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Ilario Fioravanti – Il Compianto sul Cristo
Sculture in terracotta policroma
Comunicato stampa
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La realizzazione del Compianto sul Cristo aveva rappresentato – come attesta Fioravanti – il momento più alto della sua umanità e della sua ricerca dell’Assoluto. Il gruppo in terracotta fu realizzato nel 1985, cinquecento anni dopo quello di Guido Mazzoni per Santa Maria della Rosa a Ferrara, ora nella chiesa del Gesù, l’opera che sconcertò lo scultore all’età di undici anni, e che contribuì alla scelta di dedicare la propria vita all’arte. Nello stesso anno terminarono i restauri del Compianto (del 1463) di Niccolò dell’Arca per Santa Maria della Vita a Bologna, presentato nella Pinacoteca della città, un’altra opera con cui lo scultore si confrontò. Annota Fioravanti nel 1986, ricordando il periodo dell’elaborazione e della messa in esecuzione: «Avrei voluto un’opera suggestiva come le antiche ma nuova, di forme semplici, senza eccessivo gesticolare o parti molto dolorose e realistiche. […] Quando si è chiarito in me tutto l’insieme, ho determinato di eseguire il Compianto sul Cristo, servendomi di parti fatte al tornio di fattura cilindrica o sferica elementare […]. Rendendomi conto della necessità, quasi avida, dell’uomo attuale di esplorare nuove espressioni che siano moderne e che affondino nell’antico, è sorto il rapporto fra queste forme di fattura diversa dalla normale scultura, con parti sintetiche e tornite, parti modellate e parti ad elementi reali da pop art, talora in dissidio tra loro».
Lo scultore, dopo aver vissuto alcune amarezze legate all’opera, decise di chiuderla in casse e la depositò in una cantina di un antico palazzo di Cesena per otto anni, fino a quando gli fu chiesta per una mostra personale alla Fondazione Tito Balestra di Longiano, nel 1996; da allora, il Compianto, è esposto presso il Museo di Arte Sacra del luogo.
(I curatori)
Ilario Fioravanti è nato a Cesena il 25 settembre del 1922.
Fin da giovanissimo, prima con il disegno poi attraverso l’incisione e la scultura, si avvicina alle arti figurative. Nel 1949 si laurea in architettura a Firenze.
La professione di architetto, che svolge vincendo concorsi e realizzando edifici pubblici, di culto e privati, pur allontanandolo per circa quindici anni da un rapporto continuativo con l’attività artistica, non lo distacca tuttavia da una necessità “organica” di testimoniare ogni sua emozione ed esperienza attraverso il disegno.
Negli anni Sessanta ritorna alla scultura realizzando una serie di ritratti in cui rivela un chiaro interesse a ricercare e a indagare “l’uomo”, in una dimensione che, via via maturando, non si esaurisce in una analisi introspettiva o psicologica, ma esplode in una compartecipazione vitale che supera la storicizzazione dell’evento o dell’azione umana.
Negli anni Settanta - Ottanta Fioravanti si appassiona alle espressioni artistiche arcaiche, le approfondisce e sembra far propria quella necessità di espressione che pare avere concepito come un linguaggio visuale che, in lui, diviene anche una sorta di “scrittura” interpretativa. Guarda con molto interesse l’arte egizia, le terrecotte della civiltà mesoamericana, le sculture nuragiche, l’arte etrusca e inoltre quella africana, nella quale, sostiene di ritrovare l’uomo, non il gigante.
Ha esposto a Cesena (1988), a Milano (1990), a Longiano (1996), a Bondeno e a Pennabilli (1997), a Massa Lombarda (1999). Nel 2000 espone a Ca’ Cornera, a Borgo Maggiore Repubblica di San Marino e riceve l’incarico, dall’Amministrazione Comunale di Cesena, di realizzare due bronzi per l’ingresso principale del cimitero urbano, opere che terminerà nel 2002.
Vittorio Sgarbi cura le mostre personali presentate a Spoleto e a Potenza. A Longiano, in occasione dell’ottantesimo compleanno dello scultore, s’inaugura la mostra Ilario Fioravanti ottanta incisioni donate alla Fondazione Tito Balestra, a cura di Flaminio e Massimo Balestra. Nel 2003 partecipa con alle mostre La ricerca dell’identità. Da Tiziano a De Chirico (Cagliari); La ricerca dell’identità. Da Antonello a de Chirico, (Palermo). Nel 2003 espone presso il Palazzo Ducale di Pesaro e quest’anno 4 è presente con le opere Testa del Battista, Amleto, e la Fatalona alla mostra Giovanni Testori presso il Palazzo Reale di Milano.
(M.B.)
Lo scultore, dopo aver vissuto alcune amarezze legate all’opera, decise di chiuderla in casse e la depositò in una cantina di un antico palazzo di Cesena per otto anni, fino a quando gli fu chiesta per una mostra personale alla Fondazione Tito Balestra di Longiano, nel 1996; da allora, il Compianto, è esposto presso il Museo di Arte Sacra del luogo.
(I curatori)
Ilario Fioravanti è nato a Cesena il 25 settembre del 1922.
Fin da giovanissimo, prima con il disegno poi attraverso l’incisione e la scultura, si avvicina alle arti figurative. Nel 1949 si laurea in architettura a Firenze.
La professione di architetto, che svolge vincendo concorsi e realizzando edifici pubblici, di culto e privati, pur allontanandolo per circa quindici anni da un rapporto continuativo con l’attività artistica, non lo distacca tuttavia da una necessità “organica” di testimoniare ogni sua emozione ed esperienza attraverso il disegno.
Negli anni Sessanta ritorna alla scultura realizzando una serie di ritratti in cui rivela un chiaro interesse a ricercare e a indagare “l’uomo”, in una dimensione che, via via maturando, non si esaurisce in una analisi introspettiva o psicologica, ma esplode in una compartecipazione vitale che supera la storicizzazione dell’evento o dell’azione umana.
Negli anni Settanta - Ottanta Fioravanti si appassiona alle espressioni artistiche arcaiche, le approfondisce e sembra far propria quella necessità di espressione che pare avere concepito come un linguaggio visuale che, in lui, diviene anche una sorta di “scrittura” interpretativa. Guarda con molto interesse l’arte egizia, le terrecotte della civiltà mesoamericana, le sculture nuragiche, l’arte etrusca e inoltre quella africana, nella quale, sostiene di ritrovare l’uomo, non il gigante.
Ha esposto a Cesena (1988), a Milano (1990), a Longiano (1996), a Bondeno e a Pennabilli (1997), a Massa Lombarda (1999). Nel 2000 espone a Ca’ Cornera, a Borgo Maggiore Repubblica di San Marino e riceve l’incarico, dall’Amministrazione Comunale di Cesena, di realizzare due bronzi per l’ingresso principale del cimitero urbano, opere che terminerà nel 2002.
Vittorio Sgarbi cura le mostre personali presentate a Spoleto e a Potenza. A Longiano, in occasione dell’ottantesimo compleanno dello scultore, s’inaugura la mostra Ilario Fioravanti ottanta incisioni donate alla Fondazione Tito Balestra, a cura di Flaminio e Massimo Balestra. Nel 2003 partecipa con alle mostre La ricerca dell’identità. Da Tiziano a De Chirico (Cagliari); La ricerca dell’identità. Da Antonello a de Chirico, (Palermo). Nel 2003 espone presso il Palazzo Ducale di Pesaro e quest’anno 4 è presente con le opere Testa del Battista, Amleto, e la Fatalona alla mostra Giovanni Testori presso il Palazzo Reale di Milano.
(M.B.)
12
marzo 2005
Ilario Fioravanti – Il Compianto sul Cristo
Dal 12 marzo al 17 aprile 2005
arte contemporanea
Location
MUSEO DI ARTE SACRA – ORATORIO BAROCCO DI SAN GIUSEPPE NUOVO
Longiano, Borgo Fausto, (Forlì-cesena)
Longiano, Borgo Fausto, (Forlì-cesena)
Autore
Curatore