Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Imago animi. Volti dal passato
‘Imago Animi’ racconta percorsi di storia umana attraverso eccezionali ricostruzioni
facciali dei nostri antenati e di personaggi storici come antichi sacerdoti egizi,
Sant’Antonio da Padova, Francesco Petrarca e Bernardo Cles. Reperti straordinari
provenienti dal Museo di Antropologia di Padova, maschere dal mondo e opere
d’arte contemporanea ci accompagnano alla scoperta della nostra storia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 24 marzo, alle ore 17, viene inaugurata presso il Palazzo Assessorile di Cles
(Tn) la mostra ‘IMAGO ANIMI - Volti dal passato’, a cura di Luca Bezzi, Nicola
Carrara e Marcello Nebl.
L’evento espositivo è organizzato dal Comune di Cles in stretta collaborazione con
il Museo di Antropologia dell’Università degli Studi di Padova, istituzione ideatrice
della mostra.
‘Imago Animi’ racconta percorsi di storia umana attraverso eccezionali ricostruzioni
facciali dei nostri antenati e di personaggi storici come antichi sacerdoti egizi,
Sant’Antonio da Padova, Francesco Petrarca e Bernardo Cles. Reperti straordinari
provenienti dal Museo di Antropologia di Padova, maschere dal mondo e opere
d’arte contemporanea ci accompagnano alla scoperta della nostra storia.
I visi sono la relazione tra noi e il mondo: riconosciamo, veniamo riconosciuti, ci
riconosciamo grazie ad essi. I visi, molto spesso, dicono chi siamo, da dove veniamo e
come stiamo. I visi sono come pagine di un libro, raccontano storie. Oggi, grazie alle
ricostruzioni facciali forensi di ultima generazione, è possibile riportare in vita i volti del
passato con grande precisione e immediatezza. I visi – umani e dei nostri antenati – sono i
protagonisti e, al tempo stesso, il filo conduttore della mostra “IMAGO ANIMI”. I visi
offrono, inoltre, lo spunto per affrontare tematiche care all’antropologia, evidenziando
come le frontiere di studio di questa disciplina siano molto cambiate nel tempo, arrivando
spesso a ribaltare oggi quello che veniva asserito nel passato. La mostra, divisa in sei
sezioni, arricchita dai reperti originali del Museo di Antropologia di Padova, punta sulla
semplicità dell’idea e sulla sua possibilità di essere condivisa da un pubblico ampio,
giovane e adulto. Tutti riconosciamo intuitivamente i volti, fin da piccolissimi. Tutti
cerchiamo di interpretarli, per capire e prevedere le intenzioni dell’altro. Ma le facce sono
anche territori simbolici (per le maschere che vi applichiamo, per esempio) e hanno molto
altro da dire: la diversità umana si rispecchia nei volti, ma anche l’unità profonda della
nostra storia evolutiva vi ha lasciato le sue tracce.
In mostra i visitatori possono ammirare le ricostruzioni facciali dei più importanti e
affascinanti ominidi che hanno popolato la Terra negli ultimi milioni di anni, incluse due
ricostruzioni inedite in Italia, approvate dagli scopritori, di Homo georgicus proveniente da
Dmanisi e di Homo floresiensis. Alcune postazioni multimediali interattive permettono di
studiare le ricostruzioni dei visi degli ominidi attraverso le tecniche della realtà aumentata,
applicate per la prima volta ai volti dei nostri cugini e antenati (l’uomo di Neandertal e non
solo). Una splendida “stanza delle maschere di gesso”, costituita da un centinaio di
maschere originali della collezione storica di Lidio Cipriani, introduce al tema del volto
come presunta espressione di differenti “razze umane”. Una sezione speciale, dedicata in
parte al Trentino, ricostruisce con le più moderne tecniche forensi e attraverso exhibit
multimediali i volti di noti personaggi storici come Bernardo Cles o santa Paolina
Visintainer. Un’altra sezione - composta da tavole storiche, disegni, documenti, lettere,
testi e maschere di pregevole fattura - racconta gli esordi dell’antropologia criminale e la
storia della frenologia e della fisiognomica. Infine una sezione con opere d’arte
contemporanea di artisti internazionali come Luigi Ontani, Ron Gorchov e James Brown, è
stata allestita per descrivere il viso come infinito territorio simbolico.
IL PERCORSO
La mostra si snoda in sei sezioni indipendenti, accomunate dal tema del volto e divise in
sotto-sezioni. All’interno delle sezioni sono previste alcune “finestre” che attirano
l’attenzione del visitatore su un aspetto particolare o curioso e rimandano ad altre sezioni
già viste o che seguiranno, creando una molteplicità di percorsi tematici possibili.
Sezione 1: Guardiamo in faccia la diversità umana
Il tema di questa sezione è l’evoluzione umana, con l’obiettivo di fare il punto sullo stato
attuale delle conoscenze sui numerosi ominidi scoperti finora nell’albero cespuglioso delle
forme umane e pre-umane. Si possono ammirare i calchi dei principali ominidi fossili e le
loro ricostruzioni facciali anche ad ologrammi digitali e realtà aumentata, in apposite
postazioni multimediali interattive.
Sezione 2: Una faccia, una razza? Non proprio
Questa sezione è dedicata al tema delle presunte “razze umane” e del razzismo, trattato
dal punto di vista della storia del pensiero razzista e della posizione della scienza moderna
sulla questione delle razze. L’obiettivo è quello di confutare il concetto di razza
mostrandone la pericolosità prima e la totale inconsistenza scientifica dopo, attraverso un
percorso storico che ripercorre la storia dell’antropometria e l’evoluzione del concetto di
razza attraverso per esempio l’esposizione dei famosi crani di Blumenbach e 24
riproduzioni digitali dei ritratti dei tipi umani di W. Hein del 1903. Una suggestiva ed
emozionante “stanza delle maschere di gesso”, presenta un centinaio di maschere in
gesso originali della collezione storica di Lidio Cipriani, dal Museo di Antropologia
dell’Università di Padova.
Sezione 3: Volti dal passato
Questa sezione highlight ha come protagonisti i visi di alcuni affascinanti personaggi del
passato: la mummia originale di un sacerdote egizio di epoca tolemaica (con dettagli che
rilevano la morte violenta del sacerdote, un “giallo” risolto dopo millenni); il viso inaspettato
del sommo poeta Francesco Petrarca, ottenuto da un calco con una storia misteriosa
legata al celebre dott. Canestrini di Revò; il tanto atteso volto ricostruito di Sant’Antonio, il
più venerato al mondo; il volto della trentina Santa Paolina Visintainer (anch’esso
ricostruito con l’ausilio delle più moderne tecnologie forensi); la ricostruzione facciale del
principe vescovo Bernardo Cles, signore del Rinascimento trentino.
Sezione 4: Una faccia, un destino?
La sezione mostra le pseudo scienze che hanno avuto il viso come oggetto di studio, sin
dall’antichità. Vengono presentati gli albori dell’antropologia criminale, prestando
particolare attenzione alla fisiognomica, alla frenologia e all’espressione delle emozioni
nella specie umana. L’attenzione nei confronti del viso nella moderna criminologia, scevra
degli orpelli delle vecchie teorie, verrà evidenziata con tavole storiche, disegni, documenti,
lettere, testi e maschere di pregevole fattura.
Sezione 5: Dalla faccia alla maschera: il viso simbolico
Dall’evoluzione biologica a quella culturale. Questa sezione vuole approfondire uno degli
aspetti che maggiormente distingue l’uomo dagli altri animali: l’atto di coprirsi la faccia per
nascondersi agli altri, rimanendo però in interazione con essi, dando al volto un significato
simbolico. Vengono presentati i differenti significati e impieghi delle maschere nelle culture
umane, come quelli legati alla cura delle malattie, alla rappresentazione di spiriti maligni,
alla distinzione sociale, a riti di passaggio e a rappresentazioni artistiche. Particolare
attenzione viene data all’uso della maschera nell’area tirolese e trentina, dai ‘Lacchè’,
all’’Om selvadech’ al ‘Krampus’.
Sezione 6: I volti dell’anima (Il viso nell’arte di sei artisti contemporanei)
La rappresentazione del volto è centrale nella storia dell’arte. L’uomo ha da sempre sentito
il bisogno di confrontarsi con la forza enigmatica del viso, con i suoi significati simbolici,
con la sua forza e sensualità. Questa sezione si fonde con le altre cinque: sei artisti
contemporanei di fama nazionale ed internazionalie (James Brown, Luigi Ontani, Ron
Gorchov, David Aaron Angeli, Omar Galliani, Pietro Weber), grazie alla collaborazione di
importanti gallerie d’arte trentine (Studio Arte Raffaelli, Cellar Contemporary, Galleria Il
portale) presentano opere dedicate al viso, a quella parte del corpo che ha in se tutti gli
elementi essenziali per i processi di percezione, espressione e respirazione.
(Tn) la mostra ‘IMAGO ANIMI - Volti dal passato’, a cura di Luca Bezzi, Nicola
Carrara e Marcello Nebl.
L’evento espositivo è organizzato dal Comune di Cles in stretta collaborazione con
il Museo di Antropologia dell’Università degli Studi di Padova, istituzione ideatrice
della mostra.
‘Imago Animi’ racconta percorsi di storia umana attraverso eccezionali ricostruzioni
facciali dei nostri antenati e di personaggi storici come antichi sacerdoti egizi,
Sant’Antonio da Padova, Francesco Petrarca e Bernardo Cles. Reperti straordinari
provenienti dal Museo di Antropologia di Padova, maschere dal mondo e opere
d’arte contemporanea ci accompagnano alla scoperta della nostra storia.
I visi sono la relazione tra noi e il mondo: riconosciamo, veniamo riconosciuti, ci
riconosciamo grazie ad essi. I visi, molto spesso, dicono chi siamo, da dove veniamo e
come stiamo. I visi sono come pagine di un libro, raccontano storie. Oggi, grazie alle
ricostruzioni facciali forensi di ultima generazione, è possibile riportare in vita i volti del
passato con grande precisione e immediatezza. I visi – umani e dei nostri antenati – sono i
protagonisti e, al tempo stesso, il filo conduttore della mostra “IMAGO ANIMI”. I visi
offrono, inoltre, lo spunto per affrontare tematiche care all’antropologia, evidenziando
come le frontiere di studio di questa disciplina siano molto cambiate nel tempo, arrivando
spesso a ribaltare oggi quello che veniva asserito nel passato. La mostra, divisa in sei
sezioni, arricchita dai reperti originali del Museo di Antropologia di Padova, punta sulla
semplicità dell’idea e sulla sua possibilità di essere condivisa da un pubblico ampio,
giovane e adulto. Tutti riconosciamo intuitivamente i volti, fin da piccolissimi. Tutti
cerchiamo di interpretarli, per capire e prevedere le intenzioni dell’altro. Ma le facce sono
anche territori simbolici (per le maschere che vi applichiamo, per esempio) e hanno molto
altro da dire: la diversità umana si rispecchia nei volti, ma anche l’unità profonda della
nostra storia evolutiva vi ha lasciato le sue tracce.
In mostra i visitatori possono ammirare le ricostruzioni facciali dei più importanti e
affascinanti ominidi che hanno popolato la Terra negli ultimi milioni di anni, incluse due
ricostruzioni inedite in Italia, approvate dagli scopritori, di Homo georgicus proveniente da
Dmanisi e di Homo floresiensis. Alcune postazioni multimediali interattive permettono di
studiare le ricostruzioni dei visi degli ominidi attraverso le tecniche della realtà aumentata,
applicate per la prima volta ai volti dei nostri cugini e antenati (l’uomo di Neandertal e non
solo). Una splendida “stanza delle maschere di gesso”, costituita da un centinaio di
maschere originali della collezione storica di Lidio Cipriani, introduce al tema del volto
come presunta espressione di differenti “razze umane”. Una sezione speciale, dedicata in
parte al Trentino, ricostruisce con le più moderne tecniche forensi e attraverso exhibit
multimediali i volti di noti personaggi storici come Bernardo Cles o santa Paolina
Visintainer. Un’altra sezione - composta da tavole storiche, disegni, documenti, lettere,
testi e maschere di pregevole fattura - racconta gli esordi dell’antropologia criminale e la
storia della frenologia e della fisiognomica. Infine una sezione con opere d’arte
contemporanea di artisti internazionali come Luigi Ontani, Ron Gorchov e James Brown, è
stata allestita per descrivere il viso come infinito territorio simbolico.
IL PERCORSO
La mostra si snoda in sei sezioni indipendenti, accomunate dal tema del volto e divise in
sotto-sezioni. All’interno delle sezioni sono previste alcune “finestre” che attirano
l’attenzione del visitatore su un aspetto particolare o curioso e rimandano ad altre sezioni
già viste o che seguiranno, creando una molteplicità di percorsi tematici possibili.
Sezione 1: Guardiamo in faccia la diversità umana
Il tema di questa sezione è l’evoluzione umana, con l’obiettivo di fare il punto sullo stato
attuale delle conoscenze sui numerosi ominidi scoperti finora nell’albero cespuglioso delle
forme umane e pre-umane. Si possono ammirare i calchi dei principali ominidi fossili e le
loro ricostruzioni facciali anche ad ologrammi digitali e realtà aumentata, in apposite
postazioni multimediali interattive.
Sezione 2: Una faccia, una razza? Non proprio
Questa sezione è dedicata al tema delle presunte “razze umane” e del razzismo, trattato
dal punto di vista della storia del pensiero razzista e della posizione della scienza moderna
sulla questione delle razze. L’obiettivo è quello di confutare il concetto di razza
mostrandone la pericolosità prima e la totale inconsistenza scientifica dopo, attraverso un
percorso storico che ripercorre la storia dell’antropometria e l’evoluzione del concetto di
razza attraverso per esempio l’esposizione dei famosi crani di Blumenbach e 24
riproduzioni digitali dei ritratti dei tipi umani di W. Hein del 1903. Una suggestiva ed
emozionante “stanza delle maschere di gesso”, presenta un centinaio di maschere in
gesso originali della collezione storica di Lidio Cipriani, dal Museo di Antropologia
dell’Università di Padova.
Sezione 3: Volti dal passato
Questa sezione highlight ha come protagonisti i visi di alcuni affascinanti personaggi del
passato: la mummia originale di un sacerdote egizio di epoca tolemaica (con dettagli che
rilevano la morte violenta del sacerdote, un “giallo” risolto dopo millenni); il viso inaspettato
del sommo poeta Francesco Petrarca, ottenuto da un calco con una storia misteriosa
legata al celebre dott. Canestrini di Revò; il tanto atteso volto ricostruito di Sant’Antonio, il
più venerato al mondo; il volto della trentina Santa Paolina Visintainer (anch’esso
ricostruito con l’ausilio delle più moderne tecnologie forensi); la ricostruzione facciale del
principe vescovo Bernardo Cles, signore del Rinascimento trentino.
Sezione 4: Una faccia, un destino?
La sezione mostra le pseudo scienze che hanno avuto il viso come oggetto di studio, sin
dall’antichità. Vengono presentati gli albori dell’antropologia criminale, prestando
particolare attenzione alla fisiognomica, alla frenologia e all’espressione delle emozioni
nella specie umana. L’attenzione nei confronti del viso nella moderna criminologia, scevra
degli orpelli delle vecchie teorie, verrà evidenziata con tavole storiche, disegni, documenti,
lettere, testi e maschere di pregevole fattura.
Sezione 5: Dalla faccia alla maschera: il viso simbolico
Dall’evoluzione biologica a quella culturale. Questa sezione vuole approfondire uno degli
aspetti che maggiormente distingue l’uomo dagli altri animali: l’atto di coprirsi la faccia per
nascondersi agli altri, rimanendo però in interazione con essi, dando al volto un significato
simbolico. Vengono presentati i differenti significati e impieghi delle maschere nelle culture
umane, come quelli legati alla cura delle malattie, alla rappresentazione di spiriti maligni,
alla distinzione sociale, a riti di passaggio e a rappresentazioni artistiche. Particolare
attenzione viene data all’uso della maschera nell’area tirolese e trentina, dai ‘Lacchè’,
all’’Om selvadech’ al ‘Krampus’.
Sezione 6: I volti dell’anima (Il viso nell’arte di sei artisti contemporanei)
La rappresentazione del volto è centrale nella storia dell’arte. L’uomo ha da sempre sentito
il bisogno di confrontarsi con la forza enigmatica del viso, con i suoi significati simbolici,
con la sua forza e sensualità. Questa sezione si fonde con le altre cinque: sei artisti
contemporanei di fama nazionale ed internazionalie (James Brown, Luigi Ontani, Ron
Gorchov, David Aaron Angeli, Omar Galliani, Pietro Weber), grazie alla collaborazione di
importanti gallerie d’arte trentine (Studio Arte Raffaelli, Cellar Contemporary, Galleria Il
portale) presentano opere dedicate al viso, a quella parte del corpo che ha in se tutti gli
elementi essenziali per i processi di percezione, espressione e respirazione.
24
marzo 2018
Imago animi. Volti dal passato
Dal 24 marzo al 24 giugno 2018
arte contemporanea
Location
PALAZZO ASSESSORILE
Cles, piazza Municipio, 21, (Trento)
Cles, piazza Municipio, 21, (Trento)
Orario di apertura
Aperto dal martedì alla
domenica 10.00-12.00/15.00-18.00.
Chiuso il lunedì
Vernissage
24 Marzo 2018, h 17
Autore
Curatore