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I’m-Perfetto
L’imperfezione che diventa perfezione mette in luce quel segno, quella traccia (non perfetta) con cui un individuo, e lo spazio in cui esso si muove, si consegna alla società (omologata e alienante) in cui il corpo non è più veicolo nel mondo ma l’ostacolo da superare per essere al mondo
Comunicato stampa
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Come in tutte le bivalenze, non può esserci un elemento se non esiste il corrispettivo opposto così vediamo il buio perché siamo inondati di luce, percepiamo il sotto perché siamo ben saldi su un sopra e intuiamo la presenza di uno spirito in quanto conosciamo bene la pesantezza della materia.
Tutte forze imprescindibili tra loro che solo con la reciproca presenza si rendono vive e funzionali. Questo dualismo è applicabile anche sulla dicotomia perfetto/imperfetto in cui il concetto di perfezione termina laddove comincia l’imperfezione. Se quest’ultima, però, “ha sempre consentito continue mutazioni di quel meraviglioso quanto mai imperfetto meccanismo che è il cervello dell’uomo” (Rita Levi-Montalcini), potremmo, quindi, affermare che la perfezione è il giusto equilibrio tra tutte le imperfezioni.
II progetto fotografico vuole sottolineare questa ambivalenza e riconoscere l’imperfezione che diventa perfezione (Im-Perfezione), mettere in luce quel segno, quella traccia (non perfetta) con cui un individuo, e lo spazio in cui esso si muove, si consegna alla società (omologata e alienante) in cui il corpo non è più veicolo nel mondo ma l’ostacolo da superare per essere al mondo.
Un segno che diventa perfetto poiché esprime ed evidenzia il pensiero più sovversivo dell’essere umano: la libertà; la stessa che permette di considerare anche la bellezza impermanente, desolata e un po’ malinconica come l’opportunità di vivere la realtà non più ridotta ai soli contorni ma come libera espressione di sé stessi.
L’uomo è condannato ad essere libero – J.Paul Sartre, filosofo e romanziere francese.
Da qui, si dipanano i punti di ricerca diversi quanto le personalità artistiche che partecipano a questo progetto. Si va dall’idea dell’imperfetto messa in relazione con il concetto attuale di bellezza, in un lavoro sul corpo in cui la pelle rimane pelle senza diventare plastica, fino ad arrivare ai residuari (unione dei termini reliquiari e residui) - dove corpi e volti si presentano come resti antichi di società umane che, proprio come le statue greche giunte fino a noi, racchiudono nella loro decostruzione e ‘stranezza’, unicità ed eleganza al limite della perfezione – e all’installazione Cromosoma21 che riprende il corredo genetico di un individuo affetto dalla sindrome di down – un lavoro sociale che tratta della malattia e, in senso lato, della malattia con la quale ogni artista è costretto a convivere proprio come suggerisce la poetessa Alda Merini.
Ognuno è amico della sua patologia.
Tutte forze imprescindibili tra loro che solo con la reciproca presenza si rendono vive e funzionali. Questo dualismo è applicabile anche sulla dicotomia perfetto/imperfetto in cui il concetto di perfezione termina laddove comincia l’imperfezione. Se quest’ultima, però, “ha sempre consentito continue mutazioni di quel meraviglioso quanto mai imperfetto meccanismo che è il cervello dell’uomo” (Rita Levi-Montalcini), potremmo, quindi, affermare che la perfezione è il giusto equilibrio tra tutte le imperfezioni.
II progetto fotografico vuole sottolineare questa ambivalenza e riconoscere l’imperfezione che diventa perfezione (Im-Perfezione), mettere in luce quel segno, quella traccia (non perfetta) con cui un individuo, e lo spazio in cui esso si muove, si consegna alla società (omologata e alienante) in cui il corpo non è più veicolo nel mondo ma l’ostacolo da superare per essere al mondo.
Un segno che diventa perfetto poiché esprime ed evidenzia il pensiero più sovversivo dell’essere umano: la libertà; la stessa che permette di considerare anche la bellezza impermanente, desolata e un po’ malinconica come l’opportunità di vivere la realtà non più ridotta ai soli contorni ma come libera espressione di sé stessi.
L’uomo è condannato ad essere libero – J.Paul Sartre, filosofo e romanziere francese.
Da qui, si dipanano i punti di ricerca diversi quanto le personalità artistiche che partecipano a questo progetto. Si va dall’idea dell’imperfetto messa in relazione con il concetto attuale di bellezza, in un lavoro sul corpo in cui la pelle rimane pelle senza diventare plastica, fino ad arrivare ai residuari (unione dei termini reliquiari e residui) - dove corpi e volti si presentano come resti antichi di società umane che, proprio come le statue greche giunte fino a noi, racchiudono nella loro decostruzione e ‘stranezza’, unicità ed eleganza al limite della perfezione – e all’installazione Cromosoma21 che riprende il corredo genetico di un individuo affetto dalla sindrome di down – un lavoro sociale che tratta della malattia e, in senso lato, della malattia con la quale ogni artista è costretto a convivere proprio come suggerisce la poetessa Alda Merini.
Ognuno è amico della sua patologia.
28
maggio 2010
I’m-Perfetto
Dal 28 maggio al 14 giugno 2010
fotografia
arte contemporanea
performance - happening
arte contemporanea
performance - happening
Location
GIU*BOX GALLERY
Napoli, Via Giuseppe Bonito, 21 bis, (Napoli)
Napoli, Via Giuseppe Bonito, 21 bis, (Napoli)
Orario di apertura
lunedì e giovedì 16.30-18:30
Vernissage
28 Maggio 2010, ore 19:30
Autore