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Ilir Zefi – Jazz painting
Il titolo Jazz painting, scelto per la mostra dal suo curatore Marco Di Capua, è un’indicazione per comprendere l’ispirazione dell’artista, dall’action painting al Jazz painting, le opere esposte e la vita artistica di Zefi.
Comunicato stampa
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La Galleria Russo inaugura a Milano in via dell’Orso (zona Brera) regalando alla città un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea. Nella nuova sede la Galleria proporrà, principalmente, arte contemporanea concentrandosi, come da tradizione della storica galleria sul nuovo linguaggio pittorico.
Per la Galleria Russo, in realtà si tratta di un ritorno su Milano. Già nei primi anni venti, infatti, il bisnonno di Fabrizio Russo, apriva in San Babila la galleria antiquaria Dedalo attiva per moltissimi anni.
Ospite per l’apertura giovedì 12 novembre, “ Jazz painting “ una personale del pittore albanese Ilir Zefi con circa trenta opere di grandi e medie dimensioni, realizzati dal 2000 ad oggi.
Il titolo Jazz painting, scelto per la mostra dal suo curatore Marco Di Capua, è un’indicazione per comprendere l’ispirazione dell’artista, dall’action painting al Jazz painting, le opere esposte e la vita artistica di Zefi. E come fa notare Marco Di Capua “L’azione di un pittore astratto targato 2000 è stilisticamente romantica come l’assolo struggente di Charlie Parker in Lover Man o meditativa come John Coltrane in My Favorite Things. Autori jazz amatissimi da Zefi che inietta la sua passione per questa musica nelle arterie della pittura, per poi ascoltarne il ritmo, le pulsazioni accelerate. Jazz painting consolida quella sorta di sussultante unità organica che c’è tra il corpo in azione del pittore e lo spazio e il tempo”.
Nel 92, quando arriva in Italia dall’Albania, Zefi non è un disperato in fuga dalla povertà, né un perseguitato politico, ma un pittore incagliato nei limiti imposti alla sua ricerca dall’ambiente in cui si era formato. Iscritto all’Accademia di Belle Arti di Tirana nell’epoca dominata da direttive estetiche che imponevano una figurazione di tipo socialista, quindi i
drastici cambiamenti negli stati del blocco sovietico dalla caduta del Muro di Berlino gli avevano fatto vedere la possibilità di sottrarsi ad un clima culturale in cui aveva sempre sofferto. Arrivando in Italia, il giovane pittore ha la possibilità di conoscere la produzione degli artisti durante il ‘900 ma, fino al ’96, Zefi dipinge soggetti della sua formazione figurativa: nature morte, nudi e paesaggi, interpretati però con una pittura di carattere sempre più liberamente espressionista verso la svolta dell’astrazione.
Inizia in seguito una nuova fase della carriera di Ilir Zefi, quella che ha suscitato l’interesse dei collezionisti italiani e dei curatori della XIV Quadriennale di Roma nel 2005, insieme ai primi segnali di apertura del mercato americano. Nel 2008 Zefi sceglie di vivere a New York, dove questo modo di dipingere ha storicamente avuto inizio, e siccome è un “animale” sensibile agli umori degli ambienti con cui entra in contatto, i suoi lavori registrano subito il cambiamento rinnovando i colori e acquistando luminosità.
A New York, grazie anche al confronto con i maestri che ama, De Kooning in primis, la pittura di Zefi si sviluppa liberando la parte più istintiva e segreta del suo vissuto, senza alcun pregiudizio, con una pittura viscerale senza incertezze e distante da certe forme di arte contemporanea freddamente concettuali.
Ancora una citazione del curatore “Un albanese a New York è anche l’eterno europeo errante che periodicamente si reincarna per glorificare la natura inquieta dello sradicato e rendere assoluti i sortilegi del linguaggio. L’arte è la propria tana mobile e totalizzante, il rifugio dove custodire ogni cosa, innestata sulla frattura che si produce tra identità e assimilazione.”
La curiosità per un’impattante emozione culturale sarà sicuramente uno dei motivi che spingeranno gli appassionati a visitare la mostra proposta da Fabrizio Russo.
Catalogo Edizioni Galleria Russo con testo critico di Marco Di Capua
Per la Galleria Russo, in realtà si tratta di un ritorno su Milano. Già nei primi anni venti, infatti, il bisnonno di Fabrizio Russo, apriva in San Babila la galleria antiquaria Dedalo attiva per moltissimi anni.
Ospite per l’apertura giovedì 12 novembre, “ Jazz painting “ una personale del pittore albanese Ilir Zefi con circa trenta opere di grandi e medie dimensioni, realizzati dal 2000 ad oggi.
Il titolo Jazz painting, scelto per la mostra dal suo curatore Marco Di Capua, è un’indicazione per comprendere l’ispirazione dell’artista, dall’action painting al Jazz painting, le opere esposte e la vita artistica di Zefi. E come fa notare Marco Di Capua “L’azione di un pittore astratto targato 2000 è stilisticamente romantica come l’assolo struggente di Charlie Parker in Lover Man o meditativa come John Coltrane in My Favorite Things. Autori jazz amatissimi da Zefi che inietta la sua passione per questa musica nelle arterie della pittura, per poi ascoltarne il ritmo, le pulsazioni accelerate. Jazz painting consolida quella sorta di sussultante unità organica che c’è tra il corpo in azione del pittore e lo spazio e il tempo”.
Nel 92, quando arriva in Italia dall’Albania, Zefi non è un disperato in fuga dalla povertà, né un perseguitato politico, ma un pittore incagliato nei limiti imposti alla sua ricerca dall’ambiente in cui si era formato. Iscritto all’Accademia di Belle Arti di Tirana nell’epoca dominata da direttive estetiche che imponevano una figurazione di tipo socialista, quindi i
drastici cambiamenti negli stati del blocco sovietico dalla caduta del Muro di Berlino gli avevano fatto vedere la possibilità di sottrarsi ad un clima culturale in cui aveva sempre sofferto. Arrivando in Italia, il giovane pittore ha la possibilità di conoscere la produzione degli artisti durante il ‘900 ma, fino al ’96, Zefi dipinge soggetti della sua formazione figurativa: nature morte, nudi e paesaggi, interpretati però con una pittura di carattere sempre più liberamente espressionista verso la svolta dell’astrazione.
Inizia in seguito una nuova fase della carriera di Ilir Zefi, quella che ha suscitato l’interesse dei collezionisti italiani e dei curatori della XIV Quadriennale di Roma nel 2005, insieme ai primi segnali di apertura del mercato americano. Nel 2008 Zefi sceglie di vivere a New York, dove questo modo di dipingere ha storicamente avuto inizio, e siccome è un “animale” sensibile agli umori degli ambienti con cui entra in contatto, i suoi lavori registrano subito il cambiamento rinnovando i colori e acquistando luminosità.
A New York, grazie anche al confronto con i maestri che ama, De Kooning in primis, la pittura di Zefi si sviluppa liberando la parte più istintiva e segreta del suo vissuto, senza alcun pregiudizio, con una pittura viscerale senza incertezze e distante da certe forme di arte contemporanea freddamente concettuali.
Ancora una citazione del curatore “Un albanese a New York è anche l’eterno europeo errante che periodicamente si reincarna per glorificare la natura inquieta dello sradicato e rendere assoluti i sortilegi del linguaggio. L’arte è la propria tana mobile e totalizzante, il rifugio dove custodire ogni cosa, innestata sulla frattura che si produce tra identità e assimilazione.”
La curiosità per un’impattante emozione culturale sarà sicuramente uno dei motivi che spingeranno gli appassionati a visitare la mostra proposta da Fabrizio Russo.
Catalogo Edizioni Galleria Russo con testo critico di Marco Di Capua
12
novembre 2009
Ilir Zefi – Jazz painting
Dal 12 novembre al 10 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA ASSO DI QUADRI
Milano, Via Dell'orso, 12, (Milano)
Milano, Via Dell'orso, 12, (Milano)
Vernissage
12 Novembre 2009, ore 18
Autore
Curatore