Diverse posizioni artistiche dell’arte romena - ma non solo - saranno al centro di collettiva curata da Mihnea Mircan (Bucharest, 1976). Mircan, già curatore nel 2007 del padiglione rumeno alla Biennale di Venezia è oggi neodirettore di Extra City, piattaforma per il dibattito sulle pratiche dell’arte contemporanea della Kunsthalle di Anversa. Il titolo della mostra si ispira al lavoro dell’artista Matthew Buckingham “Image of Absalon to be projected until it vanishes”, in cui un’immagine della statua equestre del mitico fondatore di Copenhagen si dissolve progressivamente. La dissolvenza sfida il tentativo del monumento di fissare un significato opponendosi al flusso del tempo: “Un modo di considerare la definizione del presente – annota Buckingham - è valutare come costruiamo il rapporto con il passato, ciò che è abbastanza importante da essere incluso o escluso”. Ispirandosi a questo principio, l’esposizione ruota attorno alle nozioni e ai processi di transitorietà, invisibilità e obsolescenza, sulla soglia di ciò che può essere visto e ciò che va compreso. Tra gli artisti in mostra l’altoatesino Robert Bosisio, che in Romania ha trovato la sua terra d’adozione, Mircea Cantor, Ciprian Muresan, Navid Nuur, Mona Vatamanu & Florin Tudor, Gabriela Vanga, Ioana Nemes, Alexej Meschtschanow, Serge Spitzer et al. Matteo Norzi con Hilario Isola e Miklos Onucsan realizzeranno dei lavori per l’occasione.