Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ilario Mutti – Infinite varie inusitate posture. Sculture e disegni
Le infinite, varie e inusitate posture dei suoi soggetti, che attirano, stupiscono, interrogano e suscitano concordi consensi, secondo la nostra lettura sono metafora dell’umanità, che nelle singole e irripetibili sue manifestazioni, sia somatiche che emotive, sempre richiama l’uomo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Arianna Sartori di Mantova, nella sede di via Ippolito Nievo 10, dall’ 8 al 28 febbraio 2019, presenta la mostra “Infinite varie inusitate posture” sculture e disegni dello scultore bresciano Ilario Mutti.
La mostra, che beneficia dei patrocini di Comune di Mantova, Comune di Rezzato, Comune di Calvisano, si inaugurerà Venerdì 8 febbraio alle ore 17 alla presenza dell’artista.
La personale gode della collaborazione di “Banca Popolare di Sondrio”, di “IBO Industria Bresciana Ossigeno s.r.l. gas tecnici compressi liquefatti” e di “Impresa edile artigiana Apostoli Simone”.
La Galleria sarà aperta al pubblico dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso festivi.
Ilario Mutti
“Ilario Mutti, persona generosa e sempre disponibile, quando agisce artisticamente trasferisce nelle sue opere la sua indole, che tutto e tutti rispetta nella loro unicità ed espressività.
Le infinite, varie e inusitate posture dei suoi soggetti, che attirano, stupiscono, interrogano e suscitano concordi consensi per la perizia tecnica e la vis creativa, secondo la nostra lettura sono metafora dell’umanità, che nelle singole e irripetibili sue manifestazioni, sia somatiche che emotive, sempre richiama l’uomo.
Pertanto, se i cavalli di Ilario Mutti, comunque si propongano, rimandano sempre al concetto di cavallo, così ogni uomo (simbolizzato nel cavallo), comunque lo si localizzi nel tempo e nello spazio, e comunque si esprima, sempre è da ricondurre al concetto astratto di uomo, al di là del messaggio particolare che ogni singola opera fissa e trasmette.
Inoltre, se il cavallo/uomo di Ilario Mutti dice della fatica del vivere, delle difficoltà dei rapporti sociali, della tensione costante per tendere alla realizzazione responsabile di sé, la figura femminile - altro soggetto privilegiato - è l’alter ego che completa l’uomo, equilibra le sue ansie, lo conforta, gli dà amore, e accoglie nel grembo il suo seme fecondatore, che genera la vita.
Ci piace protrarre la nostra lettura - che vuole l’Artista ideale propugnatore di un mondo armonioso, che si conquista con caparbietà - riconoscendo nei due soggetti da lui privilegiati (cavallo/uomo e donna) caratteristiche, che s’incontrano e convivono in ogni essere umano, fatte salve le prerogative del genere e l’unicità di ciascuno.
Quando l’espressione artistica di Ilario Mutti supera gli spazi predisposti per le esposizioni, si aprono le piazze: qui, sparsi per tanta parte della terra bresciana, troneggiano i suoi monumenti, che contagiano generosità o suggeriscono una preghiera in ossequio alla nostra tradizione religiosa.
Avanza un discorso di fratellanza e collaborazione tra gli uomini o di aderenza alla nostra cultura, che ci aggrega e si consolida quando l’artista indugia sulle mani, classico simbolo di partecipazione affettiva e di intervento concreto.
In sintesi, la produzione di Ilario Mutti, che è di grande spessore - e che non fa riferimenti a nessuno, perché l’artista non è allineato a correnti - è il risultato di doti naturali, educate con studi classici e confermate con continue e costanti sperimentazioni, e sorrette da profondo pathos individuale.
Si esprime in scultura con opere in marmo di Carrara o fuse in bronzo, secondo procedimenti a cera persa, e con terrecotte trattate secondo tecnica semire, presentate grezze o patinate; si esprime altresì nella grafica, e sempre con comunicazioni che raccontano lo sforzo di superare il disorientamento della Contemporaneità, per tendere a costruire valori personali e acquisire sicurezze con cui progredire e crescere in umanità. Infatti, l’artista Ilario Mutti, convinto che il bello può migliorare il mondo, ce lo offre, e non solo per goderne esteticamente, ma anche per riflettere e ambire ad armonia interiore da diffondere”.
Prof.ssa Marta Mai, 2018
Pensiero e forma
“Da Calvisano a Rezzato in un ideale, breve, segmento da sud a nord si traccia il percorso di vita di Ilario Mutti, fermandosi a Brescia negli anni di studio al Foppa. Una Brescianità, quindi, sostanziata da quel sempre citato, e non ancora sufficientemente compreso, mondo contadino: emblema di solidità e scrigno di valori. Scampolo di terra che regala al giovane Ilario maestri d’importanza quali Cottini e Zuppelli. Se questa è la geografia anagrafica, ben più ampio è il respiro d’arte di questo affermato scultore che, di quando in quando, indugia pure nella grafica ma non per farne bozzetti, bensì per sperimentare altra forma d’espressione. Credo che il mondo e la sua vita, somma delle vite di ciascuno, procedano per armonizzazione, ricomposizione degli opposti ed anche rincontro con Mutti e la sua arte lo confermino. Lui bonario, perfino fisicamente incline alla mitezza, colloquiale e le sue sculture invece prorompenti, forti, caratterialmente tanto decise da fuggire indulgenze di leziosità. Di sé dice: -Tuffo le mani nella terra, mi scotto le dita con la cera…-, perché modella la cera prima della fusione in bronzo ed impasta creta per il cotto. Cera e terra per la plasticità, bronzo per il sempre, l’eternità sarebbe troppo. È meticoloso e quando la cera, prima della colata bronzea non è perfetta, ripete ed aggiusta, perché i suoi pezzi devono essere unici: cavalli e donne, o meglio “il CAVALLO” e “la DONNA” perché l’intento riuscito è di giungere all’essenza.
Dell'ANIMALE Mutti celebra, come in un totem emblematico, la libertà, la fierezza, i] movimento l’eleganza. I muscoli, possenti ma levigati, si manifestano come forze propulsive al balzo e t'aspetti davvero il miracolo della vitalità, grazie alla spinta degli arti posteriori, alla sicurezza di quelli anteriori… su alzati, via verso il cielo!
Criniere come acconciature, code come intrecci, anatomie classicheggianti fanno di queste opere una coesione tra entità mitologiche, eroiche e verità; coniugazione di tradizione e modernità.
Della DONNA Mutti è ammirato contemplatore. La rappresenta nella sua nudità, sempre con pudore e rispetto: la volgarità non appartiene né a lui né alla femminilità di cui vuol parlarci, tanto che la compostezza regna sovrana e restituisce alla sensualità il suo senso primigenio di strada per l'amore. Perfino l'amplesso è risolto nell'abbraccio ed i corpi si allacciano in una danza di comprensione intima, di compenetrazione prima d'anima e poi di materia.
Volti intensi e decisi, corpi eleganti che. ancora una volta; sembrano destinati al volteggio ed al volo perché Mutti vuole sculture in movimento, esseri vivi e non staticamente inanimati.
C'è memoria in ciò che il nostro artista scolpisce, memoria dei grandi maestri, memoria delle personali esperienze.
Non è questione di ricordo. Questo sarebbe solo ripetere nostalgicamente.
La memoria, invece, è processo di rielaborazione culturale, di assimilazione personale fino a giungere a quella sua calligrafia stilistica, unica dote in grado di garantire il sapore dell'arte.
Da qui si generano le figure di DONNACAVALLO. Non di metà donna e metà cavallo. Già visto nella fantasia dei miti. Mutti dilata la massa dell'una e dell'altro perché diventino un unicum a sé, il sogno all'impossibile.
L’artista fin lì sa spingersi e portarci per mano nell'incredibile, affinché divenga creduto”.
Agostino Garda
La mostra, che beneficia dei patrocini di Comune di Mantova, Comune di Rezzato, Comune di Calvisano, si inaugurerà Venerdì 8 febbraio alle ore 17 alla presenza dell’artista.
La personale gode della collaborazione di “Banca Popolare di Sondrio”, di “IBO Industria Bresciana Ossigeno s.r.l. gas tecnici compressi liquefatti” e di “Impresa edile artigiana Apostoli Simone”.
La Galleria sarà aperta al pubblico dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso festivi.
Ilario Mutti
“Ilario Mutti, persona generosa e sempre disponibile, quando agisce artisticamente trasferisce nelle sue opere la sua indole, che tutto e tutti rispetta nella loro unicità ed espressività.
Le infinite, varie e inusitate posture dei suoi soggetti, che attirano, stupiscono, interrogano e suscitano concordi consensi per la perizia tecnica e la vis creativa, secondo la nostra lettura sono metafora dell’umanità, che nelle singole e irripetibili sue manifestazioni, sia somatiche che emotive, sempre richiama l’uomo.
Pertanto, se i cavalli di Ilario Mutti, comunque si propongano, rimandano sempre al concetto di cavallo, così ogni uomo (simbolizzato nel cavallo), comunque lo si localizzi nel tempo e nello spazio, e comunque si esprima, sempre è da ricondurre al concetto astratto di uomo, al di là del messaggio particolare che ogni singola opera fissa e trasmette.
Inoltre, se il cavallo/uomo di Ilario Mutti dice della fatica del vivere, delle difficoltà dei rapporti sociali, della tensione costante per tendere alla realizzazione responsabile di sé, la figura femminile - altro soggetto privilegiato - è l’alter ego che completa l’uomo, equilibra le sue ansie, lo conforta, gli dà amore, e accoglie nel grembo il suo seme fecondatore, che genera la vita.
Ci piace protrarre la nostra lettura - che vuole l’Artista ideale propugnatore di un mondo armonioso, che si conquista con caparbietà - riconoscendo nei due soggetti da lui privilegiati (cavallo/uomo e donna) caratteristiche, che s’incontrano e convivono in ogni essere umano, fatte salve le prerogative del genere e l’unicità di ciascuno.
Quando l’espressione artistica di Ilario Mutti supera gli spazi predisposti per le esposizioni, si aprono le piazze: qui, sparsi per tanta parte della terra bresciana, troneggiano i suoi monumenti, che contagiano generosità o suggeriscono una preghiera in ossequio alla nostra tradizione religiosa.
Avanza un discorso di fratellanza e collaborazione tra gli uomini o di aderenza alla nostra cultura, che ci aggrega e si consolida quando l’artista indugia sulle mani, classico simbolo di partecipazione affettiva e di intervento concreto.
In sintesi, la produzione di Ilario Mutti, che è di grande spessore - e che non fa riferimenti a nessuno, perché l’artista non è allineato a correnti - è il risultato di doti naturali, educate con studi classici e confermate con continue e costanti sperimentazioni, e sorrette da profondo pathos individuale.
Si esprime in scultura con opere in marmo di Carrara o fuse in bronzo, secondo procedimenti a cera persa, e con terrecotte trattate secondo tecnica semire, presentate grezze o patinate; si esprime altresì nella grafica, e sempre con comunicazioni che raccontano lo sforzo di superare il disorientamento della Contemporaneità, per tendere a costruire valori personali e acquisire sicurezze con cui progredire e crescere in umanità. Infatti, l’artista Ilario Mutti, convinto che il bello può migliorare il mondo, ce lo offre, e non solo per goderne esteticamente, ma anche per riflettere e ambire ad armonia interiore da diffondere”.
Prof.ssa Marta Mai, 2018
Pensiero e forma
“Da Calvisano a Rezzato in un ideale, breve, segmento da sud a nord si traccia il percorso di vita di Ilario Mutti, fermandosi a Brescia negli anni di studio al Foppa. Una Brescianità, quindi, sostanziata da quel sempre citato, e non ancora sufficientemente compreso, mondo contadino: emblema di solidità e scrigno di valori. Scampolo di terra che regala al giovane Ilario maestri d’importanza quali Cottini e Zuppelli. Se questa è la geografia anagrafica, ben più ampio è il respiro d’arte di questo affermato scultore che, di quando in quando, indugia pure nella grafica ma non per farne bozzetti, bensì per sperimentare altra forma d’espressione. Credo che il mondo e la sua vita, somma delle vite di ciascuno, procedano per armonizzazione, ricomposizione degli opposti ed anche rincontro con Mutti e la sua arte lo confermino. Lui bonario, perfino fisicamente incline alla mitezza, colloquiale e le sue sculture invece prorompenti, forti, caratterialmente tanto decise da fuggire indulgenze di leziosità. Di sé dice: -Tuffo le mani nella terra, mi scotto le dita con la cera…-, perché modella la cera prima della fusione in bronzo ed impasta creta per il cotto. Cera e terra per la plasticità, bronzo per il sempre, l’eternità sarebbe troppo. È meticoloso e quando la cera, prima della colata bronzea non è perfetta, ripete ed aggiusta, perché i suoi pezzi devono essere unici: cavalli e donne, o meglio “il CAVALLO” e “la DONNA” perché l’intento riuscito è di giungere all’essenza.
Dell'ANIMALE Mutti celebra, come in un totem emblematico, la libertà, la fierezza, i] movimento l’eleganza. I muscoli, possenti ma levigati, si manifestano come forze propulsive al balzo e t'aspetti davvero il miracolo della vitalità, grazie alla spinta degli arti posteriori, alla sicurezza di quelli anteriori… su alzati, via verso il cielo!
Criniere come acconciature, code come intrecci, anatomie classicheggianti fanno di queste opere una coesione tra entità mitologiche, eroiche e verità; coniugazione di tradizione e modernità.
Della DONNA Mutti è ammirato contemplatore. La rappresenta nella sua nudità, sempre con pudore e rispetto: la volgarità non appartiene né a lui né alla femminilità di cui vuol parlarci, tanto che la compostezza regna sovrana e restituisce alla sensualità il suo senso primigenio di strada per l'amore. Perfino l'amplesso è risolto nell'abbraccio ed i corpi si allacciano in una danza di comprensione intima, di compenetrazione prima d'anima e poi di materia.
Volti intensi e decisi, corpi eleganti che. ancora una volta; sembrano destinati al volteggio ed al volo perché Mutti vuole sculture in movimento, esseri vivi e non staticamente inanimati.
C'è memoria in ciò che il nostro artista scolpisce, memoria dei grandi maestri, memoria delle personali esperienze.
Non è questione di ricordo. Questo sarebbe solo ripetere nostalgicamente.
La memoria, invece, è processo di rielaborazione culturale, di assimilazione personale fino a giungere a quella sua calligrafia stilistica, unica dote in grado di garantire il sapore dell'arte.
Da qui si generano le figure di DONNACAVALLO. Non di metà donna e metà cavallo. Già visto nella fantasia dei miti. Mutti dilata la massa dell'una e dell'altro perché diventino un unicum a sé, il sogno all'impossibile.
L’artista fin lì sa spingersi e portarci per mano nell'incredibile, affinché divenga creduto”.
Agostino Garda
08
febbraio 2019
Ilario Mutti – Infinite varie inusitate posture. Sculture e disegni
Dall'otto al 28 febbraio 2019
arte contemporanea
Location
ARIANNA SARTORI ARTE & OBJECT DESIGN
Mantova, Via Ippolito Nievo, 10, (Mantova)
Mantova, Via Ippolito Nievo, 10, (Mantova)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso festivi
Vernissage
8 Febbraio 2019, ore 17.00
Autore
Curatore