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Imago, immagino
Il titolo di questa personale di Fabrizio Vatta gioca con i due termini “imago” e “immagino”, per suggerire una riflessione sull’atto di creare immagini e sull’immaginazione.
Le immagini non sono la realtà, e non la riproducono qual’ è: la evocano, la segmentano, la incorniciano, ecc.
Comunicato stampa
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Imago è un termine latino dai molteplici significati. Tra questi: figura, ritratto, copia, spirito, apparizione, sogno, parvenza, visione, aspetto, allegoria, sembianza, immagine illusoria.
Immaginare, dal tardo latino imaginare, a sua volta derivazione di imago.
Nel suo significato generico, il verbo, come la parola da cui deriva, ha una ricca varietà di accezioni, a seconda che l’oggetto concepito dall’immaginazione sia desunto direttamente dalla realtà, sia una interpretazione di cose e fatti reali, o sia infine creato dalla fantasia stessa. Ad esempio, è comune, accanto a immaginare, la forma immaginarsi , che meglio esprime il carattere interiore, soggettivo, dell’attività immaginativa.
Il titolo di questa personale di Fabrizio Vatta gioca con i due termini “imago” e “immagino”, per suggerire una riflessione sull’atto di creare immagini e sull’immaginazione.
Le immagini non sono la realtà, e non la riproducono qual’ è: la evocano, la segmentano, la incorniciano, e facendo tutto questo la imitano. Imitandola, come nella pittura, ce ne restituiscono una fra le versioni possibili.
Le opere qui esposte mostrano figure umane, corpi rappresentati in momenti intimi e pose esplicite, che si mostrano anche in quei particolari anatomici che – troppo spesso – hanno suscitato e suscitano reazioni critiche, se non di censura, dimenticando o non essendo in grado di capire forme e modi di rappresentare l’erotismo, il desiderio, l’istinto – anche carnale – che un artista come Fabrizio Vatta vuole, in questo caso, raccontare con la sua pittura.
Scrive il critico d’arte Gaetano Salerno: “I ricercati tagli fotografici delle composizioni conferiscono immediata credibilità e drammaticità a queste immagini che comunque non cessano di alludere al fantastico e all’onirico; il colore forma e deforma, individua e cancella”…
Immaginare, dal tardo latino imaginare, a sua volta derivazione di imago.
Nel suo significato generico, il verbo, come la parola da cui deriva, ha una ricca varietà di accezioni, a seconda che l’oggetto concepito dall’immaginazione sia desunto direttamente dalla realtà, sia una interpretazione di cose e fatti reali, o sia infine creato dalla fantasia stessa. Ad esempio, è comune, accanto a immaginare, la forma immaginarsi , che meglio esprime il carattere interiore, soggettivo, dell’attività immaginativa.
Il titolo di questa personale di Fabrizio Vatta gioca con i due termini “imago” e “immagino”, per suggerire una riflessione sull’atto di creare immagini e sull’immaginazione.
Le immagini non sono la realtà, e non la riproducono qual’ è: la evocano, la segmentano, la incorniciano, e facendo tutto questo la imitano. Imitandola, come nella pittura, ce ne restituiscono una fra le versioni possibili.
Le opere qui esposte mostrano figure umane, corpi rappresentati in momenti intimi e pose esplicite, che si mostrano anche in quei particolari anatomici che – troppo spesso – hanno suscitato e suscitano reazioni critiche, se non di censura, dimenticando o non essendo in grado di capire forme e modi di rappresentare l’erotismo, il desiderio, l’istinto – anche carnale – che un artista come Fabrizio Vatta vuole, in questo caso, raccontare con la sua pittura.
Scrive il critico d’arte Gaetano Salerno: “I ricercati tagli fotografici delle composizioni conferiscono immediata credibilità e drammaticità a queste immagini che comunque non cessano di alludere al fantastico e all’onirico; il colore forma e deforma, individua e cancella”…
01
luglio 2024
Imago, immagino
Dal primo al 14 luglio 2024
arte contemporanea
Location
Officine Forte Marghera – Padiglione Palmanova
Venezia, Via Forte Marghera, 30, (VE)
Venezia, Via Forte Marghera, 30, (VE)
Orario di apertura
18:00 - 22:00
Ufficio stampa
StudioNex
Autore
Curatore
Allestimento