giorni, sempre con grande apertura a chi noon condivideva il suo pensiero, affermando sempre: “C’è posto per tutti”. La mostra è grande e completa, ci sono opere che nemmeno io avevo mai visto”.
“27 anni fa mi dedicai per la prima volta all’allestimento di una mostra – ha concluso il curatore Maurizio Cecchetti – ed era dedicata proprio ad Ilario Fioravanti, che in quel caso mi condusse per mano. Ecco, questa mostra di Rimini è figlia anche di quegli insegnamenti. Non era dogmatico e non ho voluto esserlo, preferendo nel progetto espositivo individuare tre poli di contenuto e poi intorno aggiungere opere come a formare una costellazione e creare gli spazi espositivi. Ilario Fioravanti ha uno stile forte e riconoscibile, nella sua arte c’è la staticità della scultura e il movimento interiore ben percepito. E’ una forma in movimento, da qui il titolo della mostra”.
Orari della mostra
Castel Sismondo: da martedì a sabato h. 15.00-18.30. Lunedì chiuso
Museo della Città: da martedì a sabato h. 8.30-13 e 17.00-19.00; domenica e festivi h. 10.00-12.30 e 15.00-19.00; luglio e agosto: da martedì a sabato h. 14.00-23.00; martedì e giovedì 10.00-12.30 e 14.00-23.00; domenica e festivi 17.00-23.00, domenica e festivi 17.00-23.00. Lunedì chiuso.
Ingresso libero.
Fioravanti (Cesena 1922-Savignano 2012) aveva cominciato nel solco delle ricerche plastiche di fine Ottocento e primi decenni del Novecento, raccogliendo la lezione di maestri come Medardo Rosso e Degas, e recependo le ricerche di scultori italiani come Arturo Martini, Marino Marini, Giacomo Manzù, Luigi Broggini, assimilando nel proprio linguaggio anche l’eredità della scultura classica. Dopo un lungo periodo di riflessione su se stesso negli anni Sessanta Fioravanti sviluppò un nuovo tipo di ricerca che ebbe come riferimento ideale prima Giacometti e poi Picasso.
Negli anni Ottanta, sentendo che questo cammino si stava esaurendo, e avvertendo l’urgenza di una cifra espressiva più autonoma, Fioravanti ha introdotto nella scultura in terracotta la tecnica dei vasi sovrapposti che lo segnala per la sua unicità nella storia della scultura novecentesca. Partendo da vasi già torniti dai ceramisti faentini seguendo alcune sue indicazioni di forma e di misura, lo scultore interveniva con aggiunte di creta a modellato, colorando le sue opere con la tecnica dell’ingobbio. Una tecnica antica e moderna al tempo stesso, che fonde insieme architettura, scultura e pittura. Con questa tecnica sono nate opere come il grande Compianto esposto nel 1990 a Milano, per volontà del critico Giovanni Testori, assieme alle opere più significative prodotte fino ad allora dall’artista. La mostra di Milano riscosse grande successo attirando l’attenzione di critici e uomini della cultura come Vittorio Sgarbi, Antonio Paolucci, Andrea Emiliani, Tonino Guerra, Dario Fo e Raffaele De Grada. Fu l’inizio di un percorso che lo ha portato a esporre in numerose città italiane ed europee.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo pubblicato dalle edizioni Medusa, che intende fare il punto su quanto emerso finora dai documenti e dalle ricognizione critiche sull’opera dell’artista, che fu, oltre che scultore, anche architetto, formidabile disegnatore, pittore, affrescatore.
Il grande Compianto che Fioravanti eseguì nel 1985 verrà esposto, in questa occasione, al Museo della Città di Rimini nella sala che accoglie la Pietà di Giovanni Bellini, formando un suggestivo pendant fra antico e moderno.
“Castel Sismondo – ha detto in apertura di presentazione il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini Massimo Pasquinelli – è una delle piazze culturali della città. C’è un immaginario ispirato dalla sontuosità della rocca che trasmette idea di un luogo chiuso, invece Castel Sismondo anche quest’anno ha un palinsesto di eventi, oltre 60, che viene proposto alla città e che vede protagonisti soggetti culturali del territorio. Ogni anno è più ricco e partecipato. Questa preziosa mostra si aggiunge e vi sono particolarmente affezionato avendo conosciuto in vita Ilario Fioravanti nel suo atelier, un artista generoso e talentuoso, che in questa mostra antologica è possibile ora conoscere a fondo”.
“E’ una mostra importante – ha ribadito l’Assessore alla Cultura del Comune di Rimini, Massimo Pulini – che ha visto l’Amministrazione e la Fondazione condividerne il progetto sin dall’inizio. Ilario Fioravanti si meritava una mostra del genere, la più vasta e articolata a lui dedicata. Qui ritroviamo i pensieri di un artista che per decenni ha lavorato in vari ambiti. Scultura e disegno in particolare trasmettono la sua tenerezza di pensiero e di spirito. E’ inimmaginabile pensare a Fioravanti come ad uno scultore con martello e scalpello, le sue forme avanzano tramite un contatto corporeo. E’ un artista più sentimentale che cerebrale e si distingue per la sua vena evocativa e sognata. La mostra trasmette questa generosità che gli era riconosciuta, la sua voglia di trasmettere pensieri. Vista la completezza, ognuno potrà ritrovare una propria affinità”.
“E’ vero – ha detto la vedova Adele Fioravanti – era impensabile vederlo all’opera col martello. “Si faranno male” diceva con una battuta. In realtà aveva bisogno di trasferire immediatamente allopera le sue emozioni, non era pensabile trascorrere del tempo prima che fossero visibili su quanto stava creando. Da qui l’uso della creta, che adorava lavorare. Lo ricordo al lavoro fino agli ultimi giorni, sempre con grande apertura a chi noon condivideva il suo pensiero, affermando sempre: “C’è posto per tutti”. La mostra è grande e completa, ci sono opere che nemmeno io avevo mai visto”.
“27 anni fa mi dedicai per la prima volta all’allestimento di una mostra – ha concluso il curatore Maurizio Cecchetti – ed era dedicata proprio ad Ilario Fioravanti, che in quel caso mi condusse per mano. Ecco, questa mostra di Rimini è figlia anche di quegli insegnamenti. Non era dogmatico e non ho voluto esserlo, preferendo nel progetto espositivo individuare tre poli di contenuto e poi intorno aggiungere opere come a formare una costellazione e creare gli spazi espositivi. Ilario Fioravanti ha uno stile forte e riconoscibile, nella sua arte c’è la staticità della scultura e il movimento interiore ben percepito. E’ una forma in movimento, da qui il titolo della mostra”.
Orari della mostra
Castel Sismondo: da martedì a sabato h. 15.00-18.30. Lunedì chiuso
Museo della Città: da martedì a sabato h. 8.30-13 e 17.00-19.00; domenica e festivi h. 10.00-12.30 e 15.00-19.00; luglio e agosto: da martedì a sabato h. 14.00-23.00; martedì e giovedì 10.00-12.30 e 14.00-23.00; domenica e festivi 17.00-23.00, domenica e festivi 17.00-23.00. Lunedì chiuso.
Ingresso libero.
12
luglio 2015
Ilario Fioravanti – Estasi Immobile
Dal 12 luglio al primo novembre 2015
arte contemporanea
Location
CASTEL SISMONDO
Rimini, Piazza Malatesta, (Rimini)
Rimini, Piazza Malatesta, (Rimini)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15-18,30;
domenica e festivi 9-12/15-18,30. Lunedì chiuso
Autore
Curatore