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I’m a Painter. I’m still a Painter and I will die a Painter
Mostra collettiva di una nuova generazione di pittori emergenti.
Comunicato stampa
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Marzia Frozen è lieta di annunciare la mostra collettiva di una nuova generazione di pittori emergenti: l’esposizione avrà luogo presso la Torre Ennagonale di Santo Stefano al Mare, e sarà caratterizzata da un’ampia selezione dei più recenti lavori di tali artisti.
In questi primi anni del XXI secolo la pittura sperimenta la propria rinascita grazie all’ingresso e all’applicazione delle moderne tecnologie, attraverso le quali ha potuto riacquistare la dovuta importanza anche come arte soprattutto visiva: oggi, agli inizi del 2009, la pittura continua tuttavia a nutrirsi del passato e a prendere spunto dai movimenti artistici precedenti, quali l’Espressionismo Astratto, la POP ART e la Transavanguardia. Gli influssi principali giungono soprattutto dalla prima di tali correnti pittoriche, appartenente al filone dell’astrattismo, e successivamente dall’Arte Informale e dalle tendenze materiche posteriori alla Seconda Guerra Mondiale.
Nato nel 1940 negli Stati Uniti, l’Espressionismo Astratto si è diffuso rapidamente in tutto il mondo, tanto da essere considerato il primo vero movimento artistico di origine americana derivato dall’astrattismo e il punto di partenza per tutte le successive tendenze che, in materia di arti visive, si sono sviluppate negli USA dopo il 1945.
Altro importante punto di partenza è poi quello della POP ART, originatasi verso la metà degli anni Cinquanta del XX secolo nel Regno Unito e quasi contemporaneamente, sul versante opposto dell’Atlantico, negli Stati Uniti. La POP ART ha sfidato la tradizione e il ventennale dominio dell’arte astratta introducendo l’uso delle immagini della cultura popolare proposto dai mass media all’interno dell’arte ufficiale, ma senza più isolare il singolo oggetto dal proprio contesto: in questo modo viene definitivamente eliminata ogni separazione tra arte e vita.
Un nuovo concetto di arte che sconvolge non tanto in sé, quanto piuttosto in relazione agli atteggiamenti e alle conseguenze in esso insite: la POP ART si caratterizza infatti per l’utilizzo delle medesime tecniche di presentazione delle immagini e dei soggetti propri di quella “cultura popolare” (da qui il nome) diffusa dai media e dal mercato tramite gli annunci pubblicitari, i fumetti, gli articoli di design. Essa viene comunemente interpretata come una reazione ai concetti dell’Espressionismo Astratto allora dominanti: al pari della musica POP, nasce allo scopo di diffondere i modelli popolari e le ‘icone’ dell’epoca (Marilyn Monroe è forse l’esempio ancora oggi più conosciuto) in opposizione all’idea contemporanea - riservata per lo più ad un pubblico d’élite - di fruizione dell’arte, cercando quindi di metterne in risalto anche la funzione (spesso con ampie concessioni all’ironia), contro quel gusto allora così diffuso del kitsch che finiva spesso per banalizzare l’oggetto artistico. Tuttavia, anche a causa del fatto che i concetti che ne stanno alla base sono di difficile comprensione, la maggior parte delle installazioni e delle opere attribuite a questa corrente sono state talvolta incomprese o considerate prive di significato.
La POP ART e il Minimalismo si possono comunque annoverare fra i precursori più recenti dell’arte moderna e pertanto anche del movimento postmoderno, benché generalmente si tenda invece a studiarli come i primi in ordine di tempo.
Ultima ma non meno importante fonte di ispirazione per gli artisti in mostra è rappresentata infine dalla Transavanguardia, corrente pittorica italiana dell’epoca postmoderna, definita per la prima volta dal critico Achille Bonito Oliva.
Nata nel 1979, essa si sviluppa in forma compiuta nel corso dei primi anni Ottanta in opposizione alla precedente Arte Povera: la Transavanguardia teorizza il ritorno alla felicità e al colore nella pittura dopo il monopolio dell’arte concettuale e ha fra i suoi principali seguaci un gruppo di cinque artisti, costituito da Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Nicola De Maria e Mimmo Paladino. Le loro opere si caratterizzano per un eclettismo soggettivo, che rimanda al linguaggio pittorico dell’arte classica: essi ricorrono infatti a personaggi ed eroi della mitologia greca e romana (quali il Minotauro, i Ciclopi), rappresentandoli con estrema espressività cromatica. Altra loro ideologia identificativa è poi lo spirito nomade, che concede all’artista assoluta libertà di spaziare con la propria arte fra tutte le epoche e gli stili del passato, prendendo deliberatamente e dichiaratamente spunto da altri autori: le installazioni e le opere realizzate contengono pertanto numerosi riferimenti iconografici, con un certo gusto per il frammento e la citazione.
Gli influssi principali provengono tanto dal Manierismo, quanto dal Rinascimento e dal Barocco; pur rifiutando infatti le avanguardie loro contemporanee, questi artisti si rifanno invece ampiamente alle più importanti avanguardie storiche: il risultato è una miscela anche casuale di soggetti e stili, attraverso la quale l’artista dà risalto al proprio individualismo, al contrario delle tendenze del periodo che invece evitano categoricamente di influenzare con l’arte la società o di determinarne in qualche modo la trasformazione.
Oggi, la pittura continua il proprio percorso storico reinventando se stessa parallelamente all’evoluzione dell’essere umano: a dimostrazione di tale tendenza, la mostra qui presentata espone i lavori di un gruppo di artisti che hanno deciso di fare del nostro presente la loro prima fonte di ispirazione.
In questi primi anni del XXI secolo la pittura sperimenta la propria rinascita grazie all’ingresso e all’applicazione delle moderne tecnologie, attraverso le quali ha potuto riacquistare la dovuta importanza anche come arte soprattutto visiva: oggi, agli inizi del 2009, la pittura continua tuttavia a nutrirsi del passato e a prendere spunto dai movimenti artistici precedenti, quali l’Espressionismo Astratto, la POP ART e la Transavanguardia. Gli influssi principali giungono soprattutto dalla prima di tali correnti pittoriche, appartenente al filone dell’astrattismo, e successivamente dall’Arte Informale e dalle tendenze materiche posteriori alla Seconda Guerra Mondiale.
Nato nel 1940 negli Stati Uniti, l’Espressionismo Astratto si è diffuso rapidamente in tutto il mondo, tanto da essere considerato il primo vero movimento artistico di origine americana derivato dall’astrattismo e il punto di partenza per tutte le successive tendenze che, in materia di arti visive, si sono sviluppate negli USA dopo il 1945.
Altro importante punto di partenza è poi quello della POP ART, originatasi verso la metà degli anni Cinquanta del XX secolo nel Regno Unito e quasi contemporaneamente, sul versante opposto dell’Atlantico, negli Stati Uniti. La POP ART ha sfidato la tradizione e il ventennale dominio dell’arte astratta introducendo l’uso delle immagini della cultura popolare proposto dai mass media all’interno dell’arte ufficiale, ma senza più isolare il singolo oggetto dal proprio contesto: in questo modo viene definitivamente eliminata ogni separazione tra arte e vita.
Un nuovo concetto di arte che sconvolge non tanto in sé, quanto piuttosto in relazione agli atteggiamenti e alle conseguenze in esso insite: la POP ART si caratterizza infatti per l’utilizzo delle medesime tecniche di presentazione delle immagini e dei soggetti propri di quella “cultura popolare” (da qui il nome) diffusa dai media e dal mercato tramite gli annunci pubblicitari, i fumetti, gli articoli di design. Essa viene comunemente interpretata come una reazione ai concetti dell’Espressionismo Astratto allora dominanti: al pari della musica POP, nasce allo scopo di diffondere i modelli popolari e le ‘icone’ dell’epoca (Marilyn Monroe è forse l’esempio ancora oggi più conosciuto) in opposizione all’idea contemporanea - riservata per lo più ad un pubblico d’élite - di fruizione dell’arte, cercando quindi di metterne in risalto anche la funzione (spesso con ampie concessioni all’ironia), contro quel gusto allora così diffuso del kitsch che finiva spesso per banalizzare l’oggetto artistico. Tuttavia, anche a causa del fatto che i concetti che ne stanno alla base sono di difficile comprensione, la maggior parte delle installazioni e delle opere attribuite a questa corrente sono state talvolta incomprese o considerate prive di significato.
La POP ART e il Minimalismo si possono comunque annoverare fra i precursori più recenti dell’arte moderna e pertanto anche del movimento postmoderno, benché generalmente si tenda invece a studiarli come i primi in ordine di tempo.
Ultima ma non meno importante fonte di ispirazione per gli artisti in mostra è rappresentata infine dalla Transavanguardia, corrente pittorica italiana dell’epoca postmoderna, definita per la prima volta dal critico Achille Bonito Oliva.
Nata nel 1979, essa si sviluppa in forma compiuta nel corso dei primi anni Ottanta in opposizione alla precedente Arte Povera: la Transavanguardia teorizza il ritorno alla felicità e al colore nella pittura dopo il monopolio dell’arte concettuale e ha fra i suoi principali seguaci un gruppo di cinque artisti, costituito da Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Nicola De Maria e Mimmo Paladino. Le loro opere si caratterizzano per un eclettismo soggettivo, che rimanda al linguaggio pittorico dell’arte classica: essi ricorrono infatti a personaggi ed eroi della mitologia greca e romana (quali il Minotauro, i Ciclopi), rappresentandoli con estrema espressività cromatica. Altra loro ideologia identificativa è poi lo spirito nomade, che concede all’artista assoluta libertà di spaziare con la propria arte fra tutte le epoche e gli stili del passato, prendendo deliberatamente e dichiaratamente spunto da altri autori: le installazioni e le opere realizzate contengono pertanto numerosi riferimenti iconografici, con un certo gusto per il frammento e la citazione.
Gli influssi principali provengono tanto dal Manierismo, quanto dal Rinascimento e dal Barocco; pur rifiutando infatti le avanguardie loro contemporanee, questi artisti si rifanno invece ampiamente alle più importanti avanguardie storiche: il risultato è una miscela anche casuale di soggetti e stili, attraverso la quale l’artista dà risalto al proprio individualismo, al contrario delle tendenze del periodo che invece evitano categoricamente di influenzare con l’arte la società o di determinarne in qualche modo la trasformazione.
Oggi, la pittura continua il proprio percorso storico reinventando se stessa parallelamente all’evoluzione dell’essere umano: a dimostrazione di tale tendenza, la mostra qui presentata espone i lavori di un gruppo di artisti che hanno deciso di fare del nostro presente la loro prima fonte di ispirazione.
09
maggio 2009
I’m a Painter. I’m still a Painter and I will die a Painter
Dal 09 al 24 maggio 2009
arte contemporanea
Location
TORRE ENNAGONALE
Santo Stefano Al Mare, Piazza Baden-Powell, (Imperia)
Santo Stefano Al Mare, Piazza Baden-Powell, (Imperia)
Orario di apertura
Tutti giorni dalle 16 fino 20
Vernissage
9 Maggio 2009, ore 18
Sito web
marziafrozen.webs.com
Autore
Curatore